ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni |
Johannes Georg Faust |
a cura di ELENA ARFE' |
Inserito il su Eridano School - Astrologia e dintorni |
PREMESSA Quando ero sola in casa, tenevo sempre la porta aperta, non avevo paura dei ladri, ma, se fosse apparso un fantasma, avrei potuto scappare. Ho cominciato a chiudere la porta e iniziato a scrivere questo libro. INTRODUZIONE Alla fine del primo anno di corso di “ Astrologia Umanistica “ è stato affidato a noi studenti il compito di svolgere una tesina: “ Il Maschile e il Femminile nell’individuo e nella coppia “. L’idea di quale sarebbe stato il tema del mio lavoro mi è venuta fulminea. In quel periodo stavo leggendo “ La forza del Male “di Carotenuto, in cui, fra le altre figure, si parla anche di Faust. Ancora a dicembre avevo prenotato i biglietti per lo spettacolo teatrale “ Il dottor Faust “ di Glauco Mauri e, per l’occasione, stavo rileggendo il dramma di Goethe. Mi sono chiesta il perché il dott. Faust fosse arrivato al pensiero della morte e del suicidio. Le motivazioni da me adottate non sono scaturite dalla razionalità, ma ho cercato di sentirlo, mi sono fatta guidare dall’intuizione, dalla fantasia ed ho immaginato l’evoluzione della sua Individualità, del suo Sé, del suo progetto di vita. Ho costruito il Tema Natale del dott. Faust Il lavoro è diviso in tre parti: a) la vita di Faust dalla nascita all’età di 55 anni correlata al Tema Natale b) tentato suicidio di Faust nel suo studio e transiti planetari c) nuova vita di Faust che ripercorre il poema di Goethe Lo sviluppo del lavoro ha avuto come presupposto e fondamento stesso i due caratteri del Femminile: elementare e trasformatore. Il carattere elementare è l’aspetto del femminile che tende, in quanto Grande Cerchio, a mantenere fermo ciò che da esso sorge. Di fronte al carattere femminile elementare, l’Io e la coscienza sono privi di autonomia. Il carattere femminile può estrinsecarsi in maniera positiva nell’offrire protezione, nutrimento e, in senso negativo, attraverso il rifiuto e la privazione. Faust, nella prima parte della vita, ha conosciuto, attraverso la madre il carattere femminile negativo che costituisce la base dell’aspetto conservatore, stabile e immutabile del Femminile, ma quando la sua personalità si comincia a differenziare, il carattere femminile trasformato preme muovendo verso lo sviluppo. L’Anima, principio trasformatore della grande Madre, prepara a Faust-eroe una prova da affrontare: Faust soffre di una depressione psichica caratterizzata da un abaissement du nuveau mental che si estrinseca in un indebolimento della volontà, in stanchezza, incapacità di lavorare, in contenuti negativi come pensieri di morte e tendenze suicide. Questa fase corrisponde ai transiti dei Pianeti transaturniani sul pianeta Mercurio. La funzione del pianeta Mercurio, nell’apparizione a Faust, si concretizza sotto forma di Mefistofele e permette alle energie di confluire attraverso la funzione di psicopompo (1), nella coscienza, permettendo così all’IO di inglobare alcune parti dei contenuti archetipici sempre negati. Nella terza parte, ispirata dal racconto di Goethe, Faust attraverso l’incontro di due figure femminili (Margherita e Elena), compie la genuina esperienza dell’essenza femminile; è proprio grazie a queste esperienze che Faust si riappropria dell’Anima e opera il distacco dall’archetipo della madre. Come dice Jung “ L’anima ha in sé una possibilità di rapporto, una corrispondenza con l’essenza divina ed è proprio nel processo di individuazione che essa emerge alla coscienza dell’Io e porta il contrassegno femminile”. Capitolo I parte I - Storia della famiglia d’origine Johannes Georg Faust nasce il 19/08/1480 alle ore 05,25 a Francoforte-Germania da Franz ( 1445-1505) ricco mercante-imprenditore e Matilda Virding (1457- 1517 ). Matilda è l’ultima figlia di una nobile, decaduta famiglia terriera, e il suo destino, deciso fin dalla nascita dal padre, è la clausura in un convento. La fanciullezza di Matilde è senza giochi e spensieratezza perché le viene impartita una rigida cultura religiosa. Le vicissitudini economiche della famiglia inducono il padre, un aristocratico feudale, a combinare il matrimonio fra Matilda e il ricco commerciante Franz. Franz è un uomo affascinante, ricco, amante della vita. E’di religione hussita, dottrina teologica tradizionale basata sul realismo (2). Franz è un uomo pieno di interessi, frequenta i salotti mondani, ha relazioni con più donne, ma quando gli viene proposto l’accordo matrimoniale accetta senza problemi. Nel loro primo incontro, che si svolge nel castello dei Virding, Franz è deluso da questa giovane ragazza minuta e silenziosa che per tutto il tempo del colloquio tiene gli occhi bassi. Matilda, invece, si innamora subito della voce di quest’uomo, dei suoi modi sicuri, ma, essendo timida ed introversa, si chiude ancora di più. Franz e Matilda non si incontrano più. Il matrimonio si celebra due mesi dopo, e, subito dopo, i coniugi Faust si trasferiscono nella villa di Franz a Francoforte. Il primo rapporto sessuale di Matilda non è traumatico, Franz uomo esperto non ha fretta, non è violento e cerca di non intimorirla. Matilda si sente inadeguata nelle vesti di padrona di casa nella villa grandissima e rimane spesso nelle sue stanze. E’ abituata alla solitudine e preferisce, nonostante le sollecitazioni di Franz, non partecipare alla vita mondana. I coniugi Faust hanno un primo figlio Philip, nel 1477. Matilda è trasformata da questa nascita, riversa tutto l’amore che non ha mai potuto manifestare sul figlio: lo allatta, accudisce e non permette a nessuno di tenerlo in braccio. La nascita di Philip conferisce a Matilda una serenità interiore che le permette di creare un primo, seppur tenue, legame con il marito. Franz è fiero del figlio ed è stupito dal nuovo atteggiamento della moglie che comincia a sorridere a tutti e finalmente si interessa di quello che succede in casa. In casa ora c’è armonia, Matilda ritrova la fanciullezza mai vissuta con il figlioletto: gli parla, ride per ogni suo minimo progresso e non lo lascia mai. Dopo due anni Matilda si accorge di essere nuovamente incinta e attende con gioia questa nuova nascita. E’ lei stessa che ricama il corredo e continua a dire al marito e a Philip che nascerà una bellissima e dolce bambina. Matilda è così felice in questo periodo da averne quasi paura. La sera del 18 agosto 1480 Matilda è nella sua stanza in preda ai dolori del travaglio, il piccolo Philip è in giardino col padre. Matilda non ha paura del dolore, partecipa al travaglio pensando con gioia alla bambina che sta venendo al mondo. Intanto Franz, parlando con il giardiniere dell’ampliamento delle aiuole che intende attuare, lascia la mano di Philip, si distrae. Philip cade, per raccogliere il bastoncino con cui sta giocando, nella fontana. Viene soccorso dal padre, ma muore poco dopo. A Matilda l’incidente non viene riferito subito e, solo a nascita di Johannes Georg avvenuta, il marito le confessa, disperato, l’accaduto. Matilda ascolta in silenzio, non piange, non si dispera; affida Johannes alla balia e si chiude in un silenzio sordo e pesante che l’accompagnerà per tutto il resto della vita. Il dolore per la morte del primo figlio chiude per sempre il suo breve e sterile ciclo d’amore. Matilda non perdonerà mai al marito la sua distrazione, ma a rendere più drammatica la sua sofferenza è la certezza che quella è stata la punizione divina per il suo allontanamento dalla dottrina e per aver assaporato le gioie della carne. Tema Natale Johannes Georg Faust nasce sotto il segno del Leone, con ascendente Vergine ordine, precisione, autodisciplina e perfezionismo sono la base su cui si poggia la Persona-Maschera che ha scelto. Si identifica con la personalità data a se stesso e da subito la sua ombra è la paura di disintegrarsi: cercherà per tutta la sua vita di conoscere e controllare tutto. Si radica tenacemente all’elemento Terra perché questo gli da sicurezza. Capitolo 2 parte I - La mentalità che ha trovato Matilda è intrappolata nella sua sofferenza, rifiuta di allattare il piccolo Johannes che viene affidato ad una balia. Matilda non ha affetto da dare e non cerca neppure di simularlo. Vive i pochi momenti con il figlio come una prova, un sacrificio che Dio le chiede per redimersi. Faust è un infante silenzioso. Percepisce che deve nascondere e negare la parte di sé che sua madre non approverebbe: la vitalità e la spontaneità. Faust si attacca alle mammelle della balia con grande vigore, succhia instancabile finchè, sfinito, si addormenta. Fra una poppata e l’altra non piange mai. È un bambino grosso, sano ed ha i capelli fulvi del padre. La stanza di Faust è adiacente a quella della madre e sia la balia che la cameriera, per non disturbarla, parlano sempre pianissimo cercando di attutire qualsiasi suono. NOTE ASTROLOGICHE Casa 2 cap. 2 p. I Vergine- Bilancia La seconda casa corrisponde ai primi 60 giorni- 1 anno del bambino; è in questo periodo che si crea il legame emotivo con la propria Madre. L’interazione, cioè la comunicazione profonda che si attua quando la madre decodifica correttamente i bisogni del bambino, forma nell’infanzia l’attaccamento sicuro. In questa casa dovrebbe trovare contenimento ( pianeta x ), cibo ( Giove ), amore ( Venere). L’attaccamento sicuro da origine ad una relazione non basata sui bisogni, gratificazioni un “ DO UT DES “ di sicurezza, ma; ad una relazione in cui l’autostima farà da presupposto a qualsiasi relazione futura. In questo tema, essendoci Saturno e Plutone, ci troviamo di fronte ad un attaccamento insicuro. Infatti Saturno vive la fragilità emotiva come difficoltà; la Madre non riconosce i bisogni emotivi del bambino e da origine ad un Amore Rifiutante. Plutone in 2° Casa fa avvertire la potenzialità distruttiva di una madre depressa. Faust vive la sua infanzia in un ambiente rigido, manipolatorio e per niente attento ai bisogni di un bambino. Al piccolo Faust non è permesso di esprimere le sue esigenze di infante. I segni coinvolti (Vergine e Bilancia) ci parlano di poca affettività. Faust deve da subito mettere in atto grandi autodifese psicologiche e quindi, nel suo primo rapporto con il mondo esterno, privilegia l’adattamento, il che comporta la rimozione di componenti della personalità. Faust comincia il viaggio della vita che va in senso opposto alle aspettative inconsce. Capitolo 3 parte I Matilde e il figlio Johannes sono chiusi in un isolamento quasi monasteriale. I valori del piccolo Faust si assestano su quelli della madre: principi rigidi e dialoghi basati sulla formalità del quotidiano. Faust viene educato con inflessibilità morale legata ad un rispetto maniacale della forma, è un bambino che ha la libertà di un animale in gabbia. Il giardino gli è vietato; gira solo per le stanze della villa, così scopre la biblioteca, il luogo dove passerà l’intera infanzia. Matilde ha malumori continui, atteggiamenti contrastanti. Il suo desiderio di ritirarsi in clausura contrasta con il dovere di stare con questo figlio che affettivamente non riconosce. Faust è un bambino ingordo, prima dei pasti si reca nella cucina dove, con la complicità della cuoca, mangia abbondantemente. Il pranzo ufficiale è consumato in soggiorno dove c’è il quadro che raffigura il piccolo Philip. Il dipinto rappresenta un bambino biondo, occhi neri con accenno di sorriso: Faust lo trova triste come la madre. Ha chiesto alla cuoca dove fosse quel bambino e lei, sussurrando:” E’ il tuo fratellino morto , salito al cielo la notte in cui tu stavi nascendo. Ah, che brutto giorno è stato quello per tutti noi!” Matilda prima del pasto recita la preghiera; il pasto è consumato in silenzio e Faust ogni volta divora il cibo sperando che quel rito venga consumato al più presto. La sera Matilda non scende per cena e Faust mangia tranquillamente in cucina; non è un bambino grassso: deve nutrire due persone distinte. Faust ha capito che le emozioni possono distruggere la propria costruzione interna, e allora si illude di passare tutto attraverso il pensiero, usa le parole quale unico mezzo di comunicazione. Note astrologiche Cap. 3 p.I La Luna è in casa 3° È una Luna legata alla Mente, al Pensiero, alle Paure, alle Emozioni; è una Luna idealista che fa fatica a sentire la sofferenza degli altri. La Luna in Bilancia: rappresenta la figura di madre non empatica, che fa fatica a sentire le emozioni del bambino. La Luna è inoltre quadrata a Giove: è una Madre non nutriente affettivamente e in Faust si generano, a livello inconscio, grandi frustrazioni e ricerca continua di qualcosa che non basterà mai. In astrologia Giove è legato all’idea dell’insaziabilità e per Faust l’insaziabilità è legata al non aver avuto nulla a livello affettivo. Giove considera cibo tutto ciò che gratifica: Faust si ciberà di conoscenze. Capitolo 4 parte I Franz, dopo la morte del primo figlio, è un uomo divorato dal rimorso. Cerca di instaurare un dialogo con la moglie per farsi perdonare, ma capisce che il matrimonio, basato su un fragile equilibrio, è distrutto. Non si mostra affettuoso con il piccolo Johannes per timore di offendere la sensibilità della moglie e alla fine, non sopportando il clima domestico, si allontana sempre di più dalla famiglia per viaggi di lavoro. Franz , dopo pochi anni dalla tragedia, decide di trasferirsi definitivamente ad Anversa, ma alla moglie e al figlio non comunica la decisione, la sera prima della partenza entra nella stanza del figlio e mette sul comodino, vicino al letto del piccolo Faust, una pagina tratta dall’opera di J. Hus: “…perciò fedele cristiano cerca la verità, ascolta la verità, apprendi la verità, ama la verità, di la verità, attieniti alla verità, difendi la verità fino alla morte: perché la verità ti farà libero dal peccato, dal demonio, dalla morte dell’anima e in ultimo dalla morte eterna”. In quel momento Faust si sveglia, il padre gli si siede accanto e lo accarezza finchè non si riaddormenta: è davanti ad una grande pozzanghera, l’acqua è nera, tutto intorno è buio. Da la mano a qualcuno, ma non sa a chi, non osa alzare gli occhi. La stretta è forte e sicura. Faust mette i piedi in acqua e affonda nel fango. Vuole tornare indietro, ma quella stretta, quella morsa non glielo permette. Vuole gridare, ma non riesce; alza la testa, ma accanto non ha nessuno. Al risveglio, trova la pagina scritta dal padre, è troppo piccolo, non comprende, la chiude nello scrigno e, pur non sapendo perché, la conserverà per lungo tempo. Il testamento psicologico che Franz lascia al figlio, con cui non avrà più nessun rapporto, è il suo unico messaggio d’amore. Franz provvederà per tutta la vita, generosamente, al mantenimento del figlio, ma i contatti con il piccolo Johannes saranno solo epistolari e sporadici. Con il passare del tempo il piccolo Faust, per non soffrire troppo dell’abbandono del padre, cancella completamente il suo ricordo e quindi opera una potatura della memoria paterna. Faust non serberà alcun ricordo del padre. Di lui la madre non parlerà mai. Faust è uno sradicato ma, contemporaneamente, si instaura in lui la lotta mentale con il padre interiore; questa lotta interiore darà origine a crisi esistenziali con volontà di autodistruzione. Note astrologiche. Casa 4 Cap. 4 p.I La Casa IV è l’ambiente emotivo in cui abbiamo vissuto. Possiamo solo immaginare il dramma, per un Sole Leone, di non avere il riferimento di un padre, presente, forte come richiederebbe questo Sole che più di altri ha bisogno di individuarsi. Se pensiamo al viaggio dell’eroe, che è un viaggio verso l’individuazione, constatiamo l’impossibilità per Faust di fidarsi e affidarsi al suo maschile interiore. Nettuno e Urano in casa IV, Scorpione, rappresentano il padre che non c’è fisicamente e, contemporaneamente, l’archetipo del padre “ distruttore “. Nettuno, opposto al Medio Cielo, simboleggia la paura dell’Autonomia interiore Il Sole è quadrato a Nettuno e rappresenta l’Io che vuole controllare l’Inconscio perché lo pensa pericoloso. Marte e Urano lavorano per l’Affermazione e l’Individuazione ( ANIMUS ). Nettuno quadrato al Soleda sempre dipendenza da qualcosa: Faust predilige il campo culturale per compensare il vuoto di affettività che sente dentro. Questo aspetto, oltre ad essere potente, è anche contraddittorio: il Sole lavora per l’individuazione, mentre Nettuno tende alla congiunzione del tutto e ciò provoca in Faust sentimenti confusi, tristezza di fondo, crisi esistenziali con volontà di autodistruzione. Urano in Sagittario rappresenta l’archetipo del padre instabile, anticonvenzionale e soprattutto la lotta mentale col proprio padre interno. Marte e Urano congiunti danno una potente energia psichica che agisce come se fosse sempre in atto una sfida con se stessi. Marte in IV casa suggerisce un’aggressività molto nascosta ed una rabbia che viene celata, ma che lavorerà sotterraneamente. E’ come avere dentro se stessi un vulcano temporaneamente addormentato . Nel tema Natale di Faust Marte trigono a Urano simboleggia un padre vissuto, nell’inconscio, come potente e virile, però bisognerà sempre battersi con l’immagine di questo padre per poterlo superare e poter così raggiungere autonomia e identità. Capitolo 5 parte I – Casa di ricreazione C’è il bisogno per tutti di esprimere la propria carica vitale, ma in Faust qualsiasi bisogno è stato negato dall’educazione materna e quindi Faust nega a se stesso di avere bisogni. Faust sta sempre da solo, ma questo non gli crea problemi, perché la sua realtà sono la solitudine e il silenzio della villa in cui vive. Passa ore ed ore nella biblioteca dove sono riposti centinaia di libri acquistati dal padre. Ama leggere e, ogni volta che prende in mano un libro, prima di leggerlo, si sofferma con le dita sulla copertina, lo accarezza e se lo porta al petto, lo stringe e poi, con calma, lo depone sullo scrittoio; attende qualche minuto per pregustare il piacere che ne trarrà e poi si immerge nella lettura. E’ingordo nella lettura, come lo è nel cibo, può leggere ore e ore senza mai distogliere lo sguardo. La svolta, nella vita del piccolo Johannes, si ha quando Matilda, per la sua educazione, si avvale di Paul Chacot, dotto padre benedettino, che coniuga il rapporto tra cultura e formazione spirituale attraverso l’insegnamento della grammatica, dialettica, retorica, astronomia, geometria, aritmetica e musica. Per Faust padre Chacot sarà il “Maestro”, colui che direzionerà la sua passione per lo studio. Chacot trova in questo fanciullo un allievo eccezionale e il loro rapporto si basa su rispetto e stima reciproca. Chacot arriva in villa la mattina presto e la sera, prima di andar via, conferisce con la madre di Faust che ogni giorno chiede conferma delle doti di studioso del figlio. Note astrologiche Casa 5 Cap.5 parte I Nella casa 5° ci identifichiamo come sesso corporeo e psicologico. È la casa della creatività, degli hobbis, di quello che veramente ci ri-crea. Faust si nega, sul modello della madre, qualsiasi piacere della vita ( Luna-Giove ). Non ha nessun rapporto con la madre, ma non può identificarsi neanche con il genitore del suo stesso sesso e perciò rimane “sospeso “ in attesa. La 5^ Casa è anche “la casa delle passioni” e Faust si appassiona allo studio come unica fonte di certezze. Negli studi è libero dalla figura materna e nel contempo sa che lei lo approva e riconosce. È una vitalità che si esprime nella passione della conoscenza (Sagittario) e con l’autocontrollo convogliato verso la tenacia nel lavoro ( Ascendente Vergine ). Capitolo 6 parte I All’età di 12 anni Faust viene mandato a studiare nel monastero di Wittemberg. Le regole sociali che incontra, seppur rigidissime, non sono per lui un problema essendo invaso, per educazione, di regole interne. Nella biblioteca del monastero trova una preziosa trascrizione delle opere antiche sulla cultura medica e, con la complicità del bibliotecario, porta un volume per volta nella sua stanza e la sera la passa leggendo. Approfondisce contemporaneamente gli studi di botanica e teologia. Faust si dedica allo studio della natura in tutti i suoi aspetti con lucido e freddo intelletto cercando l’unità della vita nella sua struttura organica. La sua ossessione è tesa a conoscere e a capire tutto per ancorarsi a concetti che gli diano solide certezze. Frequenta regolarmente le lezioni, ma prova insofferenza per la rigida struttura della scuola che non gli permette di frequentare solo le lezioni che lo interessano. La notte comincia a sognare, o meglio si sveglia ricordando i sogni. Il più ricorrente è quello in cui è sospeso nello spazio e grandi figure geometriche gli ruotano intorno, ogni volta però che cerca di afferrare qualcosa è paralizzato nello sforzo. Si sveglia con una sensazione di impotenza. Note astrologiche Casa6 cap. 6 parte I I rapporti con il quotidiano sono improntati con abilità di adattamento diplomatico tendente ai compromessi Faust ha la grande ambizione di continuare le sue ricerche e affermarsi professionalmente, perciò si adatta all’ambiente culturale. Faust ha la casa 6^ in Acquario: una persona che vuole essere libera dalle regole e da ogni schematismo imposto dall’esterno, ma avendo una visione della realtà assolutamente egocentrica, è come un’Aquila che ha scelto di restare in gabbia perché non ha mai conosciuto l’ebbrezza del volo. Capitolo 7 parte I All’età di 18 anni lascia il monastero e si iscrive all’università di Medicina. Si laurea, ma non volendo professare perché non vuole avere contatti con gli uomini, decide di insegnare ANATOMIA nella stessa Università La fama di dotto del dottor Faust fa sì che alle sue lezioni accorrano moltissimi studenti, ma il rapporto con gli altri è viziato da una soggettività esasperata. Faust è un ottimo professore, ma non instaura nessun rapporto con gli allievi. I rapporti con i colleghi sono diplomatici, spesso ipocriti, perché Faust prova disprezzo per gli altri. Vede negli altri dei Lemuri intenti a scavarsi la fossa, la loro vita gli appare misera, inutile concentrata sull’avidità di denaro e di invidia verso gli altri. Di contro, F. appare agli altri un Sole freddo, distante. Tutti lo ammirano, ma nessuno prova simpatia per lui. Nell’ottobre del 1505 riceve la lettera del notaio che gli comunica la morte del padre. Faust va nella sua stanza, prende nello scrittoio, riposto sull’armadio, la lettera del padre e la lancia nelle fiamme del caminetto. È notte: Faust sogna di tornare a casa; è in compagnia di uno sconosciuto. C’è il sole, gli alberi sono pieni di foglie, si sente bene. Arrivano in una piazza: Faust si guarda intorno e si accorge di non sapere più dov’è la sua casa: comincia a balbettare scusandosi con l’altro. Entra nell’androne di un palazzo, sale le scale, tutte le porte sono spalancate, si vedono persone intente a fare qualcosa. Guarda in alto: la scala continua all’infinito. Si volta verso l’altro e dice:” ero sicuro che fosse qui la mia casa, ma non riesco più a trovarla”. L’altro lo guarda, sorride e gli dice di non preoccuparsi; gli prende il braccio per scendere di nuovo le scale, ma Faust non vuole e si attacca alla balaustra. Si sveglia madido di sudore. Note astrologiche Casa 7 cap. 7 parte I Psicologicamente la casa VII descrive l’atteggiamento generale dell’Io nei confronti degli altri e della collettività. È anche la casa di tutto ciò che non risolviamo di noi e che proiettiamo sugli altri. In Faust c’è una grande paura del caos naturale e spirituale, del vizio, dei pensieri morbosi e perciò limita, inconsapevolmente, i rapporti con gli altri all’ambiente universitario. Capitolo 8 parte I Le donne per Faust sono sempre state una “ rappresentazione del genere umano” e non le ha mai conosciute. Non entra in nessuna relazione in assoluto e tanto meno con donne perché l’unica donna conosciuta è la madre, ma è un femminile gelido che non lo incuriosisce, anzi lo percepisce come distruttivo L’unico rapporto che ha è con se stesso, ha l’atteggiamento aristocratico e narcisista di chi pensa di essere il fine ultimo della sua esistenza. Una sera Faust è costretto a partecipare ad una cena a cui sono invitate le mogli dei colleghi. Faust è a disagio, mangia molto, ma non partecipa a nessuna discussione. Torna a casa, va a letto e si addormenta subito. È in una carrozza c’è un uomo biondo, capelli ricci, ha un sorriso che è un ghigno sulla faccia. Faust ha due bambini in braccio, un maschio e una femmina. Sa che quell’uomo è un mostro che vuole uccidere tutti. La carrozza si ferma; Faust rimane dentro con i bambini; si avvicina una bella signora, l’uomo le sorride. Faust sa che sta per essere uccisa e grida. La signora guarda stupita l’uomo, ma lui le sorride: lei si rassicura. Faust si vergogna, nessuno crederà che quell’uomo è un mostro omicida. La signora si volta per andare via e in quel momento il mostro la pugnala alle spalle Faust capisce che non c’è scampo. In camera da letto di Faust: l’uomo è a letto con la femminuccia che gli dorme a fianco. Faust ha il bambino in braccio, li guarda e mentre esce dalla stanza dice alla bambina:” stai tranquilla, dormi bene, ci vediamo domattina “. L’uomo fa cadere la cicca che sta fumando e gli dice di raccoglierla; Faust vorrebbe reagire, ma ha paura delle conseguenze e quindi raccoglie la cicca. Prima di uscire dalla stanza guarda di nuovo la bambina, sa che sarà sacrificata. Si sveglia, è inquieto, non capisce quella tristezza di fondo che lo sta attanagliando. Accende un lume e comincia a leggere. Note astrologiche Casa 8 cap. 8 parte I Nella casa 8^ si va a riconoscere la relazione intima, ma Faust ha sperimentato nella casa 2^ l’abbandono da parte della madre e quindi non instaura qualsiasi relazione per paura del tradimento ( imprinting interno). La Casa 8^ rappresenta il potere personale, i limiti e quindi Faust dovrebbe lasciar cadere la Maschera- personalità, ma non essendo sicuro di sé non può mostrare la propria parte intima, perché ha paura che sia trafitta. Capitolo 9 parte I Faust ha scelto gli studi per ampliare la mente, ma si accorge piano piano che il sapere non trasforma una realtà che non gli piace o che comunque non sente sua. Nell’intimo di Faust comincia a premere un conflitto esistenziale irrisolto tra cinismo disincantato e slanci idealistici. Ha voglia di staccarsi dall’ambiente in cui vive quasi rintanato, ma, contemporaneamente, prova disillusione per il “fuori”. Queste sensazioni sono accompagnate o meglio supportate da una non volontà di introspezione, perché probabilmente sa che quello che vedrebbe non gli piacerebbe. La scelta di essere medico e ricercatore scientifico gli hanno fatto credere di essere al riparo da inquietanti conflitti interiori e di trovare serenità nella certezza della conoscenza. E’ nella piazza centrale del paese, è appoggiato al portone della chiesa in compagnia di una donna alta, corpulenta, che lo continua a baciare e a chiedere se gli piace. Faust si scosta e risponde che ; non è abituato a ricevere tutti quei baci. La donna gli chiede di rimanere con lei due giorni a casa sua. Faust risponde di sì, ma sa che non vuole stare con lei. Faust ora è a casa: c’è un uomo mascherato da donna, di spalle davanti ad uno specchio, qualcuno gli sta facendo qualcosa ( una puntura ? ) e gli dice che ora finalmente diventerà quella donna che vuole essere. Questo si gira verso lo specchio: è orribile, la faccia sfigurata, lancia un urlo, ha voglia omicida. Alza le braccia e le muove a mulinello. Faust corre nel corridoio, esce dalla porta, ma questa fa fatica a chiudersi, pensa “Dio aiutami! Ma no, ho fatto cose orribili, non mi verrà ad aiutare “…..e invece riesce a chiudere la porta. Fuori ci sono altre persone, grida “ Scappate, Scappate “ Si sveglia gridando. Parte astrologica cap 9 Casa 9 - Ariete La 9° rappresenta il primo contatto con l’Inconscio ed è qui che si trova la differenza fra quello che è fuori e cosa si percepisce, cosa vuole la persona e cosa richiede il mondo esterno. La 9° casa chiede di uscire dalle maglie della realtà e rappresenta il collegamento con la dimensione spirituale. Nel Tema Natale di Faust la casa 9 è in Ariete, segno di fuoco, che vuole una sua verità. Capitolo 10 parte I 30 Maggio 1517; Faust riceve la notizia che la madre è ammalata. In quel periodo ha la sessione degli esami e quindi posticipa la visita; quando si reca alla villa di Francoforte la madre è ormai morta. Faust, durante il funerale, pensa che la madre è morta tanto tempo prima. La sera va nella villa e non si stupisce di trovare tutto immutato: mobili, tende, tappeti. Gli scaffali della biblioteca sono vuoti da quando si è fatto spedire tutti i libri all’università. Si siede nella poltrona e prova quella sensazione di freddo, di buio che solo un libro riusciva a dissolvere. La sera, per la prima volta, entra nella stanza della madre con la speranza che qualcosa, negli oggetti, gli permetta di conoscerla meglio. C’ è l’inginocchiatoio ai piedi del letto, le tende scure sono tirate, i libri di preghiera sul comodino, il rosario che le vedeva sempre tra le mani, sul guanciale, ma nulla di tutto questo le racconta di lei. La notte si addormenta nel suo letto. E’ in compagnia di un bambino lo tiene per mano gli mostra il lago dorato, ma quando si avvicinano si accorge che l’acqua è torbida, piena di pesci. Il bambino gli chiede di entrare, ma lui si ritrae. Il piccolo gli lascia la mano si tuffa e scompare. Lui pensa che si dovrebbe tuffare, che dovrebbe salvarlo, ma poi si guarda intorno: non c’è nessuno, scappa… è contento. Pensa che anche questa volta ce l’ha fatta. Si sveglia, tutto è immobile…silenzio…buio…solo il suo cuore batte convulsamente. Fa ritorno all’Università; è un uomo autonomo economicamente, distaccato e arrogante con gli altri, vive la sua interiore inquietudine, il suo tormento in solitudine. Si accanisce ad approfondire gli studi scientifici cercando di scrutare gli aspetti più intimi delle cose per rilevarne il senso. Nonostante abbia cercato, nell’insegnamento, una realizzazione personale, è sempre più malinconico: ha l’impressione di insegnare ciò che non sa. Ha paura dell’autonomia interiore e quindi sceglie di soffocare i conflitti, negando e mutilando la parte emozionale di se stesso. Il rapporto con la madre vissuto nell’infanzia gli ha lasciato un’impressione profondamente negativa. Faust non ha mai incontrato l’Amore e, poiché amare significherebbe studiare se stessi attraverso l’altro, rinnega il sentimento e rimane intrappolato dietro la propria maschera. Note astrologiche. Cap. 10 parte I La casa X rappresenta la capacità di autonomia Nettuno opposto al Medio Cielo- Toro. Faust non cerca l’indipendenza interiore, perché è troppo opprimente la figura Materna. Le opposizioni con la quarta casa sono esplicative di una difficile autonomia psicologica per la sua storia familiare. E’ un’autonomia fortemente voluta, desiderata, ma in realtà mai raggiunta; questa opposizione parla anche di un disagio, nato nell’infanzia, che lo ha sempre accompagnato e che gli ha impedito di riconoscere la parte affettiva con tutti i bisogni di cui è portatrice. Capitolo 11 parte I Faust ha paura del controllo degli altri, paura di subire perdite e tradimenti, e quindi i suoi rapporti sono selezionati e basati sul concetto “ do ut des “. Si aliena la simpatia dei colleghi per un senso critico sempre tagliente e spesso usato con cattiveria. Considera i colleghi pedanti, soddisfatti di un sapere da cui sperano di trarre profitto. Si annoia in loro compagnia. Gli dà soddisfazione essere in cattedra e avere una platea di persone che per ora lo ascolta in silenzio reverenziale. Una sera, stanco di leggere, ma contento perché alla sua lezione hanno assistito dottori venuti da molte città della Germania, si addormenta sulla poltrona. È’ in cattedra, sta facendo lezione, l’aula è piena di studenti. Un uomo in fondo all’aula si alza e gli chiede, sorridendo, se ripete quello che ha appena spiegato. Faust non ricorda nulla, tutti aspettano immobili, c’è un gran silenzio. Si accorge all’improvviso di non essere il professore, ma un impostore. Dice “ scusate, ho una cosa importante da fare “. In fretta esce dall’aula, si chiude la porta alle spalle. Ce l’ha fatta, non si sono accorti di nulla.” Ma fuori dalla porta c’è di nuovo quell’uomo…” Annuisce sorridendo. Si sveglia all’improvviso, ma non riesce a muoversi; prova con il piede, la mano… nulla. È paralizzato. Si apre la porta e nella stanza entra la vecchia governante che da piccolo lo rimpinzava di cibo. Lei gli dice di alzarsi, deve fare colazione. Lui non riesce a parlare, pensa “ sto morendo “. La governante non si accorge di nulla, esce e chiude la porta. Faust si alza improvvisamente. È notte, non c’è nessuno. Note astrologiche. Casa 11 Cap. 11 p.I Giove in Cancro: Giove in casa 11° sestile a Saturno in casa 2°: paura del controllo degli altri, paura di subire perdite e tradimenti In Faust si accentua sempre più l’isolamento e lo scarso amore per la vita ( Giove leso da mancanza di fiducia ). Faust sente il bisogno di conquistare e sceglie di alimentare la mente, ma è ingordo e non appena raggiunge qualcosa riparte il vuoto. Capitolo 12 parte I 09.08.1535 Corre per una salita di pietre, sa che qualcuno lo sta inseguendo, ma non ha il coraggio di girarsi. La salita è sempre più ripida; si arrampica aiutandosi con le mani. È stremato, non ce la fa più. Si siede sul bordo della strada ormai rassegnato, si gira ed ecco che gli viene incontro, sgusciando dall’oscurità, il dott: Faust. Faust si sveglia, è solo; chiuso nel suo studio gotico; nella tasca della tunica ha una pietra di ossido di mercurio trovata nel chiostro dell’Università. Si sente sconfitto per non aver potuto fare tutto quello che avrebbe voluto, si chiede per la prima volta cosa avrebbe voluto veramente fare, ma a questa domanda non è in grado di dare una risposta. Faust per una vita si è sentito onnipotente e si è barricato nell’ardore della sua arroganza. Non ha voluto sottostare o ammettere l’imperfezione della condizione umana e ha teso, attraverso la conoscenza, a diventare Dio egli stesso. Ha tentato invano di dominare la Natura con le sue leggi e si sente prigioniero di una realtà che non apprezza. Sente il bisogno di autenticità, ha dentro tanta energia, dinamismo, irrequietezza e sente con oppressione la limitatezza della sua esistenza terrena. E’ spossato, stremato mentalmente e decide di suicidarsi. Il suicidio non è da lui scelto come fuga dalla realtà, come ribellione, ma come completa padronanza del proprio destino. Note astrologiche Casa 12 Cap.12 p. I La Casa 12^ spalanca le porte all’infinito e assicura capacità di astrazione. È la casa del Tempo e dell’Eternità e indica l’atteggiamento nei confronti delle prove della vita. La casa 12^ rappresenta l’Autenticità assoluta e l’inconscio personale e collettivo. Tutto dovrebbe essere stato portato dentro: valori, principi, affetti. Faust ha una casa 12^ piena ( stellium ) e questo significa che fuori di sé non c’è stato nulla a cui affidarsi, a cui sostenersi, nessuno con cui comunicare. Faust si è sempre sentito diverso, e questo nell’ambiente in cui è cresciuto, gli avrebbe creato difficoltà e quindi ha preferito scollegarsi con l’Intimo. L’aspetto del sole Leone in 12^ è particolarmente difficile: come può il Sole risplendere, essere una guida per gli altri, quando la dodicesima mostra sempre un percorso di solitudine e di necessità di trascendere il conosciuto per lo sconosciuto? Capitolo 13 parte I La chiamata dell’eroe Il progetto solare spinge verso la conquista in senso psicologico ed è legato al Mito dell’Eroe. Non si nasce eroi, lo si diventa. L’Eroe è colui che inizia il suo percorso di individuazione, non si accontenta di una vita qualsiasi, vuole la Sua vita e che sia riconosciuta la sua individualità In ogni Mito dell’Eroe c’è un viaggio da compiere e il viaggio presuppone la chiamata, cioè l’opportunità di sviluppare il proprio progetto. La chiamata può venire attraverso vari modi: incontri, amori, separazioni, malattie lutti. Ognuna di queste modalità può fare entrare in crisi (il termine greco “crisi” significa decisione, separazione, conflitto, giudizio, scelta, prova). Una definizione di K. Jasper è molto simile: “ nel corso dell’evoluzione la crisi denota l’istante in cui il tutto si modifica, compreso l’uomo stesso, sia che ciò sia avvenuto per volontà che per errore “. Ogni crisi ci pone di fronte alla condizione di decidere se accettarla consapevolmente o respingerla negandola. Ogni volta che rifiutiamo di affrontare un problema si viene a creare un divario tra corpo e anima. Nelle crisi sarebbe fondamentale capire quali sono i pianeti che toccano il sole in un certo periodo, cioè quali sono i transiti e a quali energie possiamo attingere per riportare il nostro Io in linea con il progetto del Sé. I Transiti sono la “ chiamata “ e la chiamata del Sé deve essere ascoltata per poter andare avanti nel cammino di individuazione. Uno dei primi passi che l’eroe deve compiere è scoprire di chi è figlio; è un passo che tutti dovrebbero fare per capire quali archetipi genitoriali ci portiamo dentro. Il tema natale ci descrive il genitore interiore, l’immagine che ci siamo fatti di lui: se accettiamo di affrontare i contenziosi con il passato saremo pronti a lasciare casa, congedarci dal passato genitoriale e affrontare la vita con responsabilità dandoci da noi ciò di cui abbiamo bisogno. A volte dobbiamo disattendere l’aspettativa che i genitori hanno su di noi: o tradisci o ti devi tradire, c’è un momento nella storia di ognuno nel quale dobbiamo sopportare la colpa di essere diversi da quello che volevano i nostri genitori Il pianeta Mercurio e l’Energia che lo alimenta Il dio che simboleggia il pianeta Mercurio è Ermes, al quale fu assimilato il Mercurio dei Romani. Racconta Graves ne Miti mitologici che Ermete nacque sul monte Cillene; sua madre Maia lo avvolse nelle fasce e lo depose in un canestro, ma con sorprendente rapidità egli si trasformò in un ragazzino e non appena la dea gli voltò le spalle balzò fuori dalla culla e andò in cerca di avventure. Giunto nella Pieria, dove Apollo custodiva una magnifica mandria di vacche, decise di rubarle. Apollo, il mattino dopo, si accorse del furto e benchè si spingesse fino a Pilo a occidente e fino a Onchesto a oriente alla ricerca delle sue bestie, fu costretto a dichiararsi vinto e offrì una ricompensa a chi gli consegnasse il ladro. Sileno e i suoi Satiri, allettati dal premio, si sparsero su tutta la regione con la speranza di acciuffare il malfattore. Passando dall’Arcadia, un gruppo di Satiri fu colpito dal suono di una musica mai udita prima e la ninfa Cillene, dalla bocca di una caverna, disse che era nato un portentoso fanciullo di cui essa era nutrice: egli si era costruito un ingegnoso balocco musicale con il guscio di una tartaruga e interiora di vacca. “ Dove ha trovato le interiora di vacca? “ chiesero i Satiri improvvisamente interessati. “ Volete forse accusare di furto questo piccolo innocente?” chiese Cillene; e tra la ninfa e i Satiri volarono parole grosse. Sopraggiunse Apollo che svegliò Maia e le disse con voce severa che Ermete doveva restituirgli la mandria. Maia indicò il fanciullo, ancora avvolto nelle fasce e che fingeva di dormire tranquillamente. “ Le tue accuse sono assurde!” gridò. Ma Apollo agguantò Ermete, lo portò sull’Olimpo e lo accusò formalmente di furto, presentando come prova le pelli. Zeus cui ripugnava di credere che il suo figlioletto appena nato fosse un ladro, invitò Ermete a dichiararsi innocente, ma Apollo non si lasciò abbindolare ed Ermete, alla fine, cedette e confessò. “ Vieni con me”, disse ad Apollo, “ riavrai le tue bestie. Ne ho uccise soltanto due, tagliandole in dodici parti uguali da sacrificare ai dodici dei”: “ Dodici dei?” chiese Apollo stupito, “ e chi sarebbe il dodicesimo?” “ Il tuo servo, signore”, replicò Ermete con finta modestia, “e ti assicuro che ho mangiato soltanto la mia parte, benchè avessi una gran fame, bruciando sull’altare le altre undici”. Quello fu il primo sacrificio cruento in onore degli dei. I due dei ritornarono sul monte Cillene dove Ermete salutò sua madre e andò a frugare sotto una pelle di capra per prendere qualcosa che aveva nascosto. “ Che hai lì?” chiese Apollo. Per tutta risposta, Ermete gli mostrò la lira che aveva ricavata da un guscio di tartaruga, e suonò una melodia così bella, servendosi del plettro, e cantò una canzone così lusinghiera elogiando l’intelligenza, la nobiltà e la generosità di Apollo, che ottenne subito il perdono. Sempre suonando e cantando, Ermete guidò verso Pilo il deliziato Apollo e gli restituì la mandria che aveva nascosta in una grotta. “ Facciamo un baratto”; disse Apollo, “ io ti lascio la mandria in cambio della lira”. “ D’accordo”; rispose Ermete, e suggellarono il patto con una stretta di mano. Mentre le vacche pascolavano pigramente, Ermete tagliò una canna, ne fece uno zufolo da pastore e suonò un’altra melodia. Apollo, di nuovo deliziato, gridò: “Facciamo un baratto! Tu mi dai lo zufolo e io ti do il bastone dorato che uso per radunare il bestiame; in futuro tu sarai il dio di tutti i mandriani e di tutti i pastori”. “ Il mio zufolo vale più del tuo bastone”, replicò Ermete, “ ma accetto di fare il baratto se mi insegni l’arte augurale, che mi sembra molto utile”. Si strinsero di nuovo la mano e Apollo, riportato il fanciullo sull’Olimpo, raccontò a Zeus l’accaduto. Zeus invitò Ermete a rispettare d’ora in poi la proprietà altrui e a non dire spudorate bugie; ma non poté trattenersi dal sorridere. “ Mi pare che tu sia un piccolo dio molto ingegnoso, eloquente e persuasivo”, disse. “ E allora fa di me il tuo araldo, o Padre”, rispose Ermete. “ Io custodirò i beni divini e non dirò mai bugie, benché non possa promettere di dire sempre tutta la verità.” “ Da te non me la potri aspettare”, rise Zeus, “ ma i tuoi compiti non si limiteranno a questo. Dovrai presiedere alla stipula dei trattati, favorire i commerci e proteggere i viaggiatori su tutte le strade del mondo”. Ermete accettò le condizioni e Zeus gli diede una verga da araldo adorna di bianchi nastri, che tutti avrebbero dovuto rispettare; un berretto rotondo che gli riparasse il capo dalla pioggia e aurei sandali alati che l’avrebbero portato ovunque con la rapidità del vento. Anche Ade si servì di lui come araldo, perché facilitasse il trapasso dei morenti in modo eloquente e gentile, appoggiando sui loro occhi la sua verga d’oro; perciò lo si definì psicopompo Ermete aiutò le tre Moire a comporre l’alfabeto, inventò l’astronomia, la scala musicale, l’arte del pugilato e della ginnastica, la bilancia e le misure di capacità e la coltivazione dell’olivo. In alchimia Mercurio collega maschile e femminile, è chiamato il Grande Trasformatore ed è raffigurato come androgino, maschio e femmina insieme. È colui che unisce gli opposti. Successivamente, sulla scia di una leggenda, il caduceo venne rappresentato con due serpenti allacciati attorno alla verga e i calzari alati del dio. Si favoleggia che un giorno Ermes stesse scorrazzando sul monte Citerone quando s’imbatté in due rettili che si combattevano aspramente. Per separarli gettò fra loro la verga d’oro che gli aveva regalato Apollo e le due serpi vi si attorcigliarono immobilizzandosi l’una di fronte all’altra. Era nato il caduceo, emblema di pace e amicizia fra i popoli. Il suo simbolismo era tuttavia più profondo, in sintonia con il dio: alludeva all’armonia cosmica che nasce dall’equilibrio degli opposti. Ermes non conduceva soltanto agli inferi, ma anche fuori di essi, tant’è vero che aveva riportato Persefone alla madre e insieme con Atena aveva scortato Eracle nel viaggio di ritorno dal regno dei morti dopo il rapimento di Cerbero. Virgilio poneva sullo stesso piano la presenza di Ermes sia nel momento della “ discesa “ sia in quello della “salita” dal mondo dei morti. La funzione più importante di Ermes era quella di messaggero degli dei, cioè di intermediario fra il non manifestato e il manifestato. Era colui che portava il soffio creatore che anima tutte le cose, il soffio dell’ispirazione in tutte le sue forme, quello che permette agli uomini di comunicare tra loro. Le Trie insegnarono a Ermete come predire il futuro osservando la disposizione dei sassolini in un catino pieno d’acqua, ed egli stesso inventò il gioco divinatorio degli astragali. Grazie alla bacchetta magica aveva la facoltà di addormentare e ridestare gli uomini. Capitolo 14 parte I I TRANSITI, cioè l’INCONTRO 09/08/1535 h 5,00 E’ l’aurora, il momento della giornata particolarmente caro ai mistici perché in esso si rivela la divinità. Le lancette si fermano……. Il tempo è sospeso. C’è in Faust il desiderio di andare oltre la conoscenza meschinamente razionale per avviarsi verso una conoscenza intuitiva, per mezzo della quale gli si potranno svelare i misteri della vita: sentimento, passione, azione. È consapevole dell’inutilità del suo passato, prova disgusto per il presente, pensa di poter arrivare, finalmente, alla verità alla chiarezza, all’autenticità. Ha la speranza di poter impossessarsi del testamento lasciatogli dal padre in quella pagina di libro………..” in verità perfino il diavolo dovrebbe essere chiamato santo, essendo agli ordini di Dio…….”…. Ed ecco che i transiti su Mercurio di Urano, Nettuno e Plutone gli fanno apparire Mefistole. Mercurio-Mefistofele ha per Faust la funzione di psicopompo che gli permette di scendere nell’inconscio e salire nel superconscio, gli permette di oltrepassare i confini, mettere in connessione le varie energie affinchè si realizzi il Progetto della vita. Mefistofele gli consiglia di uscire dai confini di se stesso, di abbandonarsi alla vita, o meglio alla realtà della vita Faust stringe un patto con Mefistofele: il diavolo potrà avere la sua anima nel momento in cui egli tenterà di fermare lo scorrere della vita e di aggrapparsi all’attimo presente: “ Se all’ora che fugge io dico Arrestati, sei bello, arrestati!! Allora legami con la tua catena fatale Perché io perirò in quel giorno “ Il patto con il diavolo si concretizza per Faust nell’accettare la sfida di attraversare e sperimentare la vita terrena con tutte le esperienze che ha sempre aborrito ed evitato considerandole il Mondo del Male. Faust Eroe comincia adesso il suo viaggio. Note astrologiche capitolo 14 parte I Transito URANO- MERCURIO L’azione del sé interiore mira a scuoterci attraverso altre persone e circostanze esterne, secondo le modalità necessarie per un’ulteriore crescita ed evoluzione. I vecchi modelli di pensiero e gli abituali schemi mentali sono sostituiti da atteggiamenti e percezioni differenti Urano in Casa 11^ Si attiva l’esigenza di rompere totalmente con l’ambiente che abbiamo sempre frequentato, nel corso di questo transito si modificano in modo significativo gli scopi e gli obiettivi che ci prefiggiamo nella vita. Subentra una vibrazione uraniana in una casa, l’undicesima, che ci richiama all Acquario e immette energia in una casa che è pronta a ricevere la scossa. Transito NETTUNO-MERCURIO Quando il Nettuno di transito è in aspetto al Mercurio natale, il modo di pensare, ragionare, comunicare e raccogliere informazioni dall’ambiente circostante è condizionato da valenze nettuniane, ovvero si stempera un modo di pensare e percepire. Il Nettuno di transito trigono al Mercurio radicale ci aiuta a integrare o combinare i processi razionali dell’emisfero sinistro del cervello con i processi intuitivi ed emotivi dell’emisfero destro. La nostra immaginazione è attiva, ma non interferisce con la capacità di pensare in modo lucido e logico. I transiti di Nettuno rispetto al Mercurio natale ci consentono di accedere alla saggezza della nostra mente inconscia. Il transito di NETTUNO in Casa 8^ dissolve i confini e la separatezza e si esplica in modo ottimale in questa, che governa il sesso, la morte, l’intimità e la condivisione. La casa ottava indica le modalità attraverso cui moriamo all’io e rinasciamo al noi, e il tipo di problemi che incontriamo quando cerchiamo di fonderci o di stabilire un contatto intimo con un altro essere umano. Per molti versi Nettuno, che per natura governa il dissolversi della separatezza e dei confini dell’ego, trova congeniale questo settore della carta del cielo; il suo transito in ottava ci rende più ricettivi degli altri, e favorisce la capacità di lasciarsi andare. Durante questo transito si può provare il desiderio di suicidarsi, ma è l’aspirazione a morire per rinascere in una nuova esistenza più felice. PLUTONE- MERCURIO Il transito di Plutone in aspetto al Mercurio natale si manifesta sotto forma di depressione. Plutone è simbolicamente associato alla morte di un modo di essere, di pensare e permette il contatto con l’ombra: qualcosa deve emergere dall’oscurità per cominciare un nuovo ciclo. Durante questo transitosi può essere assillati dal pensiero della morte, (e per morte non si intende solo quella fisica ma anche la fine di qualcosa che ci ha caratterizzato per molto tempo), giacchè Plutone sovrano dell’Ade, entra in contatto con Mercurio che simboleggia la mente Plutone invita Mercurio a esplorare e conoscere più a fondo ciò che vi è di nascosto e meno palese nella vita, a scoprire segreti e a penetrare misteri. Nel corso di un transito Plutone-Mercurio cambia la nostra visione della vita, e di conseguenza muta l’intero nostro mondo. Nella mappa della psiche c’è la divisione tra il conscio e l’inconscio. Plutone è associato con quanto è nascosto o sepolto nei recessi inconsci della psiche; quando transita in aspetto a Mercurio, ci spinge a volgere l’attenzione verso quell’area, e ad analizzare cosa si annida al suo interno. In sostanza Plutone utilizza Mercurio come intermediario fra la mente conscia e la mente inconscia. Il Plutone di transito riesce a guidare la nostra mente in recessi interiori mai percorsi e probabilmente parte di ciò che scopriamo nelle profondità della nostra psiche non è molto piacevole da affrontare. Il transito di Plutone corrisponde ad una morte psicologica, il venir meno di una parte di noi, o dell’immagine di noi stessi che conosciamo, c’è un verso di Goethe che ben rappresenta l’effetto di questo transito. “Sintantochè non muori e rinasci, sei straniero alla scura terra” L’inconscio non è soltanto il serbatoio dei complessi emotivi negativi o degli impulsi primitivi soffocati, ma è anche lo scrigno delle potenzialità non sviluppate e dei tratti positivi del carattere non ancora conosciuti, elaborati ed integrati. Poiché Plutone era il dio dei tesori nascosti, un viaggio in ciò che si cela dentro di noi rivelerà ricchezze segrete, di alcune delle quali non avremmo mai conosciuto l’esistenza. L’energia di Plutone ci chiede di confrontarci con gli aspetti grezzi, primitivi e istintuali della nostra natura. PARTE III Il patto tra Faust e Mefistofele è avvenuto: ora Faust giace svenuto nello studio gotico Capitolo 1 parte III Faust ritrova il Padre Faust ringiovanisce, riacquista vigore fisico e comincia la seconda parte della sua vita. Il suo viaggio verso l’individuazione può avvenire solo quando si riapproprierà delle energie paterne che ha perso e ripudiato da bambino. Solo lasciando definitivamente la casa paterna può riconoscere i suoi bisogni, i suoi punti deboli, prendersi le sue responsabilità. Note astrologicheCasa 4 Cap. 1 parte III La Casa IV è legata ai valori paterni Nella IV Casa troviamo, quali pianeti radicali, Nettuno e Urano. Faust rivive questa casa appropriandosi della capacità di Nettuno di trascendere la realtà soggettiva per unirsi all’umanità La riappropriazione delle energie di Urano: permettono alla fantasia e all’immaginazione di Faust di trovare uno spazio nella capacità di evoluzione del suo essere. Capitolo 2 parte III L’IO esplode. Voglia di fare, benessere fisico. Faust, ora giovane e bello, chiacchiera con Mefistofele della sua nuova condizione, incontra per strada una bella e giovane donna: Margherita. In questo incontro vediamo un avvicinamento da parte di Faust al principio femminile attraverso l’interesse per una donna. Subito è affascinato da lei e dalle sue virtù e chiede a Mefistofele di poterla incontrare. Per Faust abbandonarsi alla bellezza del femminile, significa accedere ad una dimensione istintuale che è parte del mondo dell’Inconscio e che nella prima parte della vita ha sempre negato. Mefistofele combina l’incontro attraverso la vedova Marta. L’incontro si svolge nel giardino di Marta, la vicina di Margherita. La fanciulla si innamora di Faust e, nel suo candore, si abbandona subito all’inesorabilità della passione. Faust da una pozione a Margherita per far addormentare la madre e così poter giacere con lei. La pozione procurata da Mefistofele è però un potente veleno e la madre di Margherita muore. Intanto Valentino, fratello di Margherita, tornato a casa e saputo della relazione della sorella con Faust si batte a duello con lo stesso e viene ucciso. Faust, dopo il delitto, scappa. Margherita si accorge di essere incinta e, disperata e sola, annega il figlio appena nato nel torrente. Viene arrestata e condannata a morte per infanticidio. Faust, appresa la notizia, costringe Mefistofele a condurlo nella cella della prigione per poter vedere e liberare Margherita. Faust è solo nella cella con Margherita e si pente perché sa di averla illusa, ingannata, sedotta e poi abbandonata. Il colloquio tra i due è drammatico. Margherita parla vaneggiando e rievocando momenti d’amore. Tutti e due soffrono e, confessandosi i tormenti, hanno una più chiara consapevolezza di se stessi e del male che hanno procurato. Margherita non vuole essere liberata da Faust e va incontro alla morte serenamente, perché vuole espiare l’errore commesso. Sa che l’espiazione è un dovere, una necessità e in questa consapevolezza sta la sua salvezza. Faust, dal canto suo, da questa esperienza terrena, l’amore per Margherita ha costruito finalmente un legame se pur tenue con l’infinito. Neanche questo amore lo placherà perché l’Io di Faust con le sua pulsioni, è molto potente e questa sua prima esperienza amorosa che gli ha permesso di entrare in relazione con una donna è stata così intensa e piena di ardore da non soddisfarlo. Faust, chiusa l’esperienza amorosa con Margherita, ha la volontà di riprendere la vita. Note astrologiche Casa 5 Sagittario Capitolo 3 parte III L’Aquila esce dalla gabbia delle Regole Faust, fuggito dal carcere in cui è rinchiusa Margherita, si ridesta in mezzo ad un prato. È stanco, irrequieto, ma per la prima volta vede la natura, la contempla, la scopre e gode alla vista dei colori e del levarsi del sole. Comincia a capire che la vera conoscenza non è nell’arrivare alla Verità direttamente, ma attraverso manifestazioni di essa nei limiti del reale, del finito. La vista dell’alba, della rugiada sulle foglie, gli desta la gioia di vivere e con essa lo libera dal rimorso per quanto accaduto. L’esperienza con Margherita fa ormai parte del passato che lui non vuole e non può cancellare, perché gli ha permesso di conoscere i suoi limiti. Da adesso in poi, l’IO si può aprire all’esperienza dell’accettazione della diversità. Note astrologiche CASA 6 - ACQUARIO Il passaggio in casa IV ha permesso a Faust di riappropriarsi delle energie di Urano per cui al bisogno insito nell’uomo di conoscere sempre più a fondo l’Universo che lo circonda, di penetrare nei segreti del significato della vita, si accompagna la curiosità per la vita e una fede nel potenziale dell’uomo e della natura umana. Capitolo 4 parte III Faust incontra gli altri Faust, assieme a Mefistofele, va al palazzo Imperiale; compare su un carro trainato da quattro draghi e ha con sé una cassa con tesori favolosi. Nella sala imperiale c’è una festa con una varietà di personaggi ( cancelliere, uomo avaro, donne di tutta le età, gnomi, buffoni, contadini, militari ). Faust mostra all’imperatore il tesoro declamando il compito della ricchezza che non deve essere sciupata in piaceri e divertimenti, ma servire per l’attuazione dell’attività umana. Ma né l’Imperatore né la folla, avida, gli danno retta e così, quando Mefistofele, per allontanarli, fa scoppiare un incendio, la barba dell’Imperatore prende fuoco. Faust e Mefistofele spengono le fiamme e appaiono a tutti come dei salvatori. L’Imperatore, deliziato dalle arti magiche di Faust, esprime il desiderio di evocare Elena e Paride che rappresentano per lui l’immagine modello di un uomo e di una donna. Faust chiede a Mefistofele i mezzi affinchè il desiderio dell’Imperatore possa essere realizzato.. Elena rappresenta nel poema di Goethe rappresenta l’archetipo femminile e costituisce il ponte di passaggio per il regno degli Inferi, all’interno del quale Faust incontrerà le sue parti velate e rimosse Note astrologiche CASA 7 Cap. 4 parte III Faust in casa VII andrà a relazionarsi con la rappresentazione del genere umano che non è altro che uno specchio in cui viene riflessa la debolezza dell’uomo: i suoi desideri, i suoi sogni la sua impotenza nei confronti dell’Universo, le sue illusioni di grandezza, il suo bisogno d’amore. Capitolo 5 parte III Ricerca del Significato Mefistofele dice a Faust che nella rievocazione di Elena lui non potrà aiutarlo, perché l’immagine di lei non si trova né nel mondo sotterraneo cristiano, né in quello pagano, ma si trova presso le Madri; infatti queste custodiscono presso di loro, al di fuori del tempo e dello spazio, le forme originarie e primitive di tutte le cose. Mefistofele fa di tutto per scoraggiare Faust: lo mette in guardia dicendo che il regno delle Madri è un luogo terrificante dove si può andare solo con forza propria, perché pur non essendoci serrature e catenacci da rimuovere, c’è il vuoto assoluto e il vuoto assoluto è l’evento più terrificante per un uomo. Faust replica ridendo e ricordando a Mefistofele la solitudine in cui si trovava quando si sono incontrati. Prima del loro incontro pensava di poter riempire quel vuoto con tutti i libri del mondo, ma la sera in cui aveva deciso di suicidarsi aveva finalmente capito che quel pozzo nero senza fine era dentro di lui. Per una vita era stato in urto con il mondo intero e la solitudine era stata il suo rifugio Mefistofele prova ancora a scoraggiarlo dicendo che nel vuoto delle Madri non udrà nemmeno il suo passo e non incontrerà niente di solido. Da qui si comincia a notare la grossa differenziazione tra Mefistofele e Faust; infatti Mefistofele vede nel vuoto il Nulla, Faust invece oppone al materialismo di Mefistofele la sua concezione metafisica e spera di trovare in questo Nulla il Tutto. Mefistofele ormai rassegnato consegna a Faust una piccola chiave che lo condurrà nell’abisso delle Madri; ma gli consiglia di stare molto attento, perché gli spiriti vigilano sulla soglia dell’Abisso. Arrivato al fondo dell’Abisso, vedrà un tripode ardente e di fianco ad esso vedrà le Madri. Si dovrà impossessare del tripode, riportarlo nel mondo terreno e poi da questo potrà staccare dal loro mondo le idee e la stessa Elena. L’impresa che Faust si accinge a compiere è quella dell’eroe, non ci sono formule magiche che lo sosterranno, ma volontà e coraggio. Nel mondo delle Madri non c’è Individualità, ma apparenza di vita e l’immergersi nell’oscurità dell’inconscio significa, per l’individuo, vivere a contatto con parti della propria personalità sconosciute ed offuscate dall’Ombra che è in contrapposizione alla personalità manifesta. Questa contrapposizione rappresenta un archetipo dell’esistenza umana e la discesa al Regno delle Madri è l’inconscio individuale cui l’uomo regredisce lungo il proprio percorso individuale ed è, come dice Jung, il contatto con l’anima. Faust scende nel regno delle Madri ovvero nell’archetipo del potere regressivo che è rappresentato dall’inconscio come abbandono al Femminile e lo vivrà, attraverso Elena, in tutto il suo allettamento. Faust incontra la sua controparte femminile( l’anima ) fondamentale per la sua salvezza e il tesoro nascosto che troverà è la nascita del Sé rappresentato da Elena. Come tutti gli uomini che fanno esperienza con la parte Anima, Faust tornerà da questo viaggio diverso: finalmente riconoscerà la sensibilità e tutto quello che il Femminile rappresenta. Note astrologiche Cap. 5 parte III Casa 8^ Il segno dei Pesci è simboleggiato da due pesci che cercano di nuotare in direzioni opposte, ma che sono legati da una corda d’oro e rappresenta il dilemma dell’incontro fra due dimensioni. Faust, in casa 8°, cerca e vuole un punto d’incontro tra l’Animus e l’Anima per creare un ponte fra i due mondi. Scende, fiducioso, nel mondo del Femminile, cioè nelle sue tendenze emotive, nell’immaginazione, dolcezza e compassione e affronta con coraggio la propria vulnerabilità. Capitolo 6 parte III Faust ritorna dalle Madri con il tripode che gli permette di evocare gli spiriti e si accinge ad accontentare il desiderio dell’Imperatore. Ecco apparire prima Paride e poi Elena. Faust però ha dimenticato che fra il mondo della magia e il mondo reale esiste un abisso invalicabile e cerca di toccare Elena. Mefistofele prova a fermarlo, ma è troppo il desiderio d’amore di Faust e non si rende conto che il suo desiderio è l’anelito dell’impossibile. Appena Faust tocca Elena le immagini svaniscono. Faust ha cercato disperatamente di impadronirsi dell’immagine di Elena perché non può e non vuole rinunciarvi. Faust, disperato, sviene e Mefistofele porta il suo corpo nella stanza gotica con le alte volte, che è lo studio di Faust, dove è avvenuto il loro primo incontro e il patto. Faust è presente nello studio solo con il corpo, perché la sua mente, la fantasia e l’anima sono altrove. Faust sogna e il suo sogno è Elena. Si trova nel mondo mitologico greco, tutto gli sembra bello ed armonioso. È Chirone che gli fa da guida; incontra Ninfee, Sirene, personaggi quali Talete e Anassagora. Faust chiede e ottiene, grazie alla magia, di incontrare Elena. Si sviluppa un rapporto d’amore che per Faust è un’esperienza di felice armonia d’ anima e corpo. Elena non è solo la bella donna che affascina e turba, ma rappresenta la bellezza che redime e da norme di vita spirituale. Elena e Faust vivono secondo natura al di fuori delle convenzioni del vivere sociale Hanno un figlio, Euforione, che eredita dal padre lo slancio verso l’infinito e il desiderio di azione e, dalla madre, la bellezza. In Euforione predomina l’elemento dionisiaco, il suo temperamento, avido di sensazioni, lo fa andare a combattere e morire per la libertà. Il dolore per la morte del figlio allontana Elena da Faust. La bella Elena chiude tutte le sue esperienze d’amore ed ora ritorna a Persefone. Questo sogno del viaggio con Elena nel mondo del divino permette a Faust l’integrazione di parti apollinee e dionisiache, malefiche e benefiche, perché Elena è l’eterno femminino ambivalente. L’essenza di Elena non è altro che una proiezione di Faust stesso ed è questa che gli permette di comprendere ed integrare l’Anima; unirsi a Elena ha significato coniugare ANIMUS e ANIMA, parte conscia e inconscia. Elena apre a Faust un nuovo mondo. Elena non è solo la “ bella Elena di Troia “ che affascina e turba, ma è la bellezza che redime e soprattutto passa norme di vita spirituale. Note astrologiche Cap. 6 parte III CASA 9 Ariete Qui abbiamo la prova che la casa IV come esperienza e potenzialità energetiche è fondamentale per Faust Sempre in casa IV si è impossessato dell’energia di Marte che è il governatore dell’Ariete ( segno che troviamo nella casa 9 di Faust ). Marte è il dio mitologico della guerra e delle passioni ed è sempre pronto a gettarsi nei suoi progetti con entusiasmo ed energia. Molto spesso , però, vivendo nel suo mondo di ideali, tende a ignorare la realtà dei fatti. Non vede le cose come sono, ma come potrebbero o dovrebbero essere. Deve quindi imparare l’equilibrio, una felice via di mezzo fra le nobili visioni di come potrebbe essere il mondo e i limiti non solo di se stesso, ma dei tempi in cui vive. L’amore è per l’ideale splendente, piuttosto che per la donna ideale ed infatti si innamora sempre della donna irraggiungibile. Capitolo 7 parte III Faust alla ricerca della sua Autonomia Faust in casa nona ha dimenticato che fra il mondo della magia e quello della realtà esiste un abisso e si è illuso di dominare il mondo dell’ideale con quello del reale. L’amore per Margherita ha avuto fine e anche quello per Elena, ma nella conclusione di queste esperienze d’amore non c’è stato rimorso, ma un arricchimento e infatti Faust ha la capacità di rinascere e di ricominciare la vita dopo ogni crisi. Faust prende congedo dalla vita amorosa e, con virile decisione, inizia l’ultima esperienza: l’azione, la realtà, la vita. Faust si risveglia dal lungo sonno del suo amore per Elena sull’orlo di una vetta di alta montagna. È molto cambiato e con esso le sue concezioni della natura: all’inizio ( I parte ) ha cercato di impadronirsene per trovare conforto e serenità, poi, dopo l’esperienza dolorosa con Margherita, ha cercato nella contemplazione della natura sollievo al suo dolore; ora ha desiderio di domare la natura per farne uno strumento a favore degli uomini. Decide di conquistare terre vicino al mare e Mefistofele gli consiglia di partecipare alla guerra a fianco dell’Imperatore per farsi ripagare in feudi l’eventuale vittoria Faust partecipa alla guerra tra Imperatore e Antiimperatore. Mefistofele, per far vincere la guerra all’Imperatore, fa apparire ai nemici una innondazione che non c’è, fuochi mostruosi e rumori spaventosi. La vittoria dell’Imperatore, grazie alle magie di Mefistofele, è inevitabile. L’imperatore, per ricompensarlo, concede a Faust il litorale. Mefistofele, contento, lusinga Faust facendogli intravedere la gloria egoistica di un capo, il castello che si farà costruire con fontane e donne bellissime di cui potrà attorniarsi. Faust invece ora si vuole adeguare alla vita degli altri e godere di ciò. Fa bonificare tutto il litorale e la sottile striscia di sabbia è mutata in una terra coltivata. Questa azione romperà i limiti del suo egoismo di uomo per fargli sentire il senso altruistico della vita e gli permetterà in seguito di liberarsi dai legami con la magia di Mefistofele. Note astrologiche Cap. 7 parte III CASA X TORO La casa X è in Toro e rappresenta le qualità del potere creativo dirette verso un fine utile, quello che vorremmo fare nella vita, la nostra realizzazione pratica. La Casa X, in astrologia, è rappresentata dal Capricorno e rappresenta l’indipendenza e l’autonomia.. E? la casa dell’affermazione nel Mondo dei nostri valori. E? la casa che rappresenta il bisogno di essere utile, di produrre, di costruire qualcosa di solido, permanente e tangibile che rimanga a testimonianza delle proprie capacità. Capitolo 8 parte III Casa di condivisione Faust, ormai vecchio, passeggia nel vasto giardino del suo feudo. La grande opera è compiuta: il terreno è coltivato, il porto accoglie navi cariche di mercanzia, case per i sudditi. Faust però è insoddisfatto dal suo modo di vivere. Alle spalle del suo palazzo c’è un podere con dei tigli e la modesta dimora di due vecchi: Filemone e Bauci. Essi vivono una vita sana, felice nella povertà. In Faust si accende il desiderio di impossessarsi di quel luogo. Quel piccolo mondo è diverso dal suo, deve averlo e quindi chiede a Mefistofele di far traslocare i due vecchi in un altro luogo affinchè, di quel piccolo podere, possa impossessarsi e costruire la sua nuova dimora. Filemone e Bauci non vogliono abbandonare la dimora, cosicchè Mefistofele fa bruciare la casa e li uccide. Quando Faust viene a sapere dell’omicidio, si dispera; avrebbe voluto solo un cambio di residenza per i due vecchi e invece ha provocato solo distruzione e morte. Si pente per ciò che indirettamente ha causato, perchè sa che la colpa prima è in lui, Mefistofele non ha fatto altro che portare alle estreme conseguenze il suo desiderio di potere e possesso. Faust viene assalito dal senso di colpa, rimorso, pentimento. Il titano Faust ritrova la sua umanità e la coscienza dei sui limiti arrivando a maledire Mefistofele e le sue arti magiche. La sera, affacciato al balcone del palazzo, scorge quattro figure grigie che si avvicinano. Sono: la Penuria, l’Insolvenza, l’Inedia e la Cura. I quattro fantasmi muovono verso il palazzo di Faust. I primi tre fantasmi non hanno potere su di lui, perché Faust confida solo sulle sue qualità di uomo e non più sulla magia L’unico fantasma che lo avvicina è la Cura. Questo fantasma è un demone che porta nell’animo confusione, dubbio e paura della morte. Ma Faust non teme la Cura, la scaccia con la sua forza interiore. Infatti egli, per tutta la vita, non è mai stato in dominio della Cura, anzi ha sempre teso verso l’alto, sia pur con tormento e infelicità. La Cura è costretta a ritirarsi sconfitta, ma prima, per vendicarsi, lo acceca. Faust cieco non si dispera, l’immaginazione e la fantasia lo hanno sempre supportato, e supera questa prova con la virile consapevolezza dei limiti a tutto ciò che si può volere e desiderare. Di fronte a questi limiti non si arrende, ma è libero di continuare a guardare lontano e di progredire nell’alterna vicenda umana. Note astrologiche Cap. 8 parte III CASA 11 Gemelli- Cancro Casa di comunicazione e segno di comunicazione con Giove al suo interno c’è il bisogno di essere riconosciuti dagli altri, di ampliare le amicizie e le conoscenze. Faust fa la sua esperienza in casa 11 La Casa 11^ di Faustha la cuspide nel segno dei Gemelli e continua nei segni del Cancro e del Leone Gemelli - È stata completata l’opera di bonifica. Tutto sembra concluso, per gli altri, ma Faust è annoiato, insoddisfatto. I Gemelli non sono mai paghi, c’è sempre qualcosa di nuovo da fare, qualcosa che li attira e di cui si devono impossessare. Cancro - La vittoria di Faust sulla Cura non consiste nel respingerla o ignorarla, ma nel suo accoglierla senza lasciarsi abbattere, perché spenta la luce degli occhi rimane accesa la luce dell’Anima Leone – L’uomo, dotato di tutti i suoi strumenti, può uscire vittorioso da qualsiasi evento che tenti di minacciarlo. Capitolo 9 parte III Alla ricerca di uno scopo Faust, seppur cieco, non è ancora pago di desideri e voglia di fare, ha un’ultima visione: la creazione di uno Stato dove non ci sia un regnante che comandi a dei sudditi, ma vi regni e governi una libera cooperazione di uomini liberi. Uomini pronti a respingere qualunque minaccia e uniti da una comune difesa, uomini operosi e liberi capaci di conquistarsi la libertà. Faust ipotizza la costruzione di una grande opera idraulica grazie alla quale gli uomini potranno sopravvivere serenamente. Qui c’è la vera trasformazione di Faust.: l’egocentrico uomo individualista lascia il posto all’uomo il cui altruismo fa da sfondo alla libera e operosa vita sociale di un popolo. La sua vita non ha più scopo in se stessa, ma è per gli altri e con gli altri. Il dottor Faust prima di valicare la soglia dell’aldilà è un uomo più completo, maturo. Faust ha finalmente aperto la sua porta non per guardare il mondo, ma per andare verso il mondo. Mefistofele non coglie la trasformazione di Faust e, sapendo della sua prossima morte, fa preparare una fossa per seppellirlo. Faust, sull’orlo della fossa, quasi pronuncia le parole fatali, ma poi, prima di morire, esclama. “ potrei essere nella condizione di poter dire ……………………….” Sentito ciò Mefistofele lo fa morire perché crede , ingannandosi, di aver vinto la scommessa. Non nota il “ potrei” e viene sconfitto da quel “ tendere “ che incita Faust a non fermarsi mai, a tendere verso una terra promessa che non raggiungerà. Note astrologiche Cap. 9 parte III CASA 12 Leone Governatore del segno del Leone è il Sole, la grande Luce dell’astrologia medievale. Faust è nato sotto il segno del Leone ed ha molti pianeti in questo segno: Sole, Venere e Mercurio: questo significa avere un potenziale innato, tendere verso la realizzazione del progetto. Le stelle sono simili e collegate a noi, ci riflettono, ma non determinano il nostro destino e bisogna crescere sviluppando il tema natale con le sue potenzialità. Il Leone ha bisogno di sentirsi importante per se stesso e ricerca questo senso di autostima nell’essere importante per gli altri. Il primo compito che un Leone si trova ad affrontare è stabilire chi è, perché è qui, perché è unicamente se stesso. La sfida può durare tutta la vita e il suo vero viaggio è alla fonte di se stesso e del proprio essere. Il Leone è il più umano, nobile e tragico dei segni, perché è la personificazione dell’Uomo metà animale e metà dio che una volta capite le proprie origini è pronto ad accogliere e integrare tutti gli esseri umani diversi da lui. In casa 12 Faust ha finalmente portato dentro tutti i pianeti e con essi valori, principi, affetti. Non ha più bisogno di affidarsi a Mefistofele e così cadono tutte le catene. Ha condiviso sul piano del sentire ( Empatia ), ha superato il senso di unità e ha risolto la parte emotiva, prova ormai amore per tutti. Ha distacco ,ma non indifferenza; l’Io si è unito al Sé, riconosce finalmente che fa parte dell’umanità e che tutto e tutti fanno parte di una universalità che trascende i singoli. Non c’è più fuga dalla realtà ma superamento di essa Faust avrebbe potuto diventare un eroe tragico, vittima del suo Io in urto con il mondo, ma si salva entro un destino che sta al di fuori della dura, tragica necessità. La sua liberazione si è realizzata nella rinascita a una nuova vita avendo integrato tutte le parti della propria personalità, dopo aver conosciuto l’Inferno, dopo essere stato inghiottito dalle tenebre del male. CONCLUSIONE Faust viene portato via dagli Angeli ed affidato ai fanciulli beati in una regione ai limiti estremi della terra. Faust ha raggiunto, nel suo vivere terreno, un grado estremo di sviluppo di esistenza, oltre il quale non gli è più possibile progredire in terra. La Natura, che è tutt’uno con il Divino deve concedergli un’altra forma di esistenza, una forma adatta a questo “ Streben “ “ Tendere “ che continua in lui implacato ed implacabile…….. L’esperienza di Faust non è compiuta, ne comincia una nuova oltre i limiti della vita terrena. La sua redenzione non è conclusa ma è una ascensione continua, un “tendere” sempre più purificato……………………. Ma questa è un’altra storia, o meglio un altro “ tema natale “ |
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