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DISCUSSIONE: la bussola è nei sentimenti

Ho Nettuno in 11à congiunto al mio nodo.lunare..e non so...CERCO...
non riesco a dirvi con parole mie..ma " con il coraggio del navigante"vi regalo parole che...spero INCORAGGINO IL MIO E IL VOSTRO CUORE



SEGUITE IL VOSTRO CUORE – LA BUSSOLA E’ NEI SENTIMENTI

Di Umberto Galimberti

"Oggi la si chiama “resilienza”, una volta la si chiamava “forza d’animo”, Platone la nominava “tymoidès” ed indicava la sua sede nel cuore.

Il cuore e’ l’espressione metaforica del “sentimento”, una parola dove ancora risuona la platonica “tymoidès”. Il sentimento non è languore, non è malcelata malinconia, non è struggimento dell’anima, non è sconsolato abbandono.

IL SENTIMENTO E’ FORZA.

Quella forza che riconosciamo al fondo di ogni decisione quando, dopo aver analizzato tutti i pro e i contro che le argomentazioni razionali dispiegano, si decide, perche’ in una scelta piuttosto che in un’altra ci si sente a casa.
E guai ad imboccare, per convenienza o per debolezza, una scelta che non è la nostra, guai ad essere stranieri nella propria vita.

La forza d’animo, che è poi la forza del sentimento, ci difende da questa estraneita’, ci fa sentire a casa, presso di noi

. Qui e’ la salute. Una sorta di coincidenza di noi con noi stessi, che ci evita tutti quegli “altrove” della vita che non ci appartengono e che spesso imbocchiamo perche’ altri, da cui pensiamo dipenda la nostra vita, semplicemente ce lo chiedono, e noi non sappiamo dire di no.

Il bisogno di essere accettati e il desiderio di essere amati ci fanno percorrere strade che il nostro sentimento ci fa avvertire come non nostre, e cosi’ l’animo si indebolisce, si ripiega su se stesso nell’inutile fatica di compiacere gli altri.

Alla fine l’anima si ammala, perche’ la malattia, lo sappiamo tutti, e’ una metafora, la metafora della devianza dal sentiero della nostra vita.

BISOGNA ESSERE SE STESSI, ASSOLUTAMENTE SE STESSI.

QUESTA E’ LA FORZA D’ANIMO.

Ma per essere se stessi occorre accogliere a braccia aperte la nostra ombra.
Che e’ poi cio’ che di noi stessi rifiutiamo. Quella parte oscura che, quando qualcuno ce la sfiora, ci sentiamo “punti nel vivo” . Perche’ l’ombra è viva e vuole essere accolta.
Anche un quadro senza ombra non ci da’ le sue figure.
Accolta, l’ombra cede la sua forza.
Cessa la guerra tra noi e noi stessi: “ ebbene si’, sono anche questo”.

Ed è la pace cosi’ raggiunta a darci la forza d’animo e la capacita’ di guardare in faccia il dolore senza illusorie vie di fuga.

“Tutto quello che non mi fa morire, mi rende più forte”, scrive Nietzsche.

Ma allora bisogna attraversare le terre seminate di dolore. Quello proprio, quello altrui. Perche’ il dolore appartiene alla vita allo stesso titolo della felicita’.
Non il dolore come caparra della vita eterna, ma il dolore come inevitabile contrappunto della vita, come fatica del quotidiano, come oscurita’ dello sguardo che non vede vie d’uscita. Eppure la cerca, perche’ sa che il buio della notte non è l’unico colore del cielo.

Di forza d’animo abbiamo bisogno soprattutto oggi perche’ non siamo più sostenuti da una tradizione, perche’ si sono rotte le tavole dove erano incise le leggi della morale, perche’ si è smarrito il senso dell’esistenza e incerta s’è fatta la sua direzione.

La storia non racconta più la vita dei nostri padri, e la parola che rivolgiamo ai figli è insicura ed incerta.
Gli sguardi si incontrano solo per evitarsi. Siamo persino riconoscenti al ritmo del lavoro settimanale che giustifica l’abituale lontananza dalla nostra vita. E a quel lavoro ci attacchiamo come naufraghi che attendono qualcosa o qualcuno che li traghetti, perche’ il mare è minaccioso, anche quando il suo aspetto e’ trasognato.

Passiamo cosi’ il tempo della nostra vita, senza sentimento, senza nobilta’, confusi tra i piccoli uomini a cui basta, secondo Nietzsche: “una vogliuzza per il giorno, una vogliuzza per la notte, fermo restando la salute”. Perche’ ormai della vita abbiamo solo una concezione quantitativa.
Vivere a lungo è diventato il nostro ideale. Il “come” non ci riguarda più, perche’ il contatto con noi stessi si e’ perso nel rumore del mondo.

Passioncelle generiche sfiorano le nostre anime assopite. Ma non le risvegliano. Non hanno forza. Sono state acquietate da quell'ideale di vita che viene spacciato per equilibrio, buona educazione.
E invece e’ sonno, dimenticanza di se’. Nulla del coraggio del navigante che, lasciata la terra che era solo terra di protezione, non si lascia prendere dalla nostalgia, ma incoraggia il suo cuore.

Il cuore non come languido contraltare della ragione, ma come sua forza, sua animazione, affinche’ le idee divengano attive e facciano storia. "



URANIETTO mio è contento...un regalo di "suoni "che spera VOI apprezziate...e mica sarebbe male tradurre queste parole INSIEME dentro alla RAGNATELA DI SEGNI E ASPETTI del ns tema natale....io mentre leggo lo tengo sempre lì...e a volte un aspetto..rosso o bliu...SALTA SU IMPERIOSO....dio che spavento...
per me è in gioco INTERIORE molto intenso e,devo dire,spesso doloroso...ma poi...quei segnacci rossi e blu...almeno SO CHE PROVARE A FAR LORO DIRE

bacietti
e sopportatemi...Nettuno docet

naja

a cura di naja
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RISPOSTE
 
del 03/10/2008 12:31:55
cara Naja,
portatrice come me del transito di Nettuno in 11a casa.. nel mio caso, opposto al centesimo alla mia Luna in Leone. Gli ultimi tempi devo dire che non sono facili: Nettuno mi renderà sicuramente più forte.. e più consapevole, ma per ora mi sta rendendo incredibilmente vulnerabile a tutto.. come se avesse spazzato via quelle piccole difese che erano rimaste dopo i tanti anni di lavoro. Sono pur sempre un Capricorno ma il mio Sole Saturno non mi è mai servito molto come corazza.. perchè, al di là delle apparenze non sono mai stata "chiusa e bloccata" in quanto il mio sentire è fortemente amplificato dalla Luna Nettuno e dalla congiunzione con Plutone.
So che adesso è un momento particolare e che il cuore languido poi magari lascerà il posto ad un maggior distacco.. di cui, per ora non vi è traccia.
Hai ragione sottoscrivo ogni parola.. e mi piace anche questo GIOCO INTERIORE come tu lo chiami.. solo che, per vivere al meglio Nettuno bisognerebbe concedersi di non FARE e di stare a SENTIRE.. o meglio, mettersi in ascolto di quello che il nostro Se' intende dirci. Sarebbe fantastico potersi prendere un anno sabbatico...e non peregrinare costantemente..
In ogni caso trovo tutto molto difficile: considerando che ho anche Plutone quadrato al mio Saturno mi sembra che tutta una serie di cose si stiano sgretolando ed io le guardo.. mentre se ne vanno..
Non entro nel dettaglio, altrimenti divento oltremodo triste.
Ti abbraccio amica cara.. condividendo Nettuno..
Lidia
a cura di LIDIA
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del 03/10/2008 16:57:21
Naja, grazie per questi brani che riporti nel forum!
Sono utilissimi e "balsamici" per l'anima ...

Un abbraccio
Stefania
a cura di STE
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