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- Astrologia e dintorni

PLUTONE SCORPIONICO: SIGNORE DELLA VITA E DELLA MORTE
     a cura di Giovanni Pelosini
 
PLUTONE SCORPIONICO: SIGNORE DELLA VITA E DELLA MORTE
Al signore del sottosuolo e dell'oltretomba ben si addice il motto “Vita nella Morte”, per altro ben individuabile come concetto anche nel segno dello Scorpione e nella cosignificante Casa VIII.
L’accostamento delle parole “vita” e “morte”, solo apparentemente opposte, non deve stupire: la vita e la morte sono due aspetti di uno stesso fenomeno che solo le nostre miopi ed arbitrarie categorie non sanno neanche nominare senza equivoci. A dimostrazione di questo, si osservi lo Zodiaco, che non contrappone certo la V Casa all'VIII, ma le inserisce nel contesto quadruplice che comprende la II e la XII, e che coinvolge per cosignificato i segni fissi in una ruota stagionale che rievoca i fasti di un antico Calendario Sacro annuale celebrante i cicli cosmici in sintonia con quelli naturali del nostro pianeta.

Un esempio esplicativo proviene dalle scienze naturali, ed in particolare dall'ecologia.
E' noto che gli esseri viventi possono essere classificati in vari modi. Uno di questi è la suddivisione in Produttori, Consumatori e Decompositori. L'equilibrio ecologico fra i tre gruppi è fondamentale per la vita, contemplandone anche la cessazione a livello individuale, ed ognuno di essi contribuisce a costituire gli indispensabili anelli delle catene alimentari di ogni ecosistema.

I Produttori sono i Vegetali, autotrofi: attraverso la luce solare sono in grado di trasformare le sostanze inorganiche (acqua, sali minerali, anidride carbonica) in sostanze organiche.

I Consumatori sono gli Animali, eterotrofi: si nutrono cibandosi di vegetali o di altri animali che comunque la catena alimentare, in modo più o meno diretto, riconduce inevitabilmente ai vegetali Produttori; in altre parole utilizzano le sostanze organiche prodotte dai vegetali non essendo di grado di produrle autonomamente.

Il terzo gruppo, quello dei Decompositori, può essere associato astrologicamente a Plutone: si tratta di tutti quei viventi, come i funghi o i microscopici e plutoniani batteri, che si cibano di sostanze organiche in decomposizione, in disfacimento, ritraducendole così in sostanze inorganiche che vanno ad arricchire di nuovo di sali minerali la componente abiotica dell’ambiente, mantenendola adatta allo sfruttamento da parte dei Produttori, pronti a ricominciare il ciclo.

Ma quali sono le sostanze organiche che devono decomporsi, imputridire, marcire?
Sono quelle che costituiscono tutti gli esseri viventi, i loro escrementi, gli avanzi del loro cibo, i resti stessi dei loro corpi.
La Vita si perpetua grazie alla Morte.
E’ Plutone che, mimando la mitica Fenice, scorpionica creatura cara agli Gnostici e allo stesso Orfeo, rinasce dalle sue stesse ceneri.
(Per ceneri si intende spesso in biologia l'insieme dei residui minerali di un essere vivente o di una sua parte: se si brucia un pezzo di legno si otterranno acqua e anidride carbonica sotto forma di gas e un po’ di residui solidi, le ceneri appunto).
Esperimenti americani del secolo scorso dimostrarono che gli alberi di un bosco regolarmente privato della lettiera di foglie crescevano considerevolmente meno di quelli di un bosco naturale, soffrendo della perdita dell'humus prodotto dai decompositori soprattutto grazie alle foglie cadute.
Certo che potrebbe sembrare un lavoro “sporco” quello di Plutone, fra i miasmi di proteine putrescenti e grassi irranciditi, fra i viscidi funghi del sottobosco umidiccio e le paludi maleodoranti di stanca stagnante poltiglia ribollente di gas naturali che salgono dal fondale scuro e melmoso.
Ma c’è poco da fare gli schizzignosi! Così è la vita, e nessuno potrà disconoscere l’utilità, se non la natura indispensabile, del “ricco” terriccio “fertilizzante”. Ecco perché si può affermare che Plutone generi “fertilità” e “ricchezza” per il terreno.

Dialetticamente si può vedere impegnato l’asse Toro-Scorpione: Plutone in Scorpione rappresenta l’anello dei Decompositori che fornisce “nutrimento” ai vegetali Taurini (compresi quelli domestici dell’agricoltura), dove Lisa Morpurgo intendeva il domicilio del pianeta X. Ma così l’anello ancora non si chiude, e la biologia insegna invece l’andamento ciclico dell’energia vitale, in perfetta assonanza con quello zodiacale.
Andiamo allora ad analizzare gli altri due segni fissi dello Zodiaco.
Nel Leone troviamo il domicilio del Sole, unico “motore” del flusso di energia attraverso i viventi (tramite la fotosintesi dei Produttori); mentre nell’Acquario è il domicilio del simbolo stesso della loro morte, Saturno, spesso iconograficamente raffigurato con una falce in mano.
Ci si può divertire a percorrere il ciclo vitale-zodiacale nelle stazioni del quadrilatero iscritto dei segni fissi in vari modi. Per esempio in modo orario (visto che il nostro pianeta ruota nell’altro senso e la nostra visione è relativa):

Plutone-Scorpione-decomposizione e formazione del concime;
Sole-Leone-funzione clorofilliana;
X-Toro-agricoltura/cibo, produzione e consumo;
Saturno-Acquario-morte e caduta delle foglie e altri resti sul suolo.
Per poi ricominciare con la funzione plutoniana.

Ma i modelli interpretativi possono essere innumerevoli.
Si pensi anche alla notevole fertilità delle terre nei pressi di vulcani attivi o che lo sono stati in passato: la forza sotterranea plutoniana spinge in superficie continuamente tonnellate e tonnellate di materiale ricchissimo di sali minerali. Alcuni di questi materiali effusivi solidificano diminuendo di temperatura e sono soggetti, come altre rocce, alla demolizione erosiva che darà luogo a terreni fertilissimi, come ben sanno da secoli le popolazioni dell’area vesuviana.
E sempre dal sottosuolo, con dinamiche diverse, ma sempre plutoniane si formano altre “ricchezze” (non a caso si usa ancora il prefisso di origine greca “pluto-” per designare la ricchezza) come il nero petrolio e i gas naturali, sempre generati dalla trasformazione sotterranea di sostanze organiche già appartenute ai viventi.
Si pensi anche alle perfette aziende agricole sperimentali, che producono cereali e foraggio nei campi, per nutrire anche bovini di allevamento, producenti a loro volta grandi quantità di plutonico letame utilizzabile anche per ottenere biogas, oltre che concime.
Si tende così alla chiusura perfetta di un ciclo Vita-Morte tendente all’autosufficienza energetica ed al proprio perpetuarsi in natura grazie anche all’anello rappresentato dalle funzioni di Plutone.

Questo ciclo di generazione e rigenerazione, fin qui spiegato nel contesto biologico ed ecologico, può essere inteso nel contesto simbolico e mistico come il Cerchio dell’Eterno Ritorno, dell’Anima che trasmigra di corpo in corpo, della Materia che si trasforma continuamente rigenerando nuovi corpi dal disfacimento dei precedenti. Così la materia prima dei nuovi involucri deriva dalla dissoluzione dei vecchi. La fine diventa l'inizio nel ciclo vitale.
Mead, nel suo Orpheus (Londra, 1896), afferma che Plutone è
“... il Signore del Cerchio della Generazione, del Ciclo della Necessità,
ed è il Guardiano del Cerchio Invalicabile su ogni piano,
mentre Giove è il guardiano della vita dell'anima prima della generazione”.
Il Cerchio è detto “invalicabile” perché si riferisce ai diversi piani dimensionali, ma anche a significare che non può essere percorso senza abbandonare periodicamente il corpo, cioè la “maschera personale” che Plutone controlla e disgrega nella prosecuzione del percorso ciclico.
Dopo il corpo, anche l’ego individuale deve morire. Questa seconda morte è necessaria al rinnovamento ed alla rinascita, alla cosiddetta ascesi. In questo è evidente il dualismo simbolico Nettuno-Plutone, talvolta confusi nelle loro funzioni: Nettuno cura le anime che si incarnano, mentre Plutone si occupa della loro liberazione.
I Misteri di Eleusi tendevano a confondere i profani ed a mettere alla prova i neofiti con enigmi a senso multiplo: così, mentre al momento della morte fisica, il corpo viene sepolto nel regno di Plutone, nel cupo sottosuolo e l’Anima ne viene liberata; alla successiva nascita, la stessa Anima viene “sepolta” in un nuovo corpo per continuare il proprio cammino sulla terra.
Il seppellimento è necessario alla rigenerazione dell’Anima e della Materia: Ade-Plutone cura l’una e l’altra, liberando e purificando la prima, demolendo e degradando la seconda a ricostituire gli elementi primordiali. Tutto ciò avviene nel sottosuolo e, contrariamente a quanto si può pensare, avviene con amore.
Il mito di Persefone-Proserpina ne è la dimostrazione. Persefone rappresenta il lato femminile di Ade, è l’aspetto materno di Plutone, il meno terrificante, il più dolce, la promessa della ciclica rinascita.
Simbolo di tutto questo fin dall’antichità è il frutto del melograno, spesso significativamente ritrovato a fianco dei morti in tombe etrusche, ed in Grecia ancora oggi cotto in focacce in occasione dei funerali e nelle successive ricorrenze, a testimoniare la fede nella resurrezione.

Il mito racconta del rapimento di Persefone che viene condotta agli Inferi da Ade-Plutone. Qui, invece di rispettare un assoluto digiuno, la dea mangia un chicco di melograno e questo fatto la lega indissolubilmente al regno sotterraneo. Le verrà quindi concesso di tornare in superficie periodicamente (ciclicamente) solo in primavera.
Si rifletta sul frutto di maturazione autunnale e scorpionica e sul fatto naturale che il frutto ha la necessità di cadere, marcire sul suolo, o alternativamente essere divorato dagli uccelli, in ogni caso di “morire”, per consentire ai semi di essere accolti dal terreno e sprofondarvi, insieme all’humus fecondante del frutto decomposto o all’altrettanto scorpionico sterco, veicolo e concime del seme ingerito.
La Morte che “falcia” il frutto dai mille grani, ne sparge i semi: miete e nel contempo semina; prepara il successivo raccolto e permette l’andamento naturale ciclico della Vita. Karmicamente si raccoglierà quel che si è seminato, e, cosa forse meno ovvia, ma non meno significativa in un contesto ciclico, si seminerà quel che si è raccolto.
Così lo scarabeo egizio, Kepher o Kephri, simbolo del Sole del mattino, potente dio della Vita e della Resurrezione sempre presente nelle sepolture sacre, non è altro che lo scarabeo stercorario, quello che depone le uova in palline di letame che poi sotterra.
Quindi Plutone siede di diritto a fianco dei fratelli Giove e Nettuno sul trono del Mondo: se il Re Celeste (Giove) è il Creatore, il Re Marino (Nettuno) è il Preservatore, e il Re Sotterraneo (Plutone) è il Distruttore-Rigeneratore. Trinità presente in molte culture, in primo luogo la Trimurti indiana, e simbolo anche del ciclico eterno rapporto di Vita e di Morte fra i Produttori, i Consumatori e i Decompositori.
 

 
 
 
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