L'immaginario è uno spazio psichico che abbraccia il nostro mondo interno, le nostre fantasie, la nostra immagine sociale.
Attraverso la musica, il corpo risuona, entra in vibrazione e rivive i conflitti del passato, trasforma le emozioni negative connesse e permette un adattamento più soddisfacente alla realtà.
Lavorando sull'immaginario si realizza un'opera di risanamento e di integrazione dei derivati inconsci che impiantano la base dell'angoscia e dei sentimenti d'inferiorità.
Questa modalità terapeutica consente di guidare il paziente al riconoscimento della propria immagine corporea e sperimentare il proprio mondo interno riattraversando le tappe filogenetiche ed ontogenetiche racchiuse nel training musico-analitico. In seguito, mediante il supporto delle immagini proposte dalla musica classica, facente parte del percorso dell’analisi musicale immaginativa, il soggetto riattraversa simbolicamente i suoi primi anni e i conflitti connessi.
La sintesi "ontogenetica" (storia dell'individuo) e "filogenetica" (storia della specie umana) riprodotta attraverso il training musico-analitico, ricostituisce e potenzia l'Io sotto il profilo affettivo e sociale. In seguito, l'analisi musicale immaginativa permette la riorganizzazione del proprio mondo interno dove le figure genitoriali e le immagini del passato vengono recuperate rivissute e riparate.
La funzione del terapeuta, all’interno del rapporto musico-analitico col paziente, è quella di codificare e risanare inserendosi nello scenario immaginativo favorito dall’esperienza sonora.
La psicoterapia musico-analitica assume un rilevante supporto per facilitare le libere associazioni e l'espressione delle manifestazioni più primitive e più artistiche.
Il lavoro musico-analitico è finalizzato al mantenimento dell’unità della propria “immagine somatica” e ad una più robusta tolleranza nei confronti di quelle minacce esterne ed interne che possono provocare disagio psico-fisico e l’organizzazione delle funzioni motorie. La ri-nascita psico-corporea si realizza nel momento in cui l’individuo è in grado di verbalizzare le emozioni senza scaricare, inconsciamente, sul corpo la pesantezza dell’angoscia che non riesce a metabolizzare. I conflitti si dipanano e si amplificando le dinamiche in atto con l'immaginario indotto dalla musica. In chiave psicoterapica il brano musicale viene utilizzato come elemento di comunicazione allusiva, sul piano metaforico o simbolico.
La fase finale dell’analisi musicale immaginativa favorisce lo stemprarsi della creatività umana che consiste nel disporre della massima libertà d’accesso alle proprie potenzialità di percezione, d’elaborazione mentale e d’espressività.
In virtù del lavoro "musico-immaginativo" abbiamo una potente stimolazione dei sogni, probabilmente ciò si verifica a causa del coinvolgimento contemporaneo di percezioni e di elaborazioni mentali: la musica fa da ponte tra il sogno, affettività e soggettività.
Si fa interagire di fatto la personalità e il corpo con determinati brani musicali.
Nelle sedute di psicoterapia con musica viene presentato il brano musicale mentre la persona è assorta in una forma di "stato autogeno". In questa situazione l'inconscio della persona e quello del terapeuta si parlano.
Nella fase finale del nostro lavoro vengono scelti autori molto complessi che esprimono sentimenti più evoluti e che sintetizzano la capacità progettuale, consentendo una sana percezione dell'Io che comincia a sentirsi forte nel tollerare ciò che un tempo induceva paura, con la bonifica e la metabolizzazione di tutto ciò che non si accetta.