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“La crescita è un processo naturale: non possiamo costringerla a verificarsi. La sua legge è comune a tutti gli esseri viventi. Un albero, per esempio, cresce verso l’alto solo se le sue radici sono ben radicate nelle profondità della terra. Allo stesso modo, una persona può crescere solo rafforzando le proprie radici nel suo stesso passato, anche e soprattutto spirituale. E il passato di una persona è sintetizzato dal suo corpo, con le sue spasticità muscolari croniche, che le inibiscono la sua connaturale libertà e che le creano costrizioni a tutta la sua vita.

La vita stessa è dunque un processo di crescita che comincia con la crescita del corpo e dei suoi organi, passa per lo sviluppo delle abilità motorie, l’acquisizione delle conoscenze, l’estensione dei rapporti e finisce nella somma di esperienze che chiamiamo saggezza. Questi aspetti della crescita si sovrappongono, e ciò perché la vita e la crescita avvengono in un ambiente naturale, culturale e sociale.

E questo processo, pur essendo continuo, non è mai uniforme.

Ci sono periodi di livellamento in cui si assimilano le esperienze e l’organismo si prepara per una nuova ascesa.

Ogni ascesa porta a un nuovo culmine e crea quella che chiamiamo esperienza estrema.

Ogni esperienza estrema, a sua volta, deve essere integrata nella personalità:

solo così potrà esserci una nuova crescita e l’individuo giungerà alla fine a una condizione di saggezza.

Una volta dissi a Reich che avevo una definizione di felicità.

Egli sollevò le sopracciglia e, guardandomi con aria interrogativa, mi domandò quale fosse.

Gli dissi: “La felicità è la consapevolezza della crescita”. Il suo viso si spianò: “Non male”, fu il commento”.

Tratto ed elaborato da:

“Bioenergetica” di Alexander Lowen, 1975.