A dieci anni dalla scomparsa di Lady Diana, ovunque spuntano come funghi nuovi servizi televisivi, inserti speciali, inchieste e interviste, che spaziano dal rosa al giallo su fondo nero per riproporre commenti sulla sua vita e interrogativi sulla sua morte ad un pubblico evidentemente mai stanco di leggerli o ascoltarli: il suo sogno d’amore infranto, le patologie alimentari, i tentativi di suicidio, i tanti amanti, il complotto finale e così via. Sempre di più e sempre più in basso. Ho letto persino che sono state pubblicate su Internet (e non si sa come, visto che sono ufficialmente requisite) le foto dei suoi ultimi istanti di vita, scattate dai “paparazzi” che seguivano la Mercedes nel tunnel e che hanno potuto approfittare dell’incidente per mantenere allenate le loro ali da avvoltoi.
Io non mi sogno nemmeno di usare l’astrologia per investigare morbosamente su un argomento che merita comunque rispetto e discrezione: si tratta pur sempre di una giovane donna, vissuta infelicemente e morta drammaticamente. Mi interessa di più capire perchè Diana Spencer, già Principessa del Galles e poi Rosa d’Inghilterra è diventata un mito.
Ma devo premettere una confessione.
Non mi era particolarmente simpatica, né era mai riuscita a farmi più pena di tante altre donne in condizioni peggiori o bambini che soffrono la fame. Aveva sposato l’erede al trono di Inghilterra e si era accorta in ritardo che non era il Principe Azzurro; in compenso aveva due streghe cattive, Elisabetta e Camilla, con cui combattere sentendosi la parte buona e brava. Certo, era giovanissima, e con quel suo Sole in Cancro (in settima casa) trigono a Nettuno (in decima), probabilmente pensava davvero che le favole fossero realtà. Mi sembra più strano che nessuno, tra amici e parenti, sia riuscito a metterla in guardia nei confronti di una realtà assai più disincantata; né posso escludere che ci abbiano provato invano, visto che chi ha Marte congiunto a Plutone non si fa convincere tanto facilmente… Per quanto riguarda, poi, il tradimento di Carlo, posso comprendere che sia stato umiliante ed offensivo, ma non credo viceversa che i suoi tradimenti, pur motivati da un reattivo bisogno di conforto, fossero anche totalmente alieni alla sua natura: la Croce a T del suo tema coinvolge una sensuale Venere in quinta casa, quadrata a Urano e alla Luna in Acquario, con quest’ultima opposizione tra ottava e seconda casa; è quindi difficile pensare che Diana fosse solo dolce e indifesa e non anche instabile, capricciosa, cocciuta o ribelle, con tratti “bulimici” anche a livello erotico-affettivo…
Non sto giudicando. Ho pianto anch’io al suo funerale, ma finché è stata in vita non sono mai riuscita a provare per lei la stessa solidale compassione che, pure, ha coinvolto milioni di persone. Ci sono tante coppie che si tradiscono o si separano, e credo che avrebbe potuto anche “accontentarsi” di sopravvivere in condizioni economiche ben diverse, concedersi storie più appaganti di quella matrimoniale con maggiore discrezione, dedicarsi alle cause nobili e alla beneficenza con afflato indubbiamente sincero (ascendente Sagittario, Sole trigono a Nettuno), e in qualche modo sopportare gli aspetti meno rosei del suo ruolo sfruttandone, non necessariamente in senso egoistico, quelli più agevolanti.
Avrebbe potuto. Ma con Marte congiunto a Plutone in ottava casa, Diana era inesorabilmente tormentata: da dubbi, rancori, sospetti, impulsi distruttivi o autodistruttivi; con Giove e Nettuno in quadratura che governavano il suo ascendente, Diana alternava fiducia totale e delusioni cocenti in modo estremo ed estenuante; e quella sua Luna in Acquario non le ha mai permesso di adattarsi a una realtà che non poteva essere cambiata e con cui poteva solo venire a patti, oppure scontrarsi violentemente, perdendo.
Perchè è vero, e lo è purtroppo in modo crudo e crudele: quella stessa presenza in ottava casa di Marte tra Urano e Plutone descrive anche la sua morte, altrettanto violenta ed ancora misteriosa, adombrata da un sottofondo di trame di potere, montature, intrighi. Ma proprio qui si ferma la mia riflessione in merito, e se ne apre un’altra.
L’opinione pubblica è sempre profondamente colpita dalla drammatica fine di giovani belli e famosi. In questo cordoglio così suggestivo, anzi così suggestionato dal contagio emozionale, c’è forse il rimpianto ancestrale per qualcosa di meraviglioso che sembrava essere… che poteva essere e non è stato; come un Eden perduto.
Ci siamo fin troppo allontanati dai miti dei nostri progenitori, dal rapporto con il cielo, con la divinità, con la dimensione numinosa dell’esistenza, ma l’era moderna non è riuscita ad estinguere il nostro bisogno di miti e li cerca, li crea, li inventa di continuo. Mi chiedo tuttavia perché alcune persone si prestino più facilmente a diventare personaggi (spesso fino all’irreversibile identificazione) e a ricevere questa potente proiezione collettiva.
Credo che debba esserci almeno un collegamento significativo tra i pianeti transpersonali e i loro pianeti personali, soprattutto i Luminari o l’Ascendente. Diana Spencer aveva la Luna opposta ad Urano e il Sole trigono a Nettuno. Marilyn Monroe aveva una stessa Luna in Acquario, congiunta al Discendente e opposta a Nettuno, a proposito di proiezioni collettive. Di entrambe si è detto che sono state assassinate. Che è come dire: non possono essere "semplicemente" morte. Anzi, per Diana è circolata e continua a circolare l’ipotesi del finto decesso, di una fuga protettiva verso terre lontane e identità rassicuranti: verso un Eden riconquistato. La stessa Moana Pozzi, con Sole opposto a Nettuno (in ottava casa) e trigono a Plutone, è diventata un mito che la descrive ormai con connotazioni talmente distanti dalla sua realtà esistenziale quanto sublimanti e identificate nel suo Ascendente Pesci. Anche sulla sua morte è calato il mistero; anche la sua morte è stata ed è tuttora messa in dubbio.
Ma solo un fatto è certo: se non le persone, i personaggi di Diana, Marilyn, Moana e tanti altri… sono ancora in vita. Mantenuti in vita dal bisogno di miti che l’era moderna non è riuscita ad offuscare, ma che ripresenta come colorate pasticche di Extasy, in forme aberranti o forzose, e pur sempre inestinguibili.