LA LUNA NEL MIO TEMA NATALE
(la luna, la madre, l'infanzia, la dea e la donna)
Presentazione
Come mai la scelta di trattare questo tema?
Fin dall'inizio dei miei interessi verso l'astrologia, a circa diciannove anni, ero rimasta particolarmente impressionata dai significati che leggevo riguardo alla luna in casa dodicesima e viveva in me una sorta di angoscia mista a paura verso la solitudine e l'isolamento di cui si parlava riguardo a questa posizione.
Una solitudine ed un isolamento da me vissuti interiormente e profondamente anche quando ero circondata da situazioni vivaci e movimentate. Ritengo che questa luna in dodicesima casa, si sia espressa già in tenera età quando, prima dell'anno di vita, sono stata affidata alla nonna materna (potente archetipo femminile) e per lungo tempo la casa dei nonni è stata il mio nido.
Lisa Morpurgo nel suo testo dedicato alle case, riferisce che questa posizione della Luna permette di diagnosticare una nonna importante, sia perché si sostituì alla madre nelle sue funzioni, sia perché ebbe influenza particolare sul soggetto (ancora una volta il tema di Eric Satie fa testo); posso confermare che anche il mio vissuto e la mia infanzia fanno testo riguardo all'affermazione sopra riportata. Quello che avverto, a non so quale livello della mia memoria, come un distacco e una separazione improvvisa dai miei genitori, è segnalato nel tema anche da altri aspetti: la Luna quadrata ad Urano, quest'ultimo situato in quarta casa e dispositore della decima casa in Acquario, un pianeta transpersonale che segna quindi entrambe le case genitoriali, la quarta e la decima.
La Luna è il pianeta che incontriamo per primo, che ci tocca con le sue vibrazioni già nella fase di gestazione nel grembo materno ed è anche il pianeta che più di tutti ci parla della nostra infanzia. Anche l'aspetto di trigono che forma la mia Luna con Saturno, è in relazione al genere di vita familiare durante la prima infanzia e conferma la mia esperienza personale: l'affidamento alla nonna e l'assenza materna.
L'aspetto Luna e Saturno, i due pianeti in analogia alle case genitoriali, avviene tra la nona e la dodicesima casa, due settori che spaziano nel lontano; tutto questo conferma il distacco e la lontananza delle figure genitoriali.
Anche Marte in cancro nella seconda casa conferma una fase simbiotica non tranquilla; Marte è un pianeta che parla di divisione e separazione. Effettivamente, come afferma Lidia Fassio, sono sempre molteplici gli aspetti che segnalano le tematiche principali di un tema di nascita, come se ci dicessero che siamo connessi alle energie universali con un piano individuale ben preciso, che è soltanto da comprendere e da scoprire per riuscire a realizzarlo al meglio.
Tornando alla mia infanzia, mi affiora il racconto di mia madre riguardo alla mia reazione nel rivederla dopo una settimana, quando era salita a trovarmi e del mio scoppiare in un pianto appassionato e interminabile: la nonna a quel tempo non aveva nemmeno il telefono.
Fin dall'inizio delle scuole elementari, ho vissuto quasi costantemente con i nonni nel loro paesino di montagna. So che ci fu un tentativo di inserirmi alla Scuola Materna, che non si concluse positivamente; in effetti, non ho dei gran bei ricordi della scuola materna: ricordo che c'erano delle bambine che mi picchiavano e le suore che mi intimorivano. Mia madre riferisce che non ci andavo volentieri. Alla fine sono ritornata alla casa dei nonni: i miei genitori mi venivano a trovare lì oppure, a volte, scendevo qualche giorno da loro.
Mia nonna mi accompagnava alla “corriera”; ma ricordo davvero poco, perché ero piccola e non so nemmeno a quale età corrispondano esattamente i miei pochi ricordi. Alcuni fatti di mia conoscenza sono collegati ai loro racconti, più che ai miei ricordi; oppure racconto e ricordo si confondono. Dicono che a soli due anni prendevo la “corriera” e l'autista, persona di fiducia, mi sorvegliava durante il viaggio e mi consegnava ai miei genitori che mi attendevano all'arrivo.
Ricordo le raccomandazioni che mi facevano: mia madre ne è sempre stata prodiga quando si trattava di mettermi in guardia dai pericoli. Mi accomodavano nel posto accanto all'autista, con il quale si era creato un rapporto di affetto e dovevo restare attaccata alla sbarra davanti a me. Insomma su e giù, dal paese sul lago al paesino di montagna, dieci chilometri sopra.
Ricordo le notti in montagna lunghe e silenziose che scatenavano le mie paure, compresa quella della morte, e le mie fantasie, nonché la difficoltà ad addormentarmi, anche se per lunghi periodi ho dormito nel lettone con i nonni. Non sto a raccontare tutti i ricordi di quell'infanzia, ma posso dire che anche oggi, quando alzo gli occhi a guardare il paesello su in montagna e ripenso alla casa dei nonni, le mie sensazioni sono forti e positive e mi caricano di gioia e di un pizzico di nostalgia. I miei nonni erano persone speciali…
Sono scesa dai miei genitori all'inizio delle scuole elementari ma, senza che nessuno mi obbligasse, ho continuato a salire dai nonni costantemente tutti i fine settimana, fino alla terza media. Tutte le estati, che erano a dir poco fantastiche, cercavo di stare il più possibile al paesello, che si animava con la presenza dei villeggianti e dei cugini e, quando era ora di partire per la Calabria, me ne andavo quasi sempre con grande dispiacere.
Il mese di settembre, ai tempi in cui la scuola iniziava ad ottobre, era altrettanto fantastico: con i pochi bambini del paese, amavamo andare nei campi ad aiutare il pastore che teneva le mucche al pascolo. Per non parlare delle nevicate invernali, quando dopo le slittate scaldavo i piedi nel forno della stufa a legna! E quell'altalena sotto il portico regalatami da mio padre (che raramente veniva agganciata agli anelli e messa in funzione), e le galline della nonna... e le sorprese di mio papà che inaspettatamente capitava a trovarmi, e le serate passate a casa del prete… e …
Oltretutto a quei tempi, in cui c'erano meno formalità e burocrazia, a volte frequentavo per alcune settimane la scuola elementare lì in montagna, ora chiusa, dove c'erano in totale due classi per tutti e cinque gli anni. Ricordo l'aula inondata dal sole e la maestra che mi faceva sempre leggere i racconti del sussidiario. Questi brevi accenni all'infanzia mi richiamano a quanto ha scritto la Morpurgo nel libro citato prima, sempre a proposito della luna in dodicesima, dove sostiene che non sempre un'infanzia solitaria va considerata infelice, poiché l'esperienza dimostra come esistano infanzie solitarie e felicissime.
Di certo ho trascorso periodi tristi, confermati dai racconti di mia madre, la quale mi diceva che verso i quattro anni ero sempre imbronciata e triste, come ho anche visto su alcune mie fotografie di quel tempo; momenti che ho rimosso, anche se ne percepisco il sentimento di malcontento, rabbia e rancore per la privazione che avvertivo.
Sempre la Morpurgo dice che spesso queste infanzie sono fuori dal comune e concorrono a formare nel soggetto quell'emotività e quella lucidità intuitiva controcorrente, caratteristiche della stessa Luna in dodicesima.
Più volte ho constatato la singolarità della mia psiche, atta a cogliere, nei contesti più mondani e sociali, gli aspetti alternativi delle situazioni, rispetto al più comune modo di vedere, e più volte ho pensato che questa mia diversità di pensiero sia in relazione alla mia infanzia, che mi ha forgiato una forma psichica meno comune rispetto alla mentalità sociale.
Un'ultima e non trascurabile tematica legata alla luna sono i miei sogni, che sono sempre stati molto intensi; durante l'infanzia, specie quando sono tornata a vivere con i miei genitori, la notte parlavo, urlavo, cantavo e andavo in sonnambula; mentre in età adulta ho mantenuto una vita onirica piuttosto vivace e una delle tematiche dominanti è la presenza dell'acqua. Non sono mancati nemmeno i sogni premonitori.
Il significato della luna
La luna rappresenta il materno, la nostra capacità di sentire e di sintonizzarci sui bisogni di un'altra persona, la capacità di prendersi cura, di nutrire e di sostenere. Possiamo considerarla connessa alle primissime e sottili percezioni che avvertiamo nel grembo materno, quando la nostra vita è in stretta relazione-unione a quella della madre. E' il primo archetipo che incontriamo ed è il luminare che governa le acque della terra: l'acqua è universalmente riconosciuta come il mondo emotivo. Le nostre emozioni sono le fondamenta di tutta la nostra struttura psichica. La luna è fortemente legata al nostro passato psichico e riguarda la nostra parte più personale e più intima ed è collegata al nostro modo più profondo di sentire. L'intensità percettiva è una caratteristica lunare e permette una visione della vita più sfumata, grazie a questa sua capacità di captare il mutevole.
Riguardo al tempo, la luna ha una incessante coscienza del passato e una delle funzioni lunari è anche la memoria.
Questo pianeta è collegato alla riproduzione della vita e ha in sé la consapevolezza della riproduzione della specie, che dal passato più remoto progredisce verso il domani. Non a caso il ciclo femminile corrisponde ai ventotto giorni del ciclo lunare, evidenziando così la stretta relazione tra il mondo femminile e il luminare.
Le infinite e sottili percezioni lunari, spesso agite a livello inconscio, possono sfociare nella premonizione. Il ricordo, l'emotività e la sensibilità lunare, così fortemente legati al piano inconscio, possono trovare espressione nei sogni, che sono governati dalla luna. E ben sappiamo, da Freud in avanti, quanto i sogni siano i principali informatori riguardo al nostro inconscio. La luna è anche una componente essenziale dell'intelligenza, poiché permette di afferrare aspetti diversi e meno visibili rispetto ai semplici dati razionali.
L'aspetto materno e protettivo della luna, assicura la sopravvivenza dei più deboli e il grembo lunare è strettamente connesso all'infanzia, alla madre, alla casa e alla famiglia e, per estensione, alla patria.
La luna nel segno dei gemelli
La donna con la luna nel segno dei gemelli si caratterizza per la sua vivacità, la comunicatività, la sensibilità agli stimoli intellettuali e la curiosità. Le piacciono gli spostamenti brevi che non la tengano a lungo lontano da casa, poiché le permettono contatti, scambi e relazioni con amici e conoscenti. Si muove agevolmente da un posto all'altro per soddisfare la sua curiosità intellettuale o per far fronte alle esigenze quotidiane. E' una persona dotata di ironia e umorismo, che ama le situazioni allegre e spensierate ed intellettualmente vivaci e stimolanti. Una luna così mercuriale è sovente interessata anche ai temi spirituali ed è incuriosita da tematiche insolite, come l'esistenza dell'aldilà e delle dimensioni dello spirito. Ricordiamo che Ermes (o Mercurio per i romani) indossava calzature alate, che indicano la rapidità negli spostamenti e portava il caduceo, un bastone con due ali intorno al quale erano arrotolati due serpenti, che lo distingueva come messaggero e guida delle anime; si spostava con estrema rapidità dai cieli alla terra fino agli inferi.
La donna luna-gemelli rifugge invece invece le situazioni impegnative e quando si sente imbrigliata in ambiti seri e pesanti, tende a fare battute scherzose per alleggerire l'atmosfera, a costo di apparire superficiale e poco affidabile, specialmente da chi non ne coglie lo spirito sottile e l'ironia.
Lei ritiene che non servano troppa serietà e pesantezza per risolvere le problematiche della vita, ma considera la leggerezza un dono: è inutile aggravare i problemi; dà invece valore alla “collaborazione” e alle capacità dell'intelligenza di intravedere le soluzioni.
Non si può certo dire che una luna gemelli ami gli ambiti troppo strutturati: certo sa che offrono sicurezza, ma desidera muoversi all'interno degli ambienti strutturati in modo fluido e non le piacciono gli aspetti esageratamente normativi, le regole e i doveri, anche se la capacità intellettiva di cui è dotata la induce a saperli rispettare, senza però volersene sentire imprigionata ed è quindi capace di aggirarle se non sono indispensabili.
Nel tema di una persona, la luna rappresenta anche il modo in cui viene percepita la figura materna e una luna-gemelli, così mercuriale e leggiadra, significa che la persona ha intimamente sentito queste caratteristiche nella madre e facilmente il loro rapporto era contraddistinto da una nota ironica, allegra e superficiale.
La madre incarna capacità comunicative e di scambio e mantiene nel tempo qualità giovanili, che nei risvolti meno positivi possono denotare immaturità e infantilismo. Oltre ad essere una madre vivace, seducente e perennemente giovanile, che risulta piuttosto incapace di rientrare nell'ombra per lasciare posto alla figlia, manifesta anche un'esuberanza amichevole che la rende più simile a una sorella che a una madre.
La luna in dodicesima casa
La luna collocata in dodicesima casa può dare alla sensibilità femminile un tocco spirituale, una necessità intima di periodi o di momenti di raccoglimento e un certo amore per la solitudine. La luna così socievole, intellettuale e comunicativa dei gemelli, collocata in questo settore si colora di sensibilità e di forte vulnerabilità emotiva.
Questo luminare nella dodicesima e ultima casa dello zodiaco, diventa estremamente ricettivo a tutto ciò che circola nell'atmosfera e la persona assorbe le emozioni circostanti. A volte, poiché le sensazioni lunari sono profonde e spesso non se ne capisce l'origine, per ristabilire l'equilibrio perso le diventa necessario isolarsi dall'ambiente.
La luna in dodicesima, per uno strano destino, riserva alla persona esperienze di vita in luoghi piuttosto appartati o a vivere situazioni che portano a periodi di isolamento; tali esperienze si possono realizzare in modi diversi: ad esempio nel mio caso si sono concretizzate in un'infanzia vissuta presso la nonna materna, in un paesino di montagna tranquillo e silenzioso; un luogo colmo di silenzio, scandito da tempi lenti e dove un senso di spiritualità aleggiava nell'aria e scandiva molti momenti della vita, anche solo al calar delle tenebre, del silenzio e del freddo invernale, periodo in cui le notti diventavano estremamente lunghe.
La casa dodicesima è collegata anche alla vita monacale e a tutte quelle esperienze che riguardano i luoghi chiusi come le carceri e gli ospedali, che sono spazi appartati dalla normale vita sociale e produttiva.
La luna in gemelli conferisce socievolezza ma la casa dodicesima porta anche un desiderio di isolamento, di imboccare percorsi insoliti, di elevarsi spiritualmente. La luna in gemelli e la dodicesima casa possono trovare come punto in comune proprio la ricerca spirituale: infatti se pensiamo agli attributi e ai significati più profondi del dio Mercurio (pianeta che governa i gemelli) o Ermes, lo possiamo identificare anche nel “viaggio” spirituale, che può essere considerato come una delle potenzialità più elevate dell'archetipo.
Una luna in casa dodicesima segnala anche una distanza fisica o psicologica della figura materna, ad esempio una madre impegnata nella propria realizzazione e quindi piuttosto assente nel seguire la crescita della figlia.
LA DEA O L'ARCHETIPO FEMMINILE
La luna in Gemelli richiama l'archetipo femminile della dea della caccia Artemide.
Questa divinità appartiene, insieme ad Estia e ad Atena, alle dee vergini. Il mondo greco intendeva la verginità nel senso dell'integrità, cioè la donna incentra
principalmente la vita su sé stessa, piuttosto che nel rapporto con l'altro o nella relazione. La dea Artemide fu la levatrice di sua madre Leto, perché, subito dopo essere nata, l'aiutò a partorire Apollo, suo fratello gemello. Quando Leto la condusse sull'Olimpo per mostrarla a Zeus, il padre l'accolse benevolmente e le concesse ciò che lei desiderava.
Ricevette arco, frecce e una tunica corta per correre liberamente attraverso terre selvagge e montagne; si recò nei boschi e presso il fiume scelse le ninfe come sue compagne e da Pan si fece donare i migliori cani; impaziente di provare i doni ricevuti andò a caccia di notte. Artemide agiva rapidamente nel portare soccorso a chi le chiedeva aiuto ed in modo altrettanto rapido puniva crudelmente le persone che l'offendevano. Una delle persone che soccorse ripetutamente, fu proprio la madre.
Il gioco di competizione che caratterizzava il rapporto tra lei e il fratello Apollo, la condusse ad uccidere involontariamente Orione, il giovane da lei amato. Apollo sfidò la sorella indicando un puntino nel mare, dicendole che non sarebbe riuscita a colpirlo: lei, inconsapevole che si trattava della testa dell'amato, scagliò una freccia che lo uccise. Il solo uomo da lei amato fu vittima della sua natura competitiva.
La dea pose Orione tra le stelle assieme a Sirio, uno dei suoi cani, la stella principale della costellazione del cane, affinchè lo accompagnasse nei cieli.
Artemide non era soltanto la dea della caccia, ma era anche la dea della luna, si sentiva a suo agio di notte, quando vagabondava nel suo regno selvaggio, illuminato dalla luce del luminare.
Artemide è la rappresentazione dello spirito femminile indipendente, in quanto dea vergine possiede un senso di integrità e un atteggiamento del tipo “so badare a me stessa”.
La donna Artemide ha la capacità di concentrarsi sulle mete che considera importanti, è polarizzata sulla meta ed è perseverante nel raggiungerla, nonostante gli ostacoli.
In lei sono presenti le qualità idealizzate dei movimenti femministi: senso di indipendenza dagli uomini e interesse per le giovani donne vittimizzate.
La dea della caccia era infatti circondata dalle ninfe, divinità minori delle montagne, dei boschi e dei ruscelli: insieme esploravano i luoghi selvaggi.
Come modello del movimento femminista è espressione della “sorellanza” tra donne. L'archetipo Artemide è collegato anche all'unità della donna con la natura selvaggia e incolta; le donne che hanno questo archetipo attivo sentono fortemente il legame con la natura, che avvertono quando vanno in campeggio, dormono sotto la luna e le stelle o passeggiano nei boschi o in una spiaggia, sentendosi in unione spirituale con essa.
Il contatto con la dimensione lunare e l'esplorazione della natura selvaggia, fanno compiere alla donna Artemide un viaggio interiore, una riscoperta di sé stessa attraverso la natura, che fortifica la riflessione. Spesso fa sogni più vividi del consueto e scopre i simboli onirici, penetrando una realtà diversa da quella più tangibile rappresentata dalla luce del giorno.
Un'altra qualità della donna Artemide è quella di vivere sentimenti “forti” in relazione alle cause e ai principi che sostiene, soprattutto se si tratta di difendere i diritti dei più deboli. E' una donna che non accetta la disuguaglianza, ad esempio s'impunta nel difendere i diritti delle donne se in un ambiente vengono favoriti i maschi. L'atteggiamento femminista si manifesta fin da piccola, poiché da subito si esprime a favore della parità.
Per la crescita e la sicurezza della donna Artemide è importante l'approvazione paterna, così come fece Zeus con la dea, che l'approvò e le concesse i doni che desiderava. Con due genitori anticonvenzionali che svolgono i loro ruoli in modo paritario, la donna Artemide può sviluppare le sue qualità archetipiche senza pensare che siano incompatibili con un rapporto di coppia o con la maternità. La donna Artemide può tener testa alla disapprovazione paterna quando la riceve, ma interiormente ne rimane profondamente ferita.
Riconosco nella mia personalità molti aspetti legati a questo archetipo, nonché vissuti che ne confermano la forza attiva: fin da bambina pensavo che la donna dovesse avere gli stessi diritti dell'uomo; ho amato e amo la natura e la vicinanza ad essa nelle modalità più selvagge (camminare a piedi scalzi, bagnarsi in un ruscello o in un laghetto di montagna, camminare nei sentieri e arrampicarsi sulle rocce, dormire all'aperto sotto le stelle, ecc...)
Molte volte mi son ritrovata ad avvicinarmi a mia madre per prestarle soccorso; per me è sempre stata importante l'approvazione paterna e nonostante le ribellioni ho sentito a qualche livello di dover incarnare le aspettative paterne più alte.
A livello istintivo reagisco con competizione agli stimoli che ricevo dal sesso maschile; adoro la vera sorellanza fra donne e quando ho provato interesse verso qualcosa che ritenevo importante, la mia coscienza si è focalizzata per raggiungere quell'obiettivo, che è sempre servito alla mia indipendenza.
Per diverso tempo ho avuto una vita onirica ricca e mi sono addentrata nei sogni per comprenderne i simboli e i significati.
Non sono riuscita ad adeguarmi alla relazione di coppia quando questa significava rinunciare troppo alla mia individualità, libertà ed indipendenza. Per un certo tempo, con “forza e convinzione”, ho sostenuto lotte per cause collettive che ritenevo giuste ed importanti, senza fini personali, oppure ho difeso persone più deboli ed emarginate.
Anche se certe esperienze di vita, come il matrimonio o la maternità possono aver attivato per alcuni periodi altri archetipi come quello di Era o quello di Demetra,
l'archetipo Artemide ha sempre prevalso in me.
Riguardo invece all'aspetto onirico, molti sogni ricorrenti corrispondono alla presenza di questo archetipo: spesso ho sognato di viaggiare, guidare veicoli in ambienti naturali e anche di esplorare luoghi non conosciuti, addirittura di spostarmi guidando l'aereo; a volte il viaggio era costellato di paure e di ostacoli... Spesso durante questi spostamenti ero accompagnata da amiche che di natura sono anticonvenzionali.
Nel mio oroscopo personale, oltre alla luna in gemelli che rafforza le caratteristiche di questo archetipo, a mio avviso contribuisce anche l'aspetto tra Luna e Urano, di cui tratterò successivamente.
La dea Artemide porta in sé anche delle componenti fortemente distruttive e questo suo lato è simboleggiato dal cinghiale Calidonio, che lei scatenava per la campagna quando veniva offesa. La collera di Artemide, quando viene espressa, si scaglia contro l'uomo che svaluta i valori a cui lei attribuisce importanza, oppure contro atteggiamenti della società che ledono principi che lei considera rilevanti, per cui reagisce con un'ostilità sproporzionata.
La donna Artemide deve confrontarsi con questo aspetto devastante della sua personalità e diventare consapevole della proprio potenziale distruttivo; è necessario che capisca il danno che può provocare a sé stessa e agli altri.
Desidero raccontare un sogno di circa tre anni fa, dove penso che la presenza del cinghiale si sia manifestata proprio per evidenziare un lato distruttivo della mia personalità e, non a caso, in un particolare momento di lotte familiari per la gestione dei figli.
Io e mio figlio minore siamo su un fuoristrada lungo una strada pianeggiante e sterrata e ad un certo punto vediamo sul prato una grande coniglia bianca con la sua cucciolata di coniglietti candidi: ci trasmette proprio una bella sensazione, anche perché il pelo è bianchissimo e dà un senso di morbidezza e calore; mio figlio scende e si avvicina per andare a toccarli ed io lo seguo, attratti dalla famigliola; ma a quel punto i conigli si allontanano e invece ci appare davanti (più che altro di fronte a lui che mi precedeva) un cinghiale feroce e ho proprio la sensazione che sia una femmina...
Il sogno mi ha fatto pensare che quel cinghiale rappresentasse una parte di me, ovviamente brutale e distruttiva, che allontanava l'altra parte …
Dal punto di vista astrologico la luna di mio figlio, che complessivamente considero in posizione abbastanza favorevole, fa un'opposizione con Plutone, che indica anche la sua capacità di cogliere e sentire gli aspetti meno nobili e più primitivi e pulsionali della personalità della madre.
La luna in casa dodicesima conferisce una visione distaccata e diversa della vita, infatti è collocata alla conclusione del cerchio dello zodiaco e questo può farci pensare a una donna nella sua stagione finale, che ha acquisito la saggezza attraverso le esperienze della vita; è una Luna che diventa il canale sensibile delle energie del mondo sottile e spirituale, anche attraverso l'isolamento. Tale Luna è ben rappresentata dall'archetipo femminile della dea del focolare Estia.
Questa divinità dell'Olimpo ricopriva la posizione di anziana onorata e si teneva al di fuori degli intrighi e delle rivalità che, invece, coinvolgevano le altre divinità. Estia è la donna saggia, che non dà importanza alla sua identità e non si lascia coinvolgere nelle circostanze esterne, anzi mantiene da esse un certo distacco. E' dispensatrice di consigli e portatrice di verità e di una visione spirituale profonda.
Estia è concentrata nel suo mondo interiore e sente forte il bisogno di distaccarsi dal disordine e dall'agitazione della vita quotidiana. Il cerchio è il simbolo di questa divinità e rappresenta la completezza. Il focolare di cui è custode, con il fuoco sacro in mezzo, è circolare e il centro può far pensare al nucleo dell'anima che non è l'Io ma il Sé. Il Sè è ciò che sperimentiamo quando sentiamo un rapporto di unità che ci collega al tutto che è esterno a noi.
Estia è la custode della pace del tempio e della casa ed esprime il silenzio che nasce dall'interiorità e dal rapporto con il mondo dello spirito. Quando i valori estiani non venivano onorati, la sacralità e la pace della famiglia venivano meno.
La luna in dodicesima si manifesta anche in scelte di vita più raccolte e contemplative, dove la sensibilità diventa ricettiva ai messaggi del mondo dello spirito.
Estia nel mondo greco-romano compariva spesso insieme a Mercurio: all'interno delle case vi era il focolare rotondo della dea e sulla soglia veniva collocata la colonna, simbolo del dio dai piedi alati; insieme contribuivano a proteggere la casa e la famiglia. Entrambe le divinità sono collegate alla vita dello spirito: Mercurio-Ermes rappresentava anche lo spirito alchemico, fonte di conoscenza mistica.
L'archetipo di Estia lo troviamo nella donna che ama la quiete della solitudine, l'ordine e l'armonia della casa, che rispecchia le qualità della sua armonia interiore.
La donna Estia tende a rimanere fedele al suo mondo interiore e quando le situazioni esterne sono troppo conflittuali tende a distaccarsi dal mondo circostante e a ritirarsi nella sua interiorità. Dove agisce questo archetipo, la persona non ha grandi velleità di carriera e resta ai margini di qualsiasi attività, oppure sceglie attività sociali e scolastiche, Non ama la competizione, non è ambiziosa e non desidera riconoscimenti.
Il sogno
All'età di ventiquattro anni mi sono iscritta all'università e per seguire questa scelta ho pian piano lasciato situazioni e attività iniziate da tempo in quel periodo feci un sogno particolare in cui comparve il simbolo di Estia .
Non ricordo i particolari, ma camminavo su una spiaggia, probabilmente a piedi scalzi e, ad un certo punto, nella sabbia ho trovato una chiave. Il sogno terminava in un luogo posto oltre la spiaggia dove mi son vista mentre completavo il disegno di un grande cerchio, rimanendone però all'esterno.
Gli aspetti della luna nel mio tema natale
La quadratura Luna-Urano nel mio cielo di nascita è piuttosto stretta e significativa e presenta un'orbita di solo 1.43° (luna a 0.44° dei gemelli in dodicesima e urano a 2.27° in vergine in quarta casa).
L'asse quarta/decima casa si riferisce all'ambiente familiare e la presenza di urano in questo settore (in quarta casa e dispositore della decima), specialmente se legato ad aspetti con la Luna, richiama esperienze accadute nella prima fase della vita, parla di sconvolgimenti e cambiamenti improvvisi o di forti tensioni. La conseguenza di questo tipo di vissuto nella fase infantile, conferisce la sensazione che tutto possa cambiare improvvisamente e che possano arrivare improvvisi sconvolgimenti a turbare la stabilità; tale sensazione continua nell'età adulta ed alimenta periodiche ansietà.
La preveggenza di Urano, abbinata alla capacità di sentire e percepire della Luna, può rivelarsi attraverso improvvise premonizioni che stia per accadere qualcosa di sconvolgente: in alcuni casi risultano esatte per la precisione con cui si avvertono i segnali delle turbolenze in arrivo, che si innescano sul ricordo di scenari infantili non chiari alla coscienza, i quali rievocano situazioni simili a livello interiore o esteriore, ma che non sempre sfociano nel disastro.
Questo senso di incertezza che ha avuto origine nell'ambiente familiare può , se ben compreso, assumere una dimensione altamente creativa e conferire, come dice Liz Greene, un atteggiamento di flessibilità nei confronti del futuro, che spinge a trovare risorse intellettuali o spirituali per far fronte alla possibilità di un cambiamento imminente.
Il bisogno di fusione e di sicurezze e la ricettività profonda della luna entrano in contrasto con le energie di Urano e il bisogno di libertà di questo pianeta. La luna rappresenta la madre, il nutrimento e l'accudimento, la ricettività e il nostro sentire più profondo ed è importante vivere bene la fase di holding, cioè tutta la fase di relazione stretta con la madre, di cui il bambino ha estrema necessità e, come riferisce Lidia Fassio, significa ricevere la giusta dose di amore che consentirà di creare un rapporto costante con il mondo interiore e con le emozioni, e permetterà di essere in grado di riconoscere e rielaborare i contenuti rispondendo coerentemente alle richieste che giungeranno dall'esterno, pur mantenendo una buona sintonia con se stessi.
Quando questa fase fondamentale viene in qualche modo disturbata, nel bambino si formano delle paure, che rimangono relegate nell'inconscio e diventano di difficile comprensione anche in età adulta, disturbando l'equilibrio emotivo della persona. Diventa quindi importante riuscire a prenderne consapevolezza, anche attraverso la lettura e la comprensione degli archetipi per capire e superare paure ed incertezze.
Sicuramente questo senso di incertezza nato nell'ambiente familiare ed in particolare dal tipo di rapporto con la figura materna, che era psicologicamente presente soltanto a fasi alterne e poco accudente e protettiva, si ripercuoterà nelle relazioni affettive future.
L'instabilità interiore apportata da questo aspetto, in un tema femminile si traduce frequentemente nella proiezione di urano all'esterno e si concretizza in relazioni sentimentali con uomini che non sanno dare stabilità al rapporto: avviene un'unione alchemica tra le persone dove la relazione sentimentale è colorata da un'aura di instabilità “oggi ci sono e domani non si sa”...
Come accennato prima il lato più creativo di questo aspetto, una volta compreso, sta nella predisposizione ad accettare e vivere i cambiamenti che la vita presenta.
Il trigono Luna-Saturno nel mio cielo di nascita presenta un'orbita di 4.23° (Saturno è a 5.7° in acquario e in IX casa ). Anche in questo caso si tratta di due pianeti portatori di significati opposti: essi sono in analogia con l'asse verticale delle case IV-X, quelle genitoriali e, mentre la Luna rappresenta la dipendenza affettiva, il bisogno di intimità e di fusione, saturno rappresenta la struttura, l'indipendenza e l'autonomia; la prima riguarda il nostro lato emotivo, morbido e fluido, il secondo il lato razionale, logico e più rigido.
Quando questi due pianeti entrano in relazione, rappresentano la necessità di trovare un'indipendenza di tipo emotivo, un'indipendenza che non c'è. Ricollegandoci all'aspetto precedente possiamo dire che sia Saturno che Urano rappresentano il bisogno di autonomia e di indipendenza e, collegati alla Luna, evidenziano entrambi un disagio nella fase in cui il bambino è assolutamente dipendente, segnalando anche il bisogno di autonomia e di indipendenza della madre.
Tutto questo corrisponde perfettamente alla mia storia personale. La priorità data da mia madre all'affermazione personale e lavorativa ed il mio affidamento alle cure della nonna materna, come ho raccontato nelle pagine precedenti, confermano lo strappo, il cambiamento improvviso della mia situazione affettiva e familiare (rapporto con urano); tale cambiamento ha permesso un rapporto unico e speciale con la nonna materna, che è diventata in tutti i sensi portatrice di tutti quei valori legati al modello della donna anziana: saggezza, equilibrio, buon senso e protezione.
Come ho già detto, la Luna in dodicesima può corrispondere alle cure della nonna e il rapporto della luna con Saturno rafforza tale significato, poiché il pianeta è in analogia con l'età avanzata e con la saggezza. Personalmente posso anche dire di aver sempre avvertito un piacere e una predisposizione particolare nel rapporto con le persone anziane, quelle persone che posseggono quello sguardo distaccato e saggio nei confronti della vita e trasmettono sicurezza ed equilibrio.
Saturno spesso interviene come meccanismo di difesa e la persona con tale aspetto tende al controllo delle emozioni; inoltre si riferisce alla figura materna che appare come una persona che ha avuto delle difficoltà ad interagire con i bisogni del bambino. Sicuramente questo aspetto nel mio tema corrisponde ad una madre che aveva delle responsabilità lavorative all'interno della famiglia, quindi in linea di massima non ha svolto quel ruolo materno di accudimento, di protezione e di cura durante tutta la fase infantile in cui è necessaria e non ha privilegiato il lato empatico ed effettivo del rapporto, che è rimasto sempre piuttosto carente.
Il bambino diventa così molto indipendente dalla figura materna in età molto acerba, quando invece tutti i bambini sono ancora in una fase di forte empatia con tale figura. Mi ricordo lo stupore che ho provato l'unica volta in cui sono andata in colonia e vedevo quasi tutti i bambini piangere a causa dell'assenza della madre e mi sono ritrovata a consolare persone nelle quali non avrei mai immaginato queste fragilità. In realtà poi quella parte fragile e bisognosa di protezione resta all'interno, nascosta dietro una facciata; infatti quando i passaggi di Saturno mettono alla prova la nostra struttura emotiva, scopriamo che spesso non c'è: vi è invece una certa difficoltà a lasciar scorrere e fluire le emozioni, riparate dalla corazza esterna. Le emozioni invece dovrebbero trovare il canale per manifestarsi e riaffiorare, il che significherebbe riappropriarsi della nostra parte femminile e morbida. Questo aspetto Luna-Saturno nel mio tema ha significato l'assenza di mia madre e un rapporto speciale e fondamentale con la nonna materna che, tra le tante cose, ha rappresentato per me anche la struttura e la solidità, ma tutto ciò ha coinciso anche con un vuoto interiore, una mancanza, la sensazione di una struttura emotiva da ricercare nel profondo (troppa emotività, forse dovuta ad altri aspetti, o assenza di emotività).
Il trigono Sole-Luna (Luna 0.44° nei gemelli in dodicesima e Sole a 25.26 ° in vergine in quinta) avviene in segni appartenenti ad elementi diversi, cioè in segni che normalmente fanno dei quadrati fra loro: il Sole è in un segno di terra e la Luna in un segno d' aria, con un'orbita di 5.18 °; anche le case collegate tra loro sono anomale, cioè non sono le case che normalmente formano trigoni fra loro, la quinta e la dodicesima; tutto ciò avviene perché la luna è intercettata, cioè si trova in una casa molto grande che inizia nell'ariete, prosegue in toro e termina a metà dei gemelli.
Riguardo all'aspetto Sole-Luna tra due case non regolari (la dodicesima sarebbe in rapporto con la quarta ed è invece in rapporto con la quinta), ho pensato che la mia personalità (sole in quinta - io sono) si sia formata e si formi attraverso momenti di solitudine, di isolamento e di raccoglimento indicati dalla Luna in dodicesima; un bisogno di isolamento specialmente emotivo, in relazione ad una particolare sensibilità. La Luna in gemelli invece, di per sé sarebbe molto socievole e bisognosa di contatti.
Riguardo al rapporto tra i luminari la Morpurgo riteneva, sulla base della sua esperienza astrologica, che la condizione migliore si ha quando non sono in rapporto tra di loro, in modo tale da sviluppare in maniera distinta la parte attiva della personalità e la parte sensibile; nonché avere una maggior chiarezza della percezione del lato femminile e del lato maschile e anche delle due figure genitoriali, poiché quando Sole-Luna entrano in relazione rendono tutto più indistinto.
La Morpurgo, a proposito dell'aspetto in questione, dice: L'effetto più curioso si manifesta nella simbologia di Sole come padre e della Luna come Madre poiché il trigono fa sì che i rapporti tra i genitori tra loro siano intensi ed escludano il figlio (o la figlia).
Cito questa autrice poiché certe sue affermazioni sono rimaste stampate nella mia mente come assolutamente calzanti riguardo al mio vissuto, così come questa appena riportata. Al di là dei diversi momenti della vita e dei periodi nei quali ho avuto un rapporto intenso con la figura paterna, devo dire che essi coincidevano sempre con i momenti in cui tra loro c'era meno vicinanza e quella che più si “distraeva” dalla vita familiare era mia madre: insomma tra loro c'è sempre stato un legame, al di là dei conflitti, che in tanti momenti mi faceva sentire come se interagissi con un'entità unica e non con due persone distinte, la qual cosa mi generava un senso di esclusione.
Nell'avvicinarsi alla vecchiaia questo loro rapporto di dipendenza si è intensificato e quasi contemporaneamente si sono ammalati della stessa malattia, l'Alzheimer. Quando mio padre dava i primi segnali della malattia e io chiedevo a mia madre di ricordarsi per lui ciò che doveva fare, ecco che dopo poco lei si è ritrovata nella stessa situazione e ho dovuto occuparmi di loro più di quanto avessi potuto invece occuparmi dei miei figli.
Se riguardo ai miei figli potevo comunque stare tranquilla perché a scuola o all'asilo erano custoditi, riguardo ai miei genitori avevo una preoccupazione continua, che lascio solo immaginare e dico soltanto che, anche il primo stadio di questa orribile malattia è un momento difficilissimo; tra l'altro ero l'unica responsabile e l'unico appoggio per entrambi.
Erano come due adolescenti innamorati, in particolar modo mio padre (perlomeno nella mia percezione) ed io ero diventata la mamma che cercava di accontentare i due bambini, anche se a volte dovevo sgridarli; la differenza è che quando si sgridano i bambini questi possono comprendere, invece loro non potevano più comprendere nulla (questa è una situazione per certi aspetti tragicomica).
Ora che mio padre è nell'altra dimensione, sicuramente si trova accanto a mia madre, così come la mia nonna materna, e non potrebbe essere diversamente. E sono certa che, dall'altra parte del “velo” seguono anche me: alcuni sogni ma soprattutto la loro intensità, me lo fanno credere fortemente.
Il primo sogno che ho fatto su mio padre dopo il suo passaggio nell'altra dimensione è stato questo: vedo mia nonna che entra nel negozio di mia madre e si dirige verso il lavandino per farsi lavare i capelli. Vedo anche mio padre nell'ombra, ma è lui dietro al lavandino e si prepara per lavarle la testa. E' stato bello, al risveglio, ricordarmi improvvisamente di quel lontano passato quando ogni venerdì mia nonna scendeva al mercato e veniva a pettinarsi nel negozio di mia mamma. Effettivamente c'era quasi sempre mio padre ad attenderla: l'accoglieva allegramente e le lavava i capelli.
Ciò che contraddistingue mia madre oggi, nella fase avanzata della malattia, è la sua serenità: si esprime quasi sempre ridendo e sorridendo, con gli occhi che sono rimasti vivaci. Ormai non parla quasi più… solo poche parole ogni tanto. E' una “bimba “ che cerco di far ridere come si fa con i bambini. Lei si manifesta spesso ridendo gioiosa: ad esempio quando con altri parenti raccontiamo cose divertenti riguardo a fatti accaduti nel reparto Alzheimer...
Una delle cose che diceva spesso a proposito della vecchiaia, prima di ammalarsi era “ Quando si diventa vecchi si ritorna bambini...”
Ecco che l'archetipo della “madre bambina” si è espresso anche in questo modo, fino alle estreme conseguenze... Luna in Gemelli e casa dodicesima (che è la casa che chiude il cerchio…)
Ma il significato più grande espresso dalla mia luna in relazione al rapporto con mia mamma, in questa fase, è l'amore incondizionato: ormai qualsiasi rabbia o rancore non hanno più motivo di esistere nella casa dodicesima, in un luogo dove la vita quotidiana è ormai lontana ed il confine più vicino è quello dell'altra soglia…
Senza approfondire ora il discorso, posso riferire che anche le mie vicende matrimoniali mi hanno riconsegnato come messaggio principale quello dell'amore incondizionato verso i miei figli. Certo la ferita c'è stata...
Luna-Chirone Nel mio tema la Luna forma una quadratura con Chirone (Luna 0.44 gemelli e Chirone 7.40 R in pesci), che indica una ferita in relazione al lato “femminile”, originatasi proprio dal rapporto con la madre.
Il fatto che Chirone sia in decima casa, potenzia il significato della ferita collegata alla figura materna, poiché tra i vari significati della casa vi è anche quello della madre. Sicuramente tale configurazione esprime una difficoltà nel raggiungere l'autonomia rappresentata dalla decima casa, una difficoltà generata dal rapporto con la figura materna e tutto ciò che essa ha rappresentato.
La quadratura di Chirone alla Luna infonde difficoltà nell'espressione di questo archetipo, a livello della propria femminilità e anche nell'essere madre. Infatti, ciò che rappresenta il nostro vissuto con la madre, ad un un qualche livello troverà espressione anche nella modalità di essere a nostra volta madri, nonostante la possibilità di potersi trasformare attraverso un processo di consapevolezza.
Chirone-Luna evedenzia anche una sofferenza vissuta nell'infanzia, legata ad una sensazione di rifiuto e di abbandono, così come è accaduto nel mito, nel quale il centauro Chirone è stato lasciato dalla madre. Quasi inutile dire che il senso di abbandono è stato un motivo ricorrente nella mia vita, che si è ripresentato, fuoriuscendo dall'inconscio in ogni occasione in cui la situazione richiamava l'idea di abbandono (anche senza alcun motivo), probabilmente con quelle stesse sensazioni provate e vissute nella prima infanzia in relazione alla figura materna. Chirone si manifesta in modo più istintivo, la parte animale del centauro nella prima parte della vita, mentre nella seconda parte della vita si esprime nella sua forma più umana e saggia e apre la strada alla possibilità di risanamento .
Nella decima casa, Chirone forma anche una congiunzione a Giove, ma tralasciando questo significato, ricordiamo invece la quadratura che si forma tra Luna-Giove. Gli aspetti dinamici tra questi due pianeti segnalano anche delusione e insoddisfazione causate da una madre nutrente da un punto di vista alimentare, ma carente sotto il profilo emotivo. Nel mio caso effettivamente Giove ha rappresentato abbondanza di nutrimento (si trova in pesci ed è trigono a Venere) e mia madre era abbondantemente provvista di latte, tant'è vero che lo ha anche donato a un bambino la cui madre ne era sprovvista, cosicché mi sono ritrovata un “fratello di latte” con il quale ho frequentato parecchi anni di scuola.
L'abbondanza di latte di mia madre è appartenuta anche a me, specialmente con il primo figlio. Quando ho avuto la mia prima montata lattea, non esagero nel dire che la mattina, nonostante gli asciugamani, le lenzuola del mio letto erano impregnate di latte e dovevano essere cambiate. Riguardo alla depressione post-parto, ricordo bene di averla pesantemente provata proprio con la montata del latte e specialmente con il secondo figlio, quasi a confermare un senso di insoddisfazione che il rapporto tra i due pianeti genera.
Il nutrimento ricevuto dalla madre, per quanto mi riguarda, * si è manifestato nel tempo attraverso una modalità squilibrata di nutrirmi; probabilmente anche per compensare la sua assenza, tendeva ad ipernutrirmi: guai se non mangiavo, insisteva a volermi “riempire” a tutti i costi. Ho notato questo lato della sua personalità anche verso i miei figli, ai quali non dava alcun limite nel cibarsi, soprattutto di dolci, gelati e merendine varie. Sembrava un suo modo di sfogare una sorta di insoddisfazione e di non appagamento. Mi vien da pensare che questo appagamento vada invece ricercato dentro di sé, anche nel sapersi accontentare di ciò che già ci appartiene. Per mia madre, che è del segno dei pesci, era difficile limitarsi. Tale senso di insoddisfazione riguarda però anche me, anche se credo di averlo interiorizzato e di conseguenza in parte superato. *
Considero la luna nel tema natale un punto importante da valutare, soprattutto se forma aspetti complessi, in quanto rappresenta il nostro impianto emozionale e va quindi compresa ed approfondita al fine di intraprendere una più armoniosa evoluzione della propria persona.