Esiste nel campo dell’individuazione un processo istintivo che si sviluppa in modo relativamente inconscio ed equivale più o meno alla normale maturazione di una persona. Riguarda le modalità con le quali l’uomo estrinseca la sua natura innata, ma il processo si svolge in modo autonomo e l’individuo ne è consapevole solo in parte.
Si potrà così avere una natura saggia, rigorosa, conformista oppure un’altra libera, indipendente, ribelle; entrambe vengono vissute in modo istintivo senza che il soggetto si renda pienamente conto dei suoi scopi esistenziali.
Il processo di individuazione vero e proprio invece è un processo di sviluppo psichico che mira ad una forma più fondamentale di esistenza e in tal senso richiede la partecipazione consapevole del soggetto, la sua attiva collaborazione che avviene sotto forma di libere decisioni. Scopo di tale processo è realizzare l’unicità dell’individuo; perciò nel corso dello sviluppo la persona si trova a dover affrontare problemi che appartengono a lei sola e possono essere ignoti a tutti gli altri.
Secondo Jung è dall’inconscio, o meglio da quella parte dell’inconscio che egli chiama Sé, che parte l’impulso allo sviluppo ed è sempre questo Sé che sembra tracciarne la strada. Questa è molto lunga e tortuosa, dura in genere tutta la vita, ma soprattutto potrà essere percorsa in misura maggiore o minore secondo le disponibilità dell’Ego a seguirne le tracce. Infatti si impone spesso la necessità di rinunciare a tutti quei modi di essere dettati dal cosiddetto “senso sociale” o dal senso utilitaristico, perché il soggetto sente di non poter fare ciò che gli altri, la società, la famiglia, la collettività si aspettano da lui. La persona ha bisogno di qualcosa di diverso che però non conosce e non sa quindi trovare; gli altri non possono ovviamente essergli di aiuto proprio perché rappresentano in quel momento la “regola sociale” che l’individuo non riesce più a seguire e comunque spesso egli stesso non sa cosa chiedere. L’atteggiamento esteriore è quello di un apparente egoismo e decisa asocialità; in realtà la persona vive una lacerazione della personalità che implica una profonda sofferenza.
Momenti del genere si identificano spesso con la cosiddetta “crisi di mezza età” che da Jung viene considerata addirittura come una forma di iniziazione perché in realtà sembra che l’unica possibilità sia quella di affrontare l’oscurità dell’inconscio per scoprire in piena sincerità ciò che esso chiede.
Tutti gli obblighi, le incombenze, le attività esclusivamente esteriori sembrano costituire un serio ostacolo a questa esperienza che spinge verso un rinnovamento della vita attraverso un nuovo orientamento spirituale.
Il Sé, nucleo centrale della psiche, funge da centro organizzativo; in quanto tale ordina e dispone i rapporti individuali, ma perché il processo si compia è necessario che l’Io consapevole si assuma il compito di considerare il significato di questi rapporti all’interno e non all’esterno della personalità. Solo in tal modo il soggetto può incontrare persone con cui ha una reale affinità spirituale e stabilire con queste relazioni veramente significative; può solo così partecipare attivamente e coscientemente a questo processo di sviluppo il cui scopo è portare l’Essere ad una piena consapevolezza.
Urano è, come vedremo, un pianeta chiave nell’ambito di questo sviluppo. Dei tre pianeti ultrasaturnini esso è quello i cui effetti, sia nel tema natale che nei transiti, sono più evidenti. Nettuno e Plutone hanno entrambi una natura più subdola: ambigua nel caso di Nettuno, sotterranea in Plutone; mentre Urano si manifesta in ogni caso in modo inequivocabile.
D’altra parte se questi ultimi tre pianeti hanno davvero un significato ultrapersonale, gli scopi e gli obiettivi dei secondi due non sarebbero veramente possibili e realizzabili senza l’azione precedente del primo. Qualsiasi tipo di metamorfosi o di trasformazione esistenziale deve essere preceduta dal “distacco” da ciò che sta alle spalle dell’individuo.
Saturno, ultimo pianeta della tradizione, ha la funzione di inquadrare e circoscrivere per mantenere e conservare le situazioni acquisite, siano esse inerenti al potere pubblico o privato, collettivo o individuale. Solo l’azione di Urano può fare breccia, aprire un varco in questa costruzione all’interno della quale i processi, come dice Rudhyar, sono circolari e si ripetono all’infinito. L’azione di Urano mette in movimento una forza dinamica che vince la circolarità, la ripetitività, la “regola” ed ogni forma di “abitudine”. Sotto questa spinta l’individuo non accetta più quello che gli altri, famiglia e società, gli avevano trasmesso; non si riconosce più nelle regole del suo ambiente, non sente sua una vita che si svolge secondo i canoni comunemente accettati e ne cerca un’altra frutto di una sua scelta.
Questo insieme di situazioni viene definito e stigmatizzato dalla società in vari modi: ribellione, spirito di indipendenza, egoismo, eccentricità e inaffidabilità, anarchia; ma in realtà si tratta del primo stadio di quella complessa ricerca di cui abbiamo parlato e la cui prima manifestazione è la spinta a differenziarsi.
La differenziazione consiste proprio nel distaccarsi, o nel prendere le distanze da quei contenuti collettivi che non appartengono alla propria individualità. Con la nascita l’uomo si immette in un contesto sociale ma per poterne far parte viene “educato”; in tal modo egli acquisisce quei valori necessari alla vita collettiva, ma perde qualcosa della sua completezza originaria. E’ questa completezza originaria che l’uomo cerca di ricostruire nel momento in cui comincia a rendersi conto di come la realtà della sua vita sia almeno in gran parte frutto della cultura e dell’educazione e non di una sua autentica scelta.
I transiti di Urano – e non solo quelli disarmonici – fanno scattare questi momenti di presa di coscienza che si manifestano con una rimessa in discussione generale, con mutamenti di rotta anche drastici, cambiamenti esistenziali. Tuttavia sarà la forza dell’Urano di nascita a determinare il tipo di impatto; lo stesso Urano che ha spinto l’individuo a vivere la vita precedente in modo più o meno individuale, secondo canoni più personali o più generali e accettando di più o di meno le cosiddette regole del gioco.
Naturalmente l’espressione di Urano non è mai facile o lineare: la stessa persona passa da momenti creativi a momenti distruttivi perché le manifestazioni del pianeta sono sempre duplici o quanto meno accompagnano alle espressioni positive altre meno auspicabili.
E’ sempre bene tener presente i miti che indicano la natura dei simboli planetari e il modo attraverso cui essi si esprimono; Urano era il Cielo che abbracciava la Terra e dopo questo cosmico amplesso nacquero l’Universo e la Vita; inoltre dal suo sangue nacque Venere, dea della Bellezza e dell’Arte: si tratta perciò di un simbolo di fertilità e creatività. Ma Urano è anche la Conoscenza o, meglio ancora, lo spirito di conoscenza che va “oltre”, quello che osa e non teme i pericoli dell’ignoto, in una parola la “conoscenza trasgressiva”.
Ci sono due figure che simboleggiano questa espressione di Urano: Prometeo che ruba il fuoco agli dei per donarlo agli uomini e Lucifero, l’angelo che si ribella a Dio e tenterà poi Eva. Sono stati puniti entrambi per la loro “trasgressione” ma mentre Prometeo ha disubbidito per apportare sviluppo e progresso, Lucifero ha perseguito sempre un fine distruttivo. Alla sua figura è collegato sia il mito della “caduta” degli angeli che quello della “cacciata” dal Paradiso dei nostri progenitori; ma il Paradiso equivale alla beatitudine dell’incoscienza e quindi ogni volta che l’uomo cerca di acquisire una nuova consapevolezza, ribellandosi all’autorità e alla tradizione, si ripete per lui questo dramma: la paura e l’angoscia di Adamo ed Eva, il pericolo della distruzione di Lucifero.
La differenziazione che Urano stimola, la spinta a lasciare ciò che si è vissuto precedentemente provoca una sensazione di profondo dolore perché l’individuo si sente escluso dal mondo, proprio come i primi uomini furono esclusi dall’Eden; allo stesso modo la ricerca di se stessi, il distacco dai valori collettivi può comportare il rischio di una disintegrazione dell’Io. La simbologia di Urano infatti è sempre comprensiva di due possibilità; il progresso da lui indicato può essere anche fonte di distruzione o essere preceduto da una distruzione; la sua ribellione inoltre può scatenare dolore e morte, magari in senso figurato; ma questo è il prezzo della conoscenza, perciò dei nuovi valori e delle nuove forme di vita.
Nei temi natali la posizione di Urano non solo mostra il settore dell’esistenza più sensibile o più vulnerabile ai cambiamenti e alla differenziazione, ma con la maggiore o minore forza dei suoi aspetti, indica se il soggetto è portato a provocare dei mutamenti o a subirli, quale pressione il suo impulso innovatore esercita sulla struttura dell’Io, quale grado può raggiungere la sua spinta innovatrice. Urano quindi deve essere studiato come energia dinamica indispensabile allo sviluppo interiore e all’evoluzione della personalità, ma anche come possibile pericolo di disintegrazione per la personalità stessa.
Urano nei segni dà, come sappiamo, indicazioni generazionali che si personalizzano nelle Case e con gli aspetti. In settori cardinali e in aspetto ai luminari la sua forza è più dinamica e plateale; in Case succedenti per esprimersi può aver bisogno di abbattere la rigidità di certi schemi; in quelle cadenti può manifestarsi in modo più sottile e non sempre comprensibile per la maggiore fluidità delle tendenze.
Sarà poi necessario esaminare se Urano nel tema si trova nell’emisfero sinistro-orientale o destro-occidentale: nel primo caso l’energia del pianeta pone più l’accento sull’individualismo e il soggetto sembra pronto a cogliere ogni minima opportunità per effettuare lui stesso i cambiamenti che ritiene necessari; nell’emisfero destro invece è generalmente più dipendente dalle situazioni esterne. Attenzione però che in questo caso non è detto che la persona subisca sempre i cambiamenti mentre nel primo li effettui soltanto; Urano a destra infatti può indicare un percorso di differenziazione che procede attraverso il confronto o lo scontro con il mondo esterno, mentre nell’emisfero sinistro può indicare una persona che non bada sufficientemente ai problemi e ai valori della collettività rischiando di esserne travolta.
La posizione di Urano nella parte diurna dell’oroscopo parla di cambiamenti, insofferenze, ribellioni che si effettuano attraverso manifestazioni esteriori e concrete; sotto l’orizzonte invece il soggetto può maturare un processo di cambiamento interiore non sempre percepibile all’esterno finché non avviene qualcosa che indica chiaramente come la persona abbia mutato il suo modo di vedere la vita. In entrambi i casi è valida la regola dell’Urano che agisce in modo improvviso sotto forma di circostanze traumatiche, perché il soggetto non riesce ad operare personalmente le variazioni necessarie al suo sviluppo o non vuol rendersi conto di come certe situazioni siano esaurite.
Perché il processo di individuazione possa realizzarsi è necessario infatti che la persona assuma nei confronti della propria vita un atteggiamento diverso, spesso addirittura opposto ed è qui che entra in gioco Urano perché è proprio la sua azione dirompente che può cambiare il modello di vita.
I suoi transiti provocano cambiamenti il cui scopo è la riorganizzazione della coscienza affinché sia possibile procedere verso una realizzazione individuale diversa da quella che il soggetto può aver raggiunto o verso la quale sembra essersi sempre mosso. I condizionamenti posti dalla società spingono l’uomo ad un’esistenza il cui scopo sembra essere spesso solo biologico ed economico, ma perché la personalità possa realizzarsi nella sua totalità essa deve maturare ed espandersi in modo completo, facendo vivere tutte le proprie potenzialità.
Sotto l’impulso di Urano essa avverte ad un certo punto il bisogno di superare i vecchi schemi ed operare scelte diverse in modo da accedere a condizioni più mature, quelle che permettono di sperimentare ciò che non si è sperimentato, di conoscere ciò che ancora non si è conosciuto. Non è un’impresa facile e il percorso è seminato non solo di ostacoli ma addirittura di precipizi e conseguenti cadute.
Urano è la spinta propellente che induce spesso in modo traumatico, conflittuale, fortemente sofferto, a superare i concetti di “giusto e sbagliato”, del “si deve o non si deve”; la sua forza, come dice Arroyo, va verso una fusione delle dicotomie e verso una visione diversa delle situazioni. Queste socialmente sono sempre viste in modo doppio, secondo un’ottica di reciproca esclusione, ma Urano costituisce il fermento, l’impulso a rompere con i concetti precedenti affinché si possa arrivare a considerare le cose e la nostra stessa vita come parti di una prospettiva totale. Perché il processo di individuazione possa compiersi infatti l’uomo deve arrivare a ricongiungere ciò che a livello cosciente viene diviso e ad integrare i dualismi, trovando per essi nuove sintesi personali. La spinta a differenziarsi ispirata da Urano comporta un’operazione complementare che è quella dell’integrazione; l’uomo infatti non può rifiutare i contenuti collettivi da cui si è staccato ma deve reintegrarli alla sua personalità in modo proprio, originale.
Arrivare a questo traguardo significa realizzare il processo di individuazione ed è probabilmente compito anche di Nettuno e Plutone, ma Urano con la sua tensione alla libertà, con la sua carica di creatività sembra spesso trovare come forma di autoregolamentazione la distruttività. Ricordiamo che l’Urano mitologico fecondava sua moglie Gea ogni notte ma la costringeva poi a tenere i figli prigionieri nelle caverne del suo ventre. Questo Urano-Lucifero, è in realtà l’origine dell’umana dialettica tra Bene e Male ed è anche l’indispensabile spinta ad attivare quell’autentica trasformazione della personalità che ci riporta alla primitiva Unità.