Urano, Signore del cielo stellato, ogni notte scendeva per incontrare Gea, la Terra. Insieme copulavano ed avevano il compito di popolare la Terra. L’incontro tra Urano e la Terra implica un passaggio profondo di informazioni tra una super mente celeste ed una mente ordinaria e terrestre o meglio tra una supercoscienza ed una coscienza umana.
Essendo un’appassionata di mitologia devo dire che il mito di Urano mi ha sempre affascinata moltissimo, in primis perché ritengo questo simbolo il prototipo di tutti i ruoli “maschili” e, secondariamente, perché è una divinità fondamentale che dà il via – insieme a Gea - a tutto il ciclo della creazione degli Dei dell’Olimpo e che, tutto sommato, resta senza una definizione precisa in quanto il mito sembra dimenticarselo dopo la grande avventura della castrazione operata a suo danno dal figlio Crono.
I miti della creazione sono interessantissimi perché, contrariamente a quanto si pensa, non rappresentano la nascita dell’umanità ma bensì “le origini della coscienza egoica” e, nel caso specifico, riflettono la fase in cui si è passati dalla coscienza matriarcale a quella detta “eroica” in cui appare inevitabilmente l’Io (visto come maschile) che si stacca dall’inconscio (Se’ – inconscio - femminile) e inizia il suo viaggio eroico per conquistare la sua individuazione.
Il mito in questione riporta con dovizia di particolari tutta la parte iniziale della vita di Urano, il suo concepimento, la sua nascita per partenogenesi che lo rende primo figlio e poi primo compagno di Gea con cui popola il mondo e, in seguito, il suo sperimentare in modo problematico il ruolo di primo padre nel mondo, fino al soffocamento dei figli e alla lotta che Crono gli farà e che lo porterà alla “castrazione”. Dopo di che, Urano ritorna a dimorare nel cielo stellato e il mito praticamente lo dimentica.
E’ molto interessante questo suo essere “il primo” in tutti i ruoli maschili.. passando da figlio a compagno e poi a padre.. senza tuttavia aver mai avuto un “modello” a cui ispirarsi. Certo, questo è un simbolo molto forte di Urano, che ritroviamo impresso negli Uraniani che sono praticamente “originali” in tutto, come se, essendo figli di Urano, non potessero anch’essi avvalersi di modelli per cui rappresentano sempre un prototipo del tutto originale in ogni cosa che fanno.
I passaggi mitici sono poi estremamente interessanti se pensiamo a questo pianeta come all’archetipo della “grande connessione” tra il mondo della realtà, definito e rappresentato da Saturno - quel mondo che resta confinato dentro alle colonne d’Ercole della nostra coscienza e che, solo in alcuni momenti, consente l’accesso a contenuti che occupano uno spazio al di là di essa e, come tali, difficili da vedere con gli occhi ordinari - e il mondo “altro”, per intenderci quello dell’inconscio che possiamo definire transpersonale o divino e che, astrologicamente parlando, assegniamo alla signoria di Nettuno.
La collocazione di Urano nel segno dell’Acquario, al fianco di Saturno e di Nettuno evoca immediatamente questo scenario e la possibilità che lui sia un tramite, un pianeta di collegamento e di “comunicazione”, signore di un segno di Aria che si affianca ai due archetipi che rappresentano il primo la Materia, con il suo carico di necessità e di leggi che non possono essere disattese e, il secondo lo Spirito che, invece, è invisibile pur esistendo dentro di noi e ci aiuta a raggiungere la possibilità di superare i limiti della realtà e della vita materiale fino a percepire l’intangibile. Urano però, dal suo domicilio Acquario tira anche le fila degli altri due segni appartenenti allo stesso elemento: Gemelli e Bilancia ed è interessante notare le affinità che ha con questi due segni che rappresentano modelli diversi di comunicazione ovvero intellettuale e sentimentale. Come a dire che Urano le deve racchiudere entrambe e non si può arrivare a comprendere questo pianeta e il segno che lo ospita senza vedere anche il lato affettivo della questione.
Fin da quando ho iniziato a studiare e comprendere l’astrologia ho pensato che Urano fosse il vero traghettatore, colui che poteva simboleggiare il collegamento tra il mondo materiale e quello spirituale; non a caso il Dio del Cielo stellato la sera scendeva per copulare con Gea e quindi, scendeva sulla Terra. Inoltre, non solo Urano ha la capacità di “illuminare la coscienza”, ma ha anche quella di “creare fili invisibili” che collegano le funzioni della coscienza individuale al grande mondo celeste.
Platone definiva Urano “l’impalcatura su cui Dio poggiava le sue idee” e confesso che questa frase mi rimase impressa fin dalla prima volta che la lessi e, con la mia fantasia, immaginavo Dio tirare fuori le sue idee dalla testa ed appoggiarle su una specie di rete invisibile (o campo energetico) in modo che potessero essere trasferite. Già, ma trasferite a chi e dove?
Senza dubbio, ho sempre percepito Urano come un pianeta di “comunicazione” e, il fatto che sia signore dell’ultimo dei segni d’Aria la dice lunga su questo e sul fatto che ben riflette il bisogno insito nell’Universo di essere in costante comunicazione con tutto il resto e quindi anche con l’uomo; James Jeans ha teorizzato l’idea che l’universo somiglia ad un grande pensiero all’interno del quale tutto è costantemente informato di tutto; come non vedere in Urano questo compito di far circolare le idee e di informare.
Sul piano individuale Urano simboleggia quella parte di noi che vuole che restiamo in contatto con tutto ciò che ci circonda, quel lato che non ci permette di restare uguali ma che vuole cogliere sempre nuove opportunità di cambiamento, qualcosa che spinge a potenziare la conoscenza agganciandola a qualcosa di superiore che, pur essendo invisibile, può manifestarsi con una incredibile energia e costellarsi di tanto in tanto pronto a penetrare nella mente ordinaria affinchè i suoi messaggi possano essere percepiti e compresi almeno in parte anche dalla coscienza ordinaria.
Grazie anche alla filosofia umanistica e, soprattutto alla psicologia di Maslow, mi sono sempre fatta l’idea che esista un luogo, un “centro” nell’universo in cui le energie sono stipate in forma potenziale e da cui vengono “irradiate e comunicate” pronte a “raggiungere anche i punti più lontani” dell’universo; un luogo da cui schizzano le informazioni ed attraverso energie sottili ed invisibili - o come dice Rupert Shaldrake “campi morfogenetici” - arrivano ovunque in attesa di essere “captate, decodificate e comprese” da qualche mente con particolari potenzialità; un campo di energia PURA o, se vogliamo, di AMORE che è la base che genera attrazione; qualcosa in continuo movimento e al tempo stesso capace di tenere insieme il Tutto; possiamo tranquillamente immaginare anche il centro dell’Universo che tutto sa e conosce perchè è universale che sente il desiderio di mettersi in contatto e di attrarre a sé le singole parti o coscienze individuali e che, pertanto, emette segnali in codice che potranno essere captati da chi ha “sintonizzatori” migliori ed è in grado di percepire segnali remoti cercando, al tempo stesso, di decodificarli e tradurli portando così le informazioni più lontane anche nei mondi più vicini.
Sul piano psicologico individuale possiamo vedere questo centro come il Sé che, per tutta la vita, continua a sollecitare l’Io con tutte le sue funzioni affinchè si riuniscano e tornino a dialogare con la fonte originaria per ritrovare completezza e significato; il Sé è il centro della nostra psiche ed emette informazioni che vengono organizzate e distribuite da quella parte di noi che ha un contatto con esso e che, si adoprerà in ogni modo per riuscire a trasferire almeno parte di quelle informazioni nella coscienza ordinaria passando a volte attraverso la capacità di captazione sensoriale di Mercurio ed altre attraverso la possibilità di simbolizzazione di Giove; in ogni caso vorranno arrivare ad uno dei nostri due decoder che possono portare nella coscienza il nuovo che prima circolava nell’etere e che dovrà diventare - almeno in parte - patrimonio del nostro mondo ordinario.
Siamo quindi autorizzati ad ipotizzare che esista una super coscienza, un mondo che possiamo chiamare “transpersonale o divino” – per dividerlo da quello della coscienza ordinaria che è “umano o ordinario” - che ha il desiderio di condividere la crescita e che, pertanto, crea opportunità evolutive tali da raggiungere anche i mondi più densi, quelli legati all’uomo e alla materia, in modo che possano essere informati o meglio, “in contatto” con la totalità fino ad aprirsi ad una conoscenza superiore.
Se spostiamo il tutto sul piano individuale, possiamo ritrovare similitudini con la struttura della nostra psiche e con il simbolo dell’inconscio che con il suo enorme bagaglio di informazioni, tutte potenzialmente a portata di mano anche se di non di facile accesso, cercherà di attivare l’archetipo specifico che possa riceverle ed organizzarle in una sorta di “grande progetto ideale” che abbia l’energia necessaria ad attivare i canali della coscienza ordinaria, l’unica che potrà, seppure con difficoltà, decodificare queste informazioni e renderle comprensibili.
Ho sempre immaginato che le idee - che altro non sono che informazioni separate e, come tali, senza alcun nesso logico – entrino nella mente ordinaria come veri e propri fulmini che “irrompono ed illuminano” squarciando ed obbligando gli schemi angusti a rompersi facendoci fare salti quantici. Come non vedere gli “insight” di Urano come veri e propri choc giacchè colgono la coscienza del tutto impreparata di fronte a contenuti che non le appartengono e che giungono improvvisamente come da un mondo sconosciuto?
Essendo “portatrice sana di rapporti tra Mercurio, Giove e Urano” ho dedicato tantissimo tempo alla comprensione del funzionamento della mia mente e a come, di fatto, entrano le informazioni dentro di essa, dato che spesso sono così tanti i flash che irrompono e che diventano difficili da organizzare in modo che possano poi essere comprensibili e, soprattutto, comunicabili e credo pertanto di poter segnalare alcune particolarità.
Spesso dico che “Urano alle tre del mattino scende per copulare con la mia mente” ed in effetti, a parte il fatto che mi sveglia, devo dire che in quel momento la mia mente viene sollecitata in modo potente da veri e propri flash che non mi danno tregua e che, soprattutto, non sono facili da comprendere e decodificare. Spesso mi ritrovo con la mente affollata da mille flash che apparentemente sembrano senza senso ma che, opportunamente trattati ed organizzati si rivelano preziosi, vere e proprie intuizioni importanti che sono serviti anche a comprendere grandi passaggi della mia vita.
Ho sempre immaginato Urano come colui che può portare all’interno del mondo di Saturno il grande concepimento di Nettuno; in effetti ciò che origina da Nettuno lo immagino come una serie di immagini (ideali e superiori) che dovranno poi diventare “idee e progetti” e, perché questo possa accadere, dovranno raggiungere la galassia uraniana che ha la capacità di attrarle a sé attraverso un potente sistema di captazione superiore e di appoggiarle ad una sorta di grande “imbuto” che somiglia molto all’impalcatura di cui parla Platone da cui poi dovranno tracimare almeno in parte dal lato piccolo dello stesso.
Molti di questi processi – che definisco superiori - avvengono ancora del tutto fuori dalla nostra coscienza, in un ambito della psiche per noi estraneo in quanto non conosciuto e, come tale, lontano e straordinario. Per questo i flash uraniani dovranno essere “decodificati” e resi comprensibili da Mercurio e Giove che li devono consapevolizzare e comunicare.
Il mondo di Urano per noi è straordinario, paranormale, non separato e totale e, personalmente, immagino Urano che cerca disperatamente un modo per riuscire a portare tutto ciò che capta dentro alla coscienza e, per farlo, deve crearsi un canale diretto, una specie di “decoder” in grado di tradurre qualcosa che, effettivamente, arriva da un altro mondo e, come tale, ha un suo specifico linguaggio. Ed è qui che intervengono Giove e Mercurio ognuno con la propria specificità a fare la loro parte.
Senza dubbio Urano riflette una “super mente”, un luogo in cui sono depositate le informazioni universali che dovranno raggiungere anche le nostre piccole coscienze e per questo dovrà affidarsi al nostro apparecchio ordinario che, senza dubbio, è molto limitato sia come potenza che come capienza ma è l’unico che noi umani possediamo ed è quello con cui dobbiamo venire a patti se vogliamo conoscere qualcosa di più.
Questo apparecchio è la nostra “coscienza” quella che, per intenderci, è in grado di captare pensieri e sentimenti, che sa scoprire e dare valore, sintetizzare, esperire e crescere ancora di più entrando in contatto con una coscienza superiore.
Urano è il signore dell’Acquario e rappresenta il punto più elevato dell’elemento Aria: è in contatto da un lato con Mercurio e dall’altro con Venere il che ci riporta allo scambio con il pensiero e con il sentimento, con la discriminazione e la valutazione; una sorta di coordinatore che unisce tutto ciò che è diviso ma che richiede che vengano in continuazione allargati i parametri della realtà che, in caso contrario, rimarrebbe limitata e senza possibilità.
Sul piano psicologico Urano tende a ri-unire quello che è stato separato; infatti contribuisce in modo particolare al “processo di individuazione” che è un portare ogni individuo a riconoscere ed integrare tutte le parti in modo da non essere più diviso; per farlo crea in continuazione nuove possibilità di “entrare in contatto” con le parti separate operando quello che noi chiamiamo “risveglio” che altro non è che il riappropriarsi e far entrare nella coscienza ciò che prima era esterno ed estraneo.
I passaggi però non sono ancora terminati in quanto, da questo mondo straordinario Urano deve anche trovare qualcuno che sappia leggere i simboli che esondano dall’inconscio e così lo immagino intento ad appoggiare le sue idee su quel grande elaboratore che è Giove che, a sua volta, essendo un grande interprete di linguaggi, può comprendere e trasferire il tutto alla mente mercuriale che collegherà il tutto e potrà a sua volta comunicarlo.
Proprio per questo, chi ha rapporti tra Urano Mercurio e Giove in genere ha un modo di pensare “diverso”, costantemente definito come “anti-convenzionale” anche se, forse, il termine non è propriamente corretto in quanto è portatore di contenuti che sembrano giungere da un mondo “altro” e quindi “fuori dall’ordinario” almeno se consideriamo la coscienza come ordinaria. Per questo diciamo che Urano porta il nuovo ma lo porta dentro al nostro mondo, o meglio dentro al mondo di Saturno dove ci sono i contenuti già resi “propri” e, come tali, rassicuranti in quanto conosciuti.
La mente di chi ha questi aspetti è spesso spiazzante ed ha un che di arrogante che lascia stupiti i soggetti stessi; gli antichi definivano questa particolarità ”hybris” ma, molto di tutto ciò è dovuto al fatto che non è facile comprendere i suoi passaggi e, ancor meno, comunicarli in modo che abbiano senso. Hybris era il peccato di orgoglio contro gli Dei e, in genere, gli Uraniani vengono considerati “arroganti mentalmente”, in effetti questo accade quando sono troppo vicini e si affidano esclusivamente alla perfezione delle idee perdendo però di vista il lato umano che, per ovvi motivi, perfetto non può essere.
In effetti quando contenuti completamente nuovi entrano nella coscienza la sensazione è quella di essere “fulminati” da qualcosa che lipperli’ sembra estraneo e difficile da contenere. A volte è così complesso che occorrono giorni per organizzare le informazioni in modo che possano trovare senso compiuto. La particolarità di questa mente è la velocità nella captazione nonché la possibilità di captare contemporaneamente molte cose diverse e per questo può apparire dispersiva e poco capace di stare dentro a parametri che per molti sarebbero più rassicuranti; la coscienza è come se dovesse “abituarsi” a quanto sta arrivando ma l’altra difficoltà sta nello stabilizzarli in modo che possano diventare veramente “una risorsa” poiché a volte, sono così veloci che sembrano meteore che appaiono e che sono già pronte a lasciarsi sollecitare da nuove illuminazioni.
Spesso questa mente viene definita “instabile” ma ritengo invece che sia una mente che difficilmente resta ferma su parametri; tutto è in continuo cambiamento e questo lascia stupite le persone che non possono inquadrarla e definirla. Urano è in contatto con Nettuno e, come tale, riceve influssi continui e diversi; il problema sta nel trasferimento di tutto ciò a Saturno che, essendo ancorato alla realtà, ha bisogno che la “forma” sia strutturata e rimanga tale almeno per un po’ di tempo affinchè possa essere tangibilmente vista.
La particolarità di questi aspetti astrologici sta nella difficoltà di “comprendere il messaggio” che arriva generalmente puro e per immagini, ovvero con le caratteristiche uraniane ma, come tale, non può essere utilizzato in quanto deve assumere una forma che possa aderire alla realtà e, per poter essere veramente utile, deve intravedere una possibilità di impiego nella realtà. A volte questo non è possibile e, quindi, il messaggio resta in un ambito che può essere definito “utopistico”, come se fosse arrivato veramente da un altro mondo che, tuttavia è ancora scollegato da quello della normalità.
In effetti, il problema sta proprio nella capacità del soggetto di riuscire a “comunicare” con esattezza quello che Urano ha suggerito in modo da poterlo rendere chiaro anche agli altri.