Ciao a tutti,
ho letto le vostre risposte ed opinioni, così come i vostri consigli e suggerimenti. Vorrei ancora una volta ringraziarvi, con un grazie in particolare a chi ha voluto raccontare un pezzetto della propria storia personale e dolorosa.
Posso rispondervi che sto cercando di non pensare più sempre in termini pessimistici o negativi, ma che ovviamente non è facile perché le ricadute sono dietro l'angolo. E' pur vero che domenica è stato il mio compleanno, ma anziché starci male sono riuscita a trascorrerlo tranquillamente. Non dico serenamente nel vero senso della parola, ma non ci sono stata male come negli anni scorsi. Dico questo perché è uno di quei giorni in cui il coltello viene girato parecchio nella piaga... Devo altrettanto ammettere che, forse, non potendo vivere gran che se non niente del tutto, le cose hanno perso il loro sapore, e così anche il giorno del compleanno (per fare un esempio recente), una giornata in teoria di festa, che però per me ha perso il suo sapore tanto da essere un pensiero sfuggente. Tuttavia, questa volta mi piacerebbe pensare che potrebbe essere invece un nuovo inizio. Certo che la mia vita dovrebbe collaborare con me, dandomi qualcosa, qualche segnale concreto per crederci anche solo un po'.
E' vero, devo volermi più bene, soprattutto nel senso che dovrei smettere di recriminare e rimuginare su certi fatti, ma non lo faccio apposta, perché per anni avrei evitato volentieri di farlo, l'ho desiderato veramente, se non fosse che certe situazioni mi ci hanno riportato e mi ci riportano. Basta così poco, basta anche solo camminare per la strada...
Il mio pessimismo di cui vi parlavo all'inizio è legato al fatto di sentirmi diversa dagli altri (una sorta di perenne senso di inferiorità) perché la mia vita è stata diversa (in senso negativo) da quella degli altri. Da qui la convinzione che, se fin'ora è stato così, sarà sempre così. Per me è un'equazione logicissima.
Parlando dell'esempio fatto circa le vacanze, io sono andata in vacanza da sola più di una volta, fino a quando ho potuto e mi sono sentita di farlo. Ho vissuto anni se non proprio di depressione, sicuramente di stati depressivi. Ho lottato quotidianamente per aver un equilibrio e ne sono uscita da sola, periodo dopo periodo. Ma in quei periodi non avevo poi tanta forza per affrontare le situazioni e così, alcune, ho preferito evitarle anziché ripeterle.
L'università, sì, l'ho fatta e mi sono pagata fino all'ultima tassa e fino all'ultimo foglio, ma credetemi, non è bello ritrovarsi soli e senza festeggiamenti anche quella sera, specie considerando tutti i sacrifici fatti. E non ho ancora raccolto i frutti perché il mio è uno sbocco difficile. Così come lo è per tanti altri nella mia stessa situazione lavorativa; questo è oggettivo, non è questione di difficoltà personali.
Io ho tanto bisogno di credere che c'è un futuro anche per me ma, per quanto stia lavorando dentro di me per cambiare direzione, la cosa è molto ardua. Credere che per me c'è un futuro è come raccontarmi una bella favola, capite?
Sono contenta di aver trovato delle persone che sono state disponibili ad ascoltarmi e a scambiare delle opinioni con me, grazie di nuovo.
Margherita