ERIDANO SCHOOL - Astrologia e dintorni |
Una base razionale per l'Astrologia |
a cura di William W. Tallman |
Inserito il su Eridano School - Astrologia e dintorni |
Una delle questioni più sostanziali dell'Astrologia - e probabilmente la più fondamentale di tutte - riguarda la natura dell'Astrologia stessa, ed è una questione che non consente alcuna facile risposta, ragion per cui viene solitamente ignorata o evitata. Tuttavia il problema esiste ed è sempre esistito, e sottolinearlo non è se non evidenziare un dato di fatto. Potrei suggerire in proposito che la sua importanza è sottolineata anche dalla difficoltà rappresentata dal tentativo di formulare una risposta significativa, anche se credo che la possibilità di formulare tale risposta sia maggiore oggi di quanto lo sia mai stato; l'attuale livello di conoscenza supporta infatti tale possibilità in modi che solamente oggi possono essere compresi. Ciò premesso, vorrei qui tentare di rispondere alla domanda fondamentale: che cos'è l'Astrologia? In generale - a mio parere - l'Astrologia è comunemente considerata un qualcosa di intenso e misterioso: credo che nessuno possa negare queste caratteristiche, e che parimenti ognuno di noi sia consapevole del fatto che - almeno ad un certo livello - la sua essenza sprofondi nel mistero. Possiamo concordare dunque sul fatto che tale percezione sia valida. Da tempo immemorabile si discute se l'Astrologia sia un'arte o una scienza, e c'è chi dice che sia l'una e chi dice che sia l'altra; e c'è anche chi dice che sia contemporaneamente tanto una scienza quanto un'arte, mentre altri ancora sostengono che non sia né l'una né l'altra. Robert Hand la definì un'attività creativa. io - e sicuramente altri - preferisco definirla una pratica. Si potrebbe dire che l'Astrologia è tutte queste cose insieme, e qualcosa d'altro ancora, e probabilmente non si andrebbe lontano dalla verità: questa definizione sottolinea il fatto che l'Astrologia contiene una parte inafferrabile alla comprensione, e c'è chi dice che ciò sia vero e che veramente il suo principio fondamentale sia un mistero. Questo rende necessario un altro tipo di approccio; vediamo se funziona, e dove può condurci; e per non impantanarci prematuramente in argomenti troppo tecnici, cerchiamo di rimanere al livello più semplice possibile. Quel che l'Astrologia è - a quanto pare - sembra definito dal suo stesso nome: è semplicemente un qualche tipo di studio dei cieli. Ma questa definizione contiene implicitamente la domanda perché, ossia: perché studiamo i cieli? Ed ovviamente dalla Storia che tutti conosciamo - almeno superficialmente - sgorga un vero e proprio fiume di risposte. Molti degli eventi della vita vengono vissuti in modo ciclico: questa è una percezione nota all'essere umano probabilmente fin dagli albori della Storia. La percezione dei meccanismi dei cieli - utilizzati come punti di riferimento con i quali misurare la ciclicità degli eventi umani - sembra parimenti risalire tanto all'indietro nel tempo quanto riusciamo a definire con le indagini archeologiche: osservatori astronomici primordiali ma già in grado di fornire rilevamenti attendibili fanno parte delle più antiche forme architettoniche di ogni Paese, e i calendari che presumibilmente sono stati calcolati sulla base di queste osservazioni sono alcuni tra gli elementi fondamentali dell'organizzazione sociale fin dalla preistoria (e venivano usati da persone che - sia pure in un villaggio o in una tribù - vivevano secondo riti scanditi sulla base di tali calendari). Sappiamo che gli Antichi tenevano il conto delle date dei raccolti, della stagione delle piogge, delle ricorrenze atmosferiche etc.; il che indica che l'umanità ha sempre attribuito grande importanza al riconoscimento del singolo giorno preciso all'interno di un ciclo stagionale. Ciascuna di tali preoccupazioni comportava la conoscenza dei ritmi naturali e/o del loro meccanismo, ed ognuno di tali ritmi venne ben inquadrato in qualità di funzione della posizione stagionale della Terra nei confronti del Sole: comprendiamo bene dunque che ciascun ritmo venne associato ad un movimento celeste ben identificabile. Per estensione, dunque, ogni volta che facciamo riferimento ad un calendario per definire il periodo di svariati fenomeni, stiamo in realtà servendoci dell'Astrologia, in quanto facciamo uso della nostra capacità di prevedere la posizione della Terra e del suo contesto celeste per definire questa o quella componente del nostro futuro. Ma fino a che punto ciò si avvicina a quel che facciamo come Astrologi? L'opinione corrente sostiene che noi non siamo preveggenti, ed infatti - ovviamente - non è la veggenza quel che ci caratterizza come Astrologi; per cui è lecito chiedersi che valore abbia la nostra pratica. Noi come Astrologi diciamo che la nostra pratica consiste nello spiegare il presente inserendolo nel contesto del passato, per la qual cosa ci serviamo delle Direzioni, delle Progressioni e dei Transiti allo scopo di verificare lo sviluppo delle posizioni natali. Diciamo anche - o almeno molti di noi dicono - che concentriamo la nostra attenzione soltanto sulle componenti esperienziali o psicologiche o spirituali della nostra realtà ciclica, e ci si chiede se e come tale comprensione - o conoscenza, o saggezza - abbia un qualche valore e sia o non sia applicabile nella percezione del futuro. Io sostengo che quel che l'Astrologia offre è la possibilità di delineare ad un certo livello quel che il futuro ha in serbo per noi. Previsione, predizione etc sono tutte parole che indicano sostanzialmente la stessa cosa, cioè l'atto o il procedimento di identificazione dei principi potenzialmente riconducibili al futuro. Il vero problema è che la maggior parte di noi non è in grado di offrire garanzie sulla propria capacità di riuscire a fare quanto appena detto. Noi tutti conosciamo svariate tecniche astrologiche, e le usiamo in vario modo, ma quel che ci è impossibile fare è identificare in modo inequivocabile ed in termini universalmente condivisibili quel che da tali tecniche ci viene mostrato, il che significa che non abbiamo niente a che fare con certe esigenze commerciali. La nostra cultura occidentale definisce in modo restrittivo quel che ha a che fare con la previsionalità, e noi dobbiamo tenerne conto. Si tratta di una restrizione che trae le proprie radici dalla religione e che si trova nel Pentateuco ebraico oltre che nell'Antico Testamento, e sulla base di tale restrizione affiora in termini molto semplici la risposta alla domanda relativa alla nostra possibilità di fare previsioni: no, non possiamo farle in quel senso. Quel che caratterizza il Profeta tanto allora quanto ora è il fatto che qualcuno può veridicamente essere definito Profeta se quel che dice si avvera alla lettera. Secondo una definizione stabilita in tale contesto religioso, dunque, chiunque si esprima in una previsione che vada al di sotto di un ragionevole livello di veridicità letterale è un falso profeta. Se dunque questa è l'essenza del problema della validità dell'Astrologia, allora vediamo di chiarirci ancora meglio: non è vero che l'Astrologia può fornire delle predizioni in senso letterale, cioè - come abbiamo appena detto - non è possibile che offra sufficiente veridicità sul piano letterale. E noi Astrologi non riusciremo a comprenderlo fino a quando non comprenderemo con chiarezza quel che facciamo esattamente quando facciamo uso dell'Astrologia. La prima cosa da fere e esaminare quel che facciamo quando gli strumenti astrologici che usiamo funzionano: non possiamo prevedere qualsiasi tipo di fenomeno ad un accettabile livello di veridicità, dal momento che noi stessi comprendiamo solamente una parte dei fenomeni sui quali stiamo indagando. Di fatto non abbiamo problemi con i nostri strumenti fino al momento in cui iniziamo a misurarci con i fenomeno organici, e io sostengo che ciò accade perchè non comprendiamo il meccanismo contenuto nel modo di rapportarci astrologicamente ai fatti. Ci chiediamo se qualsiasi fenomeno organico - e soprattutto quelli che hanno a che fare con la vita umana - sia in risonanza ciclica con i cieli, e crediamo che la risposta sia sì; e a dire il vero - come molti di noi si sono resi conto - anche la Scienza ufficiale ha spesso dato indicazioni a supporto di tale opinione. Inoltre ne sappiamo abbastanza della fisiologia organica per cominciare ad ipotizzare come possano agire i meccanismi che producono tale risonanza, il che significa che non è irragionevole supporre che prima o poi questo fenomeno verrà compreso a sufficienza. Eventualmente, su tale base potremmo ipotizzare la possibilità di riuscire a rapportarci astrologicamente ai fenomeni fisiologici così come facciamo con altri fenomeni. Insomma, siamo giunti al cuore del problema: noi stessi; e la domanda è: ma insomma, che cosa dovremmo cambiare? Se non ci sono motivi che spingano al cambiamento - ed io non ne vedo nessuno - allora non vedo perchè non dovremmo continuare a fare quel che facciamo. In fin dei conti è già stato dimostrato dalla pratica che si può stabilire una risonanza ciclica tra alcuni fenomeni, almeno sul piano fisico. Perciò possiamo ipotizzare che - per estensione - prima o poi riusciremo a comprendere il meccanismo di risonanza che regola l'Astrologia. Inoltre ci è stato dimostrato che facciamo anche noi parte di tale risonanza, e che l'Astrologia fornisce la mappatura della risonanza: ce lo ha dimostrato Gauquelin. Ma a questo punto ci troviamo a fronteggiare un problema nuovo, consistente nella nostra difficoltà a comprendere il complesso insieme di risonanze della materia organica al livello basilare: abbiamo cioè i punti di riferimento celesti ma non abbiamo una sufficiente comprensione degli organismi stessi che ci consenta di comprendere a pieno il loro funzionamento. Possiamo supporre che la mappatura genetica ci porterà molto avanti lungo questa strada, e probabilmente ciò è vero: quando avremo compreso a pieno lo sviluppo concreto delle situazioni, comprenderemo meglio come mappare tale sviluppo in termini astrologici. Per quanto riguarda l'essere umano è evidente che non sarà facile raggiungere tale livello di comprensione; tuttavia - a rigor di logica - io non penso che si debba considerare irraggiungibile. Ma quando abbiamo a che fare con gli esseri umani ci imbattiamo in un problema ancora maggiore, che è di gran lunga più complesso e più difficile da definire, ed è il vero e proprio problema principale nella definizione basilare dell'Astrologia, quello che sembra non essere definibile. Il problema è: come definire il modo specifico in cui la risonanza ciclica si manifesta nell'essere umano? Un certo numero di Astrologi ritiene che tale problema non abbia soluzione, e a mio parere molti di noi non sono sufficientemente avanti nelle loro riflessioni per rendersi conto che tale problema esista veramente: in effetti il mio approccio alla questione è di tipo riduzionista, in modo che il problema possa rendersi visibile. Vediamo a che punto siamo arrivati: abbiamo determinato che possiamo vedere quel che fa l'Astrologia, dunque vediamo ora come possiamo enunciare questa nostra acquisizione. L'Astrologia è una struttura che ci consente di sviluppare un modello dell'argomento su cui ci concentriamo e che collega tale modello ad uno schema archetipico derivato simbolicamente dai meccanismi della sfera celeste. Possiamo dunque mappare il modo in cui questi due modelli si trovano a corrispondere in risonanza ciclica, e dunque siamo in grado di ipotizzare come l'argomento su cui ci concentriamo si evolva nel tempo. Facciamo ciò per formulare un'ipotesi sul modo in cui tale argomento possa presentarsi in futuro, basandoci sulla nostro modo di vedere la sua specifica natura e le sue componenti già trascorse. Dunque sviluppiamo un modello di noi stessi e colleghiamo questo modello ad un preesistente modello astrologico... il che comporta automaticamente un altro problema: il modello astrologico ed il modello sviluppato sulla base di noi stessi sono identici, ed è semplice comprendere perchè questo accade, dato che siamo noi che sviluppiamo sia il modello sia la connessione, I modelli a priori usati dall'Astrologia sono quasi totalmente a misura d'uomo proprio perchè noi li utilizziamo quasi esclusivamente su noi stessi e sui nostri consultanti. Il che implica che i modelli astrologici non siano altro che schemi delle qualità umane che noi adattiamo alle circostanze. L'unica parte della pratica astrologica che comporta un problema è quella che ha a che fare con noi stessi, cioè quel che fa l'Astrologia con la A maiuscola. L'Astrologia è dunque una pratica che si prefigge lo scopo di adattare un modello predeterminato al proprio oggetto di interesse, e certamente ognuno di noi è in grado di effettuare questa sovrapposizione in modo approssimativo. Pensate che non sia così? Io invece penso che sia proprio così. Uno dei problemi fondamentali dell'Astrologia è il modo in cui si è giunti a spostare l'attenzione rispetto a quel che si intende esaminare: siamo giunti a credere che sia l'Astrologia stessa in qualche modo responsabile della nostra risonanza ciclica con i cieli; parliamo di fenomeni esperienziali come se questi fossero un risultato direttamente dell'Astrologia, e portiamo a testimonianza una gran massa di dettagli che dovrebbe sostenere questo presupposto. In altre parole, noi partiamo dal presupposto che il modello astrologico sia operativo invece che comparativo, e la verità di quanto appena detto è dimostrata dal fatto che cerchiamo di dare prove del modello astrologico come se in esso fosse contenuto un qualche tipo di verità autonoma fisicamente verificabile, e quando non riusciamo a farlo ci barrichiamo in una qualche variante del concetto che vi sono alcune cose che all'umanità non è dato di comprendere. Dunque tutta l'intera questione viene inghiottita dal Mistero. Ma se siamo d'accordo su quanto ho detto fino ad ora, allora cominciamo a comprendere che la funzione dell'Astrologia è quella appena detta, cioè quella che ha a che fare con in meccanismo di connessione, cioè è un modello comparativo; il modello operativo viene dedotto dall'Astrologo sulla base di questo modello comparativo. E mano a mano che questo modello operativo si evolve, dovrebbe evolversi anche il modello astrologico. E di fatto è proprio quel che sta accadendo, mano a mano che al modello astrologico tradizionale vengono aggiunti altri elementi significativi: per esempio siamo giunti a riconoscere e ad accettare la funzionalità dei pianeti transaturnini e - poco alla volta - di una quantità praticamente illimitata di asteroidi. Ma - se ci riflettiamo - risulta evidente (e possiamo facilmente accorgercene) che in realtà - malgrado ogni affermazione contraria - abbiamo sempre saputo che la situazione è questa; malgrado ciò, la confusione rimane, ed è ad un livello inaccettabile - a mio parere - per lassismo o per precisa scelta. A mio parere c'è un motivo ben definito alla radice di questa confusione, ed è il tipo di approccio che ci porta a vedere il modello astrologico come una manifestazione del principio di causa-effetto. A mio parere non è difficile rendersi conto di come questa opinione sia infondata: è sufficiente comprendere che esistono in realtà due modelli doversi - uno di carattere generale che assegna significato agli astri ed un altro di carattere particolare che creiamo noi di volta in volta per circoscrivere l'evento osservato - e che la risonanza ciclica tra questi due modelli è il risultato di un nostro meccanismo mentale. Dunque ora mi avventuro a riformulare il dogma fondamentale dell'Astrologia in questo modo: esiste un meccanismo secondo il quale alcuni fenomeni terreni vengono assimilati ad alcune configurazioni celesti. Se si parte da questo presupposto è più semplice comprendere come funziona l'Astrologia e che cosa sia in realtà. Negli organismi viventi esistono determinate caratteristiche che sono indubbiamente e basilarmente caratteristici della vita stessa, e forse la prima fra queste caratteristiche è quella della consapevolezza, una condizione che comporta il principio della responsabilizzazione intenzionale. A livello degli organismi monocellulari vediamo che ciò si manifesta sotto forma di capacità di riconoscere la differenza tra componenti ambientali benefiche e componenti malefiche, il che consente di la differenziazione tra quel che può essere vantaggiosamente considerato cibo e quello che invece causerebbe danno se venisse ingerito. Mano a mano che aumenta la complessità dell'organismo vivente, aumentano anche le capacità differenziative di questo tipo di consapevolezza, e sebbene esistano altre forme di vita organizzate in modo notevole da diversi punti di vista, possiamo supporre che sia la vita dell'essere umano ad essere dotata del livello più alto di consapevolezza: in ogni caso - comunque - la consapevolezza umana raggiunge uno dei livelli più complessi e trova il proprio vertice evidentemente nell'autoconsapevolezza. Ora, è stato dimostrato che molte componenti della vita organica sono in risonanza ciclica con i cieli e non è illecito sostenere che di tale risonanza si ha una certa percezione consapevole (ad esempio nei cicli vegetativi su base climatica o ambientale): se questo è vero, allora è possibile che qualcosa del genere sia vero anche per gli esseri umani, anche se l'umanità raggiunge il livello di autoconsapevolezza. Se infatti questa risonanza può guidare un certo tipo di comportamento, ne consegue che noi possiamo raggiungere la consapevolezza di tale comportamento, il che significa che - in un certo senso - possiamo acquistare consapevolezza della risonanza medesima. Qui poggia il fondamento razionale dell'Astrologia. Il meccanismo della risonanza ciclica esiste e si manifesta a svariati livelli, il che rende possibile l'acquisizione della consapevolezza del meccanismo stesso. Vediamo allora che cosa è possibile comprendere della natura di tale risonanza. Quando si parla di risonanza, solitamente pensiamo all'esistenza di un elemento risonatore che lancia l'impulso e di un altro elemento ricevente che vibra in conseguenza; è possibile anche che si abbiano contemporaneamente due o più elementi risonanti indipendenti l'uno dall'altro, che agiscono in sincronia in modo tale che la risonanza - o la dissonanza - sia una specie di effetto piuttosto che una causa. Questi elementi risonanti indipendenti possono allora essere sia attivi che passivi. Implicita in questa considerazione è la questione della natura della connessione tra l'uomo e - se così vogliamo dire - le stelle. Possiamo anche ammettere che sia i cieli sia l'umanità possano essere degli elementi indipendenti in risonanza, guidati alla vibrazione sincrona da un qualche tipo di forza precedente; ma a mio parere è più logico presupporre che i cieli siano l'elemento risonante da cui parte l'impulso e che la vita terrena sia l'elemento che riceve tale impulso e che vibra in sincronia. Il nostro modo di vedere qualsiasi tipo di connessione astrologica oltre a quelle che hanno specificamente a che fare con gli esseri umani si basa su questo. Ora: se un essere umano è parte di tale risonanza, in che modo può esserne consapevole? La sua percezione rimane chiusa all'interno della sfera della propria coscienza, oppure risulta accessibile alla consapevolezza stessa? In ogni caso, ora siamo in grado di distinguere due funzioni astrologiche relative all'essere umano, presumibilmente indipendenti l'una dall'altra: l'uso intellettuale dell'Astrologia per identificare e rafforzare tale risonanza è la prima di tali funzioni, mentre la seconda è intrinseca alla deduzione astrologica laddove vi sia - ad un qualche livello - la consapevolezza di tale risonanza ciclica. Queste due funzioni sono in qualche modo collegate? Potremmo rispondere con una certa sicurezza in modo affermativo; anzi, ci dovremmo chiedere come sarebbe possibile il contrario, dal momento che tale consapevolezza esiste. Ovviamente, si è sempre presupposto che l'esistenza della risonanza ciclica sia determinata dall'osservazione, e dobbiamo pensare che sia proprio così; ma possiamo anche pensare che il senso astrologico intrinseco abbia a sua volta un proprio ruolo; ed io penso che sia possibile comprenderne di più sulla natura di tale ruolo. Sembra evidente che si parta dal presupposto che nella consapevolezza di cui sopra vi sia una certa quantità di sensitività: alla fine dello spettro di tale consapevolezza - probabilmente - tale consapevolezza è bloccata, e quel che c'è oltre è inaccessibile a qualsiasi forma di conoscenza, mentre possiamo parimenti ipotizzare che all'estremo opposto si possa invece raggiungere in qualche modo una completa conoscenza di questi tipo di consapevolezza a livello conscio. Dunque esistono persone che - malgrado la loro risonanza ciclica con i cieli - non sono capaci di acquisirne consapevolezza: sono coloro che si mostrano indifferenti a qualsiasi tipo di considerazione astrologica e che ritengono che l'Astrologia sia irrilevante e priva di qualsiasi valore. Coloro che invece hanno già acquisito tale consapevolezza hanno già - probabilmente - sviluppato un qualche tipo di significato interpretativo, a mio modo di vedere, fin da quando erano adolescenti. In entrambi i casi, sia gli uni che gli altri possono accettare o rifiutare i modelli astrologici a seconda della compatibilità che detti modelli hanno (o non hanno) con il modello interpretativo precedentemente elaborato: in linea di massima ho l'impressione che la maggior parte di queste persone acquisisca una propria percezione del pensiero astrologico in modo tanto naturale quanto è naturale l'acquisizione del linguaggio. Da questo punto di vista, forse, potremmo trovare una formula gaussiana (o forse no, ma partiamo dal presupposto che si possa trovare): non ho idea di quanti siano coinvolti in questa condizione, ma penso che - in ogni caso - si possa identificare il modo in cui una determinata attitudine si sviluppa; per esempio possiamo comprendere come si possa giungere ad essere furiosamente contrari all'Astrologia. Possiamo nutrire il sospetto che chi ha questo atteggiamento sia consapevole ad un certo livello della risonanza, ma non riesca ad entrare nel tipo di ragionamento necessario allo sviluppo del modello astrologico, cioè non riesca a comprenderlo in termini individualmente soggettivi e personali. Di conseguenza tali individui si sentirebbero controllati da forze incomprensibili che non riescono a definire e delle quali preferiscono negare l'esistenza, allo scopo di mantenere il senso di consapevolezza di se stessi come persone autonome all'interno della nostra civiltà occidentale: una condizione - questa - che a me pare molto comune. Penso che possiamo identificare colui che si interessa all'Astrologia in un primo momento come uno studente, e poi come un praticante: potrebbe essere un tipo di persona che ha acquisito la consapevolezza della risonanza, ma la possiede ad un livello non comprensibile in altri modi. Perciò una persona di questo genere - a mio parere - tenta di sviluppare la propria conoscenza astrologica come modo per conoscere se stesso; il che implica che - probabilmente - tenderà a sviluppare una propria capacità intima di valutazione di quel che è giusto e quel che non è giusto in ogni affermazione astrologica, che corrisponde al modo in cui si predispone nei confronti dell'evoluzione propria ed altrui. Naturalmente è possibile identificare altri tipi di atteggiamento oltre a questi, ma già c'è molto da pensare anche solo su quanto detto. Questo tipo di consapevolezza nei confronti dell'Astrologia potrebbe essere spiegabile sul piano pratico, ma è quasi certo che non coinvolga direttamente l'aspetto razionale della mente (la parte sinistra corticale anteriore): quasi sicuramente - se sviluppata - dovrebbe aver a che fare con una percezione psichica o spirituale delle capacità cognitive. Io ho l'impressione che vi sia una considerevole quantità di Astrologi che hanno come primo orientamento la loro personale sensibilità astrologica, e che usano il modello astrologico solo come riferimento, o come una specie di mandala. Sappiamo ad esempio che vi sono Astrologi in grado di offrire un'eccezionale accuratezza, di gran lunga superiore a quel che molti di noi possono tentare di emulare servendosi della pratica astrologica: sembra evidente che la loro dote vada ben oltre le loro stesse capacità pratiche, perchè - se così non fosse - non sarebbe difficile per chicchessia l'esercitarsi con la pratica fino al punto di conseguire gli stessi risultati. Ma poichè questo non avviene - almeno che io sappia - penso che si possa presupporre che queste persone particolarmente dotate siano in realtà in grado di accedere più compiutamente ad un loro meccanismo astrologico interiore: coloro che rivelano maggiore accuratezza sono coloro che in realtà riescono a sviluppare e ad approfondire la loro consapevolezza e la loro sensibilità nei confronti di questo meccanismo, in modo tale da giungere a comprendere in qualche modo come valutare la loro sensazione e che peso dare al loro giudizio. Dunque abbiamo qualche spunto per riflettere in termini razionali sull'Astrologia, che esiste in qualità di modello intellettuale di rispecchiamento di un fenomeno naturale, ma che è anche un attributo dell'unicità personale, almeno nel mondo in cui viviamo. Possiamo facilmente dimostrare come questo fenomeno si manifesti e come si possa mettere in evidenza la sua esistenza. Gli elementi sopra forniti sarebbero sufficienti perché coloro che ritengono che la questione sia importante possano intraprendere un serio esame razionale: e che un esame del genere non sia ancora mai stato tentato non è che il risultato dell'indifferenza di coloro che pensano che non abbia valore, ma è comunque una circostanza che non cambia in nulla le altre affermazioni. Abbiamo quotidianamente prove empiriche del valore del modello astrologico: sono prove che non possono essere mistificate. Ora poi abbiamo una traccia, seguendo la quale è possibile spiegare il modo in cui il modello astrologico è stato fatto in modo tale da essere funzionale allo scopo sopra indicato. L'Astrologia si sviluppa meglio e può essere appresa più fruttuosamente se si è predisposti a questo modello, il che spiega come mai alcuni riescono tanto facilmente ad imparare questa pratica ed altri non ci riescono; e altresì tale traccia può portare ad una esauriente spiegazione del motivo per cui il modello astrologico non è in grado di consentire alcune delle cose che comunemente vengono attribuite all'Astrologia. Dal momento che è possibile giungere ad una soddisfacente spiegazione per tutti gli aspetti dell'Astrologia fino ad ora considerati inspiegabili, se lo facciamo avremo un modello plausibile al quale ricondurre l'Astrologia: è sufficiente impegnarsi in modo da creare una base razionale su cui far poggiare tale disciplina. Vorrei aggiungere alcune osservazioni, a titolo di conclusione: se le ipotesi sopra formulate sono valide, allora possiamo comprendere come debba esistere una varietà tanto ampia di tecniche astrologiche e di principi fondamentali. La natura della sensibilità astrologica personale rimane comunque individualmente unica, ma devono comunque sussistere alcuni punti di condivisione accettabili collettivamente: possiamo tentare di tracciare alcune corrispondenze di carattere generale fra le diverse varianti metodologiche in modo da individuare delle tipologie culturali, intellettuali, fisiologiche, spirituali, emotive etc. comuni, condivisibili da tutti coloro che sono predisposti allo studio dell'Astrologia, e l'accordo più ovvio dovrebbe essere tale da far sì che nessun metodo possa invalidare nessun altro metodo. Forse questa base comune potrebbe essere troppo complessa per essere compresa dalla maggior parte di coloro che si rivolgono all'Astrologia, e forse no: in ogni caso, il gradimento da parte della collettività potrebbe avere dimensioni maggiori di quanto possiamo immaginare, e potrebbe avere effetti anche sul piano professionale, se veramente ci impegnassimo a venire a capo di questa come delle questioni a questa correlate, in modo tale da consentire all'opinione pubblica di apprezzare la nostra serietà ed il nostro impegno anche in questa direzione. Con questo saggio ho apportato il mio contributo, e attendo con interesse ogni altra considerazione. |
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