Eros un giorno
non vide un'ape
fra le rose, e fù punto
al dito. Strillò,
sbattè le mani,
volò di corsa
dalla bella Citerea
e disse:«Ahi ,mamma!
Io sto per morire !
Un piccolo drago con le ali
mi ha ferito: lo chiamano ape,
i contadini! ».
E lei rispose: «Se il pungiglione
di un'ape ti fa tanto male,
quanto pensi che soffrano,
Eros, quelli che tu ferisci?».
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La felicità
C'è un'ape che si posa
su un bottone di rosa:
lo succhia e se ne va...
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
Trilussa
Bianca ape, ebbra di miele, ronzi nella mia anima
e ti avvolgi in spirali lentissime di fumo.
Io sono il disperato, la parola senz'eco,
quegli che ha perso tutto, dopo aver tutto avuto.
Sei la fune in cui cigola la mia ultima brama.
Nel mio deserto vivi come l'ultima rosa.
Ah silenziosa.
Chiudi gli occhi profondi dove aleggia la notte.
E denuda il tuo corpo di statua timorosa.
Possiedi occhi profondi dove vola la notte,
fresche braccia di fiori ed un grembo di rosa.
I tuoi seni assomigliano alle conchiglie bianche.
E sul tuo ventre dorme una farfalla d'ombra.
Ah silenziosa.
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Garcia Lorca
Api d'oro
cercavano il miele
dove starà
il miele?
E'nell'azzurro
di un fiorellino,
sopra un bocciolo
di rosmarino.
Garcia Lorca
naja e....tutte le apettte