Introduzione
“ Come tutto s’intesse nel gran Tutto, ogni cosa nell’altra opera e vive.
Come salendo e discendendo alterne, le celesti Energie vedo scambiarsi le secchie d’oro!
Il profumo dell’ali benedette
Via per la Terra scorre giù dal Cielo: e il loro volo è musica che infonde d’una sola armonia tutto il creato.”
Goethe (Faust)
Superato il concetto di uomo come semplice macchina o laboratorio, secondo la medicina accademica, ed usando una chiave di lettura più ampia, riusciamo a vedere come nell’uomo in realtà siano manifesti tutti i regni della natura. Del regno minerale abbiamo le sostanze che compongono il nostro organismo, del regno vegetale il naturale ciclo dello sviluppo e crescita, del regno animale le brame ed i sensi. Ma la particolarità dell’uomo è il suo Io. Siamo l’unico essere che si identifica con la parola “Io”. Questa comunanza con l’universo che ci circonda ed allo stesso tempo questa unicità e questo distacco, non ne preclude i legami.Nell’attuale panorama delle scienze alimentari sono presenti diverse correnti di pensiero e opinioni contrastanti riguardo alle scelte da fare e i regimi da seguire. L’introduzione di cibi e specialità alimentari da tutti i paesi, accanto all’enorme offerta locale, rendono difficile orientarsi in modo obiettivo e mettono a dura prova la nostra capacità di scegliere consapevolmente.Nel passato gli uomini avevano una guida. I discepoli di Pitagora avevano il divieto di consumare fagioli, carne e alcol, poiché lo sviluppo dei teoremi matematici richiedeva una mente lucida, una coscienza chiara. Nell’antico Egitto, le pietanze aromatizzate erano riservate solo ai sacerdoti. Più tardi i cibi aromatizzati venivano preparati anche alla corte dei sovrani e nei conventi. Nel Medioevo l’intelletto umano iniziò a rivolgersi al mondo sensibile: si passava dalla comprensione attraverso la coscienza sognante, alla desta osservazione. In questo periodo gli aromi diventarono sempre più accessibili a tutti gli uomini, destandoli nei sensi. L’uomo odierno non è più inserito in una tradizione culturale agraria, si è allontanato dalle sue radici, sta perdendo le tradizioni che davano sostegno e riferimento. Si è passati dallo splendore della civiltà rurale alla deriva di una agricoltura tecnico-industriale. La tecnica analitica ha portato e tutt’ora porta grandi conquiste. Ma dovremmo essere coscienti che con questi metodi si perdono degli aspetti essenziali. Ci troviamo oggi di fronte alla degenerazione del genotipo. Le malattie legate alla civilizzazione aumentano: neonati con disturbi di fegato, deformazioni ossee in età giovanile, allergie ecc. Accanto a tutti gli influssi ambientali come stimoli in eccesso, stress, paure e angosce, errori educativi, anche l’alimentazione gioca un ruolo essenziale, influenzando bambini e adulti molto più di quanto si pensi.
L’uomo non è una macchina che può semplicemente essere alimentata con cibi senza vita, chimico-sintetici, avulsi da ogni contesto naturale. Se consideriamo l’uomo nella sua interezza e non solo sulla base della percezione sensibile, scopriamo che è un’immagine dei regni naturali circostanti: Minerale = Forma; Vegetale = Forma e Vita; Animale = Forma, Vita, Sensazione. L’uomo non ha soltanto forma, vita e sentimenti: egli è Spirito autocosciente che sperimenta se stesso come Io. Nei regni naturali si considera percepibile con i sensi il solo corpo fisico. Le altre parti costitutive come la vita, le sensazioni e i sentimenti, lo spirito, vengono definite soprasensibili, perché non sono accessibili agli abituali sensi. Le sperimentiamo senza dubbio nel loro effetto. Quando l’uomo introduce un cibo dentro di sé, vuole gustarlo con tutto il suo essere. Con gli aromi e la cottura egli prepara con arte verdure, frutti e cereali, sì che durante il processo digestivo possa collegarsi con l’alimento nel migliore dei modi. Se l’alimento non coinvolge in modo corretto ed adeguato gli arti costitutivi dell’uomo (la sua organizzazione vitale, animica e dell’Io) e non viene completamente demolito nelle sue più piccole componenti, trasformato e disciolto, possono manifestarsi i sintomi delle più svariate malattie. In quanto esseri umani dobbiamo trasformare la natura estranea dell’alimento, plasmarla in modo adeguato alla nostra individuale natura umana. Primo presupposto è un sano modello di agricoltura e di allevamento responsabile, così come una valorizzazione ed una preparazione dei cibi con riguardo e rispetto delle caratteristiche naturali. In questo senso è consigliabile procurarsi cibi e prodotti da aziende che applicano la coltivazione biologica o biodinamica. Il metodo agricolo biodinamico ha preso vita in occasione del corso tenuto da Rudolf Steiner nel 1924 e viene oggi applicato in tutto il mondo. In esso si tiene conto della connessione tra i fatti terrestri e le influenze cosmiche, si osservano le orbite astrali ed in particolari si presta attenzione ai ritmi lunari per i tempi di semina e trapianto. Il metodo biodinamico prevede inoltre la somministrazione dei preparati da compost e da spruzzo: questi sensibilizzano l’humus agli influssi planetari e grazie a ciò si ha un importante effetto dinamizzante sulle forze formative e plasmatrici nella crescita vegetale. I pianeti vengono divisi in:
Saturno
Giove Pianeti soprasolari
Marte
Sole
Venere
Mercurio Pianeti sottosolari
Luna
L’introduzione consapevole di forze cosmiche nella sostanza vegetale terrena produce possibilità fondamentalmente nuove per la nutrizione umana. Durante il processo digestivo ci si viene a confrontare con forze primigenie e commisurate all’uomo in quanto essere spirituale. L’universo è la patria spirituale degli uomini. La nutrizione che origina da connessioni naturali e cosmiche ha il compito di riportare l’essere umano in collegamento con queste forse originarie. Il pasto non è solo mangiare alimenti di una certa qualità e soddisfarsi di questo processo; esso consiste nel connettersi con l’intima natura dell’alimento, col suo valore intrinseco.
Si chiude così il cerchio:
Cosmo → Terra → Pianta → Animale → Uomo → Cosmo
Uomo triarticolato e pianta triarticolata
Il sistema del ricambio
Per la formazione del fiore-frutto-seme, la pianta necessita di molto calore. Anche nel ricambio umano il calore è l’elemento predominante. Col concetto di ricambio designiamo l’intero processo digestivo. Questa attività non direttamente influenzabile viene portata a coscienza solo in caso di malattia, altrimenti l’intero processo si svolge con profonda saggezza, senza la nostra cooperazione cosciente. Gli organi interni come lo stomaco, intestino, fegato, milza e reni percepiscono, separano, uniscono, impastano, si dilatano o si contraggono. Al sistema del ricambio vengono associate le membra (braccia e gambe) e gli organi di riproduzione, che sono guidati con la stessa regolarità. Quindi, sia che si tratti della mobilità interiore dei muscoli nel sistema digerente, sia che si tratti delle attività muscolari esterne, esse si svolgono nella subcoscienza. In questo inconscio dorme una forza istintiva (volontà) che non viene afferrata dalla rappresentazione di veglia dell’uomo. Nella mobilità complessiva del sistema delle membra-ricambio operano forze di volontà profondamente radicate nell’organismo. Nella pianta la parte superiore - fiore, frutto, seme - corrisponde alla parte inferiore dell’uomo e la sua formazione è accompagnata da un gioco alterno di colori e forme, da una vivace metamorfosi, da mobilità. Presupposto imprescindibile dei fiori profumati, frutti dolci e semi maturi sono la luce e il calore. Nell’osservare e riconoscere queste realtà, l’uomo si avvicina sempre di più agli enigmi della natura e alle corrispondenze con l’uomo stesso.
La radice e il sistema neuro-sensorio
In posizione polare rispetto alla cavità addominale si trova la cavità cranica che contiene il cervello, con i suoi milioni di cellule nervose. Nel capo, al centro dei nervi, deve regnare la calma assoluta: il cervello come organo non può contrarsi né dilatarsi, dolori lancinanti ne sarebbero conseguenza. Il cervello è sprovvisto dei colori vivaci e del movimento del sistema del ricambio. Il sistema delle membra e delle ossa è flessibile e quindi può intervenire nell’ambiente del ricambio, anche modificandolo. Nel ricambio dominano le forze di costruzione dalle quali dipendono i processi di formazione del sangue, il rinnovamento e la rigenerazione delle cellule, la guarigione delle ferite. Nel cervello invece non avviene alcuna scissione cellulare, nessuna perdita di sostanza può essere compensata. Grazie alla sua costituzione la testa permette quindi la formazione dei pensieri, dai quali possono nascere idee fino ad arrivare alla fantasia. Così come la volontà, l’attività, la trasformazione delle sostanze sono legate all’uomo inferiore, allo stesso modo il pensiero libero dalla materia è legato all’attività del cervello. La testa non lavora con la materia esterna, ma forma immagini, vive nelle rappresentazioni. Questa proprietà animica del pensiero solleva l’uomo oltre e al di fuori di se stesso, permettendo la nascita della personalità autocosciente, dell’essere spirituale. Nella pianta la corrispondenza a ciò la troviamo nella radice dove predomina l’elemento terrestre-minerale. Nelle piante medicinali l’uomo trae vantaggio da questa corrispondenza. Nel capo confluiscono tutte le percezioni sensoriali, solo qui divengono coscienti. Lo si designa anche come polo dei sensi, come centro delle percezioni (vista, udito, odorato, gusto). Nello stesso modo, nella pianta si verifica una grandiosa capacità di percezione nell’area della radice. Possono essere rintracciate umidità e sostanze nutritive molto lontane. A causa dello stretto legame col terreno-minerale, nella radice si concentra il salino, si accumula la ricchezza di sali minerali. È proprio da questa parte della pianta che viene nutrito il cervello umano: il sale aiuta l’uomo nello spirituale, nel pensiero.
La foglia e il sistema ritmico: cuore-polmoni
Il centro dell’uomo porta a considerare il cuore col suo circolo sanguigno e il polmone col ritmo del respiro. La cassa toracica costituisce l’involucro protettivo di questi due organi ed è l’elemento che crea il collegamento tra l’uomo superiore e quello inferiore. Esaminando la cassa toracica si ha l’impressione che si apra verso il basso, per divenire sistema delle membra. Verso l’alto si restringe come per divenire testa. Il torace, per essere sano, deve mantenere una via di mezzo tra l’assoluta rigidità (testa) e l’assoluta mobilità (membra);in tal modo può supportare il movimento ritmico, l’affluire e il defluire del sangue: il movimento del sangue (circolo arterioso) che tende alla periferia e il rifluire al centro del cuore (circolo venoso). A questo processo armonico si accompagna il ritmo del respiro. Nel movimento sangue-respiro vive la caratteristica animica: il sentire.Anche se nell’uomo superiore predomina l’attività neurosensoriale, nell’uomo mediano quella ritmica e nell’uomo inferiore quella del ricambio, questi tre interagiscono, ma in modo triarticolato, sono non distinti. Queste tre aree sono collegate così alle caratteristiche viventi dell’anima: pensare, sentire, volere.
Da queste conoscenze riguardanti le relazione uomo-pianta derivano preziose indicazioni per l’alimentazione. Ogni pasto dovrebbe contenere sempre tutte e tre le parti della pianta per nutrire l’uomo nella maniera più armoniosa possibile. Se il polo della testa prende il sopravvento, ossia se esistono malattie da indurimento, bisognerebbe rafforzare il sistema del ricambio con forze apportatrici di calore; col sopravvento del sistema del ricambio sorgono malattie dovute ad infiammazioni, per cui il polo della testa deve essere rafforzato. Se si vuole esercitare una forte influenza sulla testa ed avere un’azione curativa, vanno usate le radici delle piante, mai i fiori. La scienza dello spirito insegna che la parte mediana dell’uomo è il cosiddetto guaritore. Il centro del corpo può ammalarsi ma la causa è da ricercare sempre nel sistema del ricambio o in quello neurosensorio. Il grosso compito della parte mediana dell’uomo consiste nel creare continuamente un equilibrio tra uomo superiore ed inferiore.
La posizione speciale dei cereali
Il chicco dei cereali è un frutto (o seme). Pertanto sarebbe indicato più di ogni altra cosa per la costruzione del metabolismo umano. Ma se si considera un chicco di cereale nella sua formazione, si constata che le prime a formarsi sono le enormi forze radicali, nella sfera della radice.Supponendo che il cereale venga seminato in ottobre, allora questa pianta vive per circa cinque mesi nella sfera della radice. Con le prime piogge primaverili e con le timide irradiazioni di luce e calore che in tale periodo dell'anno vi si collegano, la pianta del cereale porta manifestazione in forma quasi esplosiva il suo verde mare di foglie. L'invisibile ma abbondante ricchezza di fiori si conclude al culmine dell'estate con la formazione del frutto la pianta del cereale rinuncia ad una particolare magnificenza dei fiori; le sue forze sono del tutto rivolte al divenire frutto. Ora però, mentre il chicco matura, le radici si disseccano e le foglie e gli steli diventano paglia. Ma quanto di sali minerali, vitamine, forze formative e sostanze vitali si è sviluppato con tali sostanze, non va perso. Si è accumulato nel chicco pienamente maturo e qui si trova occultata l'intera pianta triarticolata: negli strati esterni l’elemento radico-minerale (testa), nel cuore l’elemento fogliare-vegetale (cuore-polmoni) e nell’embrione l’elemento fruttificazione-costruzione (ricambio). In conseguenza di ciò il cereale costituisce il nutrimento ottimale per l’uomo.
Esaminiamo ora le caratteristiche dei singoli cereali in rapporto ai rispettivi pianeti.
SOLE – FRUMENTO - DOMENICA
Il Sole è la stella che si manifesta nel modo più fulgido, ha una posizione del tutto centrale rispetto al sistema planetario costituendo il punto mediano tra i pianeti soprasolari e sottosolari. La sua corsa lungo il cerchio dello zodiaco dura un anno. Esso viene sperimentato come forza riscaldante, vivificante, irraggiante. Ha due facce: da una parte agisce donando luce e calore, dall’altra bruciando e disseccando. Dalla vitalità intrinseca di un essere (uomo o pianta) dipende quanto viene portato incontro al Sole perché si sperimenti la vita come qualcosa che fa ammalare o risanare. La solarità dell’uomo si manifesta in una vitalità che opera verso l’esterno. L’individualità sta sempre nel punto mediano. Ciò si esprime nel simbolo solare : un cerchio con dentro inscritto un punto. Se la forza solare centrale dell’uomo prende il sopravvento, può condurre all’ebrezza, all’esaltazione. Un uomo con impronta solare è predestinato a compiere grandi imprese. La solarità si manifesta anche nel coraggio, orgoglio e amor proprio. Tanta luce però può anche indurre allo sperpero e dirottare verso una libertà che non conosce confini, da un lato portando alla realizzazione e soddisfazione di sé, dall’altro anche alla generosità e cordialità. Fin dall’antichità il Sole viene messo in relazione al cuore umano. Esso ha una funzione solare, è l’analogo del Sole macrocosmico nel microcosmo dell’uomo. Il cuore conferisce il carattere; è noto che i trapianti cardiaci causino cambiamento essenziali nella personalità. Anche il ritmo cardiaco si altera se il movimento interiore non concorda con quello esteriore. Nelle fiabe la solarità appare nelle immagini di re ed eroi.
Così come nell’uomo la forza dell’Io o autocoscienza fece la sua apparizione come forza solare del centro, allo stesso modo nella pianta il germoglio principale –stelo- si trova nel punto centrale. Le forze solari conferiscono alla pianta la forza per stare eretta. Per questo la pianta dei cereali è una pianta manifestamente solare. Alla fine del tempo di maturazione ci troviamo fusti, radici ampiamente sviluppate, frutto maturo e abbondante. Tutto questo simboleggia un cittadino di questo mondo, in posizione eretta, aperto ed energico, che sa di essere connesso con l’universo. Non si tratta solo di un simbolo o di un’immagine, ma di nutrimento atto a sostenere le forze solari umane sotto forma di pane quotidiano.
Frumento
È il cereale più diffuso, ha una centralità paragonabile a quello del Sole nell’universo. In molti quadri e raffigurazioni per altari è rappresentato come simbolo solare.
Esistono diversi tipi di frumento: da semina, grano duro, farro e farro piccolo, Emmer. Il frumento predilige terreni caldi, contenenti calce ed ha una rilevante esigenza di luce e calore. La fioritura avviene al mattino allo spuntare del Sole e la sera al tramonto. Altri cereali non fioriscono in maniera così dipendente dal sole. Quando si costeggia un campo di grano al culmine della maturazione si può sperimentare pienezza di luce e un’onda di calore. Questi fenomeni indicano una particolare relazione tra i cereali e il Sole. A questa componente dell’irraggiamento e della pienezza di luce si accompagna anche l’altra, quella che uccide e brucia, che si manifesta quando si osserva il Sole. La forza solare nell’uomo non conosce limiti e così anche il frumento si lascia manipolare quasi senza limiti. I prodotti ottenuti dalla farina bianca hanno un modesto valore nutritivo: in questo prodotto divenuto privo di valore attraverso la lavorazione, si trova il corrispettivo effetto bruciante della forza solare. Lo strato minerale rimosso (forza della radice) è quello che aiuta l’uomo a poter sviluppare le sue facoltà più elevate, ossia quelle spirituali.
Se utilizzato nella sua interezza, il frumento è il cereale più equilibrato: sostiene, bilanciandoli, i processi del sistema neurosensorio, del ricambio e del sistema cuore-polmoni. Contribuisce ad armonizzare le forze solari ridondanti o comburenti. Per quanto si riferisce all’integralità del cereale, un ruolo importante spetta ai sali minerali e agli oligoelementi. Ma in tutti i tipi di cereali in realtà sodio e cloro sono contenuti in maniera modesta. Nell’uomo il sodio si trova nel sangue e nei tessuti da esso irrorati. In un adulto la quantità ammonta circa a 100 g. Esso è necessario per il bilancio dell’acqua all’interno e all’esterno della cellula, per il bilancio degli acidi-base e per l’eccitabilità muscolare nervosa. Una scorta inferiore al bisogno si evidenzia attraverso debolezza, mancanza di partecipazione, abbassamento della pressione sanguigna, disturbi della coscienza.
Il cloro appartiene agli alogeni (formatori di sale) e si trova sempre composto (es. sale da cucina). La mancanza di cloruro provoca effetti analoghi a quella del sodio. Il sale da cucina rappresenta per l’uomo l’unico alimento minerale. Tutti gli altri minerali l’uomo li prende dalle piante, che sollevano sali minerali e oligoelementi ad un gradino più alto della sfera del vivente. Le piante sono ricche di potassio che costituisce l’intermediario più importante tra radici e regno minerale. È soprattutto grazie al potassio che si attivano le forze formative eteriche. Ciò che è interessante è che proprio gli alimenti vegetali ad alto contenuto di potassio richiedono una maggior aggiunta di sodio, così come per i cereali, tranne il riso, essendo esso povero di potassio. Il sale costituisce la base fisica per lo sviluppo della coscienza umana, perciò è naturale che la pianta difficilmente ne abbia bisogno, ma nell’animale e soprattutto nel corpo umano il sodio è presente e deve essere assunto anche in maggiori quantità. Esso esalta il sapore dei cibi, li rende “coscienti”. Si pone al servizio di una evoluzione animica spirituale superiore. L’uomo ha bisogno di sale proprio per pensare, esso forma cristalli della chiarezza più pura. Le conoscenze spirituali acquisite attraverso il chiaro pensare accendono i sentimenti più elevati (forze solari del cuore).
Farro
Al contrario del frumento, il farro non è privo di involucro e richiede perciò una fase aggiuntiva del processo lavorativo e di elaborazione della farina. Proprio perché non si lascia modificare nella sua costituzione originaria che è stato estromesso da molte regioni facendo posto al manipolabile frumento.
Esso è famoso per l’alta percentuale della famosa proteina, sicuramente stimolo per i vegetariani. Il farro mietuto il fase lattea della maturazione prende il nome di grano verde.
I vari aspetti di Apollo – Sole
Apollo è un dio che impara a conoscere se stesso attraverso il distacco. Viene mandato in esilio, perde i suoi amori. Quando sentiamo il bisogno di distaccarci, di osservare le cose da lontano, stiamo contattando questo aspetto dentro di noi. Quando Apollo incorona con la fronda di alloro la sua lira dorata e canta il suo amore per Dafne, attraverso il canto racconta della distanza, dalla disperazione emotiva di questa vicenda terribile. La narra, la racconta e così facendo la guarisce.
Apollo il giudice interiore
Parlerò del critico interiore come un aspetto di Saturno, di giudizio su se stessi eccessivo e distorto. Quando Saturno si accanisce contro di noi, per molte persone la via d'uscita consiste nel chiudere il mondo delle emozioni, rifugiarsi nel regno della distanza. È Apollo allora che inizia a regnare, portandoci fuori dalla vulnerabilità e chiudendo l'empatia verso gli altri. Da questa distanza è facile puntare gli occhi sugli altri e lanciare giudizi intransigenti.
Apollo e la perfezione
La lotta di Apollo tra istinti primordiali e ragione è tesa all'evoluzione, all'ascesa e al miglioramento. Il sette, il suo numero sacro, è il numero della perfezione che unisce simbolicamente il tre spirituale, fonte dei principi attivi, e il quattro materiale, legato gli elementi terra, acqua, fuoco, aria. La ricerca apollinea della perfezione può tuttavia degenerare in perfezionismo, rigidità. Le norme diventano rigorose, la ricerca del bello si trasforma in estetismo fine a se stesso, la scienza si disumanizza, la tecnologia si autocompiace, indifferente a qualsiasi riflessione sulle sue invenzioni. La ricerca della perfezione nel corpo può creare distorsioni pericolose e devastanti: la giovane anoressica vittima di questo ideale irraggiungibile e assurdo che la priva del proprio corpo, del proprio sentire. Quando Apollo si distorce in questi modi è evidente che non abbiamo più una buona relazione con lui e la sua energia ci ha inflazionato, stiamo trascurando il suo opposto. L'abbraccio di un Apollo di questo tipo è molto rischioso.
Apollo e la musica
La lira di Apollo ha sette corde: la periodicità della musica si avvolge attorno ai suoi sette toni che poi ritornano nell'ottava successiva creando l'armonia delle sfere celesti. Prima della musica il nostro orecchio si apre a percepire i suoni: da quelli dissonanti del traffico a quelli piacevoli di uno stormo di uccellini su un pino, dal rumore di un torrente di montagna al fruscio delle foglie secche in autunno, dalla voce fastidiosa della radio a quella dolce della persona amata. Il nostro mondo è permeato di suoni. La musica trasforma il suono in magia, l'ascolto della musica ha effetti salutari sul corpo e sullo spirito. Ascoltare musica rilassante e lenta aiuta a rallentare il tempo, ad ampliare lo spazio; in altri momenti una musica vivace e ritmata aiuterà a risvegliare l'energia vitale e a fare le cose giocosamente.
Apollo e la misura
La misura di Apollo è frutto della sua esperienza. Ha conosciuto gli eccessi, le morti di mostri, amanti, la perdita, la vendetta e l'esclusione. La misura apollinea diventa canone estetico, parametro sottile di armonia, equilibrio di opposti, disagio davanti alle dissonanze, piacere del calcolo e della sua verifica. Se dovesse scegliere una dieta, forse farebbe quella cognitivo-comportamentale che utilizza gli strumenti della mente con intelligente rigore.
Apollo e l'armonia
Apollo invita le Muse a danzare in modi garbati, suona la lira, parla con eloquenza. L’armonia di Apollo è figlia dell'apprendimento, non è una banale e buonista fuga dalle proprie tempeste, ma è frutto della ricerca quotidiana della saggezza e dell'amore per la conoscenza. Questo aspetto è un alleato straordinario nella ricerca del benessere attraverso un'alimentazione che mantenga vitali e in salute.
Apollo a tavola
Apollo invita a lasciare qualcosa nel piatto, a smettere di mangiare se ci si sente sazi, eventualmente a mangiare poco e spesso. Evitare le maxi confezioni oppure suddividerne il contenuto in porzioni più piccole. Chiede di mangiare con sottofondo di musica rilassante e lenta, che si armonizzi con un corpo e che fa apprezzare ogni boccone. Apollo ama far giocare con le sonorità del cibo, non intese come rumore fisico ma suono interno, che tu solo conosci e quindi non puoi sbagliare… Invita ad abbinare suoni e musica agli alimenti e ai cibi, a quelli che ami e a quelli che detesti.
Apollo si trova a suo agio con la bilancia digitale, il libricino con le calorie, la sveglia contaminuti, il diario alimentare, la macedonia di frutta fresca, i cibi naturalmente colorati di giallo, il colore del sole. Ama lo stile giapponese, l'ikebana come centrotavola. Apollo conferma l'importanza della prima colazione per avere una buona lucidità durante la mattinata. Invita a organizzarti se vuoi davvero darti uno stile di alimentazione che sia tuo: dovrai imparare a scegliere meglio, a programmare la spesa, non dimenticarti che è bene mangiare poco e spesso. Può anche suggerirti di usare un piatto più piccolo, in modo da avere la sensazione che sia di più il cibo. Impara a riconoscere i cibi troppo pesanti che ti fanno sentire poco lucido, affaticato e sonnolento.
LUNA – RISO – LUNEDI’
Fra i pianeti interni al Sole, la Luna è quello che inizia il girotondo dei pianeti. Il pensiero della Luna evoca stati d’animo completamente diversi da quelli che si affacciano nella rappresentazione del Sole: qualcosa di misterioso, dolce, nostalgico. Il suo regno è la notte, da sempre compagna amata di poeti e cantori. Non tutto il mondo sparisce nel buio, spariscono forme e colori e la tenera argentea luce lunare conferisce un’aria spettrale al mondo. La più elevata corrispondenza lunare è il principio della madre (animico). La forza solare incarna il principio del padre (spirituale). Questi due principi sono unificati in ciascun uomo, per cui sia fra donne che fra uomini esistono i cosiddetti tipi lunari. La differenza tra Sole e Luna rende comprensibili anche i due simboli usati per indicarli: quello del Sole - indica, attraverso il cerchio, la personalità in sé compiuta, la forza dell’Io concentrata nel punto più interno e il suo irraggiamento nel cerchio che lo circonda. Il cerchio corrisponde sempre alla totalità dello spirito, mentre la Luna - è formata da due semicerchi. Il semicerchio che si apre come un guscio, rappresenta l’immagine dell’anima. Questo simbolo non è quindi solo la riproduzione della falce lunare: i due semicerchi aperti indicano in maniera simbolica che nella sfera lunare l’uomo è aperto sia verso l’esterno che verso l’interno.
Un comportamento passivo, di attesa, è indicativo di un carattere lunare. Esso si manifesta nel profondo legame con la famiglia e la patria. Ma se in un uomo dalle tonalità lunari gli stati d’animo strani e le fantasticherie che lo caratterizzano hanno il sopravvento, bisogna allora confrontarsi con l’instabilità dell’umore. In casi estremi questa lunaticità può sfociare nell’isteria, ossia quando il mondo dell’ignoto acquista forza eccessiva, essa può condurre allo smarrimento dei sensi. Le forze lunari agiscono nella corrente della riproduzione e dell’ereditarietà: la fertilità dell’uomo e dell’animale è legata ai ritmi lunari. L’individuale-personale è improntato alle forze solari e porta al futuro; il lunare si manifesta nel confluire reciproco del passato e presente. Siamo in presenza di un eterno divenire, crescere e trasformarsi. Un arrestarsi di queste forze significherebbe la morte. Come qualcosa di regolarmente ineluttabile in un perpetuo ripetersi avvengono i fenomeni della nutrizione, della crescita e della riproduzione. L’evoluzione dell’anima umana con tutti i suoi smarrimenti viene descritta anche attraverso le fiabe: lo sviluppo dell’anima (processo lunare) alla ricerca dello spirito sotto le spoglie di Cenerentola, Biancaneve o Rosaspina. La liberazione avviene attraverso il principe, ossia lo spirito – principio solare.
Nella rappresentazione della pianta primordiale, il germogliare e la formazione della radice che ne deriva viene associato alla Luna. Nel sistema planetario la Luna è il pianeta più vicino alla Terra, così anche la pianta nella sua crescita è orientata con la radice verso la terra. In alto si conclude la formazione delle foglie (Mercurio) e la formazione dei fiori (Venere). Lo stelo solare ne costituisce il centro, come il Sole nel sistema planetario.
Nel seme della pianta in riposo la forza lunare si riconosce solo indirettamente. Ma se il duro involucro del seme viene irrorato dall’elemento acqueo, dall’umidità, le forze lunari nascoste si risvegliano. Spunta il germe dalla radice e inizia la vita di una nuova pianta. Da questo momento l’elemento acqua ha un ruolo di primo piano in rapporto alla Luna. Perciò flussi e riflussi dipendono dai ritmi lunari. Se Luna piena e pioggia primaverile si presentano contemporaneamente, è possibile vedere letteralmente crescere la pianta.
Riso
Il riso è oggi una della piante coltivate più importanti e costituisce il principale mezzo di sostentamento per più della metà dell’umanità. I popoli sono fortemente improntati al tipo di cereali col quale si nutrono principalmente. Il riso cresce nell’acqua e con radici relativamente deboli. Quando il radicamento è profondo il chicco si arricchisce di sostanze minerali. Per questo arricchimento il riso è meno dotato. Nell’uomo le attività dell’area neurosensoriale si appoggiano ai processi di mineralizzazione che lo aiutano a formarsi una chiara coscienza di veglia. Invece la nutriente concentrazione di proteine e idrati di carbonio del riso serve prima di tutto alla formazione degli organi del ricambio e rafforza il sentire. La ricca vita animica, la capacità di ozio, la disposizione alla coltivazione del riso e ai lavori di intrecciatura, ma anche la sopportazione di gravi catastrofi e carestie negli asiatici, vengono messe in relazione ad un’alimentazione fondata prevalentemente sul riso. In queste doti si rispecchiano qualità lunari.
La vista di una piantagione di riso risveglia effettivamente sentimenti nostalgici. La pannocchia di riso, giallo oro quando è matura, si sfiocca mentre penzola, lasciandosi cullare dal vento (carattere lunare). Anche se ha bisogno di molto Sole, mantiene fino all’ultimo il suo tocco di verde. Foglie e stelinon appassiscono del tutto e vengono trasformati in foraggio o utilizzati per l’intreccio. Questo appassimento incompleto è un costante richiamo alle forze acquatico-lunari vegetali.
Il riso si contraddistingue, oltre che per il suo alto valore nutritivo, anche per la sua facile digeribilità. L’acqua svolge un ruolo fondamentale non solo nella coltivazione ma, con un’alimentazione a base di riso, anche nell’uomo l’elemento acqua viene portato a fluire. Il suo ricco contenuto di potassio favorisce l’eliminazione dei liquidi e fa del riso un alimento eccellente per la costruzione degli organi del ricambio, quindi per il polo del calore nell’uomo.
Nei cereali l’apporto di proteine è modesto ma di una forza primordiale. Alle proteine è associato lo zolfo che quindi non è in quantità alte nei cereali. Esso opera sempre un abbassamento della coscienza, ha effetto addormentante e inebriante in questa sfera. Dedica molto più la sua attività alla sfera organica. I fenomeni solforosi si addicono alla Luna (sonniferi). Questa ha in comune col riso la stimolazione del sistema metabolico che provoca un arretramento della coscienza di veglia.
I vari aspetti di della Luna
Estia - Vesta
Il fuoco a lei sacro che arde perenne, ci suggerisce l'importanza di essere sempre presenti in ciò che facciamo. Presenti nel corpo, nella consapevolezza, nell'attenzione. Molto spesso facciamo le cose automaticamente e siamo consapevoli per tempi molto più brevi di quanto amiamo credere. Essere presenti in ciò che si fa, nella quieta solitudine e nei rapporti con gli altri: quando ascoltiamo, comunichiamo, quando cuciniamo o mangiamo. Estia ci rende ascoltatori e comunicatori sensibili, mangiatori lenti e apprezzanti. È possibile "fare" da uno stato di quiete: allora ogni compito completato ci lascia soddisfatti, in contatto con la nostra energia, non ci sentiamo svuotati; se anche stanchi, la stanchezza è sana, piacevole, pronta a essere rigenerata. Quando invece non si è presenti, si rischia per esempio di cucinare nella fretta e nella trascuratezza: il cibo preparato così non nutre tutti i bisogni legati ad esso.
Estia e la riservatezza
Nell'Occidente le qualità apprezzate sono quelle relative all'estroversione; l’introversione, con le sue qualità, è vista con diffidenza. Estia inorridisce davanti all'emotività esibita, soprattutto in contesti in cui la reale percezione di sé è impossibile. Uno dei simboli della dea è il cerchio, simbolo del focolare rotondo e dell'unità della psiche, o il mandala, simbolo della completezza e della totalità. Scendere nel calore e nella luce interiore è un'operazione sacra, che non si può fare sotto le luci dei riflettori. Ritrovare se stessi è un'operazione delicata, che si può sperimentare anche nel preparare un pasto per i propri cari.
Estia e l'invisibilità
Estia non ama comparire. Non è in cerca di elogi né esibisce le sue competenze. A volte può anche farci diventare modesti eccessivamente riguardo i nostri talenti e abilità: in certi ambiti questo potrebbe anche essere un ostacolo. In certe circostanze abbiamo bisogno di un'immagine che sia anche percepita dagli altri, in modo che ci torni indietro e ci scaldi il cuore.
Estia e la focalizzazione
Focus è il nome latino del fuoco ed è anche il termine inglese per indicare la focalizzazione. Mettere a fuoco, porre attenzione, non farsi distrarre, dedicare all'azione il tempo necessario senza fretta e senza perdite di tempo: questo è il modo di Estia di fare le cose. Nel caso del cibo la sua energia ci aiuta persistere in un atteggiamento equilibrato, anche quando siamo presi dall'impeto di ribellione o rinuncia: il suo modo di focalizzarsi è caratterizzato da una gentilezza garbata, che accetta e comprende i momenti di sbandamento ma, senza farne un dramma, ci accompagna a ritrovare noi stessi.
Estia e la semplicità
Estia abita il mondo del quotidiano e lo rende sacro. Non ha necessità di compiere imprese eroiche, farsi notare, essere acclamata. La sua luce è interiore e illumina anche la più piccola azione. La dea ci aiuta provare la serena gioia della semplicità; questo significa essere connessi allo spazio sacro dell'interiorità: se siamo ancorati a noi stessi, non rischiamo di cadere rovinosamente dal piedistallo della specialità perché non c'è nessun piedistallo sul quale restare appollaiati.
Estia a tavola
Estia non è una divoratrice di cibo. Il suo è un tempo circolare, come il suo fuoco e il suo tempio. Il suo pasto è condiviso con le persone care. Non si tratta del bisogno di nutrire, è un livello più sottile di questa condivisione che Estia percepisce e ci fa apprezzare. Se vogliamo metterci a dieta, è un'alleata indispensabile: la qualità del suo amore riservato ma potente ci aiuterà a dedicare al cibo quella preparazione consapevole a nutrirci già attraverso il rituale, facendo di ogni pasto un atto pieno di significato.
Estia apprezza le patate abbrustolite sotto la cenere col burro fuso, i piatti giapponesi minimali ma eleganti, le tovaglie pastello, lo yogurt fatto in casa, il libro degli ospiti, la tovaglia su cui ogni ospite si firma, la paletta raccoglibriciole, la pentola del bollito, il grembiule da cucina, le verdure sott'olio preparate in casa, la polenta, il ragù, le olive all'ascolana, i sottopiatti, il libro delle ricette scritte da te…
Estia suggerisce di prendersi dei momenti per meditare, non è necessario che sia una forma canonica: per lei può essere sufficiente fermarsi, chiudere gli occhi e respirare consapevolmente, portando l'attenzione a se stessi e al proprio corpo… Si può anche usare una musica di sottofondo, con ritmi lenti: gli ormoni dello stress si abbasseranno e ci sentiremo più energici. La dea della casa e del focolare ci invita anche ad andare a fare la spesa con calma, dopo aver mangiato qualcosa, in modo da non farsi tentare da curiosità dannose. Un altro suggerimento importante è quello di non mescolare troppi cibi diversi nello stesso pasto, li gusteremo di più e li digeriremo meglio.
Artemide
Se ami passeggiare nei boschi o godere il silenzio di un prato, Artemide ti sta toccando con la sua energia legata agli elementi primordiali della natura e ad una vita improntata alla semplicità. A questa Dea appartiene la natura intatta, vergine come lei. Purtroppo i luoghi incontaminati sono sempre più rari e Artemide è preoccupata, piange e soffre. È lei che ci spinge a pensare in termini ecologici e a partecipare a progetti di protezione dell'ambiente, di riduzione dei rifiuti, di salvaguardia della specie protette, di ripulitura di spiagge e giardini. Nelle sue vene scorre anche il sangue della caccia: la dea dei boschi però non usa le armi ma divertimento e incoscienza. Il suo arco e la sua faretra non le impediscono di sentirsi parte della natura e di rispettarla.
Artemide selvatica e ascetica
Artemide vive la sacralità della natura e l'avvicendarsi all'interno della vita e della morte. Lei può ispirare il bisogno di appartarsi in luoghi dove il silenzio permette di vedere e ascoltare quello che ci è negato dal frastuono della vita moderna. Può essere un ritiro per un periodo di meditazione, il trekking o l'esperienza del mare e del deserto con i loro cieli vastissimi. Questi tuffi in luoghi selvaggi e spirituali sono una forma di rigenerazione.
Artemide e i confini
L'aspetto selvatico della dea è un alleato potente nella difesa dei propri confini. Ella non prova alcun conflitto interiore riguardo la necessità di difendere e far rispettare se stessa e il suo ambiente vitale. Se recuperi la tua Artemide interiore, gli altri staranno attenti a non violare i confini e a rispettare la tua intimità. Non avrai difficoltà a saper dire di no e a mettere i tuoi bisogni al primo posto quando necessario.
Artemide e le acque
Come dea lunare, Artemide ha un rapporto stretto con l'acqua. L'acqua di fonte, il torrente che balza sulle rocce, il fiume che si apre lento verso il mare… L'acqua del corpo, il bisogno di bere acqua. Per lei non esiste bevanda migliore: se apprezza, ogni tanto un bicchiere di vino, non ama certamente tutte le bevande ricche di zucchero e povere di vita che il mercato propone, quelle bibite il cui eccesso di dolcezza viene mascherato bevendole fresche e ghiacciate, in modo che l'appagamento momentaneo della sete ceda presto il passo al bisogno di bere di nuovo.
Artemide, i viaggi la semplicità
I viaggi di Artemide si svolgono all'insegna di una profonda consapevolezza interiore, di un'estrema semplicità di equipaggiamento: pochi bagagli e poche essenziali comodità. Preferisce gli ostelli agli hotel, i campeggi agli alberghi, gli zaini alle grandi valigie, il picnic all'aria aperta al pranzo raffinato nel ristorante elegante. Sono modi di vivere il viaggio che intensificano l'energia vitale, la sensazione di forze fisiche, di benessere generale. Dai viaggi porta ricordi come le conchiglie raccolte sulla riva del mare, i pezzi di legno levigati dall'acqua, i ciottoli per costruire un bilanciere durante l'inverno, le foglie e i fiori essiccati che conserva all'interno di un libro. Sono queste anche le cose che preferisce regalare, oggetti nati dalla sua creatività.
Artemide a tavola
Artemide dona un appetito sano e in contatto con i bisogni autentici del corpo. Ama sentirsi vitale, pronta ad affrontare una bella passeggiata, a fare una piacevole nuotata; perciò è portata a non eccedere a tavola. Predilige cibi semplici: verdure e frutta, ma anche un buon pane biologico, una bella insalata di riso. Artemide ha anche un animo da cacciatrice; se mai fosse vegetariana, lo farebbe per ragioni ideali. In realtà ama anche la carne ma sarà attenta a preferire la selvaggina, la carne di animali allevati con criteri biologici. Artemide ama la condivisione: chiedere alle amiche e agli amici di preparare il pranzo insieme oppure proporre che ognuno porti qualcosa da mettere sul tavolo per un pasto in piedi all'insegna della semplicità. Il contatto con la natura la rende sensibile al variare delle stagioni e ai diversi bisogni che il suo ritmo attiva nel corpo. Un bisogno che lei coglie con particolare sensibilità è quello legato all'acqua. Spesso, presi dalla fretta di vivere, ci dimentichiamo di bere con regolarità buona e semplice acqua. Se vuoi metterti a dieta o seguire un sano regime alimentare, Artemide è senz'altro una dea da avere al tuo fianco. Se esagera potrebbe anche proporti regimi molto ascetici come ad esempio l'igienismo, che suggerisce di mangiare quasi esclusivamente vegetali e frutta crudi. Artemide preferisce il picnic, la selvaggina, la carne biologica del contadino, le uova, il riciclaggio, le sagre, i sottopiatti di legnetti intrecciati a mano, le insalatone, preparare il cibo insieme, le passeggiate nei boschi, il bisogno di tonicità fisica, le diete detossinanti.
La dea ci invita a bere circa 2 l d'acqua al giorno, ma fuori pasto per non diluire i succhi gastrici. Bere un bel bicchiere almeno mezz'ora prima di sedersi a tavola. È suo l’invito a non lasciare mai pasti privi di verdure, specie quelle a foglia larga. Sono anche un ottimo espediente ristorante per non buttarsi sui grissini nell'attesa della portata.
Demetra
Demetra adora nutrire, lo fa con abbondanza, generosità, gioia di vivere. È piacevolmente materna. I cereali sono certamente fra i suoi cibi preferiti: pane, pasta, pizza e focacce… Sulla sua tavola questi cibi non mancano: se può si dedica personalmente a queste preparazioni. Insieme ai cibi, impasta e lievita gli affetti familiari. Vi sono anche le zuppe, le ciambelle profumate al limone, le coppe di frutta multicolore. Insomma, se hai Demetravitale, ti piace nutrirti e nutrire. È probabile che ami cucinare e forse fai il pane in casa, lasciandolo lievitare a lungo come in tempi antichi. Il rischio è una rotondità soffice del corpo, peraltro vissuta con allegria. Ti piace avere ospiti da accudire e nutrire, da coccolare e da cui farti coccolare.
Demetra e la madre soffocante
Se l'aspetto materno di una persona diventa eccessivo, ecco che dal piacere accogliente del nutrimento si passa al disagio dell'incalzo. Questo tipo di premura avvolgente è piuttosto comune nelle famiglie tradizionali; l'ospitalità è tenuta in grande considerazione e si basa anche sul piatto abbondante di pasta farcita, l'ottimo arrosto e il dolce fatto in casa. Spesso è difficile dire di no o proporre una riduzione delle quantità. Attraverso il cibo, quando Demetra eccede, passano un mucchio di altre cose. Alla madre soffocante non si può dire di no: occorre mentire, come ha fatto Persefone, dicendo di essere stata ingannata da Ade. Allora si può inventare qualche disturbo, non troppo grave però, altrimenti dovresti rinunciare del tutto ai cibi che ti vengono offerti. Un divieto medico, un'intolleranza alimentare… Ma non dire che non puoi perché sei a dieta! Questa parola viene spazzata via con noncuranza: tutti confermeranno che sei sciupata. Insomma la parola dieta ottiene esattamente l'effetto opposto.
Demetra e la perseveranza
Demetra non demorde quando vuole ritrovare sua figlia. Scende tra gli umani, chiede, lotta, non perde di vista il suo intento neppure per un istante. Ama di un amore tenace. La sua perseveranza quindi nasce ed è ben nutrita dall'amore: una bella qualità da sperimentare nel vivere. La tenacia di Demetra è diversa da quella di Saturno: se vuoi stare a dieta anche Saturno può aiutarti ad andare fino in fondo, ma non ti farà sentire nutrito interiormente, sarà una modalità fredda, rigorosa e potresti facilmente lasciar andare tutto. La perseveranza di Demetra è invece affettuosa: si prenderà cura che tu abbia nella dispensa i cibi che puoi mangiare, si rallegrerà dei tuoi successi. Darà attenzione, dentro di te, alla parte bambina-figlia che deve ricevere nutrimento affettivo insieme a quella materiale.
Demetra e i confini
Poiché vive in questa dimensione di amore materno, Demetra non sa dire di no: la sua beatitudine è nel nutrire, accudire, dare. Da qui trae soddisfazione. L'aspetto Demetra può far eccedere nella dedizione fino a far sentire stanca, depressa, fino ad accumulare senza accorgersi del rancore che esploderà all'improvviso in forme estreme. Quando invece l'energia di questa dea è equilibrata, sarai anche capace di essere indulgente, tollerante generoso. Così Demetra può perdonarci un errore, uno sgarro alimentare senza farci sentire infelici peccatori.
Demetra e l'inquietudine
Quando perde il contatto con la figlia Core, Demetra si dispera: non mangia, non beve, lascia che tutto inaridisca e muoia. Non vede la devastazione intorno a sé, in ogni caso non le interessa. Demetra e Core sono due facce della stessa medaglia: non può esserci una madre se non c'è una figlia o un figlio da qualche parte. Se perdi il contatto con gli aspetti che nutrono e amano, se il bambino o la bambina che vive in te come parte immortale della psiche, non si sente nutrito e amato, il rapporto con il tuo corpo e con il cibo può diventare sterile, povero. Nulla ti nutre. Anche il cibo più appetitoso sembra segatura. Hai perso la capacità di ricevere amore e quindi anche di darne. Hai bisogno di ritrovare la capacità di ricevere, solo così, quando ti sentirai una coppa piena traboccante, potrai ricominciare a dare e allora la terra tornerà rigogliosa.
Demetra a tavola
Quando Demetra siede accanto a te, è probabile che tu offra generosamente cibo e attenzione agli altri, specie ai figli reali o alle persone che tendi a coccolare come fossero figli. A volte potresti sentirti stanca di questo ruolo e provare sensazioni di frustrazione, inquietudine. Se aleggia lo spirito di Demetra, sulla tavola ci saranno sempre cibi abbondanti, specie cereali di ogni tipo, a cominciare dal pane. In generale, una sana dieta mediterranea è molto adatta a questa dea: un buon primo, delle verdure fresche, un piatto proteico. Se le quantità non sono eccessive, il suo stile alimentare è fondamentalmente sano. La dispensa sarà piena di provviste, la dea ama una cucina ampia, di quelle tradizionali, magari con tegami di rame appesi alle pareti e una tavola altrettanto ampia attorno alla quale radunare parenti ed amici. Ella non resiste davanti ai cestini di vimini ricoperti di panno per tenere al caldo il pane, la piadina, il tagliere, il mattarello. La pasta fatta in casa, la zuppiera al centrotavola, il mestolo, la dispensa, la ciambella profumata, la pizza, l'orzo.
Demetra ricorda che i cereali integrali sono migliori di quelli raffinati, fra essi non dovrebbero mancare orzo, segale, avena e grano saraceno. Lei sa che i prodotti di grano duro sono migliori di quello tenero, meglio quindi un piatto di pasta che una pagnotta. È meglio mangiare la frutta intera anziché bere spremute che sono prive delle fibre.
Core - Persefone
Nel suo aspetto Core, rappresenta la capacità del bambino di adattarsi all'ambiente che lo circonda. È una forma di protezione. Con la tipica sensibilità dell'infanzia, la fanciulla o il fanciullo Core sa percepire i desideri del mondo adulto che lo circonda e, di volta in volta, diventare quello che i grandi si aspettano da lei-lui. Come il camaleonte, cambia colore a seconda di chi ha davanti. Il rischio di questa strategia di sopravvivenza è che, ad un certo punto, non si sa più quello che si vuole veramente. A forza di farsi assorbire da quello che vogliono gli adulti e far emergere il colore "giusto" per il mondo esterno, non sappiamo chi siamo. Se la Core camaleontica siede alla tua tavola, potresti ritrovarti a ordinare qualcosa solo perché chi è davanti a te ha chiesto questo piatto per sé. In un aspetto meno estremo, la natura camaleontica di Core diventa semplicemente la capacità di essere ricettivi ed empatici. In questo caso sarai semplicemente duttile, senza difficoltà e senza finzione.
Core, Lolita ingenua
Mentre Afrodite è perfettamente consapevole della propria energia sensuale-sessuale e del fascino che può esercitare, la fanciulla Core non sa di essere bella, non si rende conto di poter attrarre gli uomini, non ha un sano istinto della propria sessualità. In questo modo può cacciarsi in un mare di guai perché si aspetta che sia l'altro a prendersi cura della situazione, a dare forma alla sua vita.
Core e la primavera
Core riemerge in primavera con tutta la sua energia vitale e profumata. Dopo il letargo silenzioso dell'inverno, il cielo di nuovo luccica, la linfa riprende a scorrere, le piante spuntano tenere dalla terra che tutta si rianima. Simbolicamente, la dea è la spinta vitale che si rinnova ad ogni ciclo di stagione. Se abbiamo lei a fianco, è possibile riemergere dalla depressione, riattivarsi dopo un periodo di stanchezza fisica o emotiva, rianimarsi davanti a nuovi progetti, recuperare qualcosa che si è tralasciato ma che è ancora importante, affinare l'arte del cambiamento con rinnovata giovinezza di spirito. Ella può ridare la spinta giusta quando hai trascurato un regime di benessere che ti ha riportato al peso giusto e sei tentata ad abbandonare tutto ciò.
Persefone e l'inconscio
Persefone diventa regina quando una realtà più vasta e complessa irrompe nella sua vita spensierata. Diventa conscia del suo potere, della sua forza. Diventa saggia, sa percorrere le vie oscure, tremende, ambigue, confuse e feconde della psiche. Accompagna le ombre dei morti egli eroi che scendono nel suo regno. L'archetipo di Persefone può aiutare a dipanare la matassa misteriosa del rapporto con il cibo. Carico di simboli, di valenze compensative, il nutrimento può essere croce e delizia, piacere o tormento, solitudine vergognosa o socialità amabile. Se immaginiamo che la futura regina degli inferi è passata per i disturbi alimentari, ci accorgiamo che ne è venuta fuori, ha guardato negli occhi il mondo invisibile che tendiamo ad allontanare e ne è riemersa più coraggiosa e intera.
Persefone e la meditazione
Vi è in Persefone una natura ricettiva che si adatta all'esperienza meditativa. Abituata a vivere ciclicamente in realtà così diverse, a conciliare le due nature solare e ctonia, la regina dell'oltretomba può aiutare a sviluppare le qualità di percezione sottile, di sensibilità all'energia e al mistero. Tutti abbiamo capacità sensitive: non tutti però le sviluppiamo. La sensibilità di Persefone è potente, delicata e trova nel tempo meditativo uno dei modi migliori per emergere. Meditare può prendere varie forme: sedersi in silenzio portando l'attenzione al respiro, camminare in un parco e stare bene nel tuo corpo, percepire la bellezza della natura che ti circonda. Puoi danzare lentamente, diventando sempre più cosciente dei gesti del tuo corpo o lasciar uscire suoni melodici che a loro piacere prendono forma, intonazione, timbro mutevole e armonioso a seconda del tuo stato d'animo. Non importa la forma, importa l'esperienza che ti concedi.
Persefone a tavola
Questa figura contiene aspetti opposti, anche a tavola può essere molto diversa: alleata o sabotatrice del tuo rapporto con il cibo. Quando è la figlia camaleontica, la brava bambina, può mettere in sordina le tue sensazioni ed emozioni perché è la scelta degli altri che conta. Corri il rischio, così, di ritrovarti in sovrappeso senza sapere perché e al tempo stesso immaginarti più magra di come sei. Al contrario, una Persefone equilibrata ha un sano rapporto con il cibo, di cui coglie intuitivamente gli aspetti sottili, in termini di energia vitale, di qualità e freschezza. Persefone non ama cibi elaborati: affascinata dalla ricchezza di combinazioni semplici, trova che nessuna ricetta raffinata arrivi a dare sapori e profumi così straordinari come una semplice insalata condita con un velo di olio oppure una macedonia di frutta con qualche mandorla tritata. Ama riconoscere i sapori, discernerli, equilibrarli con sapiente semplicità. In questo caso si tratta di un'alleata affidabile e formidabile per un'alimentazione corretta e piacevole.
Persefone ama il melograno, la menta, il liquore di mirto, il cavolo tagliato sottile, la mela renetta, la mela cotogna, il profumo del bosso, le tisane di radici, i diversi modi di affettare le verdure, come fanno ad esempio nella cucina giapponese e macrobiotica.
Persefone invita a sintonizzarsi con il ritmo delle stagioni, imparando ad ascoltare il proprio corpo. I cibi che maturano nella loro terra sono quelli più in sintonia con l'energia e che danno più energia vitale. Non farti tentare dai frutti e dalle verdure esotici e fuori stagione che ormai inondano i supermercati e fanno letteralmente dimenticare quali sono quelli che la natura sta fornendo secondo il suo ritmo.
ORZO – MARTEDI’ – MARTE
Alla “pigrizia” del lunedì fa seguito il “risveglio” del martedì: nel giorno di Marte si intraprende il lavoro con piglio attivo, determinato, concentrato.
Marte è nemico del passato e delle fantasticherie. Attivo e determinato si concentra sul presente. Come risonanza marziana nell’uomo si incontrano toni del tutto diversi dal quelli del Sole e della Luna. In ciascun uomo vive una sinfonia composta dalla molteplicità delle azioni planetarie. Questa risuona in vario modo nel carattere e nel temperamento umano. Esistono tante sinfonie quanti sono gli uomini ed essendo condizionate dall’evoluzione, dovrebbero trovarsi in continua trasformazione.
Possiamo riassumere le caratteristiche fino ad ora descritte confrontando Sole e Luna con Marte:
Sole Marte
Autorealizzazione Superamento di sé
Lavoro Produzione
Creatività Combattività
Coraggio Valore
Caparbietà Disciplina
Sovranità Ribellione
Luna Marte
Sentimento Passione
Sogno Azione
Mitezza Violenza
Nostalgia Brama
Istinto Impulso
Assenza di obiettivi Chiarezza di obiettivi
Al principio solare corrisponde il coraggio che non conosce pericoli e perciò paura.
Marte al contrario rappresenta il valore, col quale l’uomo raccoglie tutte le sue energie per raggiungere la meta nonostante tutto. Il simbolo di Marte - ♂mostra la trasformazione della croce di Venere - ♀. La punta dinamica della freccia attraversa il cerchio e lo perfora in alto, fuoriuscendone. L’armonia viene distrutta, nessuna sensibilità al dolore, nessun bisogno di tranquillità, nessuna riflessione prudente, ma disciplina marziana nel superamento di sé. Questo superamento non avviene per conoscenza cosciente: c’è una tensione che cresce sempre più e porta ad una crisi, nella quale essa vuole scaricarsi. Ciò che poi avviene, Marte non chiede di saperlo. Egli vuole solo che si agisca. Marte incarna la forza dell’impulso, in ogni fenomeno rappresenta la forza che sospinge. Con essa si realizzano azioni singole dirette ad uno scopo, in contrapposizione al Sole che manda la pienezza dei suoi raggi in tutte le direzioni. La rossastra luce marziana splende a volte debolmente, a volte con bagliori di fuoco nel cielo notturno, a seconda della posizione della sua costellazione rispetto al Sole.
Attraverso Marte il ferro penetra nella terra; con esso si forgiano le armi. L’irraggiamento di ferro non purificato nel sangue umano rende aggressivi, anche ribelli. Con la collera il sangue entra in “ebollizione”. Interessante al riguardo è anche il processo del rame (Venere) e ferro (Marte) nel corso della vita umana. Dal terzo mese il contenuto del ferro nell’embrione aumenta di un terzo (movimenti propri). Dopo la nascita regredisce. A tre anni (fase dell’ostinazione) sale di nuovo. Poi segue un periodo in cui il contenuto di rame nel siero del sangue cresce. A 9/10 anni prevale di nuovo il ferro: a questa età il bambino supera con valenza marziana quelli che erano i suoi limiti fino a quel momento, poiché scoglie i legami dalla madre e dal padre. Una personcina autonoma ci sta energicamente di fronte. Tali progressi marziani nello sviluppo del bambino sono spesso dolorosi non solo per l’ambiente, ma per il bambino stesso, essendo ancora incontrollati e ribelli. Durante la gravidanza il contenuto di rame nel siero della madre sale tre volte. Le forze marziane dirette all’esterno retrocedono a favore del gesto venusiano avvolgente, protettivo. Dopo la nascita il contenuto di ferro sale di nuovo. Così la spiritualità dei pianeti diventa sperimentabile nella natura umana fin nel contenuto fisicamente misurabile di rame e ferro nel sangue.
Nell’uso di attrezzi da lavoro in ferro parlano forze marziane, sono attività della volontà che solo la materia di Marte ha reso possibili.
Anche nell’interiorità dell’uomo esiste un’attività simile: quella della bile. Rudolf Steiner descrive la bile come “strumento di lavoro” che va incontro alla natura specifica dell’alimento. Il liquido biliare è noto per il suo essere aggressivo: uno scoppio di collera nell’animico può essere paragonato ad un versamento di bile nel fisico, ed entrambi hanno carattere marziano. L’attività muscolare può essere messa in relazione al principio marziano: i muscoli sono sottoposti ad una leggera tensione e pronti all’azione. Il gioco muscolare non viene gestito dal pensiero, agisce semplicemente e impulsivamente. Marte non conosce altra forma di incontro se non l’aggressione, l’andare dritto allo scopo, alla lotta. Un grande tesoro si trova nascosto nei miti e nelle fiabe: delle realtà cosmiche vi si manifestano in immagini potenti – cacciatori, pretendenti, ma anche principi rappresentano il principio marziano. Nelle fiabe ogni forza, non appena si svincola dalla vita istintiva e penetra nella sfera della conoscenza desta, appare sempre come figura umana.
Rapporto Marte – ferro nel mondo vegetale
Dovunque la pianta avanzi nello spazio e lo conquisti, vediamo l’opera di Marte. Nel mondo viene introdotta un’attività che manifesta l’interiorità della pianta, consapevole dello scopo. Le piante ricche di ferro per eccellenza sono spinaci e ortica. Si lotta contro la povertà di sangue, l’impurità del sangue, le emorragie che devono essere fermate. Attraverso il loro effetto stimolante sui succhi degli organi digerenti, viene attivata anche l’attività digestiva. Le foglie di entrambe le piante sono colme di clorofilla. L’ortica è una pianta medicinale eccellente per il processo del ferro nel sangue, è improntata all’ordine di una forza creatrice. Determinata, si manifesta con uno stelo marcato e una crescita ritmica, fiori isolati della pianta… ma ogni stame racchiude quattro filamenti che si inarcano e che al momento di sbocciare, sotto l’effetto di un caldo raggio di sole, si tendono all’improvviso, si lanciano verso l’esterno, letteralmente esplodono mentre eliminano il polline. Un vero spettacolo marziano!
Orzo
L’orzo è associato al martedì, supera tutti gli altri tipi di cereali per l’impetuosità del germogliare, crescere e fruttificare. Ha il più breve tempo di vita vegetativa: dal germogliare passa deciso al fruttificare e appare radiosamente maturo sui campi estivi fra gli altri cereali ancora verdi. Questa impetuosità marziana è sottolineata ulteriormente dal suo spruzzare gocce dalle ariste delle spighe: si fa largo nello spazio, conquista il mondo e attira l’attenzione su di sé. Peculiarità dell’orzo è la formazione del malto: l’orzo viene messo a macerare 3-4 giorni e portato a germogliazione. Il suo peso aumenta di circa la metà e si formano enzimi che trasformano l’amido in zucchero. Dopo questo processo viene essiccato in forno, tritato e trasformato in una miscela con l’aggiunta di acqua calda. Poi filtrata e fatta condensare sotto vuoto fino a diventare una massa sciropposa: l’estratto di malto. Esso fortifica convalescenti e bambini ed è raccomandabile in caso di pesanti sforzi fisici e spirituali. Nella fabbricazione della birra si ottiene la fermentazione con aggiunta di luppolo e lievito.
L’alimentazione a base di orzo ha un valore incalcolabile per l’uomo. Il contenuto di proteine ammonta circa al 10-15%. La quantità di grassi si limita a 2 g per 100 g di orzo: essi sono preziosi nei cereali perché hanno carattere primordiale. Qui si trovano in combinazione ottimale con la proteina, gli idrati di carbonio e i minerali, per cui possono essere digeriti facilmente e completamente. In una alimentazione completa a base di cereali non ci sono fenomeni dovuti a mancanza di proteine. L’orzo si distingue per una alta percentuale di calcio, magnesio, fosforo, ferro e altri oligoelementi e vitamine. Per quanto riguarda l’azione sull’uomo, bisogna porre attenzione allo zucchero e al silicio. Attraverso i cereali il metabolismo degli zuccheri nell’uomo viene energicamente stimolato e favorito; questo processo inizia sin dalla masticazione. Masticando più a lungo il pane integrale, l’amido si trasforma in zucchero rilasciando un gusto dolce e gradevole. Il consumo di zucchero agisce immediatamente sulle condizioni animico spirituali: l’uomo si sente rafforzato nella propria naturale egoità e nella propria coscienza. Le sue qualità marziane entrano di nuovo in azione grazie alla stimolazione dello zucchero. Anche nelle patologie legate allo zucchero si può sperimentare chiaramente quali conseguenze possa avereun alterato metabolismo degli zuccheri: svenimento, perdita di autocoscienza. Lo zucchero può essere definito come combustibile della vita e sostiene i movimenti sanguigni e muscolari. Le forze della personalità umana trovano la loro base fisica nel processo del sangue; la volontà umana nell’attività muscolare. Azioni che davvero mobilitano forze marziane nell’uomo. Naturalmente è vantaggioso e di effetto duraturo se il processo degli zuccheri viene stimolato da prodotti di valore completo come i cereali. Lo zucchero raffinato e gli alimenti da esso derivati dovrebbero essere evitati. Per la digestione dello zucchero inoltre è necessaria la vitamina B1 che si trova negli strati periferici del chicco integrale. I prodotti derivati dallo zucchero raffinato provocano disturbi nel metabolismo dei carboidrati, dovuti a carenza di vitamina B1. Le lunghe ariste e le altre parti della spiga dell’orzo inoltre sono organi silicei che predispongono la pianta agli influssi della luce e del calore e ne favoriscono la maturazione. L’uomo, con la forza della sua personalità, deve confrontarsi durante la digestione, col silicio e con le sue forze formative: i fenomeni di scioglimento e trasformazione costituiscono momenti di risveglio per l’uomo che ne trae forza per l’attività sensorio-nervosa. Le forze di luce e calore della pianta ricompaiono metamorfosate nel pensare luminoso e chiaro dell’uomo. Il silicio serve anche al rafforzamento della muscolatura e del tessuto connettivo, come pure alle funzioni di sostegno dei dischi della colonna vertebrale e dei legamenti delle articolazioni. L’acido silicico si trova anche nelle ossa, nei denti, nei capelli e nella pelle. La pelle è un organo di percezione, se viene ben nutrita e fortificata con silicio naturale, può assolvere meglio le sue funzioni. La cute ha da un lato funzione di isolamento e protezione, dall’altro deve essere sensibilizzata all’ambiente.
I fenomeni percettivi hanno origine dal sistema sensorio-nervoso, che è improntato in modo speciale al silicio; allo stesso modo esso contribuisce alla finezza delle impressioni sensoriali e ad un affinamento del senso del gusto.
Qualità marziane troppo pronunciate possono essere nobilitate attraverso l’orzo: in esso è presente un’associazione ideale del processo dei carboidrati e degli zuccheri e una imponente dinamica silicea. Nell’uomo ciò viene continuamente ad espressione nel gioco reciproco di volontà e pensiero. È per questo che l’orzo era l’alimento base dei Greci: a guerrieri ed atleti dava forza, mentre i filosofi lo apprezzavano quale nutrimento del pensiero. Conferiva concentrazione, lucidità e sensi vigili.
È importante ricordare anche la formazione produzione della mucillaggine: l’orzo è stato sempre raccomandato come decotto, agisce da calmante nelle irritazioni e infiammazioni delle mucose dello stomaco e dell’intestino. Il silicio può essere utile come base dietetica nelle malattie della pelle: agisce sulla formazione di una sana flora intestinale. Esercitando un’azione disintossicante sull’attività intestinale, la mucillaggine coadiuva la funzione epatica. Nelle bronchiti e infiammazioni della gola ha effetto lenitivo difendendo anche le forze della forma del polmone. Nell’alimentazione dei lattanti si consiglia un decotto di orzo per diluire il latte vaccino. Un decotto con aggiunta di finocchio stimola la formazione del latte nelle madri che allattano.
È dunque ben chiaro che le qualità dell’orzo possono essere di grande importanza per il benessere dell’uomo e per il suo sviluppo animico – spirituale.
I vari aspetti di Marte – Ares
Marte, il corpo l'energia vitale
Marte era un dio della natura, giovane, legato alla prima stagione del ciclo vitale, proteggeva le greggi, i campi, i lavori agricoli. La nascita è l'azione aggressiva: non si può venire al mondo senza una spinta di naturale aggressività, dal germoglio che spacca il seme e fora della terra per affiorare alla luce, al bambino che collabora e spinge assieme alla madre per uscire dal ventre; ogni creatura ha bisogno del sostegno di Marte per iniziare la vita. Un corpo vitale ha mordente: sente i propri impulsi naturali, mangia quando ha fame, vuole acqua quando ha sete, vuole stendersi per riposare, vuole vivere il sesso. Questi bisogni istintuali, se ascoltati e gestiti in modi sani, ci fanno essere creature vitali. Se si ospita con gioia Marte nel nostro corpo, si sente la sua forza muscolare, la vitalità nel sangue e nel respiro, si prova un meraviglioso piacere fisico nel camminare, muoversi, danzare e fare sport.
Marte e la passione
Il mito ci parla di Marte fanciullo che ama la danza, il gioco, un aspetto maschile divino che ama le donne e che solo successivamente viene iniziato all'arte della guerra. Afrodite ama appassionatamente il dio guerriero ed entrambi per incontrarsi ricorrono all'audacia, alla passione, alla sfrontatezza. Ma la passione acceca, non solo nel rapporto d'amore ma per qualsiasi cosa alla quale ci dedichiamo. Nel suo aspetto distorto, una passione esagerata trasforma un piacere sportivo in un'ossessione competitiva; una sfida in un duello all'ultimo respiro; il desiderio di un corpo muscoloso in una battaglia con i pesi, gli attrezzi e gli anabolizzanti.
Marte, l'azione e il fare
Questo dio guerriero ama l'azione, il fare, la volontà. Quando ci prende la mano la vita può diventare una corsa esasperata: si diventa dipendenti dall'adrenalina che è indispensabile nei momenti di lotta, di sforzo, ma dovrebbe poi rifluire e lasciarci liberi di essere, di rilassarci, recuperare energia in modo naturale. L'incessante attività fisica accompagna spesso alcuni disturbi alimentari, come l'anoressia. Il tema è drammatico: l'azione ha preso la mano, una sorta di esaltazione che impedisce il contatto con il sentire più naturale. Nella giusta dose l'azione marziana invece è un'ottima alleata per una vita sana. Non ha senso pensare di tenersi in forma solo limitando i cibi, il movimento rimane un elemento indispensabile per il fisico vitale.
Marte e la guerra
La guerra è una pulsione primaria ambivalente nella razza umana: ha la carica intensa delle altre pulsioni che insieme la contrastano e la rafforzano, come l'amore e la solidarietà. Solo se comprendiamo la natura inseparabile dei due amanti divini possiamo raggiungere Armonia, la loro figlia. Questo vale per ognuno di noi, in ogni campo della vita. Per quanto riguarda l'alimentazione Ares ha bisogno di proteine. Certamente un uso limitato della carne o anche la sua eliminazione per ragioni di salvaguardia del pianeta, ha un senso, ma quando questa proposta si carica di moralismo, di pregiudizi va ad alimentare un aggressività velenosa, che fa molto più danno nella relazione tra gli esseri umani di una bistecca una volta ogni tanto. È bene ricordare che ogni dio che disprezziamo, giudichiamo e vogliamo negare, soffocare, distruggere, continuerà a manifestarsi nella nostra vita in modi sempre più distorti.
Marte a tavola
Marte ha un appetito robusto, il bisogno di saziarsi irruente, impaziente. Quando ha fame, ha fame: il senso del tempo è dinamico, incalzante, ha fretta. Privilegia i cibi di sostanza, le carni alla griglia, la bistecca, le proteine in genere. Non ama le cotture complicate o lunghe. Quando si tratta di dieta, potrebbe attirarci verso diete rapide oppure molto proteiche. Prima di lasciarci convincere è bene valutare la situazione: le diete sbilanciate non sono utili alla salute in generale anche se possono allettare per la rapidità con cui si perdono i primi chili. Marte a volte è avventato, questo è il suo aspetto eccessivo. Tuttavia Marte può anche essere il soccorritore, colui che aiuta a frenare lo slancio del nostro animo. Sotto questo aspetto rappresenta il guerriero saggio, può aiutare a gestire i nostri confini, a mantenere le decisioni prese. A Marte piace il barbecue, la grigliata, il set di coltelli sul ceppo di legno, il batticarne, la costata, il cinghiale, le terrecotte, i fagioli, il vino rosso e sottopiatti di carta paglia. Marte ci tiene a sottolineare che un buon rapporto con il corpo prevede anche la giusta dose di esercizio fisico. Se proprio non si amano palestre ed impegni fissi, una bella passeggiata di buon passo è alla portata di tutti. Il suo suggerimento prezioso è di non fidarsi solo della bilancia. La bilancia registra i chili, ma magari anche se non si è perso peso, ci si è snelliti e rassodati con il movimento o con la dieta più equilibrata nei suoi componenti.
MERCURIO – MIGLIO – MERCOLEDI’
Il simbolo di Mercurio è ☿: la croce rappresenta l’elemento materiale, il cerchio quello spirituale e il semicerchio quello animico. Mercurio è noto come il messaggero degli Dei, dal piè veloce e alato; è intermediario tra cielo e terra, materia e spirito.
Ingegno acuto, doti tecniche, abilità calcolatrice negli affari, capacità pratiche e critiche, destrezza sono le sue qualità. Ma anche parsimonia, freddezza intellettuale, calcolo, meticolosità, astuzia sono caratteristiche mercuriali. L’ideale delle persone con impronta mercuriale è quello di elaborare, in ogni occupazione esterna, uno strumento di lavoro speciale con una funzione speciale, fino alla completa automazione. L’obiettivo di Mercurio è quello di poter sbrigare il lavoro in maniera mirata, veloce e senza troppo dispendio di energie. Non c’è spreco di materiale e tutto il superfluo viene evitato grazie all’acutezza dell’ingegno. In questo modo tuttavia vengono perdute intuizioni, capacità artistiche e spontaneità. Il pensiero segue il discorso normale che si lascia costituire e fissare secondo le regole. Così lo spirituale appare creativamente sotto forma di concetti, numeri, formule, abbreviazioni. La tendenza all’analisi e all’astrazione mercuriale ha lo scopo principale di dissolvere il vivente. Ulteriori capacità mercuriali si trovano nella comunicazione (lingua, scritti, stampa), nella vita pubblica (talento organizzativo, capacità di destreggiarsi nelle relazioni, acume pubblico, oratoria convincente, commercio, organizzazione bancaria), nei rapporti personali (amore della verità e imparzialità).
Come già accennato, il simbolo di Mercurio esprime la sua dote di mediatore e trasformatore della materia in spirito: è all’opera dove si tratta di trasformare la materia eterogenea e reintegrarla, ad esempio nel processo digestivo o nella respirazione. Non è un caso che all’alato messaggero degli dei venga associato come organo proprio il polmone. Gli antichi occultisti designavano il polmone come un Mercurio interiore.
Rudolf Steiner, nella sua conferenza “Fisiologia occulta” afferma: “In ciò che ci viene dato da un lato nel sistema fegato-milza-bile e dall’altro nel sistema polmoni, abbiamo due sistemi che agiscono l’uno contro l’altro. Similmente nell’organismo umano, mondo esterno ed interno vengono a contatto con assoluta immediatezza attraverso il sangue, poiché da una parte il sangue viene a contatto con l’aria esterna (polmoni) e dall’altra con gli alimenti, cui viene tolta la loro natura specifica”.
La verga mercuriale col serpente è usata ancora oggi come simbolo delle farmacie. Il dio greco della guarigione Ermete o il romano Mercurio vengono rappresentati con la verga mercuriale, intorno alla quale si avvolgono due serpenti. Il serpente è una vera e propria colonna vertebrale e può raddrizzarsi solo condizionatamente. Il bambino piccolo ha bisogno della madre, del padre, del tavolo, della sedia ecc. fin quando non trova il proprio asse di intermediazione, la forza dell’Io. Su di esso esercita il proprio equilibrio e l’andatura eretta. Su questo asse poi l’anima umana può erigersi ed allenarsi al coraggio, alla sicurezza di sé e ad aspirare a mete più elevate: liberarsi dalla materia, unirsi allo spirito e viceversa. Il principio base della guarigione si trova nella forza del legare e dello sciogliere, nel rinvenimento di un centro tra freddo e caldo, tra materia e spirito.
Nelle favole e nei miti, qualità mercuriali ci vengono incontro nell’immagine di persone quali:
➢ La figura di Ermete nella mitologia greca, con l’elmo alato e la verga degli incantesimi o della pace, quale accompagnatore a aiutatore delle anime nel mondo sotterraneo, quale protettore dei viandanti terreni in situazioni di pericolo.
➢ L’intelligente e valente sartina della fiaba che impavida e scaltra sconfigge con astuzia i giganti ottenendo un regno: il trionfo dell’intelligenza.
Anticamente si mettevano in relazione anche le caratteristiche dei pianeti e l’andamento della crescita delle piante: le piante rampicanti di ogni genere portano ad espressione qualità specificatamente mercuriali. La pianta normalmente vive in perpendicolare. Come il serpente nel regno animale è formato da vertebra dopo vertebra, senza alcun arto proposto all’innalzamento, così nel regno vegetale, le piante rampicanti formano con ripetitività incessante nodi e foglia su nodi e foglia, senza poter tuttavia vincere la gravità per forza propria. Necessitano di un albero o un germoglio verticale che supplisca alla perpendicolarità che loro manca.
Di tutti i pianeti, Mercurio è il più vicino al Sole. Nel cielo si trova sempre in una zona relativamente ristretta nei dintorni del Sole che, nella prima metà dell’anno, lo accompagna nel suo movimento ascendente.
Se l’uomo nel suo vivente organismo ha imparato a vedere la riproduzione del moto solare esistente nei fatti della vita, allo stesso modo nella pianta gli viene incontro la produzione del movimento Sole-Mercurio. Così come Mercurio dopo una congiunzione riemerge gradualmente dall’orbita solare per poi fuoriuscire dal suo ambito, così si sviluppano gli embrioni delle foglie sulla punta del germoglio. Ma nell’osservazione della pianta ci si imbatte in Mercurio anche sotto un altro aspetto. Gli alchimisti intendevano la pianta come una triplicità:
➢ Processo sulfureo nel fiore (zolfo)= decomposizione
➢ Processo mercuriale (argento vivo) nelle foglie = fluire dei succhi/ ricambio dell’aria
➢ Processo salino (sale) nella radice = cristallizzazione
Anche in questo caso Mercurio diventa intermediario tra cristallizzazione e scioglimento o tra cielo e terra – spirito e materia.
Nel mondo vegetale esiste la sostanza saponina: “il mercurio vegetale”. Essa produce una forte schiuma e nel formare bollicine unisce l’aereo all’acqueo. Le saponine agiscono, come rimedio, sulla vita ghiandolare, sulla digestione, sui fenomeni linfatici, sui processi della formazione del sangue e respiratori.
Miglio
Il suo chicco piccolo, rotondo e mobile è mercuriale fin nell’aspetto: l’impertinente miglio salta nella pentola fuori dal bordo. L’elemento che collega il cielo alla terra si manifesta nella sua crescita: si radica con forza nella terra e forma poi un cumulo pronunciato, con foglie lunghe e sottili ma forti. Da questa fermezza si forma una spiga leggera, aerea. Ondeggia nel vento, bagnata dalla luce e dal calore, da cui il soprannome di “miglio tremulo”. Caratteristiche del miglio sono il grande bisogno di luce e calore e la predilezione per terreni molli e sabbiosi. È sensibile quindi al freddo, grazie ad una modesta necessità di acqua può crescere anche in condizioni di steppa e su terreni poveri. Esso appartiene ai cereali con l’involucro del frutto, da cui deve essere liberato prima di essere consumato. I prodotti di scarto possono essere usati per riempire cuscini e materassi, poiché hanno un effetto benefico sull’economia del calore nell’uomo (anche nelle malattie della pelle).
A livello nutritivo, il miglio contiene proteine, idrati di carbonio, fosforo, magnesio, ferro e in modo rilevante silicio: tra tutti i cereali si contraddistingue in modo speciale. Il silicio si cristallizza nel cristallo di rocca in forme esagonali. Nel processo digestivo, a questa tendenza alla cristallizzazione deve contrapporsi uno sciogliersi ed una metamorfosi. In questo l’uomo si impegna e vigila con i suoi sensi e le forze del silicio si pongono al servizio delle forze individuali per l’uomo. Esso è pertanto la base fisica dello sviluppo delle forze della personalità. Se questa metamorfosi non avviene nel modo giusto, nell’organismo dell’uomo si formano minuscoli cristalli che possono causare forti dolori (calcoli renali e biliari, reumatismi). La percezione del mondo si differenzia nelle varie facoltà sensorie come la vista, l’udito, il tatto, l’odorato e il gusto. Alla base di tutte queste facoltà si trova l’attività del silicio. L’esagonalità si manifesta in tutti i regni della natura:
➢ Regno minerale: cristallo di rocca e cristalli di neve
➢ Regno vegetale: cellule vegetali microscopiche e fiori delle liliacee
➢ Regno animale: favi delle api
Perché il miglio piace tanto agli uccelli? L’uccello è in tutto e per tutto un essere di senso: non tiene mai ferma la testa, i suoi sensi sono costantemente attivi, nulla gli sfugge, è sempre pronto al volo. Ama il miglio perché questo lo rende leggero e agile e rafforza i suoi sensi. In questo “regno alato” si può nuovamente trovare il rapporto con Mercurio e la sua vivacità degli organi di senso.
Il miglio rende la pelle sottile e liscia, agisce da ostacolo alla caduta dei capelli e conferisce loro bellezza e splendore. Esercita un effetto risanatore sulla fragilità delle unghie ed è in grado di agire in modo particolarmente favorevole sugli occhi.
L’azione attivante del miglio sul ricambio e sull’attingere calore all’interno è noto fin dai tempi antichi. Una inondazione di calore è spesso avvertita subito dopo il consumo di miglio e sentita come benefica. È perciò un alimento particolarmente appropriato per l’uomo moderno: stress, ansia, competitività possono condurre alle odierne malattie da irrigidimento. Il miglio, con la sua azione sul calore, ha la funzione di sciogliere e allentare.
In esso è presente un altro importante componente: il fluoro. Per quanto riguarda l’aspetto nutritivo, va preso in considerazione il suo sale, il fluoridrato: se si vuole che esso agisca, deve esserci un apporto attraverso alimenti che contengano in sé il processo attivo del fluoro e lo stimolino nell’organismo umano. È il principale mezzo di prevenzione della carie che origina principalmente da un’alimentazione scorretta e ricca di zuccheri. Le quantità minime di fluoro negli alimenti e il contenuto naturale nell’acqua, favoriscono la formazione dello smalto dei denti; quantità elevate invece lo distruggerebbero. Il ferro nell’intestino viene più facilmente assunto dal sangue grazie alla presenza di fluoro. Nei denti vi è uno scambio tra calcio, fosforo, magnesio; essi sono l’organo più ricco di fluoro. Nel mondo animale il fluoro si trova concentrato in gamberi, ostriche e granchi, animali che presentano dure corazze. Oltre alla sua azione stabilizzante nella formazione dei denti, esso svolge un’azione importante nei movimenti intestinali e favorisce la flessibilità delle membra. Può influire anche sulla guarigione delle ferite e nell’iperattività della tiroide.
Altro elemento fondamentale nella funzione tiroidea è lo iodio: nelle piante è presente in quantità minime, si trova soprattutto nell’acqua. È noto anche come antiossidante e disinfettante. Lo iodio è un componente dell’ormone tyroxina, indispensabile per la crescita giovanile. La tiroide governa la trasformazione degli alimenti in energia e ciò non solo per l’area del metabolismo, ma anche per lo sviluppo animico-spirituale. Lo iodio riporta la vita pullulante nei suoi confini: una iperattività della tiroide conduce al dimagrimento e alla consunzione, una ipoattività alla formazione del gozzo, all’aumento di peso e a stanchezza. Fluoro e iodio sono oligoelementi necessari che dovrebbero essere apportati dall’alimentazione: il miglio offre un’alternativa gradita a questo fabbisogno.
I vari aspetti di Mercurio - Ermes
Riguardo al cibo l'energia di Mercurio - Ermes, potrebbe sabotarci con alcuni messaggi suadenti e ingannatori. Ad esempio: "il cibo mangiato quando nessuno ti vede… Non fa ingrassare!". Da qui le sortite notturne verso il frigorifero, piccoli furti negati al mattino con occhi innocenti.
Ermes e il tempo
Il mercurio è detto anche argento vivo: tale è la natura di Ermes. Con lui il tempo è rapido, si tratta in genere di un tempo vivacemente attivo, rapido in modo efficace. Ermes è attento, osserva rapidamente ma in modo focalizzato. Non si tratta di irrequietudine, anche se questo Dio non ama la lentezza, che per lui è monotonia. Con lui affianco non pensate di mettervi a fare diete monotematiche, dove tutto è regolato a priori. La vivacità di Ermes nei confronti del cibo è potenzialmente sana e vitale: si tratta di un misto di curiosità, piacere, inventiva. Una buona dose di Ermes è indispensabile per essere un cuoco eccellente.
Ermes e il bisogno di capire
Ermes è intelligente e molto curioso. Questa curiosità è rivolta agli altri, all'ambiente, a nuovi stimoli. In genere capisce in fretta e non ama stare a lungo su un solo argomento o cibo. Afferrando rapidamente i principi base di qualsiasi cosa, a volte può peccare di faciloneria. In ogni caso non accetterà mai una dieta a scatola chiusa, non ci sarebbe nessun divertimento.
Ermes e il marketing
Ermes è un dio che adora il sotterfugio, la menzogna, il gioco. Basta pensare al marketing che ha fatto di se stesso. Insomma potrebbe essere un pubblicitario al giorno d'oggi. Inutile dire quanto il marketing sia presente nella vendita dei cibi: le confezioni, gli slogan, le offerte, le presentazioni sono tutte studiate ad effetto, per farci desiderare e scegliere in modi inconsci, comperare di più. Ermes può aiutarci a scoprire questi quotidiani inganni e a non essere schiavi dei "persuasori occulti".
Ermes e lo speciale
Ermes adora farci sentire speciali, d'altra parte lui lo è fin da piccolo, combina furti, inventa strumenti, seduce tutti. Crescendo diventa esperto di mille arti, è il messaggero degli dei e l'accompagnatore nel regno dei morti. Anche noi amiamo sentirci speciali in qualche cosa. La società ci spinge e ci alletta in questa direzione. A volte è piacevole, ma spesso può essere devastante, anche sul fronte del rapporto con il corpo. Ermes è qui a ricordarci che avere qualche abilità che ci rende visibili e accattivanti può essere un accompagnamento sfizioso se non perdiamo la capacità di ridere di noi stessi.
Ermes e la guarigione
Nel suo aspetto più adulto e interiore Ermes, con il suo caduceo, ci porta dentro all'arte medica della guarigione: la vera medicina, quella che si occupa di mantenere la salute più che intervenire quando già la malattia è presente. Per Ermes intervenire a malattia instaurata è una sorta di fallimento: il caduceo è il simbolo antichissimo del fluire dell'energia tra le polarità e l'equilibrio degli opposti, è la chiave per la salute e una sana capacità di armonizzarsi anche rispetto al cibo.
Ermes a tavola
Ama la varietà, la novità, le piccole quantità di cose diverse, l'inventiva. Quando abbiamo a disposizione degli avanzi, Saturno si limiterà a riscaldarli e riproporli tali e quali, non amando lo spreco; Ermes invece, li riutilizzerà creando un nuovo piatto: il suo divertimento consisterà proprio nella sfida ad usare ingredienti diversi che si trovano casualmente nel frigo per creare una ricetta nuova, che naturalmente resterà irripetibile, vista la natura casuale degli elementi di partenza. Ermes adora anche spilluzzicare dai piatti altrui: si tratta di piccole intrusioni che in genere saprà fare con un sorriso talmente seducente che non infastidisce, spesso anzi propone un piccolo baratto. Per onorare questo Dio, occorre onorare la sua/ tua intelligenza: informati sul cibo e sull'alimentazione, in modo semplice e pratico, rispetta la sua versatilità e il suo bisogno di capire, sappi che quest'energia, ben orientata, è quasi sempre al servizio della salute. Ma se per caso ti imponessi un regime alimentare troppo rigido noioso, il tuo Ermes interiore si ribellerà e ti farà compiere una tale quantità di trasgressioni che probabilmente ti ritroverai con diversi chili in più anziché in meno. Ermes trova stimolante…poco ma di tutto, in ciotoline di acciaio o argento, antipasti e anche antipastiere, il buffet, il mortaio, il pesto alla genovese, gli aperitivi con gli stuzzichini, il nuovo ristorantino che pochi conoscono, la bourguignonne, il wok, l'agrodolce.
Mercurio ci invita a cucinare le verdure rapidamente, come viene suggerito anche della cucina orientale. Con la cottura, i cibi dovrebbero restare croccanti, conservare un bel colore. Ermes sa che il bello di ogni cosa non è tanto o solo il risultato finale, quanto il percorso che lo consente: perciò goditi ogni passo di questo processo, perché chi farà scoprire tante cose su di te e sul tuo corpo. Ricorda l'importanza dei micronutrienti, vitamine, sali minerali, antiossidanti: sono invisibili all'occhio ma essenziali alla salute. Infine utilizza in modo creativo la varietà di alimenti a disposizione, combinandoli intelligentemente e con piacere, usandoli a rotazione, in questo modo sarà più difficile avere carenze alimentari.
GIOVE – SEGALE – GIOVEDI’
Giove è il pianeta più grande del sistema solare, ha un periodo orbitale di 12 anni. Il numero 12 viene visto sempre come simbolo di ordine cosmico. La luce di Giove è chiara, calda, tranquilla e amichevole. Dietro a questo pianeta esistono forze e leggi spirituali che si esprimono in molti oggetti della creazione.
Nella storia romana Giove viene considerato la divinità più alta e corrisponde a Zeus in quella greca. Originariamente in Giove si vedeva la divinità celeste che mandava la pioggia, la neve, il vento e i temporali. Poi venne onorato quale re degli dei o dio della saggezza. Le qualità gioviali sono orientate verso l’avvenire: passando per il quotidiano legato ad uno scopo, esse conducono fuori all’azione libera. Il pensiero globale è una peculiarità di Giove. Esso genera una visione d’insieme universale (saggezza). Non vengono perseguiti interessi personali, ma scopi più elevati. Un fare che passando per gli scopi pratici della vita mantiene ancora un senso. Il simbolo di Giove, ♃, contiene:
• La croce → conformità terrestre alle leggi
• Il semicerchio → elementoanimico
• Il semicerchio aperto verso sinistra → capacità di svilupparsi liberamente
In onore di Giove-Zeus si festeggiavano i giochi olimpici, cinque discipline praticate per l’armonia fra corpo, anima e spirito.
Sempre il “Fisiologia occulta”, Rudolf Steiner insegna: “Come nel sistema planetario il Sole entra in relazione con Saturno, Giove, Marte, allo stesso modo nell’organismo umano il sole interiore, il cuore, entra in relazione con Saturno-milza, Giove-fegato, Marte-bile. Poiché è assolutamente vero che il rapporto esterno è assunto interiormente, in maniera tale che nell’azione reciproca di questi organi si rispecchia ciò che avviene nel grande universo, nel macrocosmo, nel nostro sistema solare. E i fenomeni che avvengono tra il Sole e i pianeti sottosolari fin dentro a questa terra, li vediamo rispecchiati nel rapporto del cuore-Sole con i polmoni, Mercurio, e con i reni, Venere. Così in questo sistema cosmico interiore all’uomo abbiamo qualcosa che riflette il sistema cosmico esteriore”.
Alle forze gioviali del mondo vegetale corrispondono i seguenti fenomeni:
• Annualità: in primavera le piante germogliano e si sviluppano, in autunno si ritirano di nuovo nella terra, appassiscono e muoiono. L’anno successivo dai semi delle piante nascono piante completamente nuove. Giove, al contrario, fa saltare il limite di tempo fissato dalla natura: le piante ad esso improntate sopravvivono all’inverno e ricompaiono l’anno successivo.
• Maturazione dei frutti: la pianta passa alla fase del riposo e le forze di crescita legate all’acqua vengono rimandate indietro dai processi calorici. Il frutto è la coronazione della pianta. La forte impronta solare di Giove nella maturazione trova la sua corrispondenza nell’impronta solare → Giove = piccola domenica
• Ombrellifere e composite: portano i loro numerosi fiori su steli elevati. La corrispondenza più evidente con Giove la raggiunge il tarassaco nella transizione dai fiori giallo intenso alla formazione dei semi. Il fondo dei fiori si capovolge e appare come un’immagine riflessa del cosmo, una volta celeste piena di stelle raggianti.
Segale
Il rapporto con l’essenza gioviale risuona nel nome latino della segale: secale ce-reale → reale=regale, un nome adatto a Giove. Le sue qualità la fanno apparire come un re seduto su un alto trono, che resiste al vento, alle tempeste e al freddo, crescendo essa su siti elevati fino a 2000 metri. Ai suoi piedi, in pianura, crescono avena, farro, frumento, orzo, che sono più produttivi. Una particolarità è propria della segale: le punte dei germogli si colorano di rosso porpora in primavera e l’intero campo appare come ricoperto da un mantello regale. Ciò dura per poco tempo, poi torna verde. Qui manifesta il suo rapporto con la luce: luce, aria e fresco sono le sue condizioni climatiche preferite.
Il suo valore nutritivo e curativo è di grande importanza per l’uomo. I minerali presenti in abbondanza nel chicco pieno stimolano nell’uomo forze formative. Tutte le funzioni di sostegno della colonna vertebrale, dei dischi che fanno da legamento e del tessuto connettivo che vi appartiene, ricevono da essa preziose forze formative. Lo stelo eretto, alto e resistente alle intemperie e che regge la pesante spiga, è simbolo della forza nello stare eretto nell’uomo. Secondo l’antica dottrina di Paracelso, dall’immagine esterna della pianta si deduce l’effetto che essa avrà sull’uomo: le forze della radice risvegliano il sistema neurosensorio, le ariste dei cereali sono espressione delle forze della mineralizzazione, le forze silicee. Nella segale la silice stimola le forze formative e la mineralizzazione delle ossa e articolazioni. L’edificazione e il mantenimento dell’organismo umano avvengono tramite lo scambio tra azioni di luce all’esterno e metabolismo della luce all’interno, stimolato dal nutrimento quotidiano. Ecco perché la segale, essendo fortemente compenetrata dalla luce, rafforza scheletro, muscolatura e rifornisce di forze l’organismo per lo sviluppo animico e spirituale.
A livello nutritivo contiene in proporzione poca proteina, ma ha un alto contenuto di potassio: esso è il protagonista dei fenomeni cellulari. Si trova distribuito in tutto l’organismo, soprattutto dove si svolgono processi vitali: muscoli, cuore, fegato, cervello. Agisce sempre in presenza di acqua e solo attraverso la sua elaborazione, essa viene distribuita nel vivente. Una alterazione nel processo del potassio causa un accumulo di acqua nei tessuti. La mancanza di potassio crea stanchezza, malessere, respiro affannoso, disturbi cardiaci e respiratori. Nel metabolismo epatico dei carboidrati, il contenuto di potassio è alto. Il fegato ha relazione stretta con l’elemento liquido, regola il contenuto complessivo di acqua nell’organismo. Le sensazioni di sete vengono causate dal fegato. La volontà dell’uomo dipende dalla dinamica dei fenomeni epatici ed un ruolo importante per questi fenomeni lo svolge il metabolismo dei carboidrati. In questo modo si può spiegare l’effetto terapeutico della segale sul fegato: l’alto contenuto di potassio ed il suo stretto legame con l’elemento acqueo agisce sui fenomeni fluido-liquidi del fegato. Venendo a confronto con la segale durante il processo digestivo, le forze della volontà e dell’Io ricevono un potenziamento in ambito animico. A causa della sua affinità col minerale (possente formazione delle radici), tuttavia la segale richiede molto alle forze digestive. Sono perciò importanti fasi lunghe nel processo lavorativo. Il consumo di sale nella cottura dovrebbe essere basso per non intaccare il buon equilibrio del potassio.
I vari aspetti di Giove – Zeus
Giove e il potere conviviale
Giove, a tavola, abbraccia con un solo sguardo benevolo le persone che siedono attorno, le profumate vivande che fanno sfoggio di sé come una benedizione, le bevande di ogni genere, le stoviglie brillanti. Quando ci sediamo a tavola e l'abbondanza di cibo, di compagnia, di risate e di brindisi ci estasia, quello è il momento in cui Giove è con noi.
Giove e il padre generoso
Giove collega strettamente la soddisfazione personale e l'autocompiacimento al benessere delle persone che siedono alla sua tavola. Naturalmente non è lui a preparare le portate, ma è lui che pensa generosamente agli acquisti, controllando che tutto riesca meglio.
Giove e il controllo
Zeus è consapevole che per restare signore dell'Olimpo deve essere in grado di gestire i conflitti tra gli altri dei, regnando con saggezza ma anche con forza e astuzia. Egli tende a prevedere e prevenire possibili conflitti con accortezza, saggezza, strategia, ma è pronto ad usare sistemi più decisi per conservare il suo potere.
Giove e il seduttore
Il mito elenca un'infinità di avventure e amori vissuti dal dio; ricorda la sua capacità metamorfica e la sua incrollabile tenacia nel conquistare la dea o la donna di cui si invaghisce. La fiducia ottimistica lo rende certo che riuscirà a ottenere quello che desidera. Anche il cibo, la tavola riccamente imbandita e il dono sono ingredienti importanti nel gioco della seduzione.
Giove e il patriarca
Come re dell'Olimpo, Giove è il capoclan, l'autorità che può essere benevola o tonante, ma non può essere discussa. La sua parola è legge. A tavola vuole che la famiglia sia riunita attorno a lui all’ora giusta e con il dovuto ossequio, seguendo preferibilmente riti e costumi della tradizione. La sua è una manifestazione di amore-potere gastronomico, incurante di preoccupazioni legate al calcolo delle calorie. La tavola quindi diventa il luogo d'incontro per creare ricchezza: Giove è l'imprenditore che invita collaboratori e clienti ad un pranzo di affari; è il manager che organizza una cena di lavoro.
Giove a tavola
È chiaro che Giove non abbia grandi inclinazioni per progetti di dieta o di alimentazione salutistica. Non salutistica ma a suo modo sana: con ingredienti di ottima qualità e con attenzione alla loro provenienza.
Se decidessimo di dare una regolata al nostro rapporto con il cibo, l'aspetto Giove potrebbe inalberarsi ed opporre fiera resistenza. Questa decisione infatti contrasta la sua espansività, il bisogno di avere ospiti, di creare abbondanza e potere attraverso rapporti sociali e la convivialità. Deve essere lui a decidere. Possibile che Giove si scateni contro qualsiasi scelta percepita come privativa, perché limita la sua autorevolezza che si esplica anche nei lauti pranzi attorno a una tavola imbandita, con persone piacevoli e utili intorno. Potrebbe al massimo accettare una settimana in qualche beauty-farm, in modo da smaltire in fretta l'eventuale peso superfluo, rigenerarsi e poter ripartire verso nuovi itinerari gastronomici da esplorare.
Giove apprezza salami, prosciutti, insaccati speciali di origine controllata, pecorino, formaggi stagionati, la tavola allungabile. Ama i vassoi girevoli al centro tavola, i vini d'annata, il carrello degli arrosti, i candelabri e grandi piatti da portata.
Giove suggerisce di concedersi il piacere della convivialità. Mangiare con amici ogni tanto e divertirsi insieme senza restrizioni fa parte della vita e dei suoi doni, perché siamo creature che si nutrono anche del rapporto con gli altri. Fuori casa si può mangiare anche in modo salutare: un piccolo trucco è di non iniziare per primo a mangiare e di adeguarsi al ritmo delle persone più lente, che in genere sono anche quelle più snelle. Ma se ogni tanto si esagera… Si può ricominciare serenamente a stare attenti il giorno dopo senza imporsi digiuni punitivi.
VENERE – AVENA – VENERDI’
Venere era considerata la dea dell'amore e della bellezza. Le qualità che le si associano sono: femminilità, armonia, carattere giovanile, grazia, agilità nel gioco e nella danza. Nelle lingua latina il giorno di Venere viene chiamato venerdì; la dea germanica Freyacorrisponde alla Venere dei romani e all'Afrodite dei Greci.
♀Questo è il simbolo di Venere: significa equilibrio nel rapporto di armonia fra lo spirituale (cerchio) da un lato e il minerale terrestre (croce) dall'altro. La forza venusiana è contrassegnata da questo equilibrio fra spirito e materia. Nella volta celeste Venere risplende di una luce chiara, benigna e riluce quale astro del mattino (phosphoros = portatore di luce) e astro della sera (hesperos). Col suo moderato splendore e la sua dolce bellezza Venere, la portatrice di luce, fa la gioia della gente mattiniera. Nelle persone con intonazione venusiana l’atmosfera mattutina può essere accompagnata da tenera gioia, simpatia e dedizione. Dedicheranno tempo abbondante alla cura del corpo alla quale seguirà la scelta del vestito (coscienza della moda). Il tipo venusiano appare a colazione elegante, intonato con gusto squisito. Una tavola apparecchiata con gusto, con molti cibi scelti sono per lui un godimento. Il lavoro quotidiano viene arricchito dal suo senso del tatto, cortesia, considerazione e fiducia nei confronti del prossimo. Quando Venere risplende quale astro serotino, il giorno si spegne venusianamente in un socievole stare insieme con giochi, danze e canti. Ognuno, uomo o donna, può essere contrassegnato da queste meravigliose qualità venusiane. Però, se si confronta il tipo lunare col tipo venusiano, due segni cosiddetti femminili, si scoprono fra loro sottili differenze. Il tipo lunare colpisce per la sua naturalezza, la sua capacità di proteggere, di prendersi cura. La sua anima è piena di nostalgia. Il tipo venusiano ingentilisce la propria naturalezza con l'aiuto della cosmesi. L'amore individuale di Venere (eros) ha la priorità rispetto al senso della famiglia del tipo lunare. L'uomo segnato da Venere non è pieno di nostalgia, ma ha pronunciato desiderio nella sua natura. Qualità venusiane e marziane, invece, si completano a vicenda. Si tratta di trovare un equilibrio fra:
Gioco → Serietà
Divertimento → Dolore
Dedizione → Aggressività
Tenerezza → Imperiosità
Il matrimonio è un buon campo di lavoro per portare in armonia queste unilateralità maschili e femminili. La lotta per l'emancipazione e l'uguaglianza dei diritti della donna favorisce tra l'altro, in entrambi i generi, il livellamento delle qualità marziane e venusiane. Non è soltanto una relazione matrimoniale a offrire questa possibilità: l'uomo cosciente, moderno può lasciarsene ispirare sul posto di lavoro, in viaggio, a teatro, ecc...
Nel flauto magico, per esempio, le forze planetarie (Venere-Marte) appena citate, che dominano l'animo umano, vengono rappresentate in modo perfetto. A livello di sensualità naturale Papageno e Papagena mostrano polarità marzio-venusiane in maniera umoristica, audace. Qualsiasi unilateralità di forze venusiane o marziane diviene un pericolo. L’animico-venusiano accompagna l'osservazione dell'organo che vi appartiene in relazione ai pianeti: il sistema dei reni. Questo ha un forte rapporto con la vita dell'anima. L'accrescimento di ogni tensione nervosa fa aumentare la secrezione renale; il rene èugualmente sensibile agli influssi meteorologici. I reni sono in contatto immediato con il diaframma, per cui partecipano al movimento di ogni inspirazione ed espirazione. Insieme al cervello e al sistema nervoso, il rene ha il consumo di ossigeno di gran lunga più elevato. L'ossigeno serve agli esseri dotati di anima per inspirare ed espirare. Quanto più alto è il bisogno di ossigeno per un organo, tanto più a fondo penetra l’animico nel fisico-vivente. In “Fisiologia occulta”, Rudolf Steiner afferma quanto segue: "Nel sistema dei reni abbiamo ciò che per così dire armonizza gli effetti esterni che derivano dal contatto immediato del sangue con l'aria, con quegli effetti, che partono dall'interiorità dell'organismo stesso, mentre gli alimenti devono essere a ciò preparati solo in quanto si spoglino della loro natura specifica. Nel sistema dei reni abbiamo dunque un sistema equilibratore fra i tipi di sistemi organici caratterizzati (da un lato il sistema sangue aria = sistema cuore-polmoni e dall'altro il sistema milza-fegato-bile), per mezzo del quale l'organismo perviene alla condizione di liberarsi dall'eccesso che verrebbe a crearsi a causa di una cooperazione poco armoniosa tra gli altri sistemi". In tal modo il carattere armonizzatore di Venere si manifesta fin nell'interiorità dell'uomo. L'armonia di Venere viene ad espressione anche nella sua traiettoria orbitale: nel giro di otto anni attraversa la terra 13 volte e forma con il suo snodarsi geocentrico una stella a cinque punte. Nel mondo vegetale la corrispondenza fra forze e gesti venusiani si trova nei petali. Ma sono i fiori a cinque petali che vengono attribuiti in modo speciale a Venere. Fra questi si annovera, quale regina del mondo dei fiori, la rosa. In una mela divisa a metà in maniera esattamente orizzontale viene ancora una volta ad espressione, nella sua compiuta bellezza, la venusiana stella a cinque punte. Molti enigmi e segreti sono associati a questo frutto.
Lo si incontra nei miti e nelle fiabe, in Adamo ed Eva, alla corte dei principi sotto forma di globo imperiale, nel gioco dei tre re della riva superiore ecc. A Venere sono sempre collegati passi che portano conoscenze nuove, prove di coraggio, ma anche a traviamenti. In Venere traviamento e sviluppo superiore si trovano sempre uno accanto all'altro.
Avena
L'habitat migliore per la pianta dell’avena è quello offerto da un clima marino caldo. Con le radici affonda nel terreno e si rifocilla con l'elemento acqueo. Questo le dona forze di rinnovamento e con esse aspetto giovanile e bellezza. Nella fase di crescita l’avena conserva fino alla fine il suo verde virgineo, intenso e arricchisce in tal modo la tavolozza dei colori del paesaggio campestre con una freschezza di lunga durata. Oggi l’avena è uno dei cereali più preziosi per sue sostanze nutritive e l'eccellente proteina. La sua preparazione sotto forma di fiocchi è facile ed essi sono salutari e di gusto gradevole. Il rapporto quantitativo degli otto aminoacidi essenziali nell’avena è ottimale. Essi devono essere apportati all'uomo dalla nutrizione in un determinato rapporto poiché soltanto con questo modello egli può formare la propria proteina specifica. In ciò ha minore importanza la quantità dei singoli componenti che non il loro rapporto reciproco. Se l’avena viene ulteriormente arricchita con latte o derivati, non bisogna temere alcuna mancanza di proteina. Nell’avena sono contenuti determinati enzimi che riducono gli aminoacidi, questi si formano dalla proteina dell’avena stessa, soprattutto dalla tirosina, da sostanze attive di tipo ormonale con facoltà rivitalizzanti e aumentanti gli stimoli. Così l’avena può essere d'aiuto nelle depressioni: ciò si manifesta in uno stato dell'umore che si mantiene a lungo più elevato, più sereno. Con il 7,1% di contenuto di grassi l’avena supera tutti gli altri tipi di cereali. Le sostanze grasse dell’avena contengono, nell'ambito degli acidi seborroici, molto acido linoleico. Questo è il principale rappresentante dei cosiddetti acidi grassi essenziali, di importanza vitale. Il grasso crudo dell’avena è sopportato in modo eccellente e utilizzato nella sua interezza sia dei bambini piccoli che dagli adulti. Dell’avena si sa anche che essa è in grado di abbassare il livello di colesterolo del sangue. I carboidrati del suo chicco vengono considerati come qualcosa di speciale: durante il processo digestivo l'amido viene ridotto nei cosiddetti idrati di carbonio inferiori: destrina, maltosio e glucosio. Questo processo fornisce energia. Nel chicco d'avena stesso, dall'amido, si formano, attraverso determinati enzimi, alcuni tipi di zucchero. Questi possono essere assunti in modo particolarmente facile. Questo è il motivo per cui l’avena ha una grande importanza nella dieta degli ammalati e nell'alimentazione dei bambini piccoli. Gli sportivi hanno scoperto già da tempo questa rapida azione, donatrice di forze e la utilizzano volentieri per aumentare le prestazioni. Nel diabete essa viene ugualmente utilizzata con successo essendo molto ricca di fruttosio che può essere utilizzato, appunto, anche dai diabetici. La forte formazione della mucillagine è dovuta ad altri tipi di idrati di carbonio ugualmente presenti. Questi carboidrati si gonfiano nell'acqua fino a formare un liquido viscoso e sono i costituenti principali della pappa d'avena. L’avena cura le infiammazioni dello stomaco e dell'intestino e la formazione della mucillagine protegge le pareti intestinali dalle irritazioni e infezioni legate all'alimentazione. L'avena favorisce e armonizza perciò tutta la digestione in generale. Con un'alimentazione saggia, equilibrata e sostituendo alla normale colazione del mattino un pasto all’avena, si può ottenere una diminuzione del peso.
Vitamine e oligoelementi sono presenti nell’avena principalmente sotto forma di composti. Essa supera tutte le altre specie di cereali per il suo alto contenuto di calcio, ferro, fosforo e magnesio e per lo zinco e il manganese presenti in tracce. Il calcio è un agente indispensabile nella formazione delle ossa e dei denti. Per l'uomo è il minerale più importante, ma svolge un ruolo ugualmente importante dell'attività muscolare. Nelle carenze di calcio può presentarsi persino una irritabilità del sistema nervoso. Poiché esso viene assorbito meglio attraverso i prodotti del latte acido si raccomanda di combinare l’avena con questi elementi. Questo effetto lo si ottiene anche con frutta acida, siero o acqua di pane. Il metabolismo del calcio è in stretto rapporto col fosforo. Esso è indispensabile nell'attività cerebrale: il cervello, come strumento del pensiero, ne ha bisogno. Esso stimola la capacità del pensare cosciente che fa da portatore di luce. Tramite il magnesio nel verde della foglia della pianta, essa può cogliere la luce solare e mediante questa formare gli idrati di carbonio. Anche nella funzione dell'organismo umano, al magnesio viene attribuita forza irraggiante, che guida la luce nei tessuti. In questo modo vengono stimolati processi di crescita. Nelle cellule agisce nella ricostruzione e edificazione della sostanza, ossia quale mediatore nella trasformazione del liquido insolido. Ciò avviene nella formazione di sostanza ossea. Il magnesio esercita insieme al fluoro un'efficace azione protettiva nei confronti del mal di denti e ostacola la formazione della carie. Anche la trasmissione degli impulsi nervosi ai muscoli avviene attraverso l'attività di magnesio. Il ferro si trova al centro dell'attività dell'emoglobina: rende possibile la respirazione, l'assunzione di ossigeno e l'espulsione dell'anidride carbonica. Allo stesso modo fa da mediatore nel ricambio di ossigeno negli organi e nei tessuti (respirazione interna). Così il processo respiratorio è intimamente connesso col processo di formazione del sangue che congiunge l'uomo col mondo esterno. D'altro canto il ferro serve agli impulsi della volontà nel sangue alle forze della personalità umana. La natura minerale viene superata e messa al servizio delle forze dell'Io. Un componente importante della bile sono i pigmenti formati dalla sostanza colorante del sangue, quando il ferro se ne ritira. Per questo motivo la sostanza colorante è fortemente attiva anche nella demolizione degli alimenti. Il rame non è tanto noto, anche se è un'importante oligoelemento. Il più importante minerale di rame è la pirite di rame, un solfuro di rame e ferro. Una delle sue funzioni più importanti è la partecipazione alla formazione dei globuli rossi nel sangue: esso favorisce la capacità di assorbimento del ferro nell’intestino. È un componente di alcuni enzimi e per questo motivo è attivo in varie funzioni del ricambio. È indispensabile nella dissociazione di determinate sostanze. Lo zinco invece offre una protezione interna da ciò che è "estraneo”. È d’aiuto nelle intossicazioni dell'organismo e fa da sostegno al sistema immunitario. In generale gli oligoelementi sono strumenti per mezzo dei quali l'individualità umana governa il metabolismo.
I vari aspetti di Venere-Afrodite
Afrodite e la sensualità
La dea si muove in modo fluido come se il suo corpo avesse ancora dentro il ritmo delle onde del mare. La sensualità è legata a tutti i sensi: la vista, l’olfatto, il gusto, l’udito, il tatto. Sarebbe bello che la nostra vita fosse intrisa di una piacevole, naturale, gioiosa sensualità che potrebbe manifestarsi in tanti modi, nella scelta di colori con cui vestirsi, alla lentezza con cui apparecchiare la tavola, al modo di guardarci intorno apprezzando la bellezza in tutte le sue manifestazioni, al fermarsi per strada ad annusare il profumo dei fiori…
Per Afrodite il piacere sensuale apre la via ad una sessualità che coniuga la fisicità con lo spirito, il corpo con l'anima, il piacere sensuale diventa edonismo nei confronti della vita in generale, con gradevole ottimismo non ingenuo, attenzione al benessere materiale e alle comodità: una sorta di diritto alla felicità ricercato con il sorriso.
Afrodite e la bellezza
La bellezza della dea si radica sulla salute, espressione di un profondo amore per la vita, sul rispetto per il proprio corpo, sull'aspirazione a viverla, la propria vita, nelle migliori condizioni possibili. La bellezza allora scaturisce naturalmente: se si è in contatto con il proprio corpo, lo si sente sano, vivo, vitale, sono già tutti passi di bellezza. La dea ci invita quindi ad esplorare il concetto di bellezza più a fondo, senza farci limitare e condizionare dagli stereotipi.
Afrodite e la creatività
L'amore per la bellezza non può non accendere aspetti creativi. Afrodite ama l'arte, la musica, la danza, il gusto del bello; non è un fatto puramente estetico, a livello profondo incide sul benessere psichico e fisico.
Afrodite e l'amore
L'amore è l'attrazione dell'intero universo, le cui parti si avvicinano nel naturale istinto della fecondazione e della generazione. Si tratta di un movimento che coinvolge i pianeti e le stelle e tutto ciò che è vivente sotto di loro: quando incontriamo la dea a questo livello, l'amore ci tocca e ci trasforma. Il mito racconta che Afrodite rendeva bello tutto ciò che guardava e lo stesso può avvenire dentro di noi, quando apriamo il cuore e l'anima all'incontro con l'altro. Lo sguardo toccato dall'amore mantiene l'incanto dell'apertura, della possibilità, della rinascita, della trasformazione. È quell'amore che ci aiuta a superare il senso di perdita, di separazione, la ferita primordiale di ogni essere umano, quella che ognuno di noi è chiamato a risanare; è un amore che riconosce i diritti e le necessità dell'altro su un piano di parità e autenticità. Nessun altro sentimento umano ha lo stesso potere miracoloso.
Afrodite e le emozioni
L'amore vibra tra il bisogno di fondersi con l'amato e la necessità di distanza che rinnova il desiderio e la passione. Questo ritmo è indispensabile, come il flusso del respiro tra inspirazione ed espirazione, il flusso delle maree, l'alternanza tra veglia e sonno. Afrodite ha tutte queste capacità. Ha sano rispetto e senso dei confini. Quando il sentimento prevale in modi eccessivi, quando la sensibilità si estremizza, l'amore perde le qualità descritte e diventa possessivo e bisognoso. Acquista un carattere infantile, un cuore troppo tenero e la richiesta di amore e di premura diventa assillante. Qui la piccola Afrodite trascurata fa venire voglia di zuccheri!
Afrodite e lo stato dell'essere
Nell'attuale società si privilegia il fare, siamo valutati per quello che facciamo e non per ciò che siamo. Diventiamo adulti e viviamo spesso freneticamente. Afrodite invece è una dea che sa "stare" nel senso di "essere”, con piacere e arrendevolezza nel proprio corpo, essere il proprio corpo intero, vibrante e rilassato insieme, sorridente da dentro, privo di bisogni superflui. Senza aspettative assillanti e tensioni competitive.
Afrodite a tavola
Afrodite nei riguardi del cibo non è una divoratrice. Piuttosto ama una rotondità del pasto, fatta di cura nel prepararlo, intelligenza nel comporlo, attenzione nel servirlo, lentezza nel gustarlo, gratitudine per averlo ricevuto. Metterà amore nella preparazione del cibo, le porzioni saranno giuste, ben accomodate nei piatti, una sintesi di colori e sapori armoniosi. Se possibile ci sarà qualche elemento raffinato e preparato con attenzione, ma non esibito. Se si occupa della tavola, si divertirà ad apparecchiare in modo bello e creativo, colorato, con un tocco di oro, di fiori, di arancio. Mangerebbe stesa sul triclinio, come ai tempi dell'antica Roma, gustando adagio le portate in amabile conversazione con persone piacevoli e di gusto. Se ci si imponesse un regime troppo saturnino, si può star certi che prima o poi Afrodite salterebbe fuori con il desiderio di cibi morbidi, dolci, sinuosi, erotici. Non le occorrono grandi quantità però non può essere messa da parte. Questa dea, se viene ignorata, si offende, si vendica: si tratta di lesa maestà! Il contatto con la sua energia, che vibra sulla pelle, sul sorriso, nella luce degli occhi, nella consapevolezza di abitare il proprio corpo, è un dono inestimabile, una vera iniezione di giovinezza, vitalità e piacere.
Afrodite adora i piatti e i bicchieri con decori di oro, i calici di Murano, la mousse al cioccolato, lo champagne, le candele galleggianti, il miele, il vino bianco, il gelato con il cioccolato fondente fuso caldo, l'aceto balsamico, mangiare con le mani in modo elegante.
Afrodite ci invita a vederci con gli occhi dell'immaginazione, più snelli e sani, con la pelle luminosa, come si vuole tornare ad essere ed invita a riprendere dentro di sé le forme che si desiderano, quelle legate al nostro vero benessere. È qui che la dea sottolinea la parola "nostro": non farsi plagiare dalle immagini stereotipate, quelle che spesso sono caricature della dea. Invita ad usare il fruttosio anziché lo zucchero, meglio ancora il miele di acacia di castagno. Suggerisce di iniziare a creare associazioni più favorevoli rispetto ai cibi che si mangiano per coccolarsi.
SATURNO – MAIS – SABATO
Saturno è il pianeta più lontano dalla Terra e dal Sole. Si muove trascinandosi nel cielo con molta lentezza, va avanti a fatica e, osservato dalla terra, ogni anno dopo alcuni passi, rimane apparentemente fermo; in effetti fa un piccolo cerchio riprendendo poi il suo lento percorso e formando in tal modo un piccolo nodo. Questo spettacolo di lentezza si ripete in un anno 12 volte. Saturno indugia quindi due anni e mezzo in ogni singolo segno ed ha perciò bisogno di trent'anni per percorrere l'intero zodiaco. Il suo simbolo - ♄ - contiene la croce come Giove, ma in Saturno l'arco parte dal punto più basso della croce rivolgendo la curva a destra. Ciò significa che l'animicoè subordinato alla materia ma dà anche forma sostegno e appoggio. Saturno agisce sulla vita partendo dall'inorganico, da ciò che vuole mineralizzarsi, diventare scheletro. In molte rappresentazioni viene raffigurato come la morte, con la falce o la clessidra. Nel midollo, al centro della materia più solida, lo scheletro quasi morto, nasce il rosso, caldo sangue. Nel sangue vive l'Io umano, l'individuale-spirituale dell'uomo. La meravigliosa costruzione Saturnia, lo scheletro, diviene così la culla delle forze individuali nell'uomo. Queste dischiudono all'uomo la possibilità di trovare in se stesso ritmi e regolarità. A questo si legano qualità animiche molto esigenti, soprattutto l'osservanza di ritmi e leggi per libera scelta; un giocoso adempimento del dovere nella convinzione della sua necessità.Confrontandolo con Giove e Venere otteniamo il seguente quadro:
Giove Saturno
Elasticità Rigore
Giovialità Serietà
Dinamismo Staticità
Ampiezza Profondità
Venere Saturno
Socievolezza Solitudine
Godimento Rinuncia
Bellezza Verità
Gentilezza Correttezza
In ogni manifestazione di sobrietà e rigore è importante trovare la giusta misura: il rigore spinto all'eccesso può condurre all'isolamento nella propria famiglia o sul lavoro. Un senso del dovere ostinato può condurre al sovraccarico, un senso dell'ordine esasperato può degenerare in una mania pedante della pulizia. Un senso di responsabilità esagerato può sfociare in avarizia, ostilità e diffidenza. Tutte le forze planetarie rappresentano un campo di lavoro per l'uomo. Se non vengono tenute nei giusti confini possono degenerare in forme patologiche e in alcuni casi causare persino malattie croniche. Questo è riscontrabile in modo particolare nelle richieste già severe dei principi saturnini. Presso i Greci, Saturno si chiamava "Chronos". Nel mito di Crono si racconta che egli abbia divorato tutti i suoi figli. Ne impedisce così ogni sviluppo e rimane signore assoluto e custode delle leggi. La situazione diventa cronica. Saturno è noto anche come “custode della soglia” si trova sulla porta che conduce all'aldilà, sul punto di passaggio dei pianeti (sfera astrale-animica) nello zodiaco (sfera spirituale). La sua orbita traccia il confine tra i pianeti e il cielo delle stelle fisse dietro di loro. Questo principio di Saturno si trova rappresentato nel modo più profondo nella testa di Giano presso i Romani. Questa testa con due volti, uno dei quali guarda in avanti, l'altro indietro, è considerata la divinità dell'attraversamento della soglia, dell’entrata e dell'uscita, il protettore della casa, anche la divinità dell'inizio (vita) e della fine (morte). Questo doppio volto chiamato "uomo di Giano" rappresenta l'uomo di gennaio o anche testa di Giano. Gennaio negli scritti antichi viene denominato ancora Jeanner, Hartung cioè indurimento o mese del gelo. In questo periodo la vita interiore nell'uomo e nella natura è quanto mai spirituale. Tramite una percezione allo stesso tempo dell'interno e dell'esterno, dell'al di qua e dell'aldilà, si può pervenire alle conoscenze più alte della sfera spirituale della natura. L'irrigidimento e la più alta conoscenza spirituale, la morte e la vita sono in Saturno sempre molto vicine per la presenza di queste sue zone di confine. In relazione allo scheletro, si è accennato alla formazione dei globuli rossi nel midollo osseo. Nella milza, l'organo corrispondente a Saturno, ci si imbatte continuamente in una funzione di soglia. In quanto la milza è nota quale "tomba" dei globuli rossi, ma allo stesso tempo come "culla" dei globuli bianchi del sangue. Questi contribuiscono al ringiovanimento e servono a proteggere da tutto ciò che è estraneo e vengono perciò a moltiplicarsi nelle infiammazioni. La milza svolge un ruolo estremamente importante anche in relazione al ritmo nell'assunzione di cibi. A tal proposito in "Fisiologia occulta" Rudolf Steiner afferma: "Proprio nella milza è interessante studiare in che modo questo ritmo si distingue in maniera rilevante dagli altri ritmi: esso è di gran lunga meno regolare degli altri ritmi, dei quali parleremo ancora. E questo è in fondo il motivo per cui la milza, in un certo qual modo, si trova vicino all'apparato della nutrizione, ha qualcosa a che fare con esso. Ora mi comprenderete, se vi soffermerete alquanto a riflettere su quanto necessariamente regolare debba essere nell'uomo il ritmo sanguigno, affinché la vita possa essere conservata nel modo giusto. Questo ritmo deve essere molto regolare. Ma c'è un altro ritmo, e questo è regolare soltanto in misura ridotta, anche se sarebbe desiderabile che, attraverso l'autoeducazione dell'uomo, esso divenisse sempre più regolare, specialmente per la vita infantile: è il ritmo del mangiare e del bere. Un certo ritmo in tal senso, un uomo in qualche misura ordinato, l'osserva certamente: fa la colazione, il pranzo e la cena a orari precisi, in maniera tale da osservare un certo ritmo. Ma come le cose stiano veramente in ciò che concerne questo ritmo da molti punti di vista, ci diventa purtroppo tristemente noto per il fatto di indulgere alla golosità di molti bambini, ai quali si dà qualcosa tutte le volte che ne hanno voglia, indipendentemente da ogni ritmo. E che anche gli adulti non abbiano poi una grande voglia di osservare sempre un ritmo preciso in relazione al mangiare al bere - questo non vuol essere un precetto pedante, poiché la vita moderna non lo rende sempre possibile - e con quanta regolarità il nutrimento esterno venga a rimpinzare l'uomo, nonché con quanta irregolarità specialmente si beva, è certamente noto da lungo tempo e non può essere biasimato, ma solo menzionato. Ora però, ciò che noi apportiamo al nostro organismo in maniera carente dal punto di vista ritmico, deve gradualmente subire una variazione del ritmo, in modo da inserirsi nel ritmo più regolare dell'organismo; deve essere lentamente commutato. Se si vuole eliminare la più grossolana irregolarità, per così dire, deve avvenire quanto segue: supponiamo che un uomo sia costretto, per una regolare distribuzione dei compiti della giornata, a fare colazione alle otto del mattino e a pranzare all'una o alle due, e supponiamo che questa sia una sua abitudine. Ora però deve far visita a un caro amico; la cortesia altrimenti mai abbastanza lodevole, impone di prendere qualcosa fra questi due pasti: qui ha infranto il proprio ritmo in maniera notevole. In tal modo viene esercitata un'azione del tutto precisa sul ritmo del suo organismo esteriore. Ora, nel suo organismo deve esserci qualcosa che sia preposto a rafforzare ciò che è regolare nel ritmo dell'apporto degli elementi esterni e a indebolire l'azione di ciò che viene introdotto in modo irregolare. L’ irregolarità più grossolana deve essere pareggiata; cosicché, al passaggio degli alimenti nel ritmo del sangue, deve essere attivato un organo che crei un equilibrio fra l'irregolarità dell'alimentazione e la regolarità necessaria del ritmo sanguigno. E questo organo è la milza! Così da processi ritmici ben determinati, causati dalla milza che va considerata nel modo in cui è stata ora caratterizzata, dobbiamo ricavarne il concetto che la milza è un commutatore che ha il compito di sopperire alle irregolarità del canale digestivo, per trasformarla in regolarità nella circolazione del sangue. Chè, in effetti, sarebbe cosa certamente fatale se - particolarmente quando si è studenti anche in altri periodi - certe irregolarità nell'assunzione delle sostanze alimentari dovessero continuare tutta la loro azione fin dentro al sangue! Poiché, per così dire, molte cose sono da mettere a posto con un contraccolpo, e nel sangue si può trasferire solo quel tanto che a questo sangue sia sopportabile. Questo compito ce l'ha l'organo della milza, inserito nel percorso del sangue, che irraggia la propria azione ritmizzante sull'intero organismo dell'uomo, in modo tale che possa verificarsi ciò che è stato appena descritto!"
La milza, con un'assunzione del cibo irregolare, diviene "smaniosa" e pertanto ne viene diminuita la capacità funzionale. Se si pensa alla capacità protettiva della milza, non deve meravigliare il fatto che nella prevenzione contro l'Aids venga raccomandata un'assunzione ritmica del cibo. Lo stesso vale anche nelle allergie e nel cancro. Da tutto questo risulta evidente che vale la pena, nell'assunzione del nutrimento, lasciare che prevalga il rigore saturnino. Può essere d'aiuto il fatto che il gioco scambievole tra uomo e cosmo risuoni in modo armonioso. Il legame con la propria origine dona all'uomo un sostegno interiore. Nell'ordinamento a spirale degli aghi (foglie) e nelle squame delle pigne dell'abete (petali) si rispecchia in modo innegabile la traiettoria di Saturno. Ad ogni formazione di semi sono legati anche processi di calore. I semi di girasole, di sesamo, le olive contengono calore divenuto sostanza che, sotto forma degli oli più delicati, offrono un prezioso servizio nella preparazione dei cibi. L'essere al confine di Saturno trova qui una continua conferma.
Orbite di Saturno
Mais
Le pannocchie del mais sono avvolte da più foglie di copertura. Asportando una foglia dopo l'altra si incontra il chicco dorato. Il giorno di Saturno viene spesso considerato come il giorno della riflessione; si va coscientemente a sfogliare l'interiorità dell'anima e si esaminano seriamente gli avvenimenti della settimana trascorsa. Si fa ordine e si procede fino al chicco dorato. In tal modo il frutto del mais si trasforma in simbolo delle qualità saturnine nell'uomo. Come pianta nutritiva il mais offre all'uomo un’utilizzazione molteplice. La forma più diffusa è senza dubbio quella della polenta. Il mais zuccherino, preso fresco dalle pannocchie, gode di grande popolarità e conferisce una nota particolare ai piatti di insalate e verdure estive. Ma il mais viene sottoposto ad un’ulteriore elaborazione tecnica di vario tipo. Il contenuto di grassi presente nell'embrione viene utilizzato per la produzione di olio. La farina di mais si trova in commercio con il nome di "maizena" e l'amido di mais viene venduto come "mondamina". Un altro prodotto è il destropur, il glucosio. Conosciuti in tutto il mondo sono i croccanti fiocchi di mais o il mais scoppiato, il pop corn, nelle molteplici versioni salate e dolci. In queste forme si ottiene una leggerezza estranea alla specie. Il mais non si presta alla panificazione, in quanto manca di glutine. Nelle allergie ai cereali scatenate dal glutine si utilizza quale prodotto dietetico. Dal punto di vista nutritivo fisiologico è significativo che la proteina del mais sia povera degli aminoacidi lisina e triptofano e per questo non completa dal punto di vista biologico. Un consumo unilaterale di mais causa la pellagra, una malattia molto temuta soprattutto in Italia e in Romania. Pelle agra cioè pelle ruvida, un'eruzione cutanea che inizialmente appare sulle mani, braccia e viso e poi contagia anche gli organi digestivi e il sistema nervoso. È perciò importante integrare il mais con gli altri alimenti. Notevole nel mais è la ricchezza di carotene e l'alto contenuto di zucchero. Nei cereali gli idrati di carbonio (zuccheri) occupano un posto centrale; intorno a questa parte centrale si raggruppano proteine, grassi, sostanze minerali, oligoelementi, vitamine. Nell'interazione di tutti questi elementi il giro dei pianeti si chiude in un tutto armonico. Nelle piante verdi lo zucchero si forma nelle cellule fogliari. Nell'interazione con la luce solare, l'aria e l'acqua la pianta viene messa in condizione di produrre sostanze organiche da sostanze inorganiche, amido e cellulosa. Uomo e animale non hanno questa capacità e devono perciò ricorrere all'attività creatrice delle piante. All'uomo resta il compito di trasformare la materia peculiare della pianta in sostanza umano-individuale. Ogni sostanza assunta dall'uomo utile alla sua crescita è per lui un corpo estraneo. Nel processo digestivo viene superata questa natura estranea: l'uomo intero, con corpo, organizzazione della vita, anima e spirito, è chiamato a ciò. È noto come l’amido si mescoli alla ptialina nella cavità orale dell'uomo e diventi poi zucchero. Albume e grassi non vengono modificati e percorrono immutati la strada verso lo stomaco. Ciò significa che l'uomo, attraverso il consumo di idrati di carbonio, viene immediatamente chiamato in causa, "si sveglia e diviene cosciente di sé". L'uomo ha bisogno dello zucchero per non perdere la coscienza di sé, esso fa da supporto materiale allo spirituale dell'uomo, alle forze dell'Io. Attraverso questa sostanza l'uomo può realizzarsi sulla terra. La quantità di zucchero nel sangue dell'uomo sano si mantiene costante. Nel diabete invece l'uomo perde la propria coscienza, poiché lo zucchero viene eliminato attraverso le urine. In tal modo lo spirituale perde il suo supporto materiale. L’idrato di carbonio più vicino allo zucchero è l'amido. Vale la pena di raccomandare l'assunzione di zucchero in questa forma, in quanto proprio la trasformazione dell'amido in zucchero rafforza più di tutto l'autocoscienza in modo duraturo. Lo zucchero viene accumulato nel fegato quale glicogeno. Ritrasformato in glucosio viene immesso nel sangue in momenti precisi. La sua azione si estende al cervello, al cuore e alla muscolatura. Serve allo sviluppo della coscienza dell'Io nel pensare, come al movimento della massa muscolare delle membra e di conseguenza all'attivazione della volontà. Attraverso la stimolazione dell'attività cardiaca prepara la strada al sentire umano. Per millenni i cereali sono stati il centro dell’alimentazione dell'uomo, quali dispensatori di carboidrati. Lo zucchero pronto svolgeva soltanto un ruolo subordinato. Con le tendenze dei gusti e abitudini alimentari odierne, la sorgente originaria dello zucchero sotto forma di cereali armonicamente completi è quasi inaridita. Solo la moderna cucina integrale li rimette in circolazione: essa fornisce basi solide nella costruzione del ponte che porta al pensare, sentire e volere dell'uomo.
Vari aspetti di Saturno
Saturno e la sopravvivenza
Nel mito Saturno–Crono lotta per la sopravvivenza dei suoi fratelli. Diventa saggio e regna, insegnando l'agricoltura, un'arte indispensabile per la vita umana. Dentro di noi l'archetipo di Saturno evoca ciò che è essenziale per sopravvivere. Anatomicamente corrisponde, come già detto, allo scheletro, l'asse portante, la parte del corpo che più lentamente si dissolverà. A questo dio non interessano il piacere, il superfluo, l'abbondanza. Nel suo rigore vi è un senso di salute senza fronzoli.
Saturno e la discriminazione
La falce saturnina rappresenta bene il principio della distinzione e della scelta in ogni campo della vita. Riguardo al cibo, quando Saturno si siede a tavola senza essere troppo intransigente, aiuterà a non ingozzarsi, a valutare quali cibi sono sani e quali sono i momenti migliori per mangiare. La discriminazione è un aiuto formidabile per avere un'alimentazione sana. Se Saturno è accanto a noi a tavola, senza sopraffarci, sapremo controllarci senza mortificarci: sarà un buon alleato.
Saturno e il genitore normativo
Se si decide di mettersi a dieta o di nutrirsi in modo più equilibrato, è possibile che Saturno prenda con grande impegno questo compito ed è in questo caso che può diventare decisamente pesante. Come il piombo, che simbolicamente lo rappresenta, la dieta saturnina è grigia. In questo caso la sua falce è affilata, egli fa presto a tagliare tutto quello che di piacevole e giocoso vive e ruota intorno al cibo. Il genitore normativo trasforma tutto in regola. Spesso è il dietologo che, nel nostro immaginario, assolve a questa funzione e forse gli si chiede di essere la regola, la persona da cui periodicamente si va, non solo a farsi controllare ma anche a farsi sgridare. Un eccesso di regola provoca, in modo quasi irresistibile, il desiderio di infrangerla, con gli immancabili sensi di colpa successivi. In questo modo il genitore che dentro di noi detta le norme, ci lascia in pace se gli diamo retta; ma se non seguiamo i suoi dettami può diventare sempre più esigente e trasformarsi in un aspetto della personalità difficile da gestire: il critico interiore.
Saturno è stato un padre violento e castrante prima di trasformarsi nel vecchio saggio. Saturno divoratore rappresenta bene l'energia distruttiva del critico interiore che attacca per le nostre incapacità, reali o presunte, di mangiare in modo sano o di stare a dieta. In questo caso Saturno esalta la privazione, il sacrificio, l'autocritica distruttiva: ovviamente il piacere se ne va, stare a tavola diventa un dovere o qualcosa di cui colpevolizzarsi. Il modo in cui il critico ci parla, interiormente, è devastante: toglie ogni energia anche per fare le cose che sarebbe giusto fare, ci fa sentire inadeguati, incapaci, inferiori agli altri. In realtà questo aspetto interiore vorrebbe aiutarci, ma lo fa in un modo tale da ottenere esattamente l'opposto. L'aspetto paradossale dei suoi attacchi è che sembrano logici e indiscutibili, ma in realtà, sotto l'apparente razionalità del critico, c’è molta paura e preoccupazione. Al giorno d'oggi nel campo dell'alimentazione e della salute, riceviamo un grande numero di informazioni spesso contraddittorie. Per questo motivo è facile che il critico possa attivarsi dentro di noi. Saturno infatti è struttura, disciplina, discernimento, capacità di analisi logica. Quando la massa di notizie è disparata, caotica e incoerente, questo dio si destabilizza. Purtroppo, invece di ammettere di sentirsi spaesato, Saturno-critico ci offende, ci incalza e ci fa sentire nell'errore.
Saturno e la sana autocritica
Una sana autocritica può essere un sentimento tenero, una capacità da sviluppare per osservarsi in modo pacato, lucido ma amorevole. Saturno può diventare un vero alleato in questo senso.
Saturno a tavola
Saturno non ama particolarmente la convivialità, non apprezza le tavole colorate e stravaganti, i cibi elaborati e raffinati, l'abbondanza eccessiva e rumorosa. Ama mangiare con tranquillità, con poche selezionate persone, senza rumori intorno: ci ricorda l'aspetto sacro del cibo, che non ha bisogno di particolari trasformazioni, di orpelli per poter essere gustato nei suoi sapori essenziali. Ci richiama a cibi semplici, al tempo di mangiare, nel senso di ritagliarci con agio il tempo necessario, per sentire se abbiamo davvero fame. Ci aiuta anche a lasciare nel piatto una porzione eccessiva per noi. In generale Saturno ama la misura: ci farà preparare il cibo nella giusta quantità senza sprechi inutili.
Saturno apprezza le ciotole, i piatti di legno, il pane scaldato sulla piastra e condito con un filo di olio. Le tovaglie di canapa, il colore grigio nelle sue tante sfumature, la piastra per cucinare senza grassi, la cottura a vapore, masticare lentamente, il tavolo di legno scuro.
Saturno ci ricorda che il messaggio di sazietà ci mette di circa 20 minuti per arrivare al cervello. Ci invita quindi a mangiare lentamente, altrimenti continueremo a riempirci oltre misura. Inoltre masticare il cibo abbastanza a lungo servirà a farne assaporare davvero l'essenza.
Conclusione
Alla luce di quanto esposto, posso affermare che ogni persona racchiude dentro di sé un “Olimpo personale”: le divinità che abitano il nostro corpo e la nostra psiche influenzano il nostro modo di percepire la realtà sensibile e di interagire con essa, colorando il nostro mondo e le nostre azioni con la loro visione. Ogni Dio-Dea si esprime in un diverso campo di forze ed energie, ma è solo un sano equilibrio tra le parti che porta al raggiungimento del benessere psico-fisico, costruendo consapevolmente un’interazione nuova e ricca con le nostre divinità interiori. È quindi bene non trascurare nessun aspetto della nostra psiche, altrimenti, nel tempo, questa energia troverà il modo di far sentire la sua presenza e la sua forza attraverso sintomi o disturbi.
L’alimentazione è un campo della vita umana in cui è facile riflettere e somatizzare disturbi di vario genere. A mio parere, e grazie ad un percorso personale ancora in atto, è importante ricordare che il nostro corpo è un tempio da amare, da custodire e che la nutrizione non è solo un evento puramente fisico, ma il cibo è soprattutto nutrimento per l’anima e per lo spirito. Scrisse Ippocrate:
“ Lascia che il cibo sia la tua medicina”
Bibliografia
➢ A tavola con gli dei – F.Errani, G. Civita
➢ Cereali e pianeti – E. Graf
➢ Una fisiologia occulta – R. Steiner