Il messaggero di Giove e degli dei dell’Olimpo è una figura mitologica molto antica e ricchissima di particolari, interprete di mille storie da cui possiamo trarre spunto per altrettanti collegamenti alle funzioni mercuriali, che sono numerose e complesse, a dispetto della leggerezza fanciullesca di Ermes/Mercurio. Anche astrologicamente Mercurio si presenta con un compito enorme per le sue spalle apparentemente fragili: è il grande mediatore tra noi ed il mondo, ha quindi un ruolo fondamentale nella capacità di adattamento e descrive molto del nostro rapporto con la realtà. Rappresenta la modalità con cui noi raccogliamo informazioni e le portiamo dentro, come le cataloghiamo e come poi riusciamo ad accedere a questi contenuti, descrivendo molto di quella complicata funzione che chiamiamo ‘pensiero’.
Condivide alcuni aspetti con Venere, infatti anche dal punto di vista astronomico hanno la grandissima particolarità di essere all’interno del sistema solare rispetto alla nostra Terra. Da questo deriva il loro moto apparente, che ai nostri occhi li fanno sembrare sempre affiancati al Sole, senza allontanarsi più di tanto, senza quindi poter formare con lui degli aspetti di quadratura o tanto meno di opposizione. Entrambi sembrano in questo modo sottolinearci il loro essere indispensabili alla nostra vita sulla Terra, seppure usando diverse strategie di adattamento: Venere è più morbida e seduttiva attraverso l’uso del piacere, della bellezza e dell’armonia, mentre Mercurio usa molto di più la simpatia, la vivacità ed il fascino dialettico.
Mercurio è il pianeta più vicino al Sole ed ha il moto di rivoluzione più veloce, di circa 88 giorni, eppure a noi sembra che impieghi lo stesso tempo del nostro pianeta per fare il suo giro intorno al Sole. Questo diventa possibile attraverso tre fasi all’anno, ciascuna di 120 giorni circa, durante le quali dopo aver corso a tutta velocità davanti al Sole sembra tornare indietro allontanandosene, per poi riprendere il suo cammino come per inseguirlo fino a raggiungerlo con una nuova congiunzione.
Nelle lunghe fasi in cui il suo movimento è diretto possiede pienamente tutti i tratti del puer gemellino e del Mercurio mitologico, che cerca incessantemente di conoscere tutto, va curiosissimo in avanscoperta, esplora il mondo e non si fa remore morali di sorta pur di procurarsi ciò di cui ha bisogno o di avere l’attenzione degli altri, intesi anche come tutti i pianeti che incontra nel suo cammino. Il suo movimento velocissimo lo predispone più al concetto di ‘contatto’ che a quello di ‘relazione’, tocca tutto necessariamente in modo leggero o forse superficiale, appena sfiora qualcosa è già attratto da quella che si presenta un po’ più avanti. Propone l’immagine del bambino che scappa dall’attenzione dei genitori facendo birichinate, sicuro di rimanere impunito proprio grazie alla maggiore agilità che si ritrova, ed anzi se la ride di tutti quelli a cui fa “mangiare la polvere”. Però si ferma un po’ con tutti ed in fondo piace a tutti, ha un sacco di cose divertenti da dire e contemporaneamente è molto vigile e nota tutto, raccoglie impressioni che non trattiene mai solo per sé, scambia con chi ha intorno. Ad un certo punto, quando si è allontanato troppo dal Sole – al massimo 28° - sembra cominciare ad andare più piano, finché non si ferma del tutto su di un punto dove staziona per un po’ e poi ritorna sui suoi passi.
In questa prima fase retrograda la prima cosa che se ne va è la baldanza, la sicurezza in se stesso, perdendo la fiducia deve cominciare a costruire, a dare forma a qualcosa di più solido all’esterno. Ha tanto materiale a disposizione ed è come se dovesse andare alla ricerca di un modo per utilizzare quello che ha trovato, per trarne una utilità in relazione ad un migliore adattamento all’ambiente che deve consegnare al Sole/coscienza dell’IO. In questo movimento, che lo porta a ricongiungersi al Sole, ha un atteggiamento più vergineo, perde molta della voglia di contattare tutto e tutti ma sviluppa maggiore attenzione ad abilità. Oltretutto è stimolato spesso dal re-incontrare i pianeti che aveva già ‘visto’ prima, riuscendo a coglierli di sorpresa, oppure avendo l’opportunità di continuare discorsi iniziati, soffermandosi per collaborazioni più approfondite, come se acquisisse capacità di associazione e di analisi. Dice Ginette Paris in “Hermes e Dioniso”, descrivendo questa capacità mercuriale che noi astrologi associamo al secondo domicilio del pianeta: “L’ingegnosità tecnica è ‘addomesticamento’ dell’oggetto: ci si familiarizza con la forma, se ne apprezzano le qualità, si lascia che si riveli a noi, gli si dà la parola. Come il martello ci insegna il modo di inchiodare, ogni oggetto si presenta con delle qualità che si possono lasciar parlare da sole”. In questa frase possiamo trovare ampie connessioni con i significati che noi associamo alla VI casa, che è governata dalla Vergine mercuriale, la grande ‘addomesticatrice’ : il lavoro, l’artigianato, il rapporto con gli animali domestici, ma anche la scuola elementare, in cui si insegna ai piccoli come apprendere non solo le informazioni di cui dispone la civiltà a cui appartengono, ma anche le regole che quella comunità si è data.
Riprendendo il movimento a ritroso del nostro Mercurio, ‘tornare indietro’ significa anche che si trova a dover affrontare le cose che può aver ‘combinato’ prima, quando correva avanti con leggerezza, senza far troppo caso alle leggi che incontrava…e comincia quindi a rendersi conto che ci sono delle responsabilità che è necessario assumersi. Infatti in Vergine nasce un senso del dovere che è del tutto sconosciuto al Mercurio gemellino, affiancato all’attenzione ai dettagli che lo rende critico e perfezionista.
Quando la fase retrograda di Mercurio lo porta dietro al Sole, in una zona d’ombra, comincia simbolicamente la discesa negli Inferi, collegata all’esaltazione in Scorpione. Diventa il Mercurio mitologico che ha avuto l’incarico di scendere nell’Ade per accompagnare le anime degli eroi nel loro ultimo viaggio, con lo speciale lasciapassare di Plutone che gli consente ogni volta di tornare indietro.
Possiamo collegare a questa fase la funzione junghiana dello psicopompo, durante cui Mercurio comincia a vedere ‘dietro’, dove altri non vedono e soprattutto dove non vede il Sole…. qui è molto più attratto da quello che succede dentro di sé piuttosto che all’esterno, con lo “sguardo” rivolto alla realtà della psiche piuttosto che a quella materiale. Il pensiero contatta lo smarrimento e la paura, niente è uguale a come appariva prima….ma ha l’opportunità di vedere che non è la fine, è piuttosto l’inizio di un’altra dimensione della realtà, se solo lascia andare la resistenza che fa la ragione.
Allora Mercurio comincia un altro movimento, va a cercare il significato nascosto e più profondo delle cose, raccoglie nuovi dati non visibili al Sole/coscienza e fa successivamente il viaggio per portarglieli, perché attraverso la funzione gioviale possa elaborarli. Riprendendo il moto diretto può utilizzare la sua ritrovata velocità per raggiungere di nuovo il Sole. I calzari alati, prezioso regalo di Giove, in questa fase ricordano che attraverso il distacco ci si può elevare quel tanto che basta per riuscire a vedere (e poi a gestire) la parte più istintiva/plutoniana, quella che ha un radicato rapporto con il sistema emotivo. In quest’ultima parte del suo viaggio il puer ha una potenzialità nuova che ha acquisito, ed è in qualche modo in una posizione che gli consente una visuale molto particolare, perché porta con sé il ricordo recente del mondo che ha potuto vedere alle sue spalle. E’ stato ai confini del mondo, ha visto che non c’è solo il visibile ma anche l’invisibile, lui che è in rapporto costante con l’IO ha avuto un contatto ravvicinato con il Sé.
Vediamo allora che le ali ai suoi piedi sono un simbolo di velocità e di leggerezza, ma anche di tutto il potenziale di crescita che può elevare verso lo spirito.
In Gemelli queste ali aiutano Mercurio a volare veloce per raccogliere tutto quello che potrà servire ad uno scambio. In questa fase l’abbiamo incontrato molto furbo, intelligente, divertente, opportunista, cerca sicuramente di prendere però abbiamo anche visto che non trattiene, cerca di scambiare sempre con gli altri, cercando di guadagnarci. Questo è un ottimo principio di adattamento alla realtà, come ci insegna il buon Carlo M. Cipolla nel divertentissimo “Allegro ma non troppo”, quando descrive come i veri intelligenti, anche se si lasciano tentare dalla furbizia e dall’opportunismo, mettono comunque in atto azioni le cui conseguenze sono molto vantaggiose per se stessi, ma lo sono in parte anche per gli altri, assicurando in questo modo il progresso al gruppo di cui si fanno parte (con buona pace dell’idea che lega la furbizia mercuriale ad un atteggiamento un po’ truffaldino, che invece dipende dall’etica personale). Infatti le braccia, legate ai Gemelli, corrispondono proprio allo scambiare con gli altri, che significa sicuramente capacità di prendere, ma anche di dare.
Anche i polmoni sono legati al segno dei Gemelli: attraverso la respirazione avviene uno scambio fondamentale per la vita, quello di ossigeno ed anidride carbonica tra interno ed esterno. L’aria è l’elemento che ci mette necessariamente in contatto con gli altri, respirando usiamo tutti la stessa aria, quella che ora è dentro ai nostri polmoni presto la ributteremo fuori e farà parte dell’aria che poi respirerà il nostro vicino…infatti i polmoni sono profondamente connessi con il nostro modo di metterci in relazione con gli altri. La funzione respiratoria è molto particolare, perché va inserita tra quelle involontarie (normalmente si svolge senza richiedere assolutamente la nostra attenzione, è controllata dal sistema nervoso autonomo), ma quando lo vogliamo possiamo assumerne il controllo. Questo rappresenta a mio avviso una grande conferma del fatto che lo scambio simbolicamente collegato alla respirazione non è solo connesso a quello tra l’interno e l’esterno, tra noi e gli altri, ma anche…tra noi e noi stessi, tra interno ed interno, tra parte conscia e parte inconscia. Esattamente come ci permette Mercurio, che dialoga costantemente con l’Io ma è in grado di accompagnarlo a visitare le regioni abitate dall’inconscio.
Le ali ai piedi diventano così un simbolo sempre più chiaro, nell’esaltazione di Mercurio in Scorpione, della possibilità che ha in sé di arrivare a percepire su un piano che va oltre la realtà.
Gli assi mobili
Come sempre succede, la simbologia astrologica ci consente di dare uno sguardo agli stessi straordinari principi anche da diverse angolature, così da trovare altri spunti di riflessione. Se osserviamo i pianeti sugli assi mobili ci accorgiamo che descrivono un percorso che va dall’Unità da cui proveniamo (Nettuno in Pesci) alla frammentazione, fase in cui troviamo il pensiero analitico e logico-razionale, che tutto spezzetta e parcellizza (Mercurio in Vergine).
Con la coerenza tipica dello Zodiaco, sull’asse Pesci/Vergine si gioca anche il concetto di “senza confini” e di “ confine della realtà”, che come abbiamo visto riguarda intimamente Mercurio.
Il pensiero è legato all’aria, richiede separazione, distacco, ed infatti la fase Gemelli rappresenta il primo incontro dell’elemento aria. Qui Mercurio è il signore della percezione che trasporta le informazioni sul piano mentale…ma per percepire abbiamo bisogno che le cose siano separate dal Tutto: Mercurio infatti è sempre simbolicamente in aspetto di quadratura o di opposizione a Nettuno, sia che si trovi nella sede Gemelli che in quella Vergine.
In Vergine comincia a mettere ordine tra tutte quelle ‘notizie’, le cataloga, approfondisce, diventa capace di concentrazione. E’ arrivato al massimo della divisione, ed anche delle possibilità analitiche. Siamo simbolicamente alla distanza maggiore dal Tutto di cui facevamo parte, inizia la sofferenza energetica, con la sensazione di essere piccoli ed incompleti, perché è qui che sperimentiamo la solitudine che la separazione ci provoca, con il desiderio di integrarci per non essere emarginati dagli altri, dalla comunità di cui facciamo parte.
Ora è come se cominciassimo a percepire una forza che attrae potentemente verso il ‘ritorno a casa’, suggerendoci l’idea che quello che la mente analitica sta spezzettando faccia parte di qualcosa d’altro, da cui non si può allontanare più di tanto….ad un certo punto è come se intervenisse un intenso desiderio di completezza e quindi di unità.
Sull’asse 6°/12° c’è anche l’esperienza della malattia e della guarigione. Nascendo abbiamo assunto un corpo con il quale ci siamo allontanati dalla matrice originaria, cercando strada facendo di integrarci con il mondo in cui ci siamo ritrovati a vivere, ma quando le necessità di integrazione cominciano a procurarci dolore (fisico o psichico) allora ci rendiamo conto che c’è anche un interno a cui dobbiamo prestare attenzione. Mercurio qui presiede un rapporto equilibrato tra interno ed esterno, chiedendoci di trovare un giusto ritmo, di imparare a rispettare le richieste del mondo rispettando nello stesso modo anche le richieste del nostro mondo interno, arrivando ad una mediazione.
Il mito, nel suo linguaggio straordinario, ci mostra Mercurio come portatore del caduceo, il bastone con due serpenti intrecciati, che rappresenta il suo compito di mettere in equilibrio energie diverse ed opposte. E’ anche il suo potere… quello di dare ‘nuova vita’ , intesa anche come guarigione. E poiché la guarigione la ritroviamo con l’Unità in Nettuno, il caduceo in mano a Mercurio diventa il simbolo del compito dell’Io di andare alla ricerca di un’integrazione tra corpo, mente e spirito.
In Sagittario è Giove che prende le redini in mano, comincia a lavorare al suo interno tutto quello che è stato percepito e raccolto e consente la nascita della vera ‘conoscenza’, con lui non c’è più solo ricerca di nuove informazioni dall’esterno e lavoro deduttivo, ma elabora qualcosa di nuovo che rappresenta il frutto delle informazioni stesse, lo sguardo è maggiormente rivolto all’interno, ad un ‘sentire’ che sgorga da quanto si è appreso e porta qualcosa di nuovo. La chiamiamo intuizione….ma è chiaro che da sola , se non ci fosse tutto il lavoro precedente di Mercurio, non potrebbe esprimersi correttamente. Anche Einstein, considerato la più grande intelligenza del secolo scorso, ha dovuto passare anni ed anni a studiare fisica e matematica, prima che le sue mente potesse aprirsi alle straordinarie intuizioni che ebbe, traducendole in pensiero innovativo per tutta l’umanità, in comprensione . Una seria competenza (conoscenza di informazioni) da sola non garantisce la possibilità di potersi esprimere in modo geniale e creativo, ma sicuramente rappresenta la base che può sostenere ed amplificare qualunque messaggio originale le nostre antenne riescano a captare! Il passaggio da Mercurio a Giove e la loro integrazione consente di comprendere che non c’è solo la realtà tangibile, ma che c’è ben oltre….e che il limite è solo nella nostra mente, non nella realtà stessa.
Quando il nostro percorso, sempre simbolico, ci riporta ai Pesci ed a Nettuno il pensiero ormai non è più solo razionale, non c’è più nemmeno la ricerca di informazioni: non ce n’è bisogno, è come se non ci fosse nemmeno il pensiero come noi lo conosciamo…quando il Tutto si è riunito a se stesso è conoscenza pura. Per descriverlo abbiamo disponibile un termine legato alla Divinità: è ONNISCIENTE, conosce tutto, non ha limiti e quindi non li ha nemmeno nella conoscenza, ha superato ogni frammentazione, è andata oltre la polarità, passando dal mentale allo spirituale.
La grande fatica per noi è sempre quella di comprendere bene il confine tra la realtà e la fantasia. Non a caso ogni percorso iniziatico o comunque spirituale richiede all’inizio un lungo lavoro preparatorio (si chiamano infatti “discipline”) che garantisca la necessaria tenuta sia sul piano fisico che psicologico. Allora Mercurio può usare le sue ali ai piedi (legati simbolicamente ai Pesci) per guidare verso nuovi stati di coscienza.
E’ nei suoi potenziali, come ci suggerisce la sua danza rituale intorno al Sole, costruendo incessantemente, per 3 volte all’anno, un 8 rovesciato, il simbolo dell’infinito nettuniano.
Bibliografia
Irene Andrieu “Astrologia evolutiva- Vol. 2” Edizioni Mediterranee
Ginette Paris “Ermes e Dioniso” Ed. Moretti e Vitali
Carlo M. Cipolla “Allegro ma non troppo” Ed. il Mulino