ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni |
IL LINGUAGGIO DELL’ASTROLOGIA |
a cura di Rosanna Gosamo |
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Simboli, Archetipi e Pensiero Verticale Le discussioni tra sostenitori e avversari dell'Astrologia sono state, e continuano ad essere, animate e appassionate, e questo nonostante la maggior parte delle concezioni dei profani sull’Astrologia siano sbagliate, fatto che impedisce una comprensione equa e limpida della materia. Seguendo lo spirito del tempo, poi, un numero sempre maggiore di astrologi ha cercato di sganciare l’Astrologia dalla sua origine esoterica e di adattarla allo stile e alla funzione del pensiero scientifico. Si è sperato di ottenere in questo modo un riconoscimento da parte della scienza ufficiale, e invece come risultato si è ottenuto che l’Astrologia delle origini è stata degradata, in molti casi, a pura tecnica, poiché essa, nella sua struttura interiore e nel suo modo di pensare, rimane una tipica disciplina esoterica. L’Astrologia non crede che le stelle influenzino la vita dell’uomo; essa è, piuttosto, un sistema di rappresentazione della realtà. Anche la fisica cerca di rappresentare la realtà attraverso simboli (numeri e lettere), ma a nessuno viene in mente di pensare che essa possa influire, con le sue formule, sulla forza di gravità! Basi del pensiero astrologico Per studiare la realtà, da sempre, si è cercato di scomporla in costituenti più semplici, partendo dal principio che tutte le cose, anche le più complesse, sono espressione di una determinata mescolanza di alcuni “ingredienti” di base. Per comodità di studio, la scienza moderna ha diviso la realtà in tanti piani diversi, suddivisi ciascuno in parti più specifiche, aventi tra loro caratteristiche comuni. Questo modo di pensare ci viene insegnato sui banchi di scuola, per cui ci risulta molto familiare, e caratterizza la metodologia e la ricerca della nostra scienza, almeno dalla nascita del pensiero occidentale moderno (più o meno a partire dal periodo dell’Illuminismo). Così tutti noi sappiamo che il cane, il gatto, il cavallo, il bue, il gallo e il criceto fanno tutti parte del regno animale; gli uccelli, ad esempio, ne costituiscono un sottopiano e sono accomunati da caratteristiche più specifiche, quali le ali, le ossa cave, le penne, etc. Gli scienziati si occupano di questi insiemi omogenei ed esistono studiosi specializzati nello studio di ciascun insieme. Tale sistema è definito “orizzontale”, cioè rispondente ad una divisione in piani o livelli. Tali livelli di indagine sono praticamente infiniti. Se, invece, dovessimo trovare l’elemento in comune di quest’altro elenco: infiammazione, soldato, rosso, ortica, energia, vulcano, ferro, muscoli, rapaci, etc., dovremmo rifarci ad un metodo usato in tutto il mondo antico, cioè il “pensiero verticale”. Fin dalla più remota antichità, infatti, l’uomo ha intuito che esistono, al di là dell’apparente diversità delle cose, delle matrici comuni, o “archetipi”: a tali “ingredienti di base” ha dato un nome e, di ciascuno di essi, ha individuato, in tutti i piani della realtà, gli elementi in cui ciascun ingrediente è maggiormente presente. Per capirci meglio, cerchiamo di approfondire il concetto di “archetipo”. Lo studioso moderno che più ha affrontato questo argomento, anche in relazione al concetto di “inconscio collettivo”, è Carl Gustav Jung; egli parla di “forme preesistenti” presenti come substrato nella psiche individuale, dotate, però, di un potere organizzante, nonché di un’autonoma forma dinamica che incita all’azione. “Il concetto di archetipo indica l’esistenza nella psiche di forme determinate che sembrano essere presenti sempre e dovunque”. “La forma di un’immagine primordiale può essere paragonabile al sistema assiale di un cristallo, il quale “preforma” la struttura del cristallo stesso nell’acqua madre, senza possedere un’esistenza materiale sua propria […] L’archetipo in sé è un elemento vuoto, formale, nient’altro che una “facultas preformandi”, una possibilità data a priori della forma di rappresentazione”. L'archetipo si manifesta tramite i simboli, cioè in specifiche immagini psichiche, che vengono percepite dalla coscienza e sono diverse per ogni archetipo. Quindi potremmo dire che il simbolo è un “ponte” tra coscienza e inconscio e, infatti, anche nella teoria freudiana, il simbolismo si presenta come la “lingua materna” dell’istinto e, in effetti, tutto ciò che viene fuori dall’inconscio segue il processo di simbolizzazione (ne sono un esempio i sogni). Gli archetipi, quindi, sono “principi primi” e, paragonandoli al sistema periodico degli elementi, possiamo capire come da un numero finito di unità, si possa originare tutta la molteplicità delle manifestazioni della realtà. Per continuare il ragionamento, perciò, prenderemo le mosse dalla considerazione che alla base della molteplicità vi è soltanto un numero limitato di unità. L'archetipo è presente su tutti i piani di manifestazione e li accomuna, quindi, in un senso “verticale”. Infatti, ciascuno degli infiniti piani della realtà contiene in particolare un elemento che è l’espressione massima e più pura di quell’ingrediente di base. Tale modo di pensare è stato affrontato in maniera mirabile dal pensiero filosofico greco (un esempio per tutti: Platone e il suo “mondo delle idee”). In effetti, l’idea rappresenta l’entità più originaria e più vera. Anche se nella nostra epoca materialistica si è imposto proprio il principio opposto, cioè si pensa che prima c’è stata la pietra e poi, in un secondo momento, l’uomo, considerandola, ha sviluppato il concetto e l’idea di pietra, in realtà è avvenuto esattamente il contrario. Senza l’idea della pietra, una pietra concreta non avrebbe mai potuto manifestarsi. Idea e linguaggio sono sempre stati presenti molto prima dei loro rappresentanti materiali (“all’inizio era il verbo...”). Se un pittore vuole dipingere un quadro, ha necessità di avere un’idea, che solo in un secondo momento potrà realizzare materialmente. Non è l’immagine che crea l’idea, ma è l’idea che si concretizza in un quadro. Se volessimo, dunque, abbozzare un “sistema periodico della realtà”, le nostre ipotetiche unità dovrebbero essere idee archetipe. Queste immagini originarie, intese come elementi primi costitutivi della realtà, esistono sicuramente, ma per l’uomo l’accesso al puro mondo delle idee è estremamente difficile, per cui proverò a formulare unità in via ipotetica. Ciò premesso, si può dire che, per ogni idea originaria x, può essere trovato in ogni piano della realtà un determinato rappresentante di x. Quindi nel regno animale, in quello vegetale e minerale ed anche in quello umano troveremo qualcosa di concreto che rappresenta l’idea originaria x in quel determinato piano della realtà. Se ad ogni piano non fosse possibile trovare la x, questa non meriterebbe il nome di "idea originaria". Per rifarci all’elenco di cui dovevamo trovare la matrice comune: infiammazione, soldato, rosso, ortica, energia, vulcano, ferro, muscoli, rapaci, potremmo realizzare una tabella come la seguente: Il numero dei piani è illimitato; i piani che abbiamo riportato sono una piccolissima rappresentanza e possono essere ampliati da tantissimi altri piani (per esempio: stili di arredamento, strumenti musicali, tipi di costruzioni, etc.). Cercando di ragionare in questo modo ci rendiamo sicuramente conto che non siamo abituati a pensare in termini verticali, motivo per cui non riusciamo a individuare facilmente gli elementi comuni, malgrado essi siano presenti. Tuttavia il concetto di suddivisione orizzontale della realtà in piani, e verticale in catene di principi è importantissimo. Da esso deriva, infatti, il principio cardine della filosofia esoterica: “Come sopra, così sotto”, sul quale si basa anche l’Astrologia e che conduce necessariamente ad un tipo di pensiero verticale. E’ chiaro, quindi, come il sistema di pensiero scientifico e quello esoterico differiscano tra loro di 90 gradi esatti, e perché l’Astrologia non è e non sarà mai studiabile con mezzi scientifici, poiché i due approcci percorrono vie diverse. Tutto questo, contrariamente a quanto continuano ad asserire gli scienziati, non vuol dire che l’uno esclude l’altro, ma solamente che sono differenti, ed è facilmente intuibile che, se usati con benevolenza reciproca e con pari dignità, si potrebbero avere enormi vantaggi a favore della conoscenza! Lo schema che abbiamo tratteggiato prima permette anche altre conclusioni: se per un qualunque motivo un’idea originaria dovesse modificarsi radicalmente, questa modificazione dovrebbe rendersi visibile contemporaneamente in tutti i suoi rappresentanti, su ognuno dei piani della realtà. Allo stesso modo, ogni interazione e influenzamento reciproco di principi originari dovrebbe ripercuotersi per analogia su tutti i piani del mondo visibile. Questo rapporto, necessario, consente anche, per ovvia deduzione, di poter ottenere qualche concetto delle idee originarie, di solito alquanto inaccessibili, partendo dall’osservazione dei loro rappresentanti (simboli). In teoria è del tutto indifferente quale piano si utilizzi come punto di partenza per le osservazioni e a quali piani si riferiscano le conclusioni analogiche; in pratica, però, non tutti i piani sono ugualmente adatti. La ricerca del piano ideale di osservazione ha mostrato che il cielo stellato è particolarmente valido. Infatti il piano del cielo è abbastanza isolato, visivamente, dagli altri piani, e quindi non c’è mescolanza che potrebbe portare, in qualche modo, ad errori, e il comportamento matematicamente calcolabile dei corpi celesti rende possibile un’elaborazione senza soluzione di continuità e senza che dobbiamo stare costantemente in osservazione. Per l’uomo, che ha percezione dei fenomeni entro una gamma di manifestazioni “media” (si pensi all’udito e agli ultrasuoni, che per noi non sono udibili; alla gamma del visibile e all’ultravioletto e all’infrarosso, per noi invisibili, etc.), risulta molto difficile indagare il molto grande e il molto piccolo, e altrettanto difficoltoso investigare l’inconscio umano. Ecco che l’Astrologia, con queste basi, si pone come strumento validissimo ed efficace per affrontare queste tematiche. La qualità del tempo Il tempo non possiede soltanto una quantità (Chronos), ma anche una qualità (Kairos). Oggi quasi nessuno riesce a farsi un’idea della qualità del tempo, contrariamente al passato, nel quale si considerava principalmente la qualità e si trascurava l’aspetto quantitativo. Ogni punto del tempo, sia esso un minuto, un’ora, un anno, o più, possiede una particolare qualità, che consente unicamente la manifestazione di fatti adeguati ad essa. Perciò, relativamente ad un dato momento potranno realizzarsi solamente fatti dai contenuti qualitativi corrispondenti alla rispettiva qualità di tempo. Dato che anche il tempo rappresenta uno dei tanti piani della realtà, le qualità del tempo non sono altro che corrispondenze dei nostri principi primi. Quindi possiamo dire che, in un determinato momento, “dominerà” un determinato principio, o, meglio, una mescolanza di principi. Nei tempi antichi, basandosi su questi concetti, ci si preoccupava di iniziare qualsiasi cosa “nel momento giusto”, dato che ogni impresa tende a svilupparsi in base alla qualità del tempo in cui è stata iniziata, cercando di assicurarsi un determinato decorso e una conclusione favorevole, iniziandola in una corrispondente qualità di tempo. Anticamente, comunicare la qualità del tempo faceva parte dei compiti dei sacerdoti: su richiesta, il sacerdote guardava “nell’ora”, per individuarne la qualità. La stessa parola “oroscopo”, significa “guardare nell’ora” (dal greco hora = ora; skopein = guardare). Un oroscopo, quindi, non è altro che il cielo “fotografato” in un determinato momento. Tali oroscopi, inizialmente, erano richiesti per eventi importanti, come scoppi di guerre, stipulazione di trattati e così via. L’oroscopo di nascita, o tema natale, l’adattamento di un oroscopo al minuto di nascita di una persona, è un’evoluzione relativamente recente. Esso si basa sull’assunto che al momento della nostra nascita il tempo trasportava delle istruzioni e delle qualità che si sono incarnate in noi, sono diventate i nostri potenziali e le nostre predisposizioni, all’interno di un divenire cosmico. Nello stesso momento, in cielo, i Pianeti si trovavano in determinate posizioni, atte a mostrare, attraverso il linguaggio dei simboli, le nostre caratteristiche, l’idea del progetto originale, ma anche di ciò che possiamo e dobbiamo diventare, seguendo le ulteriori istruzioni che il tempo ci porterà. La serietà della pratica astrologica, dipende solamente dal fatto che chi la usa sia in grado di trasferire per analogia le considerazioni fatte nel piano di osservazione ad un altro piano, trasferimento che in Astrologia è chiamato “interpretazione” e che rappresenta la grande difficoltà di tutti i sistemi analogici e verticali. Per questo motivo le persone poco serie, in questo campo, sono infinitamente più numerose di quelle serie. Simbologie planetarie Dato che anche il cielo è un piano di realtà esattamente come gli altri, per logica deduzione anche in esso troveremo rappresentanti di tutti i principi primi. Per questo, in passato, ai singoli corpi celesti sono stati dati i nomi dei singoli principi che essi rappresentano in cielo. Così ci troviamo ora a che fare coi nomi di questi principi primi e come simboli sono stati utilizzati dei segni che non sono stati scelti a caso. Per affrontare questo tema è bene ricordare che tutto ciò che la natura produce consiste in corpo, anima e spirito. Per lo spirito, fin dai tempi antichi, si scelse il simbolo del cerchio, che doveva significare l’unità e la perfezione del principio spirituale. Per l’anima il semicerchio o la coppa, che doveva rappresentare ricettività, sensibilità, e per il corpo, infine, il simbolo della croce, che, come il numero 4, rappresentava la natura della materia. Da questi tre segni fondamentali, O,coppa e +, messi insieme secondo un certo criterio, si sono formate le definizioni simboliche dei singoli principi primi. Le considerazioni che guidarono i saggi nell’antichità ad assumere sette principi originari, esulano dall’intento di questo articolo; basti ricordare che anche l’arcobaleno ha sette colori, una settimana sette giorni, il Padre Nostro sette richieste e così via. Allora si conoscevano sette corpi celesti, che al giorno d’oggi sono aumentati di altri tre pianeti e sono quindi diventati dieci: questo però non toglie nulla al valore del classico sette. Il Sole divenne il rappresentante del principio spirituale ed ebbe il simbolo di un cerchio con un centro. La Luna rappresenta l’anima, ciò che è ricettivo. La croce (+) come simbolo della materia non ricorre da sola, perché senza uno dei principi sopra descritti la materia non è capace di vivere. Il simbolo di Mercurio indica che qui sono uniti tutti e tre i principi. Il simbolo di Marte (la croce oggi viene generalmente sostituita da una freccia) mostra come la materia domini lo spirito, ma lo spirito da sotto mette in movimento la materia. Il polo opposto è rappresentato da Venere, dove è evidente che lo spirito domina la materia. Nel principio di Giove l’anima domina la materia, ma il principio di Saturno mostra chiaramente come la materia gravi sull’anima. In questo modo sappiamo che nell’antichità i sette principi primi venivano denominati Sole, Luna, Mercurio, Marte, Venere, Giove e Saturno. A ognuno di questi sette principi fu collegato un corpo celeste che fu chiamato con lo stesso nome. Quindi possiamo ora completare la nostra tabella in questo modo: L'Astrologia è, quindi, il sistema che insegna i sette principi primi e i loro effetti sui diversi piani della realtà. Quando l’Astrologia parla di Marte, in realtà intende parlare del principio primo, originario, di Marte. Soltanto nel lavoro puramente pratico l’Astrologia utilizza, per l’osservazione, il suo rappresentante, il pianeta Marte. L’Astrologia è e resta la dottrina dei principi primi, non delle stelle; i pianeti sono un piano utilizzabile, ma teoricamente sostituibile Quindi, riassumendo: -L’Astrologia si occupa di principi primi archetipici, che sul piano delle idee rappresentano gli elementi, chiamiamoli “basilari”, di cui è composta la realtà in tutte le sue manifestazioni. |
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