Ciao a tutti,
di recente mi sono sottoposta a un esame di riflessologia plantare e la psicologa ha rilevato subito non tanto problemi fisici(qualcosa alla bocca) quanto problemi di tipo emotivo.
In particolare mi ha detto che ho una grande tristezza dentro.
La cosa non mi ha stupito perchè la tristezza la considero ormai come una mia compagna, da anni.
Ma più che di tristezza negativa, per me è una tristezza positiva nel senso che mi spinge a produrre, a creare, e infatti il tono delle musiche che compongo al piano sfiora sempre la malinconia.
Mi è difficile creare in toto musiche allegre.
La dottoressa mi ha consigliato scherzosamente di giocare di più e di lasciarmi andare.
Poi però ho riflettuto sul mio tema e se è vero che il tema è ciò che ci caratterizza e in un certo qual modo non è proprio modificabile completamente(questo è ciò che penso), mi domando se la mia "felicità" stia veramente nel giocare di più.
Se io avessi senito che il mio bene consiste nell'essere più allegra e vivace, d'istinto avrei seguito quella strada, invece io mi sento bene quando quella tristezza produttiva mi attraversa. Non saprei essere diversa.
Forse il punto è che io mi sento bene quando sono me stessa, non quando sono "felice", perchè felici si può essere in molti modi anche quando le cose non vanno nel verso giusto.
Il mio compagno mi dice spesso una cosa che mi ripeto dentro "io ti amo così, anche con la tua tristezza".
Sono parole bellissime che nessuno mi ha mai detto.
Avevo bisogno che anche quella parte di me venisse amata, non respinta o taciuta.
I caratteri allegri e solari piacciono perchè non creano grossi problemi, quelli più introversi o riflessivi vengono sentiti "pesanti" e in realtà sono anche quelli più produttivi secondo me, solo che ci vuole più tempo e dedizione per amarli.
Vorrei sapere Lidia se dal mio tema emerge questa "tristezza", che ripeto, non sento come un problema ma come una ricchezza.
Grazie in anticipo
Dany