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LE RUBRICHE DI ERIDANOSCHOOL - Astrologia e dintorni a cura di Lidia Fassio

RUBRICHE DI ASTROLOGIA

a cura di Lidia Fassio 
DESTINO E LIBERO ARBITRIO
 
Destino e Libero arbitrio Inutile dire che, per quanto concerne l’astrologia, il tema del destino e del libero arbitrio è sempre qualcosa di molto dibattuto. A questo proposito è interessante parlare un po’ di questo argomento in modo da comprendere meglio il significato delle due parole.
Nel passato il tema del destino è stato sempre molto sentito: gli antichi immaginavano che vi fossero delle creature che tessevano i fili della vita degli umani: per i greci erano le Parche… tre Dee del fato, figlie della Notte e di Erebo. I loro nomi erano
Cloto (la filatrice)
Lachesi (colei che distribuisce)
Atropo (l’inflessibile)

Atropo era la più piccola ma era considerata la più potente perché aveva anche il compito di tagliare il filo della vita che le due sorelle filavano e tessevano.

Per i greci la lunghezza del filo dipendeva dalle Moire e nessuno, neanche Zeus aveva il potere di contrattare questo per cui, esse governavano la vita dell’uomo dalla nascita alla morte.
E’ interessante il fatto che, nell’antichità, al DESTINO non potevano sfuggire neppure gli Dei: le tre Moire erano rappresentate come tre vecchie orrende che vivevano nel territorio dell’Ade: erano sempre vestite di nero e, secondo il mito, assetate di sangue.
Nonostante la loro fama, il mito parla anche della loro capacità di comprensione; la mostrarono ad esempio con Euridice quando morì e loro si convinsero a tessere un nuovo filo perché cedettero al magico canto di Orfeo; anche a Pelope ridiedero la vita; infine, erano le Moire che riconducevano Persefone sulla Terra quando terminava il periodo infero.

Questa visione fu chiaramente ripresa dai romani che vedevano nelle Parche le tessitrici del destino. Tuttavia, le Morie e le Parche, pur continuando a sostenere il “fatalismo”, sconfessarono in alcuni loro atti il vero “determinismo”. Ad esempio quando fecero scegliere ad Achille se voleva una vita lunga e mediocre oppure una vita breve e gloriosa.
In pratica, le tenutarie del Destino, sembrano concedere particolari tratti di personalità alle persone di cui tessono le trame della vita; certo è difficile comprendere i loro criteri di selezione, e neppure le assegnazioni delle qualità.. anzi, tutto ciò sfugge agli uomini che, di conseguenza, trovano le tre donne ingiuste e capricciose.

La storia continuò a lungo con l’idea che ci fosse qualcuno di esterno che reggesse la vita degli uomini.. anche se, tutti i miti concordano sul fatto che i piccoli dettagli di ogni singola vita non erano assoggettati alle divinità del destino.. mentre c’erano particolari avvenimenti della vita che non erano in alcun modo negoziabili.

Nel tempo, i concetti variarono ma non di tanto; Infatti l’uomo a lungo continuò a credere che fosse Dio a tenere in mano il destino e che, quindi, avesse il potere di decidere della vita e della morte…e della felicità o dell’infelicità.

Tuttavia, ciò che aveva retto per migliaia di anni.. fu pian piano sconvolto dalla scoperta dell’inconscio che sfidò l’uomo a pensare che esista un destino esterno.. lontano da noi.
L’uomo è sempre stato ambivalente e molto lacerato tra l’idea di essere “potente” e come tale di poter determinare il proprio destino e la difficoltà a prendersi la responsabilità della propria libertà e quindi a sostenere le proprie azioni; proprio questa dicotomia lo ha imprigionato a lungo nell’idea – peraltro comoda e deresponsabilizzante – che non dipendesse da lui ciò che accadeva nella vita, o meglio, alcuni fatti della sua vita.

Ovviamente, con l’affermarsi dell’IO lo spazio destinato alle Signore del destino veniva ad essere sempre più angusto in quanto contrastava fortemente con l’idea di onnipotenza che invece si voleva dare a questa istanza psichica.
In ogni caso, anche l’IO si trovava nella grande difficoltà di scegliere in quanto, a volte sembrava comoda l’idea di un IO piccolo ed assolutamente impotente di fronte a bisogni e desideri contro i quali non vi era possibilità di intervento e, altre volte, invece era di gran lunga preferibile pensare …che vi fosse una scelta personale, soprattutto nelle cose positive.

Nel tempo si mise anche la scienza a complicare le cose.. infatti, a partire dagli anni ’30 prese piede la teoria di Szondi – detta genica – secondo la quale già nel formarsi dell’embrione il destino penetrava nell’uomo attraverso una genealogia che, giungendo da antenati e familiari, era in grado di imprimere una serie di tratti sia della personalità che della fisiologia.
Secondo questa teoria sarebbe il nostro patrimonio genetico a scegliere la nostra vita e quindi, in un certo senso Szondi sosteneva che il destino sarebbe stato localizzato nei cromosomi e nei geni.

Indubbio, anche l’astrologia ci consente di sostenere l’idea che Plutone e Xena possano essere in qualche modo un “imprinting” in quanto contengono sicuramente il patrimonio genetico e psichico da cui ognuno di noi deriva, tuttavia questo non ci autorizza necessariamente a sostenere la teoria del destino come di un qualcosa che giunge da fuori; infatti, i tratti genetici e psichici di certo possono essere “inclinanti” e influenzanti, dato che creano delle potenzialità, ma non per questo possono essere considerati determinanti in quanto, sono proprio le strutture superiori dell’uomo, quelle che, per intenderci, chiamiamo “coscienza” che ci forniscono possibilità superiori quali la critica, i valori, le valutazioni egli ideali che possono condurre l’uomo alla vera capacità di scelta.

Di certo l’uomo è una creatura complessa che, pian piano si è andato affrancando dalla coercitività dell’istinto e, soprattutto la psicanalisi, ci ha abituati a vederlo come una unità in cui agiscono strutture quali l’IO e il Super IO che consentono di sviluppare una vera responsabilità in grado di modellare e trasformare le strutture arcaiche che invece, resterebbero estremamente coercitive e dominanti, se non venissero mediate da una parte individuale e personale.

Il destino delle Moire e delle Parche era qualcosa di “altro”, di esterno; esse abitavano in un mondo considerato “superno” , un mondo dove neppure gli Dei avevano accesso e la visione.. della Dea che ha in mano il filo della vita, lasciava anche intendere che l’uomo avesse qualche possibilità di intercedere presso di lei, per poter modificare ciò che era stabilito.

In effetti, nell’antichità c’erano tanti riti propiziatori tutti finalizzati a rendere più docile e positivo il destino.
Ancora oggi ci sono persone che continuano a vivere in questa superstizione… sono infatti ancora troppe le persone che pensano di andare dal MAGO.. creatura che, nell’immaginario collettivo, possiede poteri che lo rendono abile a dialogare con il mondo delle divinità.. In effetti, il MAGO crea amuleti che possono intercedere presso le divinità.. e quindi cambiare il FATO.

Esiste però anche una visione spirituale più moderna .. che invece affida all’ANIMA il compito di modellare la vita; secondo le teorie spirituali.. l’anima scende nel corpo e modella la persona e la sua vita. Anche in questa visione l’ANIMA è legata ad un Dio che sarebbe responsabile del destino umano pur restando confinato nella sua dimora celeste.

Noi oggi parliamo però essenzialmente di PSICHE.. che è qualcosa che ci appartiene e che non possiamo più considerare estraneo, anche se qualcuno, per comodità continua a vedere la stessa come un qualcosa che può andare al di là della volontà dell’uomo: indubbiamente questa visione consente ancora all’uomo di immaginare la PISCHE un luogo dove la coscienza fa fatica ad entrare.

Negli ultimi 100 anni tuttavia ha preso sempre più piede il concetto di INCONSCIO, regione – astrologicamente dominata da Plutone – Xena e Nettuno – da cui la coscienza ha avuto origine ma a cui, tuttavia, non è mai facile accedere; l’inconscio tuttavia resta soprattutto un luogo su cui l’IO ha una scarsissima influenza.

Certo, la scoperta di come è organizzata la nostra psiche ci ha permesso di affrancarci definitivamente dall’idea del FATO; oggi sappiamo che esso non abita in nessun luogo oscuro o lontano.. ma abita dentro di noi e l’uomo può così rifarsi a quel monito che gli antichi mettevano ben in evidenza sui loro templi su cui campeggiava la scritta “ CONOSCI TE STESSO” .

In effetti è di conoscenza che si tratta.. il destino c’è nel momento in cui lasciamo agire il nostro istinto e le nostre forze primordiali senza che esse abbiano una reale mediazione.. esattamente quello che dice C.G. JUNG quando sostiene che “l’inconscio è il destino.. e che tutto ciò che non conosciamo di noi.. saremo costretti a viverlo come FATO”.

Nonostante questa grande possibilità abbia tolto l’uomo dall’ignoranza che prima lo attanagliava, non è strano sentirlo ancora sostenere che vi sono cose che “non dipendono da lui”.

Chiaro, l’INCONSCIO a volte risulta ancora un corpo estraneo e perciò assolutamente misterioso alla coscienza; spesso l’inconscio lavora con una tale potenza che l’uomo la vive come coercitiva e dittatoriale, e, pertanto estranea… ed esterna!
Spesso anche le intenzioni e le finalità sono comprese solo a posteriori per cui, il nostro inconscio continua a ricevere tutte le proiezioni di imprevedibilità, di insondabilità e di nebulosità.

Quello che è certo è che l’uomo faticherà sempre di più a pensare che ci sia qualcosa di reale e di esterno a lui che decida per lui, e ancor di più che ci sia qualcosa in grado di armare le sue braccia o a dar fiato alla sua bocca; proprio l’Era dell’acquario e l’Astrologia ci stanno insegnando che tutti i nostri contenuti sono li’.. ci appartengono e noi dobbiamo decidere cosa farne e come utilizzarli.
Forse con questa era ci affrancheremo definitivamente dalla paura e saremo in grado di scegliere e di prenderci la responsabilità anche dei nostri errori, ma allora, saremo veramente LIBERI..
L’astrologia è maestra nel riuscire a permetterci di cogliere i nostri contenuti in modo da affrancarci dalla loro automaticità e coercitività.

 
 
 
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