Il territorio tosco-laziale – come testimoniano anche recenti scoperte archeologiche: circoli di pietre, megaliti orientati e allineati, templi rupestri e incisioni ampiamente descritti e fotografati nel libro – è stato frequentato con continuità dall'età preistorica fino agli Etruschi e oltre da popoli sensibili alle connessioni tra cielo, terra e altri elementi naturali.
I segni che hanno lasciato nel tempo sono primitivi solo in senso cronologico, perché dietro alla loro semplicità si cela un complesso progetto di interventi su laghi, fiumi, monti e pietre, teso a costruire una vera e propria “geografia sacra”. Identiche tracce si riscontrano in Sardegna, a Malta, in Francia e in altri siti, non solo europei.
Riemergono così i miti della Grande Dea della terra e dei giganti, le leggende dei primi “popoli del mare”.
E si riscopre l'antica e universale concezione di un'energia primordiale creatrice e divina, il cui potere fu per millenni osservato e indagato, producendo pratiche magico-rituali e conoscenze di cui solo ora si intravvede la profondità.
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