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LE RUBRICHE DI ERIDANOSCHOOL - Astrologia e dintorni a cura di Lidia Fassio

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a cura di Lidia Fassio 
LE COPPIE “GIOVANI”
 
Le coppie  “giovani” Oggi sono poche le coppie che si formano quando si è ancora veramente giovani.. con questo intendo quelle che decidono di sposarsi o di vivere insieme in un’età che va dai 18 ai 22 anni; infatti, l’età più frequente per i matrimoni è ormai intorno ai 30 anni.. tuttavia, quello che mi preme di affrontare in questa sede, è la differenza profonda che c’è a livello psicologico tra le coppie giovani e quelle più adulte.

I parteners molto giovani ovviamente non hanno ancora forgiato una vera identità per cui, molti dei cambiamenti che andranno ad affrontare, saranno fatti “insieme” e non individualmente. Per certi versi però la coppia di ragazzi molto giovani dà l’idea che sia più esposta agli eventi.. almeno più di una coppia più grande di età.

Nell’immaginario collettivo infatti è molto difficile vedere due giovanissimi alle prese con le difficoltà di ogni giorno, gestirsi con lavoro esterno, lavoro casalingo, magari figli.. e bisogni ancora tutti da esplorare e da conoscere.

Quasi sempre a spingere una coppia di giovanissimi a “fare famiglia” sono proprio le condizioni familiari: c’è sempre qualcosa di difficile a casa, genitori che litigano, violenza, depressione, molte volte alcolismo di uno dei genitori.. il tutto produce difficoltà nell’immaginare il futuro, accompagnata da una grande sensazione di malessere nel sentirsi di non avere diritto e di non essere sufficientemente valorizzati ed amati; è con questo retroscena che un innamoramento - che temporaneamente sembra regalare tutte queste cose magiche insieme (valorizzazione, fiducia, e identità) può spingere con forza a precorrere i tempi e a voler stare con la persona amata, quella che fornisce quello “specchio magico ” che è sempre mancato e che serve a dare forza all’identità ancora in formazione.

Le coppie giovani hanno dalla loro parte la grande “passione” e l’illusione di poter creare il mondo.. tipica dell’età e legata alle fortissime proiezioni che vengono agite sull’altro; l’innamoramento a questa età è potente e si insinua nella vita con una vera sferzata di energia che dà l’idea di essere in grado di trasformare e far accadere le cose; ecco perché in questa fase i due soggetti, insieme, trovano anche la forza di rompere gli schemi e di lasciare la casa genitoriale (quasi sempre in modo brusco e improvviso) che, ovviamente, non viene percepita come un luogo sicuro in cui ci si è nutriti.. ma un luogo di disagio e di svalutazione in cui spesso si viene sfruttati emotivamente.

Quando la famiglia non è all’altezza della situazione il clima che si instaura all’interno è depressivo e, quindi, scarsamente vitale per cui funziona come un’energia vampirizzante che prende vita da tutti indistintamente e diventa un sistema che trattiene e che avvinghia poiché vede in ogni membro un’ energia vitale necessaria all’automantenimento; dentro a questo humus un ragazzo non può trovare ciò di cui ha bisogno ma, soprattutto, non trova quello scambio e quell’accoglienza che sono ingredienti fondamentali della crescita adolescenziale.
Dall’altra parte l’innamoramento produce un nuovo e mai avvertito senso di completezza; un senso di appagamento che in famiglia non è mai stato vissuto e che sembra essere finalmente trovato; i due innamorati si sentono “a casa” quando stanno insieme e depressi quando rientrano in famiglia.
Purtroppo però, le coppie molto giovani, non hanno avuto la possibilità di uscire di casa veramente “emancipati” e quindi non si sono mai “svincolati dall’Io familiare” e così, ciò che li lega veramente e che li fa sentire uniti, è proprio il disagio, comune da entrambi.. quel disagio che li illude di poter essere loro due come coppia in grado di costruire qualcosa di diverso, di fantastico e di magico in cui trovare tutto ciò che si desidera da sempre.

In pratica i due giovani hanno nei loro occhi il miraggio di una famiglia vera ed appagante più che l’idea di incontrare veramente “l’altro” ed è qui che si ingannano e che piantano i semi del futuro fallimento poiché sottovalutano l’impegno e si autorizzano a pensare che l’amore sia quell’appagamento profondo che deve arrivare dall’esterno, esattamente che sperimentano in questa prima fase… quella dell’innamoramento.

In effetti, proprio questa speranza traccia le linee guida per l’allontanamento dalle reciproche case genitoriali e li spinge verso una unione fantastica che diventa ben presto convivenza, un’unione che, nel loro reciproco immaginario, dovrà risanare e compensare tutte le sofferenze e le umiliazioni subite in famiglia.

Purtroppo però, proprio perché giovanissimi e perché non hanno operato alcun distacco dalla “psiche familiare”, si ritrovano ben presto in balia delle potenti immagini interiori caricate di ombre genitoriali che li lavoreranno ai fianchi… senza tregua.
Purtroppo il “destino familiare” si manifesta in questi casi.. come un presagio infido e funesto: quanto più la famiglia di origine è stata disfunzionale, tanto più ci vorrà forza e lavoro per operare lo svincolo perché saranno al lavoro atto forze inconsce a cui è difficile sottrarsi se non con un cammino di consapevolezza e di presa di coscienza; e sarà proprio la ribellione e l’avversione che si mostra verso la famiglia a mettere in luce il potere che questa ha sui due ragazzi che, ignari, si ritroveranno presto dentro ad un’altra prigione.. del tutto simile a quella lasciata.
Il circuito di delusione è fortissimo ed è difficile uscirne perché suona come l’ennesimo tradimento.

E’ molto interessate vedere questi contenuti astrologicamente parlando: i ragazzi che formano queste coppie hanno di solito opposizioni tra le case IVa e Xa con quadrature sulla VIIa casa; l’asse in questione si chiama “genitoriale” e, visto nel tema, anche graficamente, va in rotta di collisione con la VIIa casa che è la casa della relazione e con la Ia che è la casa dell’identità.
E non vi è dubbio che sia così: infatti, né la relazione né l’identità non possono prendere vita se non si è affrontato il mito familiare.. quello che, per l’appunto è molto ben inciso nell’asse IVa – Xa e che ha il potere di bloccare sia la Ia che la VIIa casa.
Questa opposizione, tra le altre cose, infila un soggetto in una dinamica fortissima tra il bisogno di autonomia e di indipendenza (Xa) e l’incapacità di sostenerla perché mancano le basi e le radici emotive (IVa) che sono le sole che possono nutrire quella capacità di stare in piedi da soli che la Xa casa richiede.

Ognuno dei due soggetti si trova ad aver magari rotto con la famiglia di origine e a pensare di potercela fare con l’aiuto dell’altro che, ovviamente, è in una situazione identica e si dibatte con lo stesso problema; dopo un po’ di tempo, le potenti proiezioni dell’innamoramento abbandonano il campo così che i bisogni infantili possano emergere; a quel punto i due si sentiranno a soli al mondo, tristi, insoddisfatti senza alcun supporto e senza nessuno di esterno su cui poter buttare la colpa del loro insuccesso e del loro star male.

Questa prima crisi giungerà non appena cadrà la potente attrazione sessuale ed entrerà con passi di piombo la realtà.. carica di doveri, di aspettative e di quel senso di non appagamento che ha origini antiche e che deriva da bisogni interni.. mai appagati che, ora, vengono visti come inappagati dall’altro.
In genere queste coppie litigano tanto proprio perché, terminato l’innamoramento, si attiva l’archetipo dell’eroe (Marte- Sole) che ha il compito di spingere verso l’autonomia e l’uscita dalla dipendenza.. ma, senza un reale appoggio sano ed affettivo, tutto si complica e diventa impossibile: infatti, in questa situazione ci sono spinte verso l’esterno che si manifestano con la rabbia, l’aggressività e il rifiuto verso l’altro a cui fanno seguito i rientri nella coppia e nell’altro che viene visto come l’unico in grado di fornire un barlume, un timido riflesso di quell’identità che è ancora lungi dal presentarsi.

Spesso queste coppie non durano perché non sono in grado di reagire alla fase di delusione disillusione che si manifesta e che avrebbe il compito di portarli a lavorare su sé stessi in modo da non caricare all’altro e alla coppia i singoli problemi individuali.

 
 
 
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