FESTIVAL DELLA CARNE DI CANE DI YULIN: FERMIAMO LA STRAGE!
ANCH'O ME LO MANGIO... DI BACI!
Con questo messaggio provocatorio, la fondatrice del Fondo Amici di Paco ha voluto affrontare l'argomento scottante del Festival della carne di cane che dal 21 giugno, come da tradizione, si svolge a Yulin, in Cina.
Ogni anno oltre 10.000 cani (ma si parla anche del doppio) vengono stipati in gabbia per le strade per essere scelti dai “clienti”, e poi essere uccisi e cucinati. Circa 3.000 persone muoiono in seguito al consumo di carne contaminata. Una barbarie che non si può giustificare appellandosi alla tradizione. Così come da anni si impegna contro la strage pasquale di agnelli e capretti e contro il consumo di carne in genere, Diana Lanciotti per la prima volta presta la propria immagine, e lo fa per dire no al massacro di cani in Cina.
«Che siano 10.000, 20.000 o 1 solo cane non cambia nulla», dichiara la Lanciotti. «Anche un solo cane ucciso per essere mangiato è una crudeltà inaccettabile. Lo sappiamo bene noi che i nostri cani li amiamo e, tutt'al più ... li mangiamo di baci.»
Sul suo sito www.dianalanciotti.it, Diana ospiterà i commenti e le riflessioni di chi vorrà dire la sua, e poi li farà pervenire all'ambasciatore cinese in Italia e al ministro degli Esteri Moavero.
La campagna “Anch'io me lo mangio... di baci!” è ideata dalla stessa Diana Lanciotti e realizzata gratuitamente dalla Errico & Lanciotti, l’agenzia di marketing, comunicazione, editoria di cui Diana è direttore creativo e contitolare, insieme al marito Gianni Errico.
Da oltre 20 anni la Errico & Lanciotti cura gratuitamente tutta la comunicazione del Fondo Amici di Paco e di Paco Editore, la casa editrice nata per sostenere l’associazione no-profit. Basta ricordare le campagne "Non siamo giocattoli", "Buona Pasqua anche a loro", "Lasciamoli vivere", "Non abbandonare il tuo cane", "È tempo di vacanze", "Cane educato, cane rispettato", "TU CREDI... TI SBAGLI", "Sbarriamogli la strada", con le quali l’associazione ha portato alla ribalta problematiche fino a prima taciute o ignorate.
Il messaggio della nuova campagna ricalca l’approccio caro a Diana Lanciotti e trasmesso a tutta la comunicazione del Fondo Amici di Paco: “persuadere con dolcezza”, attraverso la riflessione e magari il sorriso, anziché con i pugni nello stomaco e immagini shock.
Indiscussa figura di riferimento nel mondo dell'associazionismo e del no-profit, oltre che pubblicitaria la Lanciotti è giornalista (direttore editoriale della rivista “Amici di Paco”) e scrittrice, con all’attivo diciotto libri, alcuni dei quali diventati veri e propri cult, come Paco, il Re della strada, Boris, professione angelo custode, Black Swan-Cuori nella tempesta, La gatta che venne dal bosco, La vendetta dei broccoli, I cani non hanno colpe, Ogni gatto è un’isola.
Già nel 2016 Diana si era fatta promotrice di un'iniziativa contro il massacro di Yulin e aveva scritto una lettera all'ambasciatore cinese, che riportiamo qui sotto. Ora Diana chiama a raccolta i suoi sostenitori, per inoltrare all'ambasciatore e al nuovo Governo la loro riprovazione per questa barbarie fuori dal tempo, dalla logica, dalla compassione.
Egregio Ambasciatore,
ho appena appreso la notizia del Festival della carne di cane che si svolgerà a Yulin il 21 giugno.
Il raccapriccio e il senso di sgomento che si provano all’idea che migliaia di cani verranno anche quest’anno trucidate per diventare cibo sono indescrivibili.
Qualcuno si scandalizza soprattutto per il modo in cui i cani vengono detenuti (spesso rubati, poi ammassati in gabbie anguste) e uccisi (in modo crudele e spesso scuoiati vivi). Ma arrivo al paradosso di dire che non è questo il punto. Il punto è che nessun cane deve essere ucciso, nessun cane deve diventare cibo.
È un principio su cui la nostra associazione si impegna da 20 anni e che è diventato un valore diffuso e condiviso: nessuno ha diritto di uccidere gli animali, e non solo quelli cosiddetti d’affezione.
Non c’è tradizione che giustifichi i delitti verso gli altri esseri viventi.
Scusare una strage facendola passare come tradizione non è più giustificabile, non è più accettabile. Non più, se vogliamo far parte di una società, di un mondo civile.
Quando 15 anni fa fummo i primi a promuovere una campagna di sensibilizzazione contro l’uccisione di agnelli e capretti a Pasqua, molti si appellarono alla tradizione cristiana. In realtà nessuna confessione, oggigiorno, può volere e accettare che si uccidano esseri viventi per festeggiare un evento religioso.
Le assicuro che, nonostante molte resistenze e molto scetticismo, siamo riusciti a far desistere dal consumo di carne di agnello e capretto tante persone. E personalmente, non cibandomi di carne e pesce da anni, col mio esempio e un mio libro sono riuscita a far riflettere tante persone sulle scelte alimentari e ad attirare l’attenzione dei media sugli allevamenti intensivi, messi finalmente sotto accusa dal punto di vista etico e sanitario.
La stessa Spagna sta rinunciando a quella che fino a poco tempo fa sembrava una tradizione irrinunciabile: la corrida. Guadagnandone in immagine e afflusso di turisti, che hanno apprezzato la svolta animalista ma anche umanitaria (viste le numerose vittime umane di questo macabro spettacolo) del Paese.
Eppure erano cambiamenti impensabili, un tempo. Ma i tempi sono ormai maturi per una vera e propria rivoluzione, anche nel campo alimentare, che ponga fine allo sfruttamento degli esseri viventi.
Mi rivolgo perciò a lei, che vive in Italia e può conoscere lo spazio che gli italiani dedicano agli animali nel proprio cuore e nelle proprie case (sono oltre 7 milioni i cani e altrettanti i gatti che vivono nelle famiglie italiane, essendone essi stessi membri a tutti gli effetti): si faccia promotore verso il suo governo e verso i suoi connazionali, nei modi che troverà più idonei, di qualunque iniziativa che possa cancellare una manifestazione che getta disonore sull’immagine di un intero popolo e riesca a sensibilizzarlo, in modo più ampio, verso il rispetto e la tutela di tutti gli esseri viventi.
Milioni di persone apprezzeranno il suo operato.
Confidando in un suo impegno in questa direzione, la ringrazio e le formulo i più cordiali saluti.
Diana Lanciotti
Presidente onorario Fondo Amici di Paco
Per info:
Simona Rocchi
ufficio stampa Fondo Amici di Paco
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