Da secoli la filosofia si interroga sui due concetti che appaiono essere alternativi e in forte contrapposizione dialettica.
C’è chi afferma che l’uomo è libero nelle sue scelte e chi invece dice che l’uomo ha un cammino segnato, un destino predeterminato, un futuro già scritto.
La realtà è che il futuro semplicemente “non esiste” (o, meglio, non esiste ancora) e quindi viene determinato attimo per attimo dalla complessità degli eventi attuali secondo l’universale Legge della Causa e dell’Effetto, detta anche Karma.
Ciò detto, si può affermare che sia il Destino sia il Libero Arbitrio esistono contemporaneamente: il primo rappresenta le necessità e i condizionamenti che accompagnano un essere umano dalla nascita alla morte, il secondo consiste nelle scelte che ogni individuo compie in ogni istante della propria esistenza secondo diversi gradi di coscienza e di consapevolezza del Sé.
E’ certamente un errore abbandonarsi alla “corrente” con la convinzione che un cieco o casuale Destino conduca l’umana esistenza, magari maledicendo gli astri malevoli o altri superni eventi; un modo per allontanare da sé la responsabilità delle proprie azioni, siano esse più o meno consapevoli.
D’altro canto non è negabile l’esistenza dei “condizionamenti”: se un individuo nasce, per esempio, maschio, in Italia, in questo secolo, in una famiglia di un certo ceto, con un determinato DNA e con uno specifico Tema Natale, anche se volesse, non è che possa cambiare queste condizioni di nascita, ma può comunque esercitare il libero arbitrio in ogni piccola e grande scelta (o non scelta) che compie nella sua vita. Le condizioni di partenza rappresentano i suoi “limiti” umani in questa esistenza.
In ogni caso non si dimentichi che è l’Anima (comunque la si voglia chiamare) che sceglie prima della nascita il tipo di incarnazione, e lo fa perché è spinta a fare certe esperienze; quindi necessita di uno specifico contesto.
Dopo la nascita l’Anima si “veste” di una personalità e si muove come tale nel contesto che ha scelto e che solo in parte può modificare con opportune scelte.
Ciò che fa la differenza è la consapevolezza nel fare le scelte opportune, senza la quale esse finiranno inevitabilmente, in un modo o in un altro, per farci seguire il solco tracciato dai condizionamenti e quindi per rappresentare ciò comunemente viene chiamato “Destino”.
Il tutto assume un significato e un senso solo nell’ottica di un’esistenza che supera la vita di un individuo come comunemente viene intesa e che va oltre lo Spazio-Tempo.
Ciò che si può analizzare con l’astrologia è solo la vita di una persona, con tutti i suoi condizionamenti, ma anche tutte le opportunità di cambiare strada in ogni momento.
Se mi identifico con questa persona, sono ovviamente condizionato in un certo modo. Se mi identifico con l’Anima immortale, le cose possono assumere una diversa luce.
Scrive Dante Alighieri nel Purgatorio, XVI, 67-78:
"Voi che vivete ogne cagion recate
pur suso al cielo, pur come se tutto
movesse seco di necessitate.
Se così fosse, in voi fora distrutto
libero arbitrio, e non fora giustizia
per ben letizia, e per male aver lutto.
Lo cielo i vostri movimenti inizia;
non dico tutti, ma, posto ch’i’ ‘l dica,
lume v’è dato a bene e a malizia,
e libero voler; che, se fatica
ne le prime battaglie col ciel dura,
poi vince tutto, se ben si notrica."
Le difficoltà per vincere le battaglie col cielo (Destino, condizionamenti, limiti) per Dante sono:
1) avere abbastanza “lume” per esercitare un “voler” davvero “libero”;
2) “ben notricarlo” per farlo prevalere.
In conclusione, non è in dubbio l’esistenza del Libero Arbitrio, semmai la sua effettiva possibile realizzazione nella grande maggioranza degli esseri umani, che non sono consapevoli della divinità che è in ciascuno di loro.
In altre parole l’esistenza del Libero Arbitrio potrebbe limitarsi in molti casi ad essere solo virtuale e a rimanere un’opzione inespressa nel cammino esistenziale, nel solco più o meno diritto tracciato dal Destino nell’infinito campo del Possibile; un cammino tracciato in cui la non scelta potrebbe condannarci escludendoci dagli Aurei Sentieri che quotidianamente e inevitabilmente incontra.
Non è quindi un errore seguire il solco , ma il seguirlo inconsapevolmente, giacché è la consapevolezza che fa la differenza fra un semplice cammino e un Sentiero Aureo.