ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni
La Torre, una commedia tarologica
a cura di Granitz Marco
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Dopo il tutto esaurito del luglio scorso, verrà replicata alle 21.30 di sabato 30 agosto l’opera di Giovanni Pelosini, “La Torre, una commedia tarologica” al Teatro Marchionneschi di Guardistallo, sempre con la compagnia del Teatro Stabile diretta da Patrizia D’Amato.
Una commedia solo apparentemente leggera, piena di metafore e di sottili giochi fra stereotipi e archetipi a cui il pubblico ha già partecipato con interesse e divertimento.

Per la prima volta nella storia dei Tarocchi, alcuni Arcani Maggiori si incarnano in personaggi di un’opera teatrale dichiaratamente “tarologica”: un testo divertente nella struttura comica della classica commedia brillante, ma anche ricco di spunti di riflessione sugli archetipi, eternamente presenti nelle vicende umane.
L’autore della commedia, Giovanni Pelosini, ha utilizzato i Tarocchi come protagonisti di una storia ‹‹che è vera e falsa al contempo, che è reale eppure irreale, che è tragica ed anche comica, come tutte le storie umane››, una vicenda su ciò che è impropriamente chiamato “destino” da chi non riesce a vedere la continuità oltre lo spazio-tempo della propria limitata esistenza e non può quindi comprendere il vero senso della vita, in cui niente avviene “per caso”.
Undici Tarocchi-personaggi si muovono sul palcoscenico, ignari della loro sorte, nella Torre del World Trade Center di New York, sullo sfondo della tragedia incombente dell’11 settembre del 2001. Solo uno di loro, il Matto, sembra consapevole di ciò che sta per accadere.

I Tarocchi non sono soltanto un popolare gioco divinatorio, questo è il loro aspetto meno nobile: nella loro lunga storia queste simboliche carte si sono dimostrate un flessibile e straordinario strumento narrativo, adatto a qualsiasi forma artistica ed espressiva, oltre alla loro originale raffigurazione pittorica e figurativa.
Così, mentre la letteratura ha attinto a questa inesauribile fonte di ispirazione, da Eliot a Yeats, da Meyrink a Calvino, da Zimmer a Jodorowsky, per non citare che i più recenti; il cinema, la musica, i fumetti hanno continuato ad arricchire il patrimonio narrativo tarologico che vide in Pietro Aretino uno dei primi cultori nel XVI secolo, e che vede oggi un’altra significativa tappa con il teatro.
Come afferma lo storico Giordano Berti (Storia dei Tarocchi, Mondadori, 2007): ‹‹In sostanza, pare che le carte dei Tarocchi, in particolare i ventidue Trionfi, siano in grado di adattarsi alle diverse culture e agli interessi personali di ogni artista. Forse il loro vero potere è proprio questo››.
 
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