Ciao a tutte voi,
prima di tutto, grazie per le vostre risposte e per l'interesse che avete mostrato.
Lidia, è esattamente quanto mi è stato spiegato, facendone il riassunto. Quello che io non riesco a credere è come il pensiero abbia un'energia così forte. E poi ci sono tanti lati "oscuri" che non mi quadrano. Ci sono persone solari che sono sfortunate comunque e ci sono persone semplicemente fortunate e basta. Dicevo che la persona che mi ha spiegato questa teoria rifiuta il concetto di fortuna/sfortuna. Ma come si fa di fronte a persone sfacciatamente fortunate (mi riferisco a casi concreti), che hanno tutto facile, tutto subito, tutto in tutti i campi di vita? Io purtroppo non appartengo a questa categori. Tantomeno, sono d'accordo con questa persona che dice che ognuno ha quel che si merita. Anzi, sono piuttosto arrabbiata per questa affermazione.
Altro punto dolente, come potrei io non essere pessimista e diventare fiduciosa verso il futuro? Voi riuscireste a pensare di avere un futuro al mio posto? Ora vi racconto.
Se sono pessimista è perché la mia vita mi ha indotto a esserlo. Non ho mai avuto quello che normalmente hanno gli altri, a partire dall'infazia e in modo direttamente proporzionale all'età. Per fare un esempio, non so che cosa sia una vacanza, i miei non mi ci hanno portata mai e, crescendo, le cose non sono andate meglio. Ogni santa volta che ci sono milioni di italiani che partono per le vacanze, io mi sento l'unica perennemente esclusa. Non ho potuto andare subito all'università se non dopo anni di strenua lotta con i miei genitori che me l'avevano proibito per motivi economici ma anche per la loro mentalità sbagliata. Ho lavorato e studiato senza avere mai una soddisfazione e una distrazione, perfino il giorno della laurea non è stato un giorno di festa per me ma di rinnovato dolore. Mai un compleanno da festeggiare, non so che cosa sia il Capodanno o altre ricorrenze del genere. Ovviamente, quando è stato il momento dell'amore me lo sono dovuto scordare subito perché lui aveva di meglio da fare nella vita e ho dovuto rinunciare. Da allora (10 anni) non ho più incontrato nessuno che mi facesse battere il cuore, se non sempre e solo ragazzi che non erano il mio tipo, neanche quando cercavo di farmeli piacere. Tante traversie sul lavoro, non si risolve mai nulla, non ho pace né molta serenità, anche se sto meglio di prima.
Vi assicuro che questa è la pura verità, non ho esagerato nulla, semmai ho omesso tante cose. Come faccio a essere ottimista? Io non ho mai avuto niente, neppure le cose più banali, così mi sono abituata a sentirmi diversa dagli altri e a convincermi che non avrei avuto mai niente. Ma, caspita, non è paranoia la mia: è la pura realtà. Il mio pessimismo nasce fondalmentalmente dalla realtà dei fatti.
Voi come fareste al mio posto a essere ottimisti? Mi sento imprigionata in una vita che non si evolve e non è vero che me lo merito. Non è vero che non esiste la sfortuna.
Come fareste al mio posto a vedere il bicchiere mezzo pieno? Un conto è un periodo sfortuntato, un altro è una vita intera che non va, come fosse un meccanismo difettoso dalla nascita.
Che potete dirmi? Che fareste al mio posto per aprirvi all'ottimismo e alla positività?
Grazie di cuore,
Margherita