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AFORISMI
   
  ODE DI SATURNO A PLUTONE
discussione inserita da naja
 
Fallimento

Quanto ho ottenuto per vittoria è solo fumo:
Fallimento,il linguaggio di fondo,traccia da un più esigente spazio,è difficile leggere fra le tue righe.
Quando mettevi il marchio alla mia fronte,mai pensavo al messaggio che mi davi,più prezioso di ogni trionfo.
Il tuo volto ardente mi ha inseguito ma non sapevo che era per salvarmi.
Mi hai tenuto per il mio bene ai margini,mi hai negato facili successi,mi hai impedito di riuscire.
Era me che volevi difendere quando non mi lasciavi brillare.
Solo per amor mio hai gestito quel vuoto che in tante notti,tra la febbre,mi hai fatto parlare ad un assente.
Per proteggermi hai ceduto ad altri il passo,hai fatto sì che una donna preferisse un altro più deciso,mi hai impedito compiti suicidi.
sempre,sei venuto in soccorso.
Il tuo corpo piagato,sputacchiato,odiato,mi ha accolto nella mia forma più pura,per consegnarmi al nitore del deserto.
Tu non esiti.
sei stato inventato per delirante superbia.
Quanto ti devo!
mi hai elevato a un rango nuovo,lavandomi con una spugna ruvida,gettandomi nel mio vero campo di battaglia,dandomi le armi che il trionfo abbandona.
Mi hai condotto per mano all'unica acqua che mi riflette.Grazie a te non conosco l'angoscia di recitare una parte,
di conservare una posizione con la forza,
di arrampicarsi con le proprie forze,di lottare per un grado più elevato,di gonfiarsi fino a scoppiare.
Mi hai fatto umile,silenzioso e ribelle.
Non ti canto per quello che sei,ma per quello che mi hai impedito di diventare.Per non avermi dato una diversa vita.Per avermi dato dei limiti.
Mi hai offerto solo nudità.
Certo,mi hai insegnato anche la gioia di non temerti.
Grazie per avermi tolto spessore,in cambio di una scrittura densa.
Grazie di avermi privato delle vanità.
Grazie per la ricchezza cui mi hai costretto.
Grazie per aver costruito la mia casa nel fango.
grazie per avermi tenuto in disparte.
Grazie
"Rafael Cadenas"..poeta

Posto questa poesia è a mio avviso strepitosa..
a me ha dato un'emozione archetipica e così l'ho sentita:

Plutone mio arriva in casa 10à e incontra Saturno che con questa poesia gli parla

Raccolgo le briciole sparse dentro di me di questa emozione e...vi narro di più di quello che ho sentito.

E a Voi...piace..risuona...?

____________________________________________________________________________________________________

 RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 8 - Inserisci una risposta a questa discussione
 
A CURA DI
inserita il 24/02/2008 21:25:04

- Questa poesia di Rafael Cadenas è l'unico scritto che conosco perfettamente rispondente alle intuizioni che per anni ho trattenuto in gestazione dentro di me e che oggi...alla soglia di un transito importante per me (Plutone in 10à-Saturno opposto al mio sole/venere 3à gemelli) e la mia luna rx plutone congiunti in 5à..... sono uscite fuori per INCANTO
non so, ho sentito "i fili d'oro alchemico" di un linguaggio che viene dal profondo e che afferma con chiarezza:
Che la mia coscienza viene dal basso,da una emozione storica-personale e che emergendo appare come "un prezioso gioello"
ma non qualcosa da guardare come un gingillo comprato al "mercato della vita rumorosa e solo esterna",ma come un gioiello molto ben eseguito nell'anima,di tale valore che....quasi lo equiparo alla salvezza.
Una vita inseguita da un dio plutone "che brucia e salva".. ma
la coscienza inconsapevole e paurosa
spesso,poichè gli dei si mascherano,vede in quelle maschere da lei tradotte solo: o titanismo egoico o paura..non accetta..non capisce...

come si può accettare "l'orrore di plutone" se qualcuno non viene in soccorso alla ns coscienza??

GRAZIE SATURNO...sento di volere attraverso Te cercare l'emozione della Gioia abbracciata alla coscienza del "limite




Strani effetti dei transiti

naja in preda ai turbini astrologici
spero di non annoiarvi e ,a mio modo,di regalarvi bricioline di stelle " per la vostra personalissima via lattea"



naja
 
inserita il 25/02/2008 06:52:36

- cara Naja,

io, però, in questa poesia non ci vedo plutone....non ho ben capito dove lo collocheresti

Per me è una grande ode a SATURNO, si potrebbe cambiare tranquillamente il titolo in "saturno".

Comunque è molto bella, dovremmo tenerla a mente per ricordarci che IL GRANDE VECCHIO lavoro per noi.

un bacio

Lara

aral
 
inserita il 25/02/2008 11:06:42

- Molto bella Naja, grazie!
Sembra anche a me più Saturno che Plutone ...percò è proprio bella!!!!
Ciao!

Chiara Inesia

Chiara Inesia
 
inserita il 25/02/2008 14:58:07

- Naja!!! Dolce apetta laboriosa!!
Io questa poesia la trovo molto adatta a SATURNO...
E leggendola mi sembra di avere il Grande Vecchio di fronte, che mi guarda e sorride...
Lo sai che leggendola pensavo che l'avessi scritta tu? Sei così brava e non mi sarei meravigliata se fosse stato così.. dove entri tu c'è sempre poesia.. poesia che fà riflettere!!
Baci

Bea
 
inserita il 25/02/2008 15:33:48

- Care apette
certo, E' SATURNO CHE PARLA E CHE SI RACCONTA
Saturno che racconta a Plutone come lui-saturno si è evoluto intrecciandosi alla vita,ma la cosa per me interessante è che Saturno ringrazia Plutone,perchè Plutone gli ha dato "il senso del percorso"

GRANDE ESEMPIO DI RELAZIONE FRA SIMBOLI-PIANETI

per me,ovviamente

naja
 
inserita il 09/05/2008 16:15:32

- Mi sto interessando molto a Plutone, in questo periodo, sicuramente perché nel mio tema ha un peso molto forte, lo sento "affine", ma anche perché il suo ingresso in Capricorno - sebbene non ancora stabile dato l'attuale moto retrogrado - sembra indicatore gravido di cambiamenti importanti a livello globale. Quindi vado ripescando vecchi post "plutoniani" perché m'interessano le diverse visioni che ognuno ha di questo controverso e spesso travisato simbolo archetipico. In questo bellissimo brano, però, neanch'io ci vedo Plutone, o meglio, ce lo vedo, ma a parti invertite... per me potrebbe benissimo essere "Ode di Plutone a Saturno" e non il contrario. Frasi come: "Mi hai tenuto per il mio bene ai margini, mi hai negato facili successi, mi hai impedito di riuscire" sembrano pronunciate da chi, colmo di ambizione, di forza creativa che freme per potersi esprimere - Plutone - sia stato per il suo bene indotto a contenersi, a non sconfinare nella hybris, nella tracotanza, quindi a "rinunciare", almeno in parte, alla totale soddisfazione delle proprie brame; ed è noto che la rinuncia, il sacrificio, la stoica temperanza, sono "risonanze" di Saturno, non di Plutone. Ma tante altre frasi mi risuonano come "plutoniane":

"Per proteggermi hai ceduto ad altri il passo, hai fatto sì che una donna preferisse un altro più deciso, mi hai impedito compiti suicidi"

Plutone non vorrebbe mai cedere alcunché, a costo della sua stessa sopravvivenza, se non fosse Saturno a imporglielo... per proteggerlo, appunto; e anche:

"Quanto ti devo!
mi hai elevato a un rango nuovo, lavandomi con una spugna ruvida, gettandomi nel mio vero campo di battaglia, dandomi le armi che il trionfo abbandona."

Mi fa pensare all'ambizione smodata che è costretta a ridimensionarsi, per non cadere nell'illusione di credersi invincibile. La frase che più mi sembra carica di valenze plutoniane, che davvero mi risuona come tale nel senso più legato all'archetipo mitologico però è questa:

"Mi hai condotto per mano all'unica acqua che mi riflette".

Mi fa pensare all'acqua del fiume Stige, che bagnava il regno di Ade, il cui significato letterale è proprio "l'Invisibile", da cui discendono tutte le attribuzioni di Ade-Plutone come Colui che sovrintende a tutto ciò che è occulto, nascosto. Tanto più suggestiva se si pensa che poi Plutone, nella sua realtà materiale di pianeta estremo del Sistema Solare, risulta inconoscibile nel suo vero aspetto esteriore poiché l'unica forma di visibilità gli viene "imprestata" dai riflessi che la coltre di ghiaccio che ne ricopre la superficie emette quando viene colpita dai raggi solari, in una sincronicità perfettamente aderente alle valenze simboliche del Mito.

"Grazie a te non conosco l'angoscia di recitare una parte,
di conservare una posizione con la forza,
di arrampicarsi con le proprie forze,
di lottare per un grado più elevato,
di gonfiarsi fino a scoppiare".

Anche qui, quanta plutonica riconoscenza verso il rigore saturnino mi sembra di sentir "vibrare". Rigore che pone un freno alla teatralità - quel recitare - autoreferenziale, così ebbra di sé, alla voracità, all'ingordigia, alla smodatezza che altrimenti perderebbero chi ne è posseduto.

"Mi hai fatto umile,silenzioso e ribelle.
Non ti canto per quello che sei,
ma per quello che mi hai impedito di diventare.
Per non avermi dato una diversa vita. Per avermi dato dei limiti".

Plutone ha bisogno di limiti, per non diventare un mostro; per poter farsi ribelle a ciò che sente di poter cambiare, trasformare, trascendere solo dopo essersi calato nei propri Inferi.

"Grazie di avermi privato delle vanità".

Mi fa pensare alla vanità figlia della sovrastima di sé, di un delirante senso di onnipotenza cui chi è toccato da Plutone può talvolta abbandonarsi con esiti tragici per sé e per il Prossimo.

"Grazie per la ricchezza cui mi hai costretto".

Quella ricchezza interiore che ognuno ha dentro di sé e che dev'essere coltivata, in silenzio, con umiltà, e portata alla luce perché illumini noi e chi ci sta accanto. Plutone come possessore di enormi ricchezze di cui non dev'essere schiavo ma che deve imparare ad utilizzare in maniera responsabile e altruistica.

"Grazie per avermi tenuto in disparte"

Controllare la propria smania di protagonismo, imparare a condividere i meriti oltre che gli oneri.

"Grazie".

Sì, penso che Plutone ringrazierebbe così il Saturno che sapesse donargli, oltre al senso del limite, quello del rispetto altrui e di sé stesso.

Saturno e Plutone, una coppia potente, se trovano il modo di collaborare; sono anche i due archetipi astrologici più "sinistri", spesso caricati delle loro sole valenze negative. Ma penso che questo modo di vederli sia sbagliato e dannoso. Qualunque simbolo preso da solo, senza il contrappeso di tutti gli altri, rischia di degenerare mostrando il peggio di sé: Plutone senza freni è un mostro; ma lo stesso Saturno diventa un tiranno. Urano, è follia senza controllo; Nettuno è puro delirio; la Luna diventa vacuità, il Sole, egotismo; Marte è violenza sopraffattrice, Mercurio razionalità distaccata e anaffettiva; Venere, edonismo egoistico, Giove ingenua espansione senza direzione... credo che tutti questi simboli debbano aiutare ciascuno di noi a trovare un equilibrio tra tutte queste diverse parti di noi stessi che essi rappresentano. Ritorna la calzante metafora dell'orchestra in cui tutti sono indispensabili ma nessuno è autosufficiente.

Riflessioni sparse...

Saluto il "viandante" che dovesse imbattervisi per caso e riuscire ad arrivare fino alla fine...

Astro
 
inserita il 09/05/2008 20:04:58

- caro astro
mi fa moltissimo piacere...questo tuo intervento...
felice di essere "un viandante insieme a te" a cercare parole e senso a questa coppia "davvero speciale"
Purtroppo in questi giorni non ho molto tempo....

ma i viandanti aiutati dai "sassi che Hermes mette ai crocevia delle strade" sanno onorare chi è passato e attendere il loro arrivo.....

aspettami...anch'io molto interessata a fare la "mia personale mitopoiesi "di Plutone

naja
 
inserita il 10/05/2008 16:52:40

- Felice che ti abbia fatto piacere, aspetterò volentieri. Intanto, quando puoi e se vuoi, ti ho risposto anche nel post di Aral sui simboli.

Ciao

Astro
 
 
 
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