In questa parte affronteremo la fase edipica della bambina, come dovrebbe essere vissuta e che influenza ha sulla sua crescita.
La fase edipica per la bambina è più complessa…ed anche più lunga.. nel senso che può richiedere più tempo rispetto ai 3 anni circa del maschietto: a volte, le bambine terminano la loro fase edipica che sono già nella fase della pubertà.
E’ indubbio che anche per la bambina è fondamentale il rapporto con la madre.. infatti, anche per lei.. la madre è stata il primo potente oggetto d’amore nello stesso identico modo del maschio; anche per lei dunque, la lunga fase di attaccamento con la madre rappresenterà il prototipo di “relazione” che tenderà a rimettere in scena da adulta.
E’ indubbio che durante tutta la fase simbiotica.. anche la figlia è stata a contatto con il corpo materno ed ha sperimentato attraverso di esso e attraverso il riflesso che la madre le ha rimandato i primi rudimenti della sua identità, provando sulla propria pelle il valore di sensazioni quali “gratificazione e piacere oppure frustrazione e disagio”; tutte queste sensazioni sono state sperimentate sotto forma di “contatto fisico, psicologico ed emotivo” con la madre e formeranno la base su cui lei costruirà la sua struttura “affettiva” successiva.
Tra le altre cose impara che stare sicura nelle braccia della mamma le fa sembrare il mondo come un luogo sicuro mentre, se vive sensazioni di paura e di rabbia, il mondo verrà vissuto come un luogo difficile e pericoloso dove le possibilità di accoglienza sono scarse.
In quegli anni la bambina scopre la “somiglianza” che ha con la madre, comincia a percepire la sua femminilità, vedendola riflessa in quella della madre: proprio da questi presupposti nasce la sensazione di “essere una donna” esattamente come lei; è la fase in cui .. intorno ai 3- 4 anni le bambine si vestono con i vestiti della madre, indossano le scarpe con il tacco della madre e si truccano per voler essere esattamente come lei.. anzi… meglio di lei.. e quindi, in grado di concorrere alla conquista dell’uomo di casa.. il padre.
Chiaro che il padre, come abbiamo detto in altra sede, rappresenta per la bambina la possibilità di scoprire la sua diversità sessuale.. mentre nella madre lei vede la similitudine.. e quindi un modello in cui identificarsi.
Ciò che tanto la spinge verso il padre è proprio la curiosità che sperimenta verso la diversità.. quel vedere che lui “non è uguale a lei e neanche alla mamma”; il vedere.. che ha degli attributi che lei non ha.. e che, tra lui e il padre c’è una forte intimità, una sorta di segreto che la esclude e a cui lei vorrebbe avere accesso.
Contemporaneamente.. come già abbiamo visto per il bambino.. la piccola comincia a vivere una serie di pulsioni che prima non c’erano, per cui la sua sessualità si sta risvegliando e lei è in grado di provare un piacere fisico.. attraverso i suoi organi genitali.
Queste cose, insieme fanno scatenare il desiderio di conquista, ma al tempo stesso, come vuole questa fase venusiana per eccellenza, la bambina sperimenta anche rivalità e gelosia verso la madre: non a caso, ogni volta che si accende nella vita l’archetipo di Venere, si accende contemporaneamente anche quello di Marte.. per cui, all’inizio della fase edipica (simbolicamente asse IVa – Xa), noi troviamo esattamente questi pianeti che ci rimandano a queste dinamiche psicologiche.
E’ un misto tra la seduttività che inizia a manifestarsi nella vita della bambina che lei mette in scena; ad essa si aggiunge il desiderio di conquista, la rivalità, la frustrazione ma anche un fortissimo desiderio di intimità che spinge la bambina a voler stare in braccio a papà, a voler dormire con lui e a non perdere occasione per mostrare le sue qualità al padre.. che qui è anche in veste di “primo uomo della sua vita”.
Il gioco è molto sottile, ma carico di investimenti che saranno importanti per la futura psicologia femminile della piccola che, da un lato deve riuscire ad vedere negli occhi del padre una conferma della sua femminilità e seduttività nascenti, ma dall’altro, non deve mai - neppure per istante - percepire che lui la preferisce alla mamma e neppure che lui apprezza valori e qualità maschili; nella prima ipotesi, il padre negherebbe il valore alla madre rimandando alla figlia un messaggio assolutamente ambivalente che potrebbe tradursi in: “tu sei bellissima, ma sei l’unica donna che riconosco, mentre la mamma non vale perché mi ha deluso”; nella seconda ipotesi infatti la figlia verrebbe disconfermata sia come persona che come femminilità e questo alimenterebbe un forte rancore verso sé stessa e verso gli uomini.
E’ quindi importante che il padre dia valore alla bambina sia da un punto di vista intellettuale sia da un punto di vista della sua femminilità: se questo avviene lei svilupperà una grande fiducia in sé stessa, sia sotto il profilo delle capacità e dell’intellettualità.. sia sotto quello della capacità di piacere e di essere femminile.
Come per il figlio maschio, anche per la bambina sarà il genitore dello stesso sesso a sbarrare l’accesso alla possibilità di conquistare a pieno titolo il genitore di sesso opposto; in caso contrario, la sua sessualità e femminilità rimarranno contaminate in una fissazione che imprigionerà l’investimento affettivo ed erotico sul padre e questo le impedirà, da adulta, di vivere una vera relazione intima con un uomo.
E’ molto importante che il padre dia valore e dedichi attenzioni, ma non deve in alcun modo cedere alla “seduzione” che lei mette in atto; ricordiamo che la stessa non è finalizzata alla relazione, ma esclusivamente al provare a sé stessa di “sapere piacere”: è un gioco.. e lui in un certo senso deve stare al gioco.. perché lei sta imparando e sta mettendo in atto le sue doti femminili.. che quindi deve essere confermata.. perché questo riconoscimento la farà sentire valutata ed apprezzata come donna e come persona per cui, da adulta, saprà farsi valere di fronte a qualunque uomo esprimendo appieno senza timore la sua femminilità disgiungendo però affettività da sessualità; non deve perciò esserci alcun invischiamento; sarà proprio la fermezza di entrambi i genitori a spostare pian piano l’interesse erotico della bambina verso soggetti esterni alla famiglia.
Se le cose funzionano bene, il grande innamoramento di questa fase cede di intensità e, nel contempo decade anche la forte rivalità con la madre.. che anzi, verrà riconosciuta come la persona con la quale vorrà identificarsi per diventare come lei.
Con questo grande passaggio la bambina interiorizza pienamente i valori che il suo ambiente è in grado di trasmettere e sarà in grado di sviluppare in maniera sana i suoi affetti, le sue amicizie, e pian piano anche i suoi primi amori verso i bambini e i ragazzi.
Dopo il superamento della fase edipica.. le grandi pulsioni e i grandi turbamenti di quegli anni lasciano il passo ad una fase molto più tranquilla e “razionale”, nel senso che tutta l’energia e l’investimento libidico adesso vengono riposti sullo studio, nello sport.. in un certo senso tutto viene “sublimato” per il lungo tempo della scuola elementare in cui tutto sembra essersi “congelato” per poi riesplodere in maniera prepotente con la pubertà e l’adolescenza.
La fase edipica non si conclude quando:
La figura della madre è inaccettabile e quindi non può esserci una identificazione con lei: la madre vittima, la madre tiranna o la madre violenta non possono offrire un modello valido; in questo caso, l’identificazione può avvenire con altra figura femminile nel tempo, oppure può anche essere sbagliata.. concentrata quindi sul padre;
la madre diventa una figura che impedisce un reale confronto con il padre..( in questa situazione la bambina non si mette in gioco.. perché ha troppa paura delle reazioni e della gelosia della madre; teme di perdere il contatto affettivo e rassicurante con lei); questo significa che la bambina ha visto reazioni pesanti nel momento in cui ha messo in atto la sua seduttività e la sua inevitabile aggressività e competitività); ha temuto o di essere distrutta o di essere abbandonata;
se il padre non c’è e non ci sono uomini in casa a stimolare il desiderio di conquista e di espressione della femminilità della bambina; in questo caso, non vi è un elemento maschile a “tagliare” il cordone ombelicale della bimba con la madre.. il che significa che questa fase verrà interamente vissuta nell’adolescenza o nell’adolescenza. Se il padre non c’è ci può essere anche una costruzione “fantastica ed eroica” del padre mancante che porterà la futura donna ad idealizzare eccessivamente l’uomo e ad essere molto vulnerabile nelle prime esperienze amorose;
quando il padre risulta “invischiante” e lascia passare sensazioni erotiche che la bambina coglie come una risposta positiva alla sua conquista; è la bambina che vince sulla madre e quindi non fa il processo di identificazione e, anzi, creerà con il padre un legame indissolubile che darà vita ad una situazione estremamente complessa da un punto di vista psicologico in quanto avverrà un un “incesto affettivo” che manterrà la figlia legata affettivamente al padre anche se non necessariamente sessualmente, ma non libera di vivere la sua vita.