Prendo spunto per questa riflessione da un bellissimo libro del filosofo Umberto Galimberti dal titolo “I vizi capitali e i nuovi vizi” per parlare di questo argomento alla luce degli archetipi psicologici ed astrologici.
E’ interessante il fatto che un tempo erano considerati sette i vizi capitali esattamente come sette erano i pianeti conosciuti allora.
Oggi, forse, possiamo azzardare ad ipotizzare che ai sette conosciuti se ne possono aggiungere almeno tre nuovi, in sintonia con i tre nuovi pianeti scoperti negli ultimi 300 anni.
Possiamo ipotizzare che i sette vizi capitali siano nient’altro che la rappresentazione della parte ombra degli archetipi planetari e, vederli in azione, può offrirci la possibilità di trasformarli in componenti positive della nostra psiche, in grado di rendere più luminosa la nostra personalità.
Prendiamo dunque in considerazione i 7 vizi individuati dagli antichi cercando di vedere anche il lato luminoso in modo da riuscire a farlo splendere.
Ovviamente, siccome si legano ai sette pianeti.. più conosciuti, li tratterò in ordine di orbita.. partendo dalla Luna fino ad arrivare a Saturno.
LA LUNA E L’ACCIDIA
L’accidia è il tipico vizio lunare; infatti, l’eccesso di Luna e di segni d’acqua nel tema può favorire la pigrizia e la passività, in particolare quando sono forti i valori Cancro e Pesci. Queste energie, se vissute nel loro risvolto negativo possono diventare inerzia, mancanza di volontà e di iniziativa, al punto da mantenere il soggetto in uno stato infantile, in una totale dipendenza dagli altri.
Dietro a questa “mollezza” c’è sempre una carenza di struttura ed un eccessivo bisogno di essere protetti e contenuti a cui si affianca una paura di mettersi veramente in gioco nel mondo quasi che non si possedessero gli strumenti necessari per affrontare la vita vera.
In realtà, questo vizio può fornire l’occasione per lavorare sulle energie positive della Luna che ci vuole ricordare che la vita è anche accettazione di ritmi non sempre imposti da noi; è compassione, sensibilità e disponibilità verso gli altri nonché, di tanto in tanto, affidamento alla parte interiore che “sa e conosce ”, al di la’ della mente e della ragione. Affinché vi sia una personalità solida ognuno di noi ha bisogno di coltivare un rapporto profondo con la ricettività, con l’empatia e con i bisogni intimi che sono gli unici che ci possono ricaricare e dare energie che ci riconducano verso l’attività e la ragione integrando le due parti di noi.
IL SOLE E L’ARROGANZA
Questo peccato è attribuibile al secondo luminare: il Sole che, quando non può brillare come è suo solito, tenta di farlo dentro ad una zona d’ombra, con risultati alquanto deleteri.
Il Sole deve supportare la parte luminosa, attiva e cosciente della personalità; deve quindi donare sicurezza, calore, senso dell’eroismo e di magnificenza; quando invece c’è una carenza di questa energia, il soggetto vive una mancanza di forza e di luminosità che può tendere ad essere compensata con l’arroganza che è un tentativo molto modesto e negativo di avere un vero posto nel mondo, di contare e di brillare.. Infatti quando non può brillare nessun simbolo può soffrire quanto quello del Sole che vive una vera amputazione delle sue prerogative migliori. L’arroganza produce esattamente l’opposto di quanto il Sole desidererebbe: allontana gli altri da sé nel momento in cui li vorrebbe invece conquistare.
Gli arroganti però possono lavorare sulle loro carenze e sviluppare quel potenziale che qualsiasi Sole ha dentro di sé e che può regalare forza, luce e direzione alla personalità. Certo, il Sole ha bisogno di essere protagonista e, nel caso, può sviluppare la propria specialità ed unicità, la sola che potrà catturare l’attenzione e lo sguardo altrui. Il lato luminoso del sole è anche capace di grande generosità e lealtà ed è per questo che l’eroe può diventare un modello positivo che induce gli altri a seguirlo per le sue specifiche qualità.
MERCURIO E L’INVIDIA
L’invidia è il classico problema mercuriale che trae origine dal bisogno di paragonarsi agli altri per conoscere le proprie qualità e che si attiva nel momento in cui questi altri sembrano avere più doti o più possibilità di noi.
L’invidia è un sentimento considerato universalmente distruttivo giacché, se non viene convertito, tende a sminuire l’oggetto di ammirazione, fino a distruggerlo. Alla base di questo sentimento però c’è un grande senso di inadeguatezza e di inferiorità che nasce da una bassa autostima, sintomo che non si è stati premiati veramente e non si è stati aiutati a far crescere le proprie qualità e capacità, lavorando sulle inadeguatezze. L’invidia nasce da un senso di mancanza di qualcosa; ed è qui che bisogna lavorare.
La componente luminosa dell’invidia è molto forte e se la si riesce a far emergere si potrà facilmente trasformare in qualcosa di estremamente positivo poiché racchiude in sé ammirazione ed emulazione che sono fortissime spinte al miglioramento personale che possono prendere spunto proprio dal fatto che si considerano positive qualità di altri, e che, per questo, si desidera svilupparle.
Soprattutto con i bambini è importante lavorare sulle loro invidie aiutandoli ad ammirare e non a combattere chi ha qualcosa in più, proprio perché questo può essere la molla che stimola a crescere e a non accontentarsi.
VENERE E LA LUSSURIA
Indubbiamente la lussuria è un vizio che nasce dall’esasperazione del principio di “piacere” e da un legame esasperato con i sensi e la sessualità. E’ certo che il lussurioso non trova possibilità di sublimazione e quindi, tutto deve essere vissuto sul corpo. Venere è sicuramente la Regina del desiderio sessuale e del piacere in generale; non a caso è dal senso di piacere personale che nasce il desiderio e la capacità di scelta e di valorizzazione; quando però non vi è un rapporto vero con il valore, ma solo con i sensi, l’individuo non può trovare vera gratificazione e quindi può andare alla ricerca di costanti piaceri effimeri che possono condurre alla dissolutezza in cui il corpo prende il sopravvento su bisogni superiori più legati agli ideali dell’anima.
La parte ombra di Venere si consuma nel momento in cui non c’è scambio e viene meno la sua funzione superiore.. quella di relazione. Lei è alla base, è l’archetipo del rapporto…che indica “profondo scambio con l’altro” e quindi, quando non c’è scambio, resta il vuoto che dovrà essere colmato ad ogni costo.
La soluzione per il vizio della lussuria sta nel nutrire il proprio desiderio attraverso un vero rapporto di intimità che possa derivare da una reale interazione emotiva ed affettiva oltre fisica; Venere è il principio di Eros che esiste nel momento in cui non vi è solo gratificazione fisica ma AMORE.. un vero e proprio principio energetico trasformante capace di nutrire un piacere che è psichico, affettivo e spirituale ben lontano dal bisogno di riempire e consumare.
MARTE E L’IRA
L’ira è fondamentalmente il vizio che nasce dall’incapacità di elaborare la rabbia e l’aggressività che sono alla base di una reale possibilità di difesa e di crescita personale. E’ quindi legata al pianeta Marte che rappresenta l’istinto aggressivo e difensivo.
Quando è presente l’ira in un soggetto indica che all’interno regnano sentimenti distruttivi che nascono da una difficoltà di affermazione personale che produce insicurezza, sensazione di non valere e risentimento.
La persona che si lascia prendere dall’ira ovviamente manca di controllo e mostra un’aggressività che difende in modo esagerato e che origina da un non sentirsi accettati ed amati, e quindi da un senso di “non avere diritto”.
E’ la tipica dinamica marziana che si manisfeta allorchè si è sperimentata a lungo la sensazione di impotenza che viene compensata con una frequente ed incontrollata rivalsa sugli altri. L’ira è sempre un’aggressività proiettata all’esterno.
Marte in positivo può mettersi completamente al servizio dell’Io del soggetto e può aiutarlo a farsi valere, a sentirsi forte e in grado di sviluppare visibilità e riconoscimento: due cose fondamentali per sentirsi di avere pieno diritto di stare al mondo.
Marte utilizzato positivamente può diventare volontà, azione e forza direzionata al punto da poter servire e difendere i deboli.
GIOVE E LA GOLA
Certo, oggi sembra difficile poter pensare alla gola come ad un vizio capitale data l’enorme attenzione all’immagine e alla linea, tuttavia, anche se magari meno evidente di un tempo, esiste anche questo peccato che è assegnato al pianeta Giove.
Il bisogno di abbuffarsi e di divorare parte da un senso di difficoltà ad essere gratificati e nutriti su vari livelli; c’è sempre all’interno una sorta di “fame” che è sicuramente più spirituale che di gola, ma siccome il goloso non riesce ad elevare il suo bisogno, è costretto a riempirlo solo fisicamente.
E’ un problema che deriva da un non appagamento “orale” il che vuol dire che non c’è stato nutrimento vero e neppure senso di appartenenza per cui, la regna all’interno l’idea di essere costantemente in credito rispetto ai propri bisogni; questo stillicidio porta a divorare e portare dentro cibo per colmare un sintomo che, manco a dirlo, non si può soddisfare con ciò che si mangia, perché è di altro “nutrimento” che si ha bisogno.
Nel suo lato positivo Giove è il pianeta della sublimazione.. è quello che ci aiuta a vivere certi contenuti sul piano simbolico anziché doverli sempre agire; esso infatti desidera crescere sul piano psicologico nutrendosi della capacità di arricchirsi di conoscenza trasformando ciò che portiamo dentro in qualcosa che possa nutrire la nostra fame di sapere e di crescere: in questo modo, Giove è come se ci permettesse di sentirci parte di qualcosa di più grande che ci permette di assestarci e di sentirci finalmente sazi.
Giove è la possibilità di spostare l’appetito orale in appetito psichico e spirituale, esattamente come rappresentato dalle grandi Dee della Natura che nutrivano a tre diversi livelli.
SATURNO E L’AVARIZIA
L’ultimo dei 7 vizi capitali tramandati dall’antichità è legato al Grande Vecchio Saturno e all’avarizia.
Contrariamente a quanto si pensa in astrologia il vero avaro non è una tipologia gioviale (che in qualche modo è sempre collegato all’edonismo e al piacere), ma è una esasperazione dell’ombra di Saturno.
L’avaro è colui che NON E’ e che, quindi, deve AVERE per esistere; il dramma sottostante consiste nel non poter mai godere di ciò che ha, ma nel controllare che ciò che si possiede possa aumentare e mai essere intaccato.
Un vero e proprio dramma da DEPRIVAZIONE quello che spinge il Saturno in ombra a trattenere tutto e troppo per paura di perdere e quindi a non poter mai donare nulla di sé e nulla di ciò che si ha e si possiede.
L’avaro tiene nascosto il suo tesoro e si limita a guardarlo; non può goderne perché significherebbe privarsi di qualcosa.
Questa è la ragione per cui l’avaro è un infelice che teme gli venga portato via ciò che crede sia la sua vera sopravvivenza.
E’ la pura percezione di non avere risorse personali e non essere mai stato amato per il suo ESISTERE ed ESSERE, ma solo in virtù di ciò che sapeva fare. Non sa condividere e quindi non può arricchirsi.. e questo è il vero dramma.
In positivo Saturno crea invece la possibilità di poter sentire di avere ciò che serve per vivere; offre il raro dono dell’autonomia e della responsabilità personale che assicura l’individuo di non aver bisogno di appoggiarsi alle cose materiali per garantirsi l’esistenza ma, piuttosto, di saper contare sulla sua capacità. Saturno ricorda che per essere autonomi è necessario vivere semplicemente.. liberandoci dal superfluo. Le cose che possediamo sono proprio quelle che più ci schiavizzano per mantenerle.
Oggi ovviamente conosciamo altri tre simboli.. URANO, NETTUNO E PLUTONE e, anch’essi hanno un lato luce e uno ombra che può rappresentare deformazioni particolari che possiamo vedere come veri e propri vizi.
URANO rappresenta il terribile vizio di credere solo nella parte razionale, nella mente e nella tecnologia combattendo tutto ciò che è percezione e affidamento al delicato mondo interiore. Un altro dei vizi dell’ombra uraniana consiste nel contrabbandare il senso della libertà con quello della totale anarchia in cui ognuno possa fare quello che crede non rendendo conto a sé stesso e agli altri e, soprattutto, non condividendo e non rispettando la libertà degli altri.
Certo, la parte luminosa di Urano è importante e ci può condurre alla vera libertà che prevede responsabilità e senso di cooperazione, accettazione della diversità nonché rispetto totale della libertà propria e altrui.
NETTUNO rappresenta il vuoto totale che è dato dalla mancanza di un reale senso spirituale che potrebbe aiutarci a comprendere che non siamo soli e che non siamo isolati nel mondo. L’ombra di Nettuno si cela dietro a tutte le dipendenze in cui l’uomo moderno cade proprio per la mancanza di contatto con il vero senso e valore della vita.
La parte luminosa di Nettuno è consente di raggiungere senso della totalità e della pienezza che riporta ogni uomo a sentirsi completo e in perfetta armonia con tutto ciò che lo circonda.
PLUTONE è il terribile vizio di cercare di avere potere sugli altri o di manipolare la realtà cercando in questi surrogati motivazioni che aiutino a superare il senso di impotenza legato alla non percezione delle risorse interne.
Plutone è legato al potere personale e mai a quello che si cerca di avere su qualcun altro; quando questo accade significa che il soggetto sperimenta un fortissimo senso di impotenza che lo porta a cercare di trattenere e di avere con la forza, con la seduzione o con l’inganno ciò che non ha diritto ad avere.
La parte luminosa di Plutone è legata alle motivazioni e al potenziale creativo che alberga in ognuno di noi; rappresenta anche il contatto con la verità interiore che nasce dall’aderenza ai valori, ai pensieri e ai sentimenti personali.