ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni |
Frida Kahlo: una pittura che seduce |
a cura di Simona Cernicchi |
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Frida Kahlo: una pittura che seduce Di Simona Cernicchi
Ciò che mi è rimasto dentro dopo la visita alla mostra dedicata a Frida Kahlo presso le Scuderie del Quirinale è che la sua è una pittura che seduce, nel senso che ti porta altrove. Ma in quale altrove conduce? Nell'altrove della pittrice, in ciò che lei non riusciva a comunicare se non con la sua arte. Nei suoi quadri l'espressione di questo "qualcosa" non è mai diretto ma sempre filtrato attraverso oggetti, piante e animali da lei utilizzati come simbolo di "qualcos'altro". Come se le sue opere fossero un continuo tentativo di far riemergere esperienze molto dolorose, altrimenti condannate a vivere nel buio e nel silenzio. È la possibilità di cogliere dei significati nascosti all'interno di un'immagine ciò che seduce. Helga Prignitz-Poda, nota studiosa della Kahlo, afferma che "Frida rappresentava sempre la propria realtà, come lei stessa diceva, ma la nascondeva molto abilmente dietro metafore mitiche"1. Nel suo libro "Frida Kahlo", edito da Rizzoli, ci ha regalato una lettura dell'opera della pittrice messicana diversa da quella tradizionale, sostenendo che il terribile incidente di cui Frida fu vittima, la travagliata relazione con Rivera non fossero le sue uniche ferite, perché una, forse ancor più traumatica, risalirebbe alla sua infanzia, a quando lei aveva nove anni. L'olio su tela del 1938, intitolato "Ciò che ho visto nell'acqua" o "Ciò che l'acqua mi ha dato", si presta a diversi livelli di interpretazione. Lo sfondo dell'opera è costituito da una vasca bianca piena d'acqua in cui sono immerse le gambe e i piedi di Frida. Le dita dei piedi, con le unghie smaltate di rosso, sono riflesse nell'acqua. Sul piede destro è visibile la ferita che si procurò a nove anni, mai guarita del tutto, tanto che nel tempo "degenerò in cancrena, la portò in seguito all'amputazione di cinque falangi e infine, nell'anno della sua morte, all'amputazione della gamba destra dal ginocchio in giù"2. Per molto tempo si è asserito che fu la poliomelite che la Kahlo, nata a Coyoacán, Messico, il 06 luglio 1907, alle 08:30, avrebbe avuto in giovane età a procurarle grossi danni al piede e alla gamba destra. Tuttavia la stessa Frida, nel 1946, dichiarò durante un consulto medico di avere problemi al piede destro sin da quando, a otto anni, era andata a sbattere contro il ceppo di un albero. Ciò è riportato da Helga Prignitz-Poda, la quale sostiene che da allora il padre si prese cura di lei con enorme affetto e il "loro rapporto fu di natura talmente intima da farle subire per tutta la vita le conseguenze di tale promiscuità"3. Frida, durante gli anni della scuola, accompagnava il padre nei suoi viaggi in Messico, aiutandolo nel suo lavoro di fotografo, costantemente incitata dallo stesso a leggere e a conoscere le altre culture (Sole congiunto a Giove e opposto a Urano). Si dice che la madre la allattò solo per pochi mesi perché rimase subito incinta, che non si prese mai cura di lei, la trascurò e non fu una donna affettuosa, capace di sostegno e contenimento, come se il suo unico compito fosse stato quello di metterla al mondo (Luna in Toro in casa X, sestile a Saturno e casa II con cuspide nel segno della Vergine). La presenza di Saturno in casa VIII ci parla della sensazione di non essere stati desiderati come figli sin dall'epoca del concepimento e della mancanza di supporto durante tutta la fase di separazione dalla simbiosi materna. Nel tema natale della pittrice abbiamo la congiunzione Venere-Plutone a rivelarci una sessualità molto potente, intensità, desiderio e passione. Passione nel senso che l'amore plutoniano è sempre collegato con la sofferenza, la perdita, l'abbandono, con sentimenti come la paura, l'odio, la gelosia, l'invidia e il rancore. Il tutto accompagnato da una buona dose di risentimento per ciò che l'amore poteva essere e non è stato. Inoltre, con questo aspetto, le relazioni con le altre persone sono sempre erotizzate. Molti parlano della grande disinvoltura sessuale della Kahlo ma anche della sua altrettanto grande paura di essere abbandonata e di restare sola. Venere-Plutone è potenzialmente anche l'aspetto della relazione nascosta e dei tradimenti subiti e inflitti, altro tema molto noto della sua vita. Dietro Plutone, sperimentato in maniera negativa, possono esserci, altresì, tematiche di abusi affettivi o emotivi o fisici, reali o temuti, a volte ripetuti nel tempo e sempre da tener segreti. Frida stessa parlò di un "segreto orribile" che riguardava suo padre (la cuspide della casa IV è in Scorpione, a riferirci di un tratto fortemente pulsionale appartenente alla famiglia paterna). Non si trattava di certo delle crisi epilettiche di cui lui soffriva sin da quando aveva diciannove anni, cosa nota a tutti e di cui si discuteva in famiglia. Il padre Wilhelm Kahlo, nato a Pforzheim, ora Baden-Württemberg, Germania, il 26 ottobre 1871, era uno Scorpione. La provocante sensualità (Luna in Toro) e la straordinaria creatività (Venere-Plutone) sono sostenute nel tema natale della pittrice anche da Marte in casa V. Tuttavia la presenza di quest'ultimo nel duro segno del Capricorno e le lesioni dallo stesso subite da parte dei pianeti in casa XI si sono tradotte nelle numerose gravidanze e nei corrispondenti numerosi aborti vissuti. "Vari documenti medici affermano che Frida ebbe da tre a quattro aborti da lei stessa richiesti e un aborto spontaneo"4. Ugualmente, l'aspetto di Marte opposto a Nettuno ci racconta delle difficoltà nelle gravidanze ma anche del suo iniziale desiderio di fare il medico e, comunque, di una persona estremamente ricettiva a tutto ciò che arriva dall'inconscio collettivo, capace di dar forma alle emozioni e al mondo dell'immaginario. Così come vuole il suo Sole in Cancro congiunto a Nettuno. I problemi nell'avere dei figli sono ribaditi anche dalla presenza di Urano in casa V congiunto a Marte e opposto ai pianeti in XI, configurazioni che rinforzano, altresì, la possibilità di vivere esperienze sessuali precoci. Allo stesso tempo, i tanti valori casa XI presenti nel tema, l'opposizione Marte-Nettuno, la congiunzione Marte-Urano suggeriscono la sua passione per la politica e l'impegno in cause sociali. Tornando alla tela oggetto di esame, vediamo che sopra il livello dell'acqua è dipinta una scena del passato della pittrice che si ricollega al piede ferito. Nel quadro sono presenti sia una barchetta con la vela gonfia a ricordarci quanto sia velato ciò che in esso è narrato perché "velare in spagnolo, oltre che andare a vela, significa anche velare, dissimulare"5 sia due cactus che "somigliano al peyote che contiene mescalina, usata in Messico per provocare stati di elevata estasi e introspezione"6. Già in queste due immagini vediamo quanto l'immaginario della Kahlo sia ricco di miti, simboli e metafore (Luna in Toro, Giove congiunto Nettuno, entrambi in Cancro e Mercurio in Leone nella nettuniana casa XII). Nell'acqua c'è Frida nuda. Vicino a lei il costume tradizionale messicano da Tehuana che probabilmente qualcuno le ha tolto di dosso. Questo vestito, come ci ricorda la Prignitz-Poda, è tipico di una delle pochissime zone del mondo nelle quali si è conservato il matriarcato (Luna in Toro) e lo indossano donne robuste, dalla costituzione solida e instancabili. Gli antropologi, inoltre, sostengono come durante il matriarcato il sesso fosse libero e anche incestuoso. Una corda, con un doppio giro, le stringe il collo, la soffoca e le impedisce di parlare. Dagli occhi scendono lacrime e dalla bocca gocce di sangue. Un'altra parte della corda le stringe il ventre, il grembo che dà la vita. Un uomo quasi completamente nudo e dal volto mascherato, di cui la pittrice non vuole svelare in modo diretto l'identità, tiene con una mano la corda che le "abbraccia" il collo e la pancia. La posa e la maschera dell'uomo ritratto nella tela sono quelle tipiche della scultura che riproduce il Chac Mool che "attendeva impietoso le sue vittime presso le piramidi messicane e sulla cui pancia venivano posati i cuori delle persone sacrificate, offerti al Dio Sole"7. Chi era il dio-Sole, crudele, sanguinario e affamato di vittime, che le aveva strappato il cuore? La corda va dall'uomo a Frida, a un paio di rocce (una a sinistra in linea con la pittrice e una a destra in linea con la figura mascherata) che personificano l'organo sessuale femminile e quello maschile. Sopra la corda sono dipinti una ricca varietà di insetti e una ballerina che, probabilmente, allude all'età infantile mentre gli insetti, a livello simbolico, hanno sempre a che fare con la propria parte istintuale/sessuale. L'uomo mascherato è appoggiato a una pietra enorme, rotolata giù dal vulcano alle sue spalle, dalla cui violenta eruzione (rappresentazione dalle chiare implicazioni erotiche) scaturisce un grattacielo, immagine fallica e di potere. Ai piedi del vulcano c'è uno scheletro seduto su una piccola collina. Lo scheletro ha le dita lunghissime e allude a qualcosa che è morto in seguito all'atto violento e aggressivo di cui Frida è stata vittima. Sempre vicino al vulcano giace privo di vita sopra un albero un uccello della specie "Tiranno" dalla testa rossa, posto di lato così da poterne vedere un solo occhio, come unico è l'occhio della macchina fotografica usata dal padre della Kahlo per la sua professione di fotografo. Ugualmente, un tempo, il fotografo durante l'esposizione muoveva la mano come fosse un uccellino prima dello scatto dell'immagine. "La forma particolare del legno dell'albero e una bizzarra radice lasciano riconoscere il monogramma delle lettere W e K. Questo ghirigoro calligrafico è perfettamente somigliante a quello che Wilhelm Kahlo apponeva alla sua firma"8. Vicino al corpo nudo della Kahlo c'è "un'enorme orecchia di mare rotta dalla quale zampilla l'acqua, simbolo di sessualità femminile, come tutte le conchiglie", a dirci che "la sessualità di Frida presentava delle fratture e delle crepe"9. Sulla destra del quadro oltre al piede ferito, all'uccello dipinto sopra l'albero, al grattacielo che nasce dal vulcano e allo scheletro abbiamo due ragazze che giacciono su una spugna, entrambe nude. Una, bianca di pelle, è sdraiata e sembra stanca, provata da una qualche esperienza. L'altra, scura di pelle, è seduta e accarezza l'amica. Helga Prignitz-Poda dice che la figura che sostiene, consola, potrebbe essere l'amica immaginaria di cui Frida parla nel suo diario. Ma a ben guardare, nelle figure delle due ragazze è nuovamente contenuto un monogramma: W e K. Dietro alle due giovani abbiamo una fitta siepe fatta di foglie, alcune delle quali sono al rovescio per dirci, un'altra volta, che il quadro ci "parla d'altro" oltre a quello che è apparente. Dietro alle foglie Frida ha dipinto i suoi genitori, prendendo spunto dalla loro foto di nozze. Diversamente da questa, però, intorno alla spalla e al petto del padre c'è dipinta una corda. Tra il vestito da Tehuana e la spugna che sostiene le due ragazze galleggiano sull'acqua delle radici aggrovigliate che sembrano peli pubici e quattro capsule seminali, simili alle labbra della vulva, avvolte da un fiore rosso appassito, come fosse un fiocco. Nel quadro "La colonna spezzata" del 1944 (dipinto dieci anni prima della morte della Kahlo, avvenuta il 13 luglio 1954 probabilmente per un'overdose di sonniferi e antidolorifici) Frida riassume le tre esperienze della sua vita che l'avevano profondamente ferita. Anche in quest'opera il suo volto è ricoperto di lacrime a parlarci di tutto il suo dolore. La prima ferita, quella che risale all'infanzia (il Sole in Cancro è il segno che ha più memoria del passato e che con più difficoltà sa staccarsi da eventuali traumi avvenuti durante tale fase della vita) è qui rappresentata da una colonna (elemento che richiama l'arte greca, e quindi il tempo andato) che la pittrice dipinge al posto della sua spina dorsale (di per sé segno di stabilità e di capacità di stare in piedi da soli). La colonna di marmo, che in questo contesto sembra anche assumere una simbologia fallica, va in frantumi dentro di lei. La Prignitz-Poda ritiene che Frida "definisca con la colonna la fiducia in se stessa" (io direi anche il valore di sé e non a caso la potente congiunzione Venere-Plutone riceve la quadratura di Saturno a indicare una sorta di macigno (rimozione) messo sopra i traumi infantili, capace di donarle l'impassibilità che vediamo nel suo volto in molti autoritratti) "infranta all'età di nove anni da esperienze traumatiche"10. È probabile che questa prima ferita sia legata alla figura paterna. La seconda ferita narrata fa riferimento al trauma che la Kahlo visse a diciotto anni. Era il 17 settembre 1925 quando, in seguito a un incidente, un palo dell'autobus sul quale viaggiava le trapassò il bacino, provocandole gravi fratture ossee e lesioni interne. Più volte nella sua vita tentò di curare, con varie operazioni e con l'ausilio di busti di sostegno, come quello bianco dipinto in questo quadro, le ferite riportate alla colonna vertebrale. Un busto per camminare eretta, per percorrere la vita in modo autonomo, con le sue gambe e per appropriarsi di una struttura interna che le manca e che potrebbe permetterle di uscire da certe dinamiche di trattenimento spesso messe in atto. Cosa non facile perché le ferite più profonde (passate) e inconfessate l'hanno ridotta in frantumi e difficilmente il busto può contenerle. Qui la ferita è legata a un'identità fragile, a pezzi, che non riesce a crescere. C'è una parte del tema natale che evidenzia un'essenza bisognosa di sicurezze e fusionalità, capace di creare dipendenza negli altri, molto convenzionale, attenta alle tradizioni (Sole Cancro, Luna Toro) e un'altra eccentrica, originale, insofferente alle regole, inquieta e distaccata (Sole in casa XI opposto a Urano in casa V). C'è una parte volitiva, aggressiva (Marte in casa V) collocata in un segno che richiede costanza, direzione e resistenza (Capricorno). Un pianeta di controllo (Saturno) posizionato in una casa (la VIII) che ha un grande bisogno di intimità e in un segno (i Pesci) capace di totale affidamento. Saturno, inoltre, è quadrato a Plutone (simbolico signore della casa VIII) a parlarci del bisogno di imparare ad avere consapevolezza dei propri istinti e limiti personali. C'è una parte che ha bisogno degli altri, dolce, sensibile, che vuole nutrire, proteggere ed essere nutrita e protetta (valori Cancro, Toro, Nettuno e Giove congiunti al Sole) che confligge con un'altra determinata, ambiziosa, libera, trasgressiva, imprevedibile, selvaggia, combattiva e desiderosa di tagli e separazioni per potersi affermare (valori Capricorno, Acquario al discendente, Marte, Plutone e Urano forti nel tema). Tutto ciò è da mettere insieme, al proprio interno, come ribadito sia dal Sole in Cancro in casa XI il cui compito è di imparare a nutrire emotivamente senza dare vita a dipendenze, diventando liberi e autonomi, sia dal Nodo Nord in Cancro anche lui in casa XI. La terza ferita, rappresentata dai chiodi piantati sul corpo (in spagnolo colloquiale "estar clavado" significa essere tradito)11 si riferisce alla complicata relazione che Frida ebbe con Diego Rivera, che sposò nel 1929 e nel 1940 (anche di ciò parlano i difficili aspetti che riceve il Sole di nascita), al bisogno di essere una sola cosa con il marito, alla difficoltà di separarsi da lui (Saturno in casa VIII, Venere-Plutone-Saturno) e ai tanti tradimenti subiti e inflitti (Venere-Plutone). Nel quadro la Kalho tiene tra le mani un telo bianco con il quale copre le sue parti intime, quasi a voler continuare a coprire un segreto da sempre celato, nascosto. Frida non parla e non vuole che i suoi occhi ci rivelino qualcosa. Come dice il critico d'arte Achille Bonito Oliva "dinnanzi ai suoi autoritratti non siamo noi che la guardiamo, ma è lei che ci guarda". E noi non possiamo guardarla, conoscerla perché è lei stessa che non si vuole far conoscere e conoscere, è lei stessa che ha creato una barriera oltre la quale non possiamo arrivare, come vuole il suo Saturno in casa VIII. Casomai ci permette di scrutarla solo velatamente… e in ciò sta il suo fascino e la sua seduzione.
1, 6, 7, 8 - HELGA PRIGNITZ-PODA, Incontro tenutosi a Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, il 26 marzo 2014 2, 3, 4, 5, 9, 10, 11 - HELGA PRIGNITZ-PODA, Frida Kahlo, Rizzoli, 200 |
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