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Opinioni a confronto
   
  ESSERE SE STESSI
discussione inserita da Ste
 
Da qualche settimana ho ripreso a frequentare questo bellissimo luogo di "scambio" e ho letto qua e là nel forum varie discussioni, interessanti, meno, intriganti, focose, arrabbiate, scherzose, ma spesso mi imbatto in discorsi che si incagliano sul dover o poter essere "se stessi", affermare "se stessi", dire "quello che si pensa".
Così mi piacerebbe fare una domanda a chi vorrà riflettere profondamente su questa componente dell'animo umano: ma cosa significa per voi "essere se stessi"?
Come ci arrivate?
Che percorso state facendo o avete fatto?

Poiché credo che molto spesso in questa affermazione di sè Marte abbia un ruolo centrale, rimando anche alla bella discussione su Marte che ha proposto Naja in un'altra sezione del forum.

Un abbraccio a tutti
Stefania

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 RISPOSTE A QUESTA DISCUSSIONE 6 - Inserisci una risposta a questa discussione
 
A CURA DI
inserita il 08/02/2008 16:51:28

- ti do una risposta,veloce e schietta,istintiva e non meditata.
Per me "essere se stessi" significa semplicemente fare di tutto per realizzare un proprio Sogno.Non importa quale sia il sogno,se piccolo o grande,se fattibile o impossibile,se infantile o impegnativo.L'importante è mettercela tutta,senza stancarsi mai di crederci.

anna
 
inserita il 08/02/2008 18:17:21

- Credo che essere se stessi significhi dare spazio al vero se, non all'immagine che hanno di noi gli altri, condizionata da mille cose, ne a quella che noi stessi ci costruiamo e che spesso è assolutamente non calzante alla nostra vera natura. I percorsi per cui si arriva a "essere se stessi" credo siano diversi per ognuno di noi. Di una cosa sono convinta che il tempo e la maturità siano fondamentali.
Se posso parlare della mia esperienza personale posso dire che ho cominciato veramente a vedermi per come sono a 40 anni. Prima ritengo di aver coltivato molto un'immagine che avevo di me. Questo non significa che uno sia falso, o non autentico, ma semplicemente che coltiva un'immagine di se che ritiene calzante, ma poi spesso la vita gli fa capire che così non è.
Ci sono dei transiti credo intorno ai 40 anni che determinano questo processo, sicuramente Lidia ne può parlare con la competenza che io non ho.
Credo che la ricerca di se stessi duri una vita intera, ma man mano che uno si trova sta sempre meglio.
Credo anche che "essere se stessi" o dire ciò che si pensa siano cose diverse che non vanno di pari passo.

ciao :-)

Viola
 
inserita il 08/02/2008 20:30:48

- Cara Stefania,
hai esposto un tema a me molto caro, che ritengo essere la ricerca di una vita, per la maggior parte di noi.

Dal mio punto di vista essere se stessi significa in primis conoscersi, non si può essere se stessi infatti se non ci si conosce.

Penso che il modo migliore per conoscerci siano le relazioni, poichè l'altro rispecchia tante parti di noi che ancora non conosciamo, sia quelle che ci piacciono e queste sono le persone che amiamo o da cui siamo attirati, sia ciò che non ci piace e queste sono le persone che critichiamo o con cui ci scontriamo.

Nel libro "Il vento è mia madre", Bear Heart, sciamano pellerossa, scrive così riguardo agli insegnamenti che aveva ricevuto:

- Orso Jonas una volta mi portò vicino ad uno stagno e mi disse di guardarci dentro chiedendomi: “Che cosa Vedi?”
“Vedo il mio riflesso”.
“Metti questo bastone nell’acqua e muovi il tuo riflesso”.
Agitai il bastone nell’acqua ed egli mi chiese: “Adesso che cosa vedi?”
“La mia faccia tutta distorta”.
“Ti piace quello che stai vedendo?”
“So che non dovrebbe essere così”.
“Quando incontri qualcuno e provi immediatamente antipatia per lui, ricordati sempre che stai osservando un tuo riflesso; c’è qualcosa che non ti piace di te stesso che non riesci ad accettare. Quando vedi questa cosa in qualcuno che ti sta davanti, in realtà non è che non ti piace quella persona, ma sei tu a non piacerti. Cerca di ricordartelo sempre. -

Gli altri ci offrono costantemente delle opportunità meravigliose di conoscerci, ma per sfruttare queste opportunità dobbiamo avere l'umiltà di riconoscere che anche in noi c'è il bello e c'è il brutto, il coraggio di guardare al nostro brutto per poterlo valorizzare e usare in maniera costruttiva, soprattutto cercando di snidare i circoli viziosi, quei meccanismi non sani che ci portano a sviluppare delle caratteristiche che magari non ci piacciono di noi.

Inoltre credo che un altro passo molto importante sia rendersi conto che senza le emozioni non potremmo vivere e che dovremmo essere grati a Dio anche tutte le volte che proviamo dolore, innanzitutto perchè ciò ci dice che siamo vivi e poi perchè ciò ci servirà per imparare qualcosa di molto importante, ci servirà per non commettere più gli stessi errori che ci portavano alla sofferenza.

Dunque la quotidianità ci offre tutto per la conoscenza di noi stessi, in più abbiamo il meraviglioso mondo dei sogni.
Se impariamo a riconoscere in tutti i sogni che facciamo le varie parti di noi, anche questo è un bellissimo modo di conoscerci.

Ma alla base di tutto, dal mio punto di vista, per conoscerci ci vogliono come ho scritto prima due caratteristiche fondamentali: l'umiltà di voler vedere anche le parti meno belle di noi e il coraggio di affrontarle, di riconoscerle privi di giudizio, perchè il giudizio serve solo a bloccare delle energie che se invece riconosciute, anche se non piacevoli, possono essere trasformate in punti di forza.

Non bisogna avere paura delle proprie debolezze, e soprattutto imparare ad accettarsi per come ci si scopre di essere senza pretendere di voler essere qualcos'altro, che magari sembrerebbe più comodo o che ci permetterebbe di guadagnarci meglio l'amore di chi riteniamo importante per noi.

Tutto questo per me significa conoscerci ....non ci sono percorsi specifici, non ci sono guru da seguire ....la vita è grande maestra, ogni istante, basta voler vedere i suoi messaggi, basta voler essere aperti alla meraviglia che ci può portare tramite tutti i suoi messaggeri, che sono davvero tanti e curiorissimi.
Mai nulla accade per caso, tutto viene a noi perchè noi, inconsciamente, lo abbiamo chiamato, lo attiriamo. Se riusciamo ad essere consapevoli di questo, credo sia un passo enorme per la conoscenza di noi, e quindi per potere essere chi veramente siamo e, dunque, per poterci realizzare e darci nella nostra unicità al mondo.

Grazie dell'interessantissimo spunto, buona serata!

Chiara Inesia

Chiara Inesia
 
inserita il 08/02/2008 21:04:09

- Cara Stefania,
Anna, Viola e Chiara Inesia ti hanno dato risposte che, fortissime nella loro componente dalle poche, medie, grandi "parole", sono molto chiarificatrici sul significato di essere sè stessi.
Verso i 38 anni ho avuto un periodo molto critico che mi portava alla depressione, una psicologa interrogata " per caso" mi disse che forse "cominciava a pesarmi quella maschera che mi ero messa sul viso e che facevo fatica a mettere a nudo il viso che non volevo mostrare agli altri".

Ci restai molto male, pensavo che volesse dirmi qualcosa che aveva a che fare con comportamenti falsi che io potevo avere nei confronti degli altri, che non ero sincera, che i miei atteggiamenti potessero essere ambigui...,

dopo poco ho dovuto intraprendere una psico-terapia ed ho capito cosa volessero dirmi quelle parole:

per farci accettare dagli altri, dalle persone che ci vogliono bene, da chi ci è vicino, con chi si rapporta con noi...spesso noi assumiamo una maschera che ci permetta di essere come "pensiamo noi" che gli altri vorrebbero che fossimo ( scusa il giro di parole),
ci comportiamo in una maniera accettabile, ma non consona al nostro modo di essere, facciamo in modo di mostrare la parte migliore di noi e nascondiamo accuratamente quelle parti in ombra che fanno paura a noi stessi, figurarsi se gli altri le vedessero!!!!!!!

In realtà poi scopriremmo che non fanno paura a nessuno, ma questo lo possiamo sapere quando abbiamo imparato veramente a conoscerci, ad accettarci per quello che siamo con tutti i pregi, i difetti e i limiti, e, sopratutto imparando ad amarci e stimarci da soli per scoprire che anche gli altri ci amano e ci stimano più di quanto crediamo.

un caro saluto lilli

lilli
 
inserita il 08/02/2008 23:20:34

- Ciao Ste, che bel temino...per me essere se stessi viene dopo aver capito come si è, perchè si è in un certo modo, e, almeno per grandi linee, qual è la nostra strada: tutte indagini che consentono di fare a meno dal riconoscimento degli altri e quindi di essere - davvero - se stessi. Quindi la vedrei più come una questione di Saturno che non di Marte: credo anche che affermare se stessi sia altro dall'essere se stessi.

Poi per me è stato determinante l'incontro con l'astrologia, che mi ha aperto la mente sul perchè mettessi in atto comportamenti che comunque - inconsciamente - sentivo non appartenermi. Ad esempio, è stato fondamentale comprendere il significato della mia luna bilancia congiunta a giove e a urano, le origini di questa combinazione, il bisogno di libertà, ma anche e soprattutto di sicurezze e di protezione, che vi era sotteso: ed ecco qui il perchè di certi malsani invischiamenti...ma non ero io, non era il mio viaggio. E così, tra il passaggio di Saturno sulla mia Venere e quello sul mio Sole certe dipendenze sono state eliminate...e ogni tanto mi succede qualcosa, piccole cose, rispetto al passato, che mi ricorda che la strada è quella dell'autonomia.
Saluti sempre cari
::LEO:: Lara

Lara
 
inserita il 11/02/2008 14:03:43

- Che bello rientrare qui e leggere le vostre riflessioni!!!
Vedo che siamo tutte abbastanza in sintonia...
Vi racconto anche la mia esperienza (non ancora conclusa!)
Compirò 40 anni il prossimo 30 giugno, quindi sono proprio "transitata" dall'opposizione di Urano all'Urano di nascita e da qualche altra quadratura o congiunzione "epocale" che non ricordo!
Nel 2001 ho seguito una breve psicoterapia che mi ha permesso di orientarmi meglio nel mondo circostante smettendo di presumere quali sarebbero state le reazioni altrui alle mie azioni, e cercando di "sentire" fortemente cosa mi stava chiedendo Stefania, cosa desideravo davvero...
Bel percorso!
Ora, con un bagaglio pazzesco di nuovi spunti che mi arrivano da un lavoro personale e dal rapporto con il mio compagno (astruso Sagittario anarchico!), mi sto muovendo verso nuovi territori inesplorati ...
Ma devo ammettere una cosa: quando non sapevo cosa significasse "essere se stessi", mi arrabbiavo ferocemente se un adulto mi invitava ad "essere me stessa" perché non avevo nessuna idea di chi ero! Adesso che sono adulta, chi rivendica con troppa veemenza il diritto ad essere se stesso, mi irrita ancora di più perché sento che questa legittima aspirazione viene utilizzata come alibi per non considerare l'altro, per non ascoltare e per imporsi, facendo leva sul senso di colpa che scatta automaticamente in chi è abituato a fare un passo indietro per rispetto dell'altro...

Così, come dice Lara, è vero che nell'essere se stessi dovrebbe essere coinvolto Saturno, ma purtroppo temo che, nella realtà, Marte lo batta sul tempo il più delle volte!!!

Un abbraccio a tutte e grazie
Stefania

Ste x tutti
 
 
 
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