ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni
 
PLUTONE: il potere personale è vero amore e vera libertà.
a cura di Corrado Aguggini
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Ipotesi per una nuova Domiciliazione di Plutone



E’ inutile rammentare a noi stessi che della natura degli Archetipi strettamente astrologici (di Segno, di Casa o di Pianeta) ancora ben poco si sa e ben poco si conosce. Noi tutti – nell’arduo impegno di realizzazione del nostro Io-Sole – oltre a poterci anche impiegare una intera vita, disseminata di inciampi e fallimenti, raramente riusciremo a portare a compimento il nostro Sole-Archetipo nel massimo della sua potenza. Ma probabilmente neanche questo è il fine della nostra esistenza incarnata, come non è del resto necessario bere tutto il mare per conoscerne il pieno sapore … .

Uno degli archetipi che forse meno conosciamo, e che più temiamo, è l’archetipo Plutone.

Di esso archetipo non ritengo opportuno riprendere le già note caratteristiche e qualità. Vorrei tuttavia brevemente spezzare una lancia a favore della sua misteriosa e bellissima natura liberatoria e spirituale; demando, ovviamente a migliore trattazione una più esaustiva analisi delle piccole intuizioni qui succintamente riportate, aventi valore soprattutto come traccia per una prossima conferenza o studio sull’argomento.

Plutone è strettamente legato al concetto di potere personale. “Potere personale” è una espressione magica, vibrante, quasi paurosa, e che, proprio in quanto strettamente legata a Plutone, può essere anche portatrice di significati e sensi ambigui: la nostra civiltà e la nostra cultura - che ha strutturato se stessa sul “Potere”, ma non sull’idea, quasi opposta, di “potere personale” – assume spesso atteggiamenti ambivalenti, diffidenti, o troppo consenzienti, nei confronti dell’idea di “Potere”. Il potere personale è invece qualcosa di ben diverso, è comunque un qualcosa che nessun sistema collettivo potrebbe incoraggiare, anche perché chi ha potere personale (poco o tanto) non ama essere facilmente assoggettato al Potere altrui, né ama farsi dirigere la vita.

Volendo tentare una superficiale definizione di potere personale, esso costituisce la nostra capacità di vivere la nostra vita, delegando all’esterno, col tempo, ma sempre meno, le nostre più importanti istanze fondamentali del nostro Io. Potere personale può essere sinonimo di Casa Decima, di grande indipendenza e autonomia: emotiva, etica, estetica, intellettuale, affettiva, economica, sociale. Ma è anche qualcosa di più … . Potere personale è anche sinonimo di verticalità, di una verticalità che tuttavia si può fare piccola per meglio servire il prossimo. Potere personale è dunque anche sinonimo di servizio, nel suo significato più aulico; servizio al prossimo, servizio alla collettività, servizio ai più bisognosi, etc. Chi ha potere personale – e la cui coscienza ha raggiunto le vette di Casa X – non ha più bisogno di provare granché a se stesso e al mondo: costui si trova presso se stesso, con se stesso, in se stesso e vede dall’alto della vetta di Casa X tutto il creato. Ben si immaginerà quanto questo raro stato di coscienza sia ben lontano da un arido spirito di sacrificio dettato, ad esempio, da insensati sensi di colpa o di dovere, che a volte caratterizzano taluni Sole-Capricorno. Del resto un Capricorno/Casa Decima pienamente realizzato non può più avere sensi di colpa da espiare con immani sacrifici di sé; l’archetipo del Capricorno presuppone un ottimo livello di libertà, solitudine e di autonomia, e se questo raramente accade (quasi tutti noi del resto realizziamo spesso abbastanza parzialmente il nostro Sole-Io), non possiamo con ciò attribuire all’archetipo di turno qualità e caratteristiche che semmai sono propriamente nostre. Quindi il servizio al prossimo, in senso lato, in Casa X, fa da contraltare ai brividi della libera solitudine in vetta allo zoodiaco:



“ … Gli altri dieci, inteso ciò, si sdegnarono contro Giacomo e Giovanni. Allora, chiamatili presso di sé, Gesù disse loro: “Voi sapete che quelli che passano per capi delle nazioni le tiranneggiano, e i loro grandi fanno pesare il potere su di esse. Ma così non deve essere fra di voi. Al contrario, semmai, colui che vorrà diventar grande fra voi, sarà il vostro servo; e colui che fra voi vorrà essere il primo, sarà il servo di tutti. Poiché anche il Figlio dell’Uomo non è venuto per essere servito ma per servire …”


Vangelo di Marco, 10, 42



Ma non possiamo non comprendere quanto diversi possano essere i gradi di maturazione di potere personale, e quanto questi siano sempre da sintonizzare con il nostro concetto di “vita adulta”. Ovviamente molto dipende dal livello di coscienza dell’anima, dalla qualità del suo lavoro interiore, dall’età, dall’ambiente circostante, dai transiti astrologici importanti, etc. Come ricorda Ginette Paris nella sua “Vita Interiore” … “veniamo al mondo soli, moriamo soli. Fra i due poli, l’ovatta delle relazioni basate sull’illusione infantile deve ridursi” . Idealmente, un adulto deve potersi assumere la responsabilità delle sue scelte senza che gli si tenga ancora la manina e gli si ripari gli errori. Il mito di Paride insegna: si cresce solo attraverso il tener fede alle nostre scelte, pagandone tutte le conseguenze. Siccome tuttavia si tratta di un ideale – che si sostanzia poi nella realizzazione di una vera Casa Decima a livello di coscienza – bisogna ammettere che una indipendenza assoluta risulta praticamente irraggiungibile: probabilmente nessuno mai diventa completamente adulto, e quindi nessuno mai può vivere di un pieno potere personale. Maestri di ogni ordine e grado confermano che talvolta anche loro vacillano e provano i medesimi timori di un impaurito Puer. Del resto, dando una interpretazione strettamente letterale, non è lo stesso Cristo, che, nei Vangeli di Marco e di Matteo, si sente abbandonato da Dio durante la sua agonia in croce: “Eloì, Eloì, lamà sabactani ?” . In altre parole, è molto difficile che si possa raggiungere uno stato di totale autonomia, sperando di fare a meno di desiderare che qualcuno – Grande Madre - ci consoli dei nostri fallimenti, come un vero bambino (ovviamente narcisista). Anche le persone più individuate non sono adulti assoluti; e coloro che lo affermano sono bugiardi o incoscienti. Tuttavia, c’è in ciascuno di noi un istinto contraddittorio e ambiguo – come spesso è contraddittoria e ambigua la nostra umana natura – forse un istinto plutoniano, che, al momento opportuno, di fase in fase, di età in età, ci fa sempre balzare fuori dalla morbidezza della nostra culla del momento e dei nostri peluche interiori, e che ci fa saggiamente aggredire la vita in modo veramente adulto. E’ innegabile, tuttavia, come abbiamo già ricordato, che molteplici possono essere i livelli di potere personale raggiunto, e ritengo, con discreta certezza, che il livello di potere personale più elevato è raggiungibile, ed è stato raggiunto, solo da Avatar-Incarnazioni del divino amore di altissimo livello, come ad esempio Gesù:



“Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra …”


Vangelo di Matteo, 28, 18



Uno dei nostri compiti principali della vita è proprio acquisire sempre più potere personale, perché solo questo ci dà vera libertà, vera autonomia, e la piena capacità di vivere la vita secondo quella formula magica che tutto accetta, tutto scusa e tutto trasforma: l’Amore. Ma per fare ciò non possiamo non essere di volta in volta consapevoli tanto dei nostri progressi fatti, quanto della nostra strada ancora da fare, tanto della natura Senex conquistata, quanto della natura Puer da conquistare, tanto della natura Puer conquistata, quanto della natura Senex da conquistare. Ogni mio passo è un meraviglioso inciampo verso la mèta, certo come sono che quel passo lì non è né il punto di arrivo, né il punto di partenza, ma è sia l’uno che l’altro al contempo: ogni nostro fallimento è come la pietra scartata dai costruttori e che tuttavia, al contempo, diventa pietra angolare. Senza potere personale raggiunto a un livello sufficientemente solido, senza sentirsi in Casa X, senza solitudine e autonomia, senza Plutone, non si potrà pregustare il profumo della libertà Uraniana di Casa Undicesima, né la possibilità di sentirsi un'unica cosa con la vita, reintegrandoci in noi stessi nella Dodicesima Casa domicilio primario di Nettuno .

Arriviamo dunque all’aspetto testé menzionato della collocazione di Plutone nel sistema della Case. Vorrei per l’appunto concludere queste brevi riflessioni con un aspetto di teoria astrologica relativo alle domificazioni.

Proviamo orbene a pensare dove ex lege astrologica incontriamo Plutone: lo incontriamo in 1°, in 3° e in 8° Casa.

Facendo poi perno sulla natura speculare dell’astrologia - io non amo parlare di opposizioni, ma semmai di segni, case e pianeti speculari, perché il termine opposizione spesso preclude una migliore dialettica di quella che può proporre una situazione speculare - possiamo affermare abbastanza correttamente che Plutone ha rapporti precipuamente con le seguenti case: 1°, 7°, 3°, 9°, 8°, 2°. Parlare infatti ancora di domicili, esaltazioni, esili e cadute – per certi aspetti – potrebbe risultare un pò fuorviante, quanto appare ambiguo parlare ancora di opposizioni come di un qualcosa che “si oppone” a qualcosa d’altro. L’astrologia psicologica dovrebbe ormai distaccarsi (almeno da un punto di vista pratico, conservando magari nel cassetto le teorie classiche …) dalle vecchie costruzioni meccanicistiche: se la fisica quantistica ha dimostrato che l’universo è un unico ologramma, come possiamo ancora pensare con i vecchi modelli ? E’ come dire che il lobo destro del mio cervello si oppone al mio lobo sinistro … . L’astrologia è una disciplina estremamente complessa e intimamente legata al mistero della vita, con tutti i suoi anfratti coscienziali: a chi giova parlare ancora di dualità opposte ? Come gli avvenimenti non possono essere letti uti singuli, altrettanto il quadro astrale deve essere letto con la sintesi di un occhio amorevole … .

Ciò chiarito almeno da un punto di vista teorico, se vogliamo guardare con attenzione alla collocazione secondo gli elementi – e se teniamo comunque valida la vecchia logica dei domicili – Plutone si trova in domicilio primario in un segno d’acqua (Scorpione, 8° Casa), in domicilio base in un segno di fuoco (Ariete, 1° Casa), e in esaltazione in un segno di aria (Gemelli, 3° Casa). Per assurdo, Plutone, benché principe degli inferi, non detiene un buon domicilio ufficiale in un segno di terra, salvo anzi attribuirgli con l’elemento terra del Toro una posizione di esilio. Non solo. Plutone, con tutta la sua dimensione di potere personale, di forza creatrice, di archetipo del Grande Principio Maschile, con tutta la sua aura di pianeta transpersonale … e nonostante la lunghezza del suo ciclo … ebbene non ha praticamente una collocazione oltre la Casa 8° … un po’ poco forse … almeno apparentemente. E come è possibile che troviamo Marte in Ariete, insieme a Plutone, e troviamo Marte anche in Capricorno, ma di Plutone non vi è formale traccia ? Non sta forse scritto nella misteriosa legge astrologica che Marte e Plutone viaggiano spesso insieme, come del resto il membro virile e il seme fecondatore ? Se la Decima è del resto la casa dell’uomo realizzato nella sua completezza, come potremmo mai accettare l’idea di una scissione in quest’uomo, non riconoscendogli il suo più intimo potere personale di fecondare la vita, la materia, il mondo: potrebbe avere senso un pene senza testicoli ? Come non apprezzare anche Plutone in Casa Decima, unitamente a Marte e a Saturno ? Quale traide perfetta per la gestione del proprio potere personale, che è anche amore per sé e per la vita grazie alla libertà conquistata ! Ma aggiungiamo altro a questa ipotesi. Se possiamo degnamente dare a Plutone un “buon domicilio” in Capricorno/Casa Decima, non possiamo non negare che la cosa ben si confezioni con la natura (ovviamente speculare) di una tale forza in una casa, la Quarta, in cui più spesso si ha l’opportunità di cogliere quelle dinamiche plutoniane più difficili, più invischianti, più di potere sugli altri, più manipolatorie, più “magmatiche”, tipiche della dimensione familiare. Ancora: Plutone come morte, ben si colloca in una casa invernale come la decima capricornina, quando a gennaio, nel freddo dell’inverno, il seme è ormai morto e si sta preparando alla rinascita primaverile, la quale, a sua volta sarà nuovamente sotto il segno di Plutone in Ariete, perché Plutone è al contempo morte e resurrezione. Plutone come signore della soddisfazione di sé – potere personale – ben si colloca nel significato della Casa Decima. Plutone come principio vitale della ricerca di una forma precisa ben si colloca nello spazio creativo della Casa Decima, perché la forma è individuazione, che è successo personale (non necessariamente anche sociale), che è potere personale. Plutone come archetipo - con tutta la dicotomia che caratterizza ogni archetipo - è Puer come Plutone-Ariete, ma è Senex come Plutone Capricorno. Plutone come mancata fecondazione di sé, conduce a una narcisitica proliferazione dell’Io, alla costante ricerca di una affermazione di sé con i metodi più plutoniani per l’appunto: menzogna, truffa, mitomania, istrionismo, manipolazione … tutte caratteristiche queste che spesso stanno alla base del tanto decantato concetto di successo dell’odierna società, e che così tanto spesso l’astrologia si impegna a collocare in Casa Decima.

Ben altro potremmo aggiungere, ma mi sento sempre più convinto che il viaggio simbolico di Plutone non termina con lo Scorpione, per poi riprendere vigore solo in Ariete. Troppo spazio e troppo tempo occorrerebbe, e si lascerebbe sguarnita una casa, come la Decima, troppo delicata e importante per non avere in sé la forza di un un pianeta transpersonale così importante come Plutone, il quale, inoltre – a differenza di Urano e Nettuno – riesce ad avere domicilio e cittadinanza in case anche sotto l’orizzonte.

Nessun pianeta, e quindi nessun archetipo, gode di una libertà di collocamento e di movimento come Plutone. Plutone come collante fra ciò che sta sotto e ciò che sta sopra. Plutone come Puer e Senex. Plutone come vita e morte, creazione e distruzione. Plutone come preparazione e viatico alla Libertà di Urano e alla Gioia di Nettuno.

Quanto proposto in queste poche pagine è ovviamente solo frutto di brevi e superficiali riflessioni. Occorrerà uno sforzo maggiore, più profondo, più plutoniano appunto, per veramente scoprire se abbiamo individuato un nuovo tassello del mistero dell’astrologia e del mistero di Plutone.




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