Nella nostra psiche convivono due logiche, quella razionale e quella emozionale; la prima è una logica maschile, la seconda è invece molto più femminile, nel senso che canalizza un’energia di “Eros” più preposta all’integrazione e alla non esclusione; in pratica è la logica del “Tutto” che contrasta quella “parziale” che genera separazione, competizione e divisione.
Certo, la parte emozionale è meno “logica” o almeno non lo è nel senso comune che diamo noi alla parola, per questo viene considerata “irrazionale” che significa che prende in considerazione un altro modello di lettura della realtà, non che “nega la ragione” anzi, forse la supera perché è influenzato dal “sentimento” (1); la problematicità che noi vediamo nell’irrazionalità non riguarda l’uso di quest’altra funzione, ma il cattivo uso dello strumento che, nel caso specifico, non gestisce le emozioni e quindi, tutto sembra caotico. Vorrei infatti soffermarmi sul fatto che ogni potenzialità che noi possediamo è una ricchezza per noi che aumenta la complessità della psiche e le consente di poter utilizzare ed armonizzare tra tutte le parti che abbiamo all’interno; se però noi utilizziamo alcune qualità in modo esagerato oppure poco integrato, allora siamo costretti a vedere qualcosa che “non ci piace” proprio perché si manifesta in maniera grezza, poco civile e, pertanto, poco armoniosa.
Se la parte emotiva è eccessiva, non integrata e quindi non miscelata con altre nostre potenzialità, diventa stridente nella personalità di un soggetto.. che, a quel punto, non riesce ad utilizzare la ragione e quindi non può mediare alla troppa intensità che, non avendo confini, sembra prorompere dall’inconscio senza alcun senso.
Un’esasperazione analoga la troviamo però anche nelle persone “iper-razionali” che presentano invece un’esasperazione sulla freddezza e sul distacco per niente tranquillizzanti perché “inumani”; la pura ragione se non è integrata con il sentimento - che assicura comportamenti basati su valori personali - diventa uno strumento efficace e lucido ma incapace di “sentire” e quindi, pericoloso.
La premessa è d’obbligo: tutte le funzioni della psiche sono meravigliose se sono armoniosamente integrate; quando una di esse è in esubero e deborda, mette in scacco la sua complementare e finisce per monopolizzare l’intero sistema e questo accade sia agli iper emotivi - che mettono in scacco la ragione - ma accade anche agli iper razionali che perdono contatto con il valore delle cose diventano macchine in grado di tritare qualsiasi cosa.
Siccome noi viviamo in una realtà che considera migliore la logica razionale, per giungere ad una reale armonizzazione dovremo cominciare a prendere in considerazione la logica emozionale. Per arrivare a questo bisognerà modificare l’atteggiamento verso le emozioni che sono ancora qualcosa da escludere, o almeno da sedare. In realtà è proprio l’esclusione di esse a produrre quegli atteggiamenti “irrazionali” che tanto ci preoccupano; se invece dessimo valore alla spontaneità e la vitalità e non solo all’imperturbabilità ci troveremo di fronte persone più vere e più in salute.
Infatti molti dei problemi legati per esempio alle patologie cardiache, sono da ascriversi all’amputazione delle emozioni che via via ha creato la paralisi; per trattenere le emozioni che tendono ad uscire e quindi a far pressione dall’interno, noi dobbiamo trattenere e quindi “vasocostringere”; costringendo i vasi finiamo per contrarre anche il cuore che, essendo un muscolo, pian piano perde la sua mobilità ed elasticità nonché la funzione di pompaggio con il risultato che avremo sempre minor afflusso sanguigno in circolo e sempre meno vitalità.
L’esubero della parte razionale – che si usa per evitare il dolore - pian piano attutisce la sensibilità ed è molto interessante il fatto che molte ischemie cardiache siano completamente silenti il che potrebbe anche essere tradotto in una reale incapacità del cuore di percepire i segnali di dolore e di sofferenza.
Chi vive “razionalmente” deve controllare tutto e quindi, nel tempo aumenta sensibilmente le sue difese fino a non “sentire più”; in questo modo però diventa anche via via meno consapevole del vissuto del suo corpo fino a perdere contatto con ciò che potrebbe garantirgli la sopravvivenza.
La psicosomatica e le discipline olistiche collegano il cuore ai vissuti emotivi ed affettivi e sappiamo bene che per sopportare un dolore “irrigidiamo” proprio la cassa toracica.. e diciamo “ho il cuore pietrificato”.
Lowen sosteneva che proprio questa difesa crea una corazza che alla fine limita il respiro e limita lo scorrimento di ciò che invece è vitale; nel tempo se la “corazza” non viene tolta, finirà per mantenere tutto sotto costante tensione e a predisporre a problemi grossi a livello cardiaco.
Negli ultimi anni la psicosomatica si è impegnata ad informare che proprio vivere le emozioni e ritornare al nostro “sentire” è garanzia di salute perché le emozioni hanno anche il compito di ridurre lo stress e, pertanto, di far tornare il corpo in equilibrio.
In pratica proprio la parola “vivere” presuppone un “sentire”, e sentire significa coinvolgersi, appassionarsi e lasciarsi andare anche all’imprevedibilità che forse non è il male della vita, ma il bene, ciò che ci aiuta a non sclerotizzarci e a rimetterci sempre in gioco.
L’emozioni è uno sbocco per l’energia che abbiamo dentro che vuole esprimersi fuori..e, pertanto, non c’è comunicazione autentica se non siamo in grado di vivere le nostre emozioni: l’emozione è il canale che fa uscire la persona dai suoi conflitti.
Un altro risultato del controllo emozionale è la perdita di potenzialità respiratoria; infatti quando dobbiamo trattenere un dolore tratteniamo inevitabilmente anche il respiro dimenticandoci che esso è vita e che senza di esso moriamo.
Il cuore, i polmoni e il corpo hanno bisogno di “movimento” che viene assicurato proprio alle emozioni che servono alla decontrazione dei vasi che permette ai muscoli di ritornare in fase di rilassamento e di fluidità.
Astrologicamente parlando sappiamo che è dalla vita emotiva che viene generata la vita razionale e sappiamo che l’energia psichica che abbiamo non è eterna ma viene continuamente alimentata proprio dalla parte inconscia che, proprio nel suo esprimersi, nutre la coscienza.
Tutte le esperienze della nostra vita, quelle più importanti, sono collegate ad un vissuto emozionale.
Per stare veramente bene bisognerà ritornare a vivere le nostre emozioni.. piangere, ridere, appassionarsi ed anche arrabbiarsi quando è il caso fanno parte della possibilità di essere in salute anche perché proprio attraverso il nostro “sentire” possiamo metterci in relazione con noi stessi e poi con gli altri e vivere rapporti autentici.
La nostra ragione poi ci sarà di aiuto nel decidere come scaricare le nostre emozioni guidandoci verso strade non distruttive.
(1) – Nella storia ci fu un movimento filosofico chiamato “irrazionalismo” tendente a svalutare le possibilità di ordine logico e ad esaltare quelli di ordine affettivo come strumento di presa sul reale.