La posizione di Mercurio nel segno dei Gemelli porta inevitabilmente ad affrontare il tema del Puer Aeternus.
In questo segno infatti la parte puer, intesa come un'essenza spirituale che fatica a stare dentro la realtà ordinaria e ad accettare la dimensione spazio-temporale, è molto visibile e ci riconduce al mito di Mercurio, un ragazzino di dodici-tredici anni che presenta i tratti tipici dell'adolescente.
In generale tendiamo a riconoscere con l'archetipo del Puer Aeternus quel tipo di uomo che conserva troppo a lungo le caratteristiche della psicologia adolescenziale che deriva dal rimanere bloccato dentro un complesso materno.
Fa fatica ad inserirsi nella vita reale, a trovare il lavoro giusto e ad accettare una relazione affettiva stabile; rifiuta ogni tipo d'impegno ed è animato da un eccessivo individualismo che lo porta a credersi una figura speciale. Conduce così una vita provvisoria che gli impedisce di vivere il momento presente e lo spinge a pensare che in futuro le cose potranno cambiare. Le situazioni semplici e normali lo spaventano e fa di tutto per evitarle come anche rifugge dall'idea di essere costretto in una situazione spazio-temporale dalla quale gli sarebbe difficile uscire.
L'impazienza e il rifiuto di assumere qualunque tipo di responsabilità sono altri due tratti che lo contraddistinguono.
La tendenza alla spiritualità è invece una sua qualità positiva e anche nel puer meno evoluto traspare, sotto l'apparente pigrizia, una forte attività fantastica.
Nei Gemelli dunque questo spirito è sempre presente. La loro difficoltà è rispetto al tempo, soprattutto allo scorrere del tempo. Ma il Gemelli evoluto non subisce l'avanzare degli anni perchè all'interno rimane sempre vivo, interessato, curioso e capisce che non è importante mantenere un aspetto giovane ma continuare a concedersi, come l'adolescente, tutte le possibilità.
Lo scopo dei Gemelli è conoscere e conoscersi e andando avanti nella vita possiamo acquisire sempre più conoscenza, cogliere sempre più opportunità.
Lo studio più approfondito sul problema del puer è "L'Eterno Fanciullo" di Marie-Louise von Franz dove, nella prima parte, viene preso in esame il celebre libro "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry.
Quando l'autore, incontra il piccolo principe si trova in pieno deserto del Sahara intento a riparare il motore in avaria del suo aereoplano. Saint-Exupéry era un pilota di professione: era realmente precipitato con il suo aereo insieme al suo meccanico nel deserto del Sahara ed era stato salvato da un arabo. Nel suo libro ricorda questa esperienza ma invece della salvezza materiale incontra qualcosa di soprannaturale: il piccolo principe. La storia inizia con il racconto di un episodio della sua infanzia quando vede in un libro di scienze il disegno di un boa che inghiotte un animale. Decide quindi di fare un primo disegno dove si vede la sagoma del serpente con la parte superiore rigonfia ma vuota.
Scrive Saint-Exupéry: "Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi domandando se il mio disegno li spaventava. Ma mi risposero....Perchè mai uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?". Si impegna quindi a rifare il disegno tracciando all'interno del boa un elefante: "Questa volta mi risposero di lasciar da parte i boa e di applicarmi...alla geografia, alla storia, all'aritmetica...i grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano di spiegargli tutto ogni volta". Decide però di conservare questi disegni per riproporli, da adulto, a qualche persona che gli sembrava più sensibile rimanendo però sempre deluso dalle loro risposte. Lo scrittore critica la stupidità e la leggerezza del mondo adulto, la mancanza di profondità e di immaginazione: cerca comprensione dai grandi ma non ne ottiene.
Questa introduzione riassume in sintesi tutto il problema. Come crescere senza perdere il fantastico mondo infantile, come portare la creatività e l'immaginazione nella vita adulta? Come proseguire nello sviluppo senza perdere questa ricchezza? Saint-Exupéry non sa come fare e il suo disegno dell'elefante inghiottito dal serpente esprime questa difficoltà: l'eroe individuato (l'elefante) è prigioniero dell'inconscio, stretto in una spinta regressiva che gli impedisce di crescere. In questa fantasia infantile sembra già di intravvedere qualcosa di viziato alla base, qualcosa che non riuscirà ad evitare la fatalità dell'inconscio; egli cercava non solo comprensione ma forse anche un aiuto per risolvere le sue difficoltà.
La von Franz sostiene che se fosse riuscito a entrare in contatto con la psicologia questo sarebbe forse stato possibile ma precisa anche che la cultura francese dell'epoca era molto lontana dall'inconscio.
La funzione di Mercurio in Scorpione è quella dello PSICOPOMPO: in questa sede la comunicazione interna, tra le diverse parti di me, diventa fondamentale. Il pianeta raccoglie informazioni dall'inconscio e le porta a livello di coscienza dove possono essere analizzate. In questo modo è possibile ricollegarsi a vicende passate che, esaminate alla luce della coscienza di oggi, si possono comprendere. Mercurio Psicopompo raccoglie informazioni anche dal superconscio, la nostra parte sublime che ci spinge a crescere, a portare nella realtà i nostri sogni e le nostre aspirazioni e che spesso rimane inascoltata perchè le nostre potenzialità sono difficili da realizzare. Abbiamo paura di mostrarci diversi e quindi ci attestiamo sulla mediocrità perchè ci consente il riconoscimento altrui. Nel mito Mercurio è il messaggero di Giove e può oltrepassare i confini riuscendo a entrare nel mondo di Plutone e di Nettuno. E' Mercurio che accompagna gli eroi negli inferi utilizzando una lampada che produce una luce debole a dimostrazione che la coscienza quando entra nel regno dell'inconscio deve vedere un pò alla volta ciò che è stato a lungo rimosso diventando così fortemente negativo. La coscienza è una grande mediatrice sia nei confronti dell'infero che del sublime: riconosce questi due mondi e li traduce. Mercurio rappresenta lo psicoterapeuta che è accanto alla persona nel viaggio che compie quando entra in analisi.
Quando il piccolo principe appare a Saint-Exupéry gli chiede di disegnargli una pecora; lui allora gli propone il suo primo disegno infantile che viene subito compreso, però ciò non lo sorprende mentre avverte l'urgenza di disegnare la pecora e di tornare al suo motore: "Buttai giù un quarto disegno e tirai fuori questa spiegazione: Questa è soltanto la sua cassetta la pecora che volevi sta dentro". Succede spesso che in situazioni di crisi, quando i propri bisogni interiori non vengono ascoltati e non si attua un cambiamento, si verifichi un contatto con il trascendente, rappresentato qui dal piccolo principe.
Nel suo saggio sull'archetipo del Fanciullo Divino Karl Gustav Jung afferma che il bambino rappresenta l'inizio e la fine, l'essere che esisteva prima di diventare uomo e l'essere terminale quando l'uomo non ci sarà più. Scrive Jung: "....in questa idea si esprime la natura onnicomprensiva della totalità psichica. La totalità non si limita alla sfera del conscio ma include anche l'indefinita e indefinibile estensione dell'inconscio...l'eterno fanciullo nell'uomo è un'esperienza indescrivibile, un'incongruenza, uno svantaggio e una prerogativa divina".
Il fanciullo divino, come tutte le figure dell'inconscio presenta un duplice aspetto: quello negativo (lo svantaggio) rappresentato dall'ombra infantile che ci blocca in uno stato di immaturità che ci impedisce di crescere e di affrontare la realtà e quello positivo (la prerogativa divina) che deriva dall'integrazione di quest'ombra che ci avvicina al SE' consentendo il rinnovamento e la piena espressione della creatività. I due aspetti appaiono scissi in due perchè la coscienza è incapace di percepire l'opposizione implicita nell'archetipo (come si presenta nell'inconscio) ma ha bisogno di dividerla in due poli. Quando si avvicinano alla coscienza succede che un aspetto recede nell'inconscio e l'altro emerge più chiaramente.
Dal momento che il piccolo principe è sceso sulla terra esiste per Saint-Exupéry la possibilità d'integrare l'ombra infantile ma l'autore sembra non recepire il messaggio del suo piccolo amico perchè non dà alcuna importanza alla comprensione del suo disegno puerile da parte di quest'ultimo. Ha invece un gesto d'impazienza vuole tornare a riparare il suo aereo. Questo è un tratto tipico del puer che non affronta le cose in profondità ma le sfiora soltanto. A livello simbolico ciò sottolinea il conflitto tra esigenze della vita esteriore e quelle della vita interna;la difficoltà sta nel fatto che per dedicarsi alla vita interna c'è bisogno di molto tempo per cui è necessaria una personalità forte. Anche qui dunque Saint-Exupéry, decidendo di occuparsi del suo motore, mostra una debolezza di fondo, il timore di affrontare la sua ombra. Il Puer Aeternus, come il nostro autore mette il "problema" in una scatola e ne chiude il coperchio con impazienza. Questo succede tutte le volte che le cose cominciano a complicarsi: tende a volgersi in un'altra direzione oppure a rimandare la questione ad un tempo futuro.
Proseguendo con il racconto lo scrittore scopre che il piccolo principe proviene da un piccolissimo pianeta e che la pecora gli serve per mangiare i germogli di baobab che vi crescono in modo invasivo. La pecora è il simbolo della psicologia di massa che spinge ad assumere un comportamento uniforme e il puer, ritenendosi una creatura speciale, rifugge da questo tipo di adattamento collettivo ribadendo la tendenza a dimostrarsi un individuo asociale.
La pecora è legata alla terra e metaforicamente alla realtà ma il piccolo principe vuole trasferirla sulla sua stella che rappresenta il mondo magico della sua infanzia. Ciò conferma ulteriormente la sua difficoltà ad accettare concretamente impegni e responsabilità del vivere quotidiano: la realtà viene compresa solo dal punto di vista intellettuale, vissuta a livello di immaginazione. Si rende conto che è necessario un adattamento al mondo materiale ma non è capace di attuarlo. La pigrizia che attanaglia questo tipo di personalità può essere superata solo seguendo la propria vocazione dedicandosi ad un'attività che appassioni; quando il lavoro gli piace il puer è in grado di lavorare senza sosta e con grande entusiasmo.
Con il passaggio di Mercurio in Vergine il puer appare costretto, ancorato alla materia. Saturno esaltato in questo segno ci ricorda che ci sono delle regole e dei doveri da rispettare per aderire alla realtà, per adattarsi alle situazioni sociali e lavorative. E' proprio in questa sede che si arriva a comprendere che materia e spirito devono procedere insieme per arricchirsi reciprocamente e che è necessario realizzare concretamente i nostri ideali per dar vita alla nostra creatività.
James Hillman nel suo saggio "Puer Aeternus" sostiene che la difficoltà a vivere da adulti la parte puer deriva dalla contrapposizione che la coscienza ha operato con la parte senex, rappresentato in astrologia da Crono - Saturno. Gli archetipi sono per loro natura ambivalenti, comprendono tutti e due i poli: il puer è l'altra faccia del senex ed entrambe sono presenti dall'inizio. Alla scissione attuata dall'IO razionale si aggiunge un giudizio di valore. Scrive Hillman: "Fino a quando l'IO considererà questi due concetti in contrapposizione e finchè l'IO indossera una sola faccia (Puer o Senex) sarà impossibile dire buona dell'una senza dire cattiva dell'altra.. tuttavia benchè le polarità possono disgiungersi e combattersi (come in tutte le lotte puer e senex) possono anche essere riavvicinate: tale riavvicinamento è il compito della analisi che mira a sanare una scissione..."
Puer e Senex possono essere entrambi positivi e negativi e siccome nascono insieme il puer negativo è il puer scisso dal suo senex e il senex negativo è il senex scisso dal suo puer. Senza la ricerca e la spinta creativa del puer l'autorità perde il suo idealismo mentre il puer lontano dal principio di ordine e struttura si trasforma in eterno divenire mai realizzato in essere.
La storia prosegue con la rivelazione che sulla stella del piccolo principe c'è anche una rosa. Qui l'autore descrive il suo difficile rapporto con il femminile, la rosa appunto, la sua proiezione dell'Anima. Il fiore si rivela vanitoso, capriccioso e molto orgoglioso e il suo comportamento instabile fa decidere al piccolo principe di partire; sono tutti e due infantili ed è per questo che devono separarsi. Il puer vive con difficoltà la relazione affettiva perchè la sua parte infantile gli procura grande sofferenza. E' necessario quindi contattare questa parte che consentirà alla relazione di crescere. Per diventare emotivamente adulto deve dimostrare i propri sentimenti infantili che provocheranno la disapprovazione di chi gli sta vicino, ma sarà proprio da questo esporsi e dalla sofferenza che ne deriva che nascerà un cambiamento positivo, una maturazione.
Sulla terra il piccolo principe scopre però che ci sono molte rose uguali alla sua e questo fatto lo rende molto infelice: accettare di essere uno dei tanti innamorati di una delle tante rose è per lui inconcepibile. Jung sostiene che non si deve pensare a se stessi in termini statistici perchè ciò impedisce il processo di individuazione e rende tutto relativo. Il conflitto tra l'idea di unicità e il pensiero statistico equivale ad un conflitto tra sentimento e intelletto; il sentimento stabilisce quello che per me ha valore e ciò mi porta a pensare che posso essere uno dei tanti che ama una donna tra tante, ma quella donna per me ha un'importanza assoluta che la rende unica, come sono unico io. In questo modo l'IO prende posizione e difende il proprio sentimento senza negare l'altro aspetto. L'incapacità del puer di riconoscersi come uno dei tanti puer nella sua unicità riflette il suo bisogno di privilegiare la parte mentale a scapito della parte affettiva. Accettare l'inconscio e farsi coinvolgere dal sentimento sarà indispensabile per la sua evoluzione.
Il collegamento esclusivo con la mente è un tratto tipico del segno dei Gemelli che deve riuscire a contattare "il fratello oscuro", quella parte istintiva ed emotiva che è stata rimossa perchè disturba l'equilibrio e il senso di perfezione assicurato dalla ragione. Il suo comportamento freddo e distaccato lo porta a vivere grosse crisi relazionali e personali per l'incapacità di instaurare rapporti veri e profondi con gli altri e con se stesso.
Anche il successivo incontro con la volpe pone l'accento sul pensiero statistico e ci indica come uscirne:
" In quel momento apparve la volpe.
Buongiorno, disse la volpe.
Buongiorno, rispose gentilmente il piccolo principe...
Chi sei? Domandò il piccolo principe...
Sono una volpe, disse la volpe.
Vieni a giocare con me, le propose il piccolo principe...sono così triste...
Non posso giocare con te, disse la volpe, non sono addomesticata.
Che cosa vuol dire addomesticare?
E' una cosa da molto tempo dimenticata. VUOL DIRE CREARE DEI LEGAMI...Tu...per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini...ma se tu mi addomesticherai noi avremo bisogno l'una dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo.
Comincio a capire, disse il piccolo principe. C'è un fiore...credo che mi abbia addomesticato..."
Continua la volpe:" Se tu mi addomestichi la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri...il tuo mi farà uscire dalla tana, come una musica...il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano..."
I due diventano amici ma quando il piccolo principe decide di partire la volpe gli affida la sua verità: "...è molto semplice: NON SI VEDE BENE CHE CON IL CUORE. L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI.
L'essenziale è invisibile agli occhi, ripetè il piccolo principe..
E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante...gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa...."
La volpe insegna al piccolo principe l'importanza del qui e ora: è il SENTIMENTO che da valore al presente e con esso acquisiamo il senso di responsabilità che rafforza la nostra individualità e le conferisce significato. Non si vede bene che con il cuore:l'essenziale è invisibile agli occhi: la vera ricchezza è quella interiore, noi abbiamo tutto dentro, é da qui che possiamo attingere la verità dell'esistenza, lo scopo che ci guida. Il piccolo principe però non riesce a comprendere in profondità questo messaggio, anche se si può pensare che riesca a recepirlo quando afferma che la sua rosa è per lui unica e che deve esserne responsabile, perchè altrimenti si sarebbe trovato in difficoltà nello scegliere tra la rosa sul suo asteroide e la volpe qui sulla terra. Accettare il conflitto sul comportamento da adottare avrebbe significato rispettare entrambi i legami: quello con la volpe sulla terra, ciò verso la realtà umana e quello con la rosa sull'asteroide, cioè verso le figure dell'inconscio. L'esistenza per essere vissuta completamente deve soddisfare i richiami della vita esterna e quelli della vita interiore. Ma il piccolo principe non riesce a comprenderlo e sceglie la fuga.
E la fuga gli viene offerta dal serpente. Nel libro il capitolo relativo al serpente si trova molto prima, ma ho preferito affrontarlo alla fine perchè rappresenta una via d'uscita alla "Fatica di Vivere".
Il serpente dorato è il primo essere che il piccolo principe incontra sulla terra che lo informa di essere arrivato in Africa, nel deserto e gli offre il suo aiuto se la vita per lui quaggiù si presenterà troppo difficile: " Mi fai pena, tu così debole su questa terra di granito. Potrò aiutarti un giorno se rimpiangerai troppo il tuo pianeta. Posso...". Il serpente rappresenta per lui la tentazione della morte intesa come mezzo per sfuggire ad una situazione intollerabile di realtà che ostacola la sua natura più intima.
Il Puer Aeternus mostra spesso una maturità che ha acquisito da subito; egli considera che la vita non sia tutto e che anche l'altra parte sia importante. Mantiene sempre dentro di se' questa segreta riserva mentale che sembra confermare una fragilità originaria che lo allontana dalla vita reale, ma allo stesso tempo lo rende timoroso di scendere in se stesso. Saint-Exupéry descrive perfettamente le sue difficoltà ma è incapace di afferrarne il significato profondo che si può cogliere solo attraverso l'introspezione. Sicchè il vero problema del puer, come afferma Hillman, non è la mancanza di realtà mondana ma la mancanza di realtà psichica e di contatto con l'anima.
E' necessario quindi affrontare l'inconscio, ascoltare il nostro daimon, entrare in sintonia con le nostre istanze più intime che abbiamo trascurato per privilegiare la parte razionale. Ritroveremo così il nostro mondo infantile e con esso l'intensità delle emozioni e dei sentimenti che sono il filo conduttore della nostra vita. Sarà questa ricchezza interiore a farci comprendere in profondità gli eventi esistenziali che costellano il nostro percorso evolutivo: la nostra unicità ne uscirà rafforzata ma allo stesso tempo impareremo ad entrare in empatia con gli altri.