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DISCUSSIONE: Le emozioni
E' già da qualche tempo che volevo inserire una discussione e se possibile parlarne con voi di un tema secondo me molto importante: Le emozioni. Presenti in ognuno di noi, a volte represse, a volte non calcolate, a volte lasciate andare come insegnano i bimbi. L'essere adulti spesso comporta una serie di inibizioni e metodi di controllo delle emozioni che spesso possono essere coercitivi sul proprio "sentire" (parola chiave della luna) fino a innescare un meccanismo nel quale le emozioni vengono semplicemente escluse, poichè non ritenute "profittevoli" dalla società.
Hanno una cattiva reputazione: sono ritenute un residuo irrazionale del comportamento animale, quasi non fossero degne della razionale ed evoluta mente umana. Snobbate per secoli, le emozioni sono state tuttavia riabilitate dagli scienziati in tempi molto recenti: sono state riaffermate come fondamentali in discipline che riconducono la persona ad un contatto maggiore con sè e la propria espressione, verso il proprio spazio e la propria relazione con gli altri.
Ci si sta accorgendo che non solo sono basilari per la propria comprensione di sè e la conseguente espressione, ma sono addirittura necessarie per il funzionamento di una mente "normale" e indispensabili per una mente "sociale".

Antonio Damasio, famoso neurologo portoghese e professore di Neuroscienze e direttore del 'Brain and Creativity Institute' alla University of South California', Stati Uniti, afferma infatti che le emozioni sono tutt'altro che irragionevoli, hanno una ragione intrinseca. Rispondono direttamente a un determinato problema con soluzioni automatiche, "preconfezionate", e in molti casi si tratta di risposte perfettamente razionali. Prendiamo il caso della paura di fronte a una minaccia, o dell'avvicinamento interessato di fronte ad un'opportunità.
Tuttavia, proprio la loro natura di risposta automatica fa sì che le emozioni non siano adatte per tutte le situazioni: allora entrano in gioco il ragionamento e la ponderazione. Essi funzionano allo scopo di personalizzare le risposte ad ogni tipo di circostanza.
Le emozioni sono gli strumenti più antichi dell'agire razionale, sono gli impulsi adatti inizialmente a sopperire ai pericoli, e danno risposta diretta alla situazione in corso. Qualche volta funzionano bene, qualche volta no, ma gli esseri umani debbono usare sia la ragione che le emozioni poichè questi due aspetti sono complementari. Sarebbe sbagliato pensare ad una razionalità senza emozioni, poichè le emozioni sono fortemente in grado di condizionare, e a nostra insaputa, condizioni e scelte.

Esaminiamo ora le differenze tra emozioni,sentimenti e stati d'animo.
Un'emozione è uno stato d'animo intenso e di breve durata provocato da uno specifico evento esterno o intorno a noi stessi, sul quale ci costringe a focalizzare l'attenzione. Un sentimento, così come l'umore, è invece uno stato d'animo durevole e di intensità variabile, che è privo di una causa scatenante immediata, ma è capace di influenzare affettivamente la percezione di eventi che di per sè non sono nè positivi nè negativi.
Mostrando a persone appartenenti alle culture più lontane e diverse le immagini dei volti e della gestualità di soggetti che erano in preda a differenti stati d'animo, è stato osservato che sei emozioni sono state universalmente riconosciute: rabbia, paura, gioia, tristezza, disgusto e sorpresa.
Lo studioso Robert Plutchik ne definisce invece otto, accomunate in coppie da quattro: rabbia e paura; tristezza e gioia; attesa e sorpresa; disgusto e accettazione.
L'emozione altera anche la sfera comportamentale dell'individuo, provocando modificazioni somatiche diffuse: ciascuna emozione prepara il corpo ad un tipo di risposta molto diverso, vediamo quale.
Con la Collera, il sangue ci affluisce alle mani e questo rende più facile afferrare un arma o sferrare un pugno all'avversario; la frequenza cardiaca aumenta e una scarica di ormoni, fra i quali l'adrenalina, genera un impulso di energia abbastanza forte da permettere un'azione vigorosa.
Se invece abbiamo Paura,il sangue fluisce verso i grandi muscoli scheletrici, come ad esempio quelli delle gambe, rendendo così più facile l'eventuale "fuga" e al tempo stesso facendo impallidire il volto, momentaneamente meno irrorato (da qui la sensazione che si geli il sangue). Allo stesso tempo il corpo si immobilizza, come congelato, anche solo per un momento, forse per valutare se non convenga nascondersi. I circuiti dei centri cerebrali preposti alla regolazione della vita emotiva scatenano un flusso di ormoni che mette l'organismo in uno stato generale di allerta, preparandolo all'azione e fissando l'attenzione sulla minaccia che incombe per valutare quale sia la risposta migliore.
Se proviamo Felicità, uno dei principali cambiamenti biologici sta nella maggiore attività di un centro cerebrale che inibisce i sentimenti negativi e aumenta la disponibilità di energia, insieme all'inibizione dei centri che generano pensieri angosciosi. Tuttavia, a parte uno stato di quiescenza che consente all'organismo di riprendersi più rapidamente dall'attivazione biologica causata da emozioni sconvolgenti, non si riscontrano particolari cambiamenti fisiologici. Questa condizione offre all'organismo un generale riposo, e lo rende non solo disponibile ed entusiasta nei riguardi di qualunque compito esso debba intraprendere ma anche pronto a battersi per gli obbiettivi più diversi.
L'Amore, i sentimenti di tenerezza e la soddisfazione sessuale comportano il risveglio del sistema parasimpatico; in altre parole, si tratta della mobilitazione opposta a quella che abbiamo visto nella reazione di "combattimento o fuga" tipica della paura e della collera. La modalità parasimpatica, che potremmo anche chiamare "risposta di rilassamento" si avvale di un insieme di reazioni che interessano tutto l'organismo e inducono uno stato generale di calma e soddisfazione tale da facilitare la cooperazione.
Nella Sorpresa il sollevamento delle sopracciglia consente di avere una visuale più ampia e di far arrivare più luce sulla retina. Questo permette di raccogliere un maggior numero di informazioni sull'evento inatteso, contribuendo alla sua comprensione e facilitando la rapida formulazione del migliore piano d'azione.
In tutto il mondo l'espressione di Disgusto è la stessa, invia il medesimo e seguente messaggio: qualcosa offende il gusto o l'olfatto, anche metaforicamente. Come già aveva osservato Darwin, l'espressione facciale del disgusto -il labbro superiore sollevato lateralmente mentre il naso accenna ad arricciarsi- indica il tentativo primordiale di chiudere le narici colpite da un odore nocivo o di sputare un cibo velenoso.
La tristezza ha la funzione fondamentale di farci adeguare a una perdita significativa, ad esempio a una grande delusione o alla morte di qualcuno che ci era particolarmente vicino. Essa comporta una caduta di energia ed entusiasmo verso le attività della vita -in particolare verso le distrazioni e i piaceri- e, quando diviene più profonda e si avvicina alla depressione, ha l'effetto di rallentare il metabolismo. La chiusura in sè stessi che accompagna la tristezza ci dà l'opportunità di elaborare il lutto per una perdita o per una speranza frustrata, di comprendere le conseguenze di tali eventi nella nostra vita e, quando le energie ritornano, di essere pronti per nuovi progetti. Può darsi che un tempo questa caduta di energia servisse a tenere i primi esseri umani vicini ai loro rifugi -e quindi al sicuro- quando erano tristi e perciò più vulnerabili.

Ma vi sono anche altri effetti,come l'aumento o la diminuzione della sudorazione, l'aumento o il rallentamento del ritmo respiratorio.
L'emozione ha altresì effetto sugli aspetti cognitivi, può causare diminuzioni o miglioramenti nella capacità di concentrazione, confusione, smarrimento, allerta, e così via.
Dagli studi dello psicologo canadese Paul Ekman una caratteristica importante delle emozioni primarie è data dal fatto che vengono esperite da ogni essere umano in qualsiasi luogo, di qualsiasi cultura ed etnia attreverso modalità simili. Ekman, ha analizzato come le espressioni facciali corrispondenti ad ogni singola emozione interessino gli stessi tipi di muscoli facciali e allo stesso modo, indipendentemente da fattori quali latitudine, cultura e etnia. Tale indagine è stata suffragata da esperimenti condotti anche con soggetti appartenti a popolazioni che ancora vivono in modo "primitivo", in particolare della Papua Nuova Guinea.
Se le emozioni vengono esperite da tutti, esiste però un aspetto patologico come l'alessitimia che rende incapaci o impossibilitati a percepire le proprie o le altrui emozioni.

Se una delle competenze sociali dell'individuo è la capacità di esprimere -bene o male- i propri sentimenti, esistono però "norme di espressione" per usare il linguaggio di Ekman, per indicare il consenso sociale che prescrive quali sentimenti possano essere esibiti in modo appropriato, e quando. Ne esistono diversi tipi fondamentali, tra cui la minimizzazione, l'esagerazione, e la sostituzione.
L'esibizione delle emozioni, naturalmente, ha conseguenze immediate sull'impatto che esse hanno sulla persona che le riceve. Il bambino apprende una norma di espressione in qualche modo simile a questa: "Maschera i tuoi veri sentimenti quando essi possono ferire le persone che ami; sostituiscigli piuttosto un sentimento fasullo ma meno offensivo". E tale raccomandazione ricevuta all'età infantile rappresenta un modo iniziatico per rapportarsi nella società, assieme a tante altre regole. Queste regole di espressione delle emozioni non sono solo gli elementi base per un comportamento sociale appropriato: esse stabiliscono il tipo di impatto che i nostri sentimenti avranno sugli altri. Seguire correttamente queste regole significa avere un impatto ottimale; farlo male significa invece fomentare il caos emozionale.Gli attori, naturalmente, sono artisti dell'esibizione emozionale; è proprio la loro espressività a suscitare la risposta nel pubblico. E,senza dubbio, alcuni di noi vengono al mondo con doti naturali di attori. Ma poichè ciò che impariamo sulle norme di espressione varia a seconda dei modelli che abbiamo avuto, le nostre capacità finiscono per essere molto diverse.

Esistono veri e propri programmi efficaci atti a rieducare la percezione e l'espressione emotiva, che indubbiamente ristabiliscono e migliorano il funzionamento e lo status emotivo e sociale dell'individuo, come insegna il consorzio 'W.T.Grant' basato sulla competenza sociale per la prevenzione di alcool e droga. I componenti fondamentali di tali programmi comprendono Abilità Emozionali (Identificare e denominare i sentimenti;Esprimere i sentimenti; valutare l'intensità dei sentimenti; Controllare i sentimenti; Rimandare la gratificazione; Controllare gli impulsi; Ridurre lo stress; Conoscere la differenza tra sentimenti e azioni) Abilità Cognitive (Colloquiare con sè stessi;Leggere e interpretare i segnali sociali;Adoperare metodi graduali di risoluzione dei problemi e di assuzione delle decisioni; Comprendere la prospettiva altrui; Comprendere le norme comportamentali; Avere un atteggiamento positivo verso la vita; Essere autoconsapevoli) Abilità Comportamentali (Non verbali: comunicare attraverso gli occhi, l'espressività del viso, il tono di voce, i gesti e così via; Verbali: porre richieste chiare, reagire alle critiche con efficacia, resistere alle influenze negative, ascoltare gli altri, aiutarli, partecipare alle attività positive dei gruppi di coetanei).
Risulta oggi più che mai importante in questa società lo sviluppo e l'educazione della qualità emozionale, poichè in questo contesto sociale aggressivo e debilitante, l'emozione della collera ha spesso risultati molto più drammatici e nefasti che neanche nella preistoria, dove uccidere persone a mani nude risultava molto più difficile. Inoltre, lo stress fa molte più vittime "handicappate emotivamente" che risentono di un basso tenore di vita psicofisico, soprattutto tra paesi sviluppati "educati" a mantenere un certo 'status' convenzionale molto più rigido e inespressivo per quanto concerne a certe norme viste prima. Rimango dell'idea che i programmi di educazione, soprattutto all'età scolastica elementare, siano il maggior deterrente di future tematiche negative e il miglior propulsore di importanti avvenimenti positivi nella vita sociale ed emotiva, dove sono coinvolti naturalmente anche tutti gli altri. Le emozioni si trasportano, anche se non sembra, e hanno un effetto potentissimo.

L'argomento delle emozioni è molto lungo e variegato, mi sono limitato a fare una mia piccolissima discussione fruibile, anche in un forum. Il mio desiderio è di affrontare mano mano le varie emozioni e le loro specifiche espressive, anche nella nostra storia personale.Faremo cartelle con la sigla "Emozione - Tipo di emozione (Ad esempio, Rabbia)" nella quale valutare e raccontare singolarmente il momento e il nostro stato d'animo in quella situazione. La prima emozione in lista è la rabbia, se ci sono richieste le accoderemo ad essa secondo le preferenze.Con queste due righe che ho scritto riusciamo forse a focalizzare meglio quanto abbiamo da esprimere.

Mi sono avvalso di una piccola bibliografia, che riguarda:
-Focus Extra n°28, estate 2007 "La forza delle emozioni"
-"Intelligenza Emotiva", Daniel Goleman

e il sito www.wikipedia.it, sempre molto ricco di informazioni.

arcangelo

a cura di arcangelo
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RISPOSTE
 
del 09/11/2007 21:29:32
Arcangelo,
bellissima esposizione...
Comincerei volentieri anch'io dal sentimento della Rabbia.
Come tutti, posseggo esempi a non finire..ma di una serie di episodi..ciclici direi, vorrei proprio parlare, specie per associarli in particolare ad alcuni transiti/pianeti che assumono importanza in questo contesto.
Grazie e a presto

Lunita
a cura di LUNASAT
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del 10/11/2007 07:42:42
caro Arcangelo,
grzie per l'introduzione all'argomento.
Una delle teorie più accreditate a livello mondiale è quella della Candace Pert.. biologa che ha rivoluzionato moltissimo il modo di vedere le emozioni ed ha rivoluzionato anche la medicina. Le emozioni sono uno dei due sistemi di informazione che noi esseri umani possediamo. Nascono dal sistema limbico e, praticamente sono il nostro secondo cervello.. secondo ma non meno importante del primo.. anzi... forse diciamo che in ordine di importanza e di precisione sono sicuramente il primo.
La differenza con l'altro (che è quello per intenderci che viaggia lungo le fasce nervose e che serve maggiormente al movimento e che viaggia su impulsi nervosi che corrono lungo il nostro corpo e che portano gli imput che servono per muoverci); questo altro cervello invece è molto pi
libero e mobile, viaggia nel sangue attraverso i neuropeptidi, che sono tanti....oggi ne sono stati scoperti una trentina, ma sicuramente sono molti di più, ognuno dei quali porta un messaggio informativo preciso.
E' libero in quanto non è condizionato da schemi e da fasci nervosi che sono fissi e stabioli, ma questi si compongono di "recettori" che stazionano sulla membrana delle nostre cellule e che sono addetti a ricevere ognuno un particolare tipo di informazione. Quando si forma una emozione, questa ha anche una precisa conformazione chimica che lascia partire un neuropeptide il quale si metterà in movimento e andrà ad "influenzare" tutti i recettori che, nell'arco di frazioni di centesimi di secondo, avrà ricevuto la sostanza chimica ed avrà informato la cellula.
Così, se siamo sintonizzati sull'emozioni rabbia, partirà un neuropeptide che rilascerà "adrenalina" e che influenzerà i recettori e quindi tutte le nostre cellule che, in un tempo brevissimo si sintonizzeranno tutte su questo "stato d'animo" e noi, saremo "arrabbiati".
Diciamo che questa scoperta ha permesso di capire come funziona il collegamento tra la psiche e il soma...
Quindi, le emozioni servono a portarci informazioni molto potenti.. che stimolano poi la nostra percezione. Parte un'emozioni "paura", e il nostro corpo si mette in allerta e tutti i nostri sensi (mercurio) vanno a concentrarsi in modo da rispondere nel modo migliore possibile a questa emozione.
La parola "emozione" tuttavia significa "agire sul sangue" ed in effetti si capisce - con gli studi della Pert - come funzioni la cosa.

Da un punto di vista psicologico l'emozioni è ovviamente un'informazione ma fa parte di ciò che si chiama "affetto". Gli affetti in psicologia sono composti di tre strati: le pulsioni, le emozioni e i sentimenti.. che possiamo ritrovare astrologicamente nella sequenza X Proserpina - Luna - Venere.
In effetti, le simbologie astrologiche sono interessanti perchè si giocano e derivano dalla formazione dei tre cervelli: rettiliano, limbico e corteccia cerebrale. In effetti, il rettiliano è legato ai grandi istinti che hanno dato vita alle emozioni come sistema di informazione e, in ultimo, sono derivati i sentimenti che sono, per così dire la "parte razionale" e più sofisticata del sistema.
Così, dall'istinto puro che è l'aggressività, può nascere la rabbia che è l'emozione ad esso legata che, darà vita a sentimenti quali la frustrazione, la delusione, ecc.
Non è facile fare una netta distinzione tra i tre sistemi che sono strettamente collegati e che si sono evoluti nella storia per darci sempre più strumenti per "sentire, reagire, interpretare e dare risposte appropriate".

Noi leghiamo le emozioni alla Luna.. perchè è lo strumento che le "sente",ma non è quello che le produce. Le emozioni, come dicevo sono radicate negli istinti che tendono a dar vita ad un bisogno potente che viene emesso tramite una compulsione che genera una serie di emozioni...
Le emozioni però si sono raffinate nella storia.. e sono sicuramente appartenenti ai "mammiferi" e servono a "trasmettere le informazioni2: Trasmettere tramite l'istinto significa tempi lunghissimi... infatti, l'istinto è codificato a livello di DNA e per trasmettere una informazione nuova, bisogna necessariamente "scrivere unn gene", cosa che richiede circa 7 generazioni.
Le emozioni invece sono più fluide e flessibili e soprattutto veloci.. quindi, con la nascita dei mammiferi che avevano bisogno di una lunga fase di "attaccamento" alla madre si sono create le opportunità di scambiare informazioni in modo nuovo, trasmettendo, appunto, stati d'animo.
Da questo ha avuto luogo in seguito la funzione sentimento.. che invece riguarda una modalità di provare che però è più raffinata di quella emotiva e, soprattutto più collegata al pensiero: Venere infatti è un pianeta molto più razionale della Luna che si muove sulla base di una "valutazione" che non è certo quella Mercuriale, ma che comunque è efficace.
Per ora mi fermo qui. Un saluto Lidia
a cura di LIDIA
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