“IN UNA TERRA BRUCIATA DAL FUOCO, ALIMENTATO DAL PENSIERO DELL’ARIA E DALLE SENSAZIONI DELLA TERRA, ALLA RICERCA DISPERATA DELLE EMOZIONI DELL’ACQUA
“UNO SGUARDO ALLA DODICESIMA CASA”
Sono sempre stata magneticamente attratta dalla dodicesima casa anche quando il mio studio astrologico era appena agli inizi.
Quando incominciai ad avvicinarmi all’astrologia, seguendo un filone più classico, non si affrontava quasi mai l’ultima casa del tema natale, oppure anche quando lo si faceva percepivo nebbia, confusione e una sorta di timore, come se dovessimo rispettarla senza tuttavia avvicinarsi ad essa. Allora sentivo parlare di spiritualità, di concetto di morte, di esperienze in istituzioni come gli ospedali oppure il carcere, di relazioni nascoste, ma nulla veniva detto per farmi capire il significato più profondo della stessa. Quindi sentivo vibrare dentro me un’energia che mi spingeva verso di la dodicesima senza però conoscerla.
Poi ho compreso, guardando la prima volta il mio tema natale che la vibrazione energetica dentro di me era data dalla presenza di tre pianeti: il Sole, Mercurio e Chirone ..
Credo che comprendere fino in fondo tale ambito in tutte le sue sfaccettature e in tutte le sue sfumature è uno scopo fondamentale per la nostra anima, ma forse è un’impresa che non può esaurirsi in una sola esistenza.
Se pensiamo che la dodicesima casa può essere considerata l’apice del nostro processo evolutivo, per poterlo raggiungere con saggezza ed equilibrio, dovremmo conoscere bene il nostro Sole ed aver percorso tutte le tappe del nostro tema natale con la consapevolezza nel cuore: sereni dei nostri limiti, capaci di affrontare i nostri conflitti interiori per trasformarli in qualcosa di più costruttivo nella vita, beati delle nostre qualità e felici dei nostri doni che rendono la personalità unica e speciale.
Insomma, come diceva Jung in molteplici delle sue opere “arrivare al Sé” considerando l’essere umano come un’integrazione perfetta tra corpo, mente e spirito.
Il Sé rappresenta il perfetto punto di equilibrio tra l’inconscio e la coscienza di un individuo.
Quindi, un obiettivo che prevede molta fatica e molto impegno.
Secondo me, non bisogna preoccuparsi a quale livello evolutivo siamo arrivati fino a questo momento, ma solo che l’evoluzione di noi stessi come un tutt’uno risiede dentro di noi; solo cosi e ognuno con i suoi tempi può raggiungere vette inaspettate.
La consapevolezza di chi siamo in questa vita e nelle prossime potrà illuminarci per raggiungere la nostra anima. Quando? Non importa, solo incamminarci conta veramente
“LA SIMBOLOGIA DELLA DODICESIMA CASA”
Dal punto di vista dell’astrologia umanistica ed in particolare secondo Sasportas, “la dodicesima rappresenta il bisogno di dissoluzione che esiste in ciascuno di noi, l’ardente desiderio di tornare nelle acque indistinte del grembo materno, all’originario stato di unità. I maggiori psicologi concordano sul fatto che la prima forma di coscienza del bambino ignora la distinzione soggetto/oggetto, i limiti, lo spazio e il tempo. I primi ricordi riguardano livelli profondi, dove ogni individuo intuisce che la propria più riposta natura è senza limiti, infinita ed eterna. La riscoperta di questa interezza è ciò cui aspiriamo più di ogni altra cosa.
Da un certo punto di vista, la prospettiva di un ritorno a tale stato appare sublime, meravigliosa e serenamente rassicurante. Eppure, qualcos’altro in noi – il desiderio di autoconservazione dell’ego e il suo timore di scomparire – lotta contro questa aspirazione. Gli esseri umani si trovano di fronte a una scelta cruciale subendo due attrazioni contrastanti. Ognuno di noi vuole perdere il senso di isolamento e trascendere la propria separazione individuale, ma nello stesso tempo è atterrito all’idea della disintegrazione e teme la perdita della propria individualità. Questo duplice stimolo esistenziale, desiderio e timore dell’interezza, costituisce il principale dilemma della dodicesima”.
Tale dilemma, a mio avviso, nella maggior parte degli individui molto spesso non è sentito oppure è percepito con sentimenti di ansia e di inquietudine, perché l’essere umano pensando di nuotare nelle acque di un oceano infinito teme la perdita del suo ego. Tale simbologia, infatti è espressa molto bene nel geroglifico dei Pesci che vanno in due direzioni opposte.
Tale problematica è bene descritta da tutta la struttura della carta del cielo: tutte le tappe descritte in essa, prima di arrivare alla dodicesima, ci invitano a conoscere noi stessi prima come esseri individuali e poi come esseri di una collettività più ampia. E’ vero che arrivati in undicesima il nostro ego dovrebbe essere più attenuato, in quanto dovremmo essere al servizio di un progetto più grande apportando il nostro aiuto alla società e accettando la diversità di ciò che ci circonda come un qualcosa di estremamente naturale, ma ci sentiamo pur sempre singoli individui. Lottiamo durante l’infanzia, cerchiamo di gestire il nostro ingresso nel sistema rispettandone le regole e uniformandoci al volere degli altri, tentiamo di relazionarci con gli altri rispettandone la personalità, scaviamo nelle nostre ombre per capire chi siamo, ci avviciniamo a filosofie o credi religiosi che meglio si adattano alla nostra anima e alla nostra mente, vogliamo una realizzazione personale per essere più visibili al mondo, ci uniamo alla collettività come se fosse una grande famiglia e poi? Dovremmo dissolverci, tornare ad essere un tutt’uno con l’universo come nel grembo materno ma questa volta con una consapevolezza interiore? La paura che le persone sentono in questo viaggio, quindi, è giustificata.
Forse, sarebbe rivoluzionario che qualcuno ci preparasse a questo viaggio fin dalla nascita, insomma sapendo fin dall’inizio dove dovremmo arrivare. In questo modo gli esseri umani percepirebbero la vita con una visione meno egoistica e sentirebbero ogni giorno dentro di loro una sorta di eccitazione spirituale che li renderebbe più leggeri e meno ancorati alla terra e alla razionalità.
Viviamo, oggi in una società, che non permette o non vuole permettere una tale filosofia di vita. Oggi prevale il Sistema e io che ho una dodicesima importante mi sento fuori, contenta oggi di esserlo, ma pur sempre fuori da ciò che io chiamo la dimensione terrena.
Ho imparato con il tempo che potevo usare il Sistema per raggiungere la mia amata casa d’acqua, ma rimango agli occhi di molti “diversa”.
Cosa succede, quindi, se non si onora la dodicesima casa? Molti testi parlano di gratificazioni sostitutive nel tentativo di soddisfare il desiderio di trascendere l’ego. Una strategia per riconnettersi all’unità passa attraverso il sesso e l’amore. Un altro espediente per riacquisire il senso perduto di onnipotenza e onnipresenza si affida all’esercizio del potere e del prestigio. Darsi all’alcool o alle droghe rappresenta un ulteriore modo di abbattere i confini e le resistenze. Istinti suicidi e varie altre forme di auto distruzione spesso nascondono il desiderio di tornare a uno stato di felice, indifferenziata esistenza. Altri cercano la trascendenza attraverso la meditazione, la preghiera e la devozione verso dio.
Comunque la si consideri, la dodicesima destruttura, erode e avviluppa l’identità individuale,conferendo una certa instabilità psicologica in quanto non ci si sente definiti.
Se il percorso individuale non percepisce che il cammino è proprio quello di collegarsi a qualcosa di infinitamente superiore potremmo trovarci di fronte a persone che per esempio vengono condizionate da qualsiasi cosa abbiano intorno o da qualunque persona con cui entrino in contatto. Oppure, altri distorcono la propria identità in maniera del tutto sproporzionata: piuttosto che sacrificare l’ego per fondersi con qualcosa di numinoso, possono cercare di instillare quelle qualità nell’ego steso, invece di cercare di riunirsi a dio, tentano di imitarlo in una forma di presunzione.
Alla confusione riguardo alla nostra identità, spesso alla dodicesima si aggiunge la mancanza di una vera direzione nella vita.
Sopraffatte dalla sofferenza che vedono intorno a loro, alcune persone con una forte dodicesima cercheranno con ogni mezzo di fuggire o ritirarsi dal mondo, mentre altre, considerando il dolore la fuori come proprio, saranno naturalmente portate a operare in qualche modo per alleviarlo.
Quindi, generalmente, tale ambito di vita prende in considerazione chi aiuta, risolve e soccorre. Non sarà infatti un caso che la maggior parte delle amiche del mio corso di astrologia compresi i docenti abbiamo almeno un pianeta in tale casa? Direi di no.
La mia dodicesima casa contiene, come ho già accennato all’inizio, il mio Sole e quindi il mio progetto; in questo senso mi sento di aver fatto e di dovere ancora fare un percorso inverso rispetto a quello ordinariamente accettato. Ho sempre desiderato fin da piccola unirmi a qualcosa di più grande e quando ho incominciato a farlo affiancandomi ad alcune discipline di natura olistica il processo è iniziato.
In altre parole, non ho capito chi sono e poi in me è nata la sete verso una spiritualità interiore ma è successo esattamente il contrario. Ho, in primis, sentito una bramosia interna verso l’infinito, l’indefinito, i sogni, la fantasia, il trasportarmi altrove con la mente e l’aiuto umanistico nei confronti degli altri; dopodiché ho iniziato a capire chi sono. Sto andando piano piano dalla dodicesima alla prima casa.
Non sto dicendo che non ho seguito la via del tema natale, certo sono partita anch’io vivendo seguendo le tappe che vanno dall’ascendente in avanti. Dico solo che per arrivare al cuore di me stessa sono partita, ad un certo punto della mia vita, dal mio amore per la dodicesima. Ho, capito che il Sistema doveva essere, in un certo senso abbandonato e usato per un mio scopo più incorporeo e trascendente. Avendo poi un’opposizione sull’asse sesta dodicesima mi sono detta, dopo una lezione a Milano, “non odiare la quotidianità ma usala a tuo vantaggio” e non solo, attraverso il Reiki (una disciplina che va ad agire sul riequilibrio delle nostre energie) mi sto godendo un quotidiano veramente speciale. Ho cercato una disciplina che si adattasse alla mia sesta casa in vergine che prevede la cura del corpo per far sentire bene la mente e che fosse composta da una serie di esercizi fisici ed energetici sempre uguali e molto funzionali che onorassero, finalmente, l’ambito della sesta.
Mi sento di aver intrapreso una strada che porterà semplicemente a me:
“Scuoti l’anima e segui il suo cammino”(D)
“MERCURIO COME MESSAGGERO/GUIDA”
Mercurio è il pianeta più vicino al Sole, non supera la distanza dei 28°, quindi in molti temi natali lo si trova congiunto. Per questo motivo, molte persone che approcciano la prima volta un tema natale tendono a non prenderlo in considerazione come invece si dovrebbe perché lo si confonde con il Sole stesso. Se consideriamo poi, che Mercurio tra le tante cose rappresenta, il nostro aspetto cognitivo allora confonderlo con il Sole risulta ancora più facile, in quanto quest’ultimo caratterizza la nostra coscienza. Quindi, entrambi razionali e logici. Se, dunque, sono congiunti si troveranno nello stesso segno zodiacale,le loro energie si sovrapporranno e sarà spontaneo concentrarci sul Sole.
Niente di più sbagliato, ovviamente. Anch’io ho commesso lo stesso errore per molti anni, finché Eridano non mi ha aperto gli occhi ma soprattutto la mente anche con l’integrazione dello studio attraverso testi di natura psicologica.
Qualche mese fa, lessi nel libro della Bolen alcune considerazioni interessanti su Ermes:
“è il dio dell’imprevisto, della fortuna, delle coincidenze, della sincronicità. Ermes è tra noi – dicevano gli antichi Greci quando un improvviso silenzio invadeva la stanza, scendeva su una conversazione, e dava alla riunione una dimensione diversa. Ogni volta che le cose appaiono fisse, rigide, bloccate, Ermes introduce la fluidità, il moto, nuovi inizi, con la confusione che quasi inevitabilmente li precede” (Arianna Stassinopoulos)
E ancora
“in lui abbiamo il maestro dell’ingegnosità, la guida degli armenti, l’amico e amante delle Ninfe e delle Grazie, lo spirito della notte, del sonno e dei sogni. Niente di meglio delle note dalla magica dolcezza della lira o del flauto può dare espressione ai gioiosi e allo stesso tempo oscuramente misteriosi, affascinanti e delicati elementi presenti in Ermes”(Walter W.F. Otto)
Tanti sono, dunque i suoi significati:
Ermes come messaggero, era l’unico che poteva andare e venire dall’Olimpo al mondo sotterraneo di Ade;
Ermes come briccone, ricordiamo che il giorno stesso in cui nacque, andò a rubare le giovenche al fratello Apollo e poi nascose astutamente le proprie orme con dei rami legati ai piedi e lasciò sul terreno una falsa traccia facendo camminare le giovenche all’indietro;
Ermes come fratello minore e come rivale
Ermes come guida per accompagnare altre persone da un regno all’altro;
Ermes come capacità cognitiva;
Ermes come adolescenza;
Ermes come figlio;
Ermes come capacità commerciale.
Non possiamo, dunque, confonderlo con il Sole ma solo pensare che ne sia il suo servitore. Io ho un Mercurio congiunto al sole in Ariete in dodicesima casa. La dodicesima casa ha la cuspide nel segno dei Pesci.
In questa sede non mi occuperò di tutte le simbologie di Mercurio, ma solo di quella di messaggero e guida della mia coscienza in un’altra dimensione, come un traghettatore tra il mondo reale e quello irreale nascosto dentro di me da ormai una vita –
“Nei miti che lo vedono protagonista, Ermes accompagna altri personaggi da un regno all’alto. Ermes veniva rappresentato da un basso pilastro o un mucchietto di sassi che segnavano i confini delle proprietà, le strade, le tombe e l’ingresso di ogni dimora. Quindi egli era il Dio che segnava i confini, ma allo stesso tempo era il dio che li attraversava.
Murray Stein, un analista junghiano, chiama Ermes il “dio del passaggio cruciale”. E’ l’archetipo presente in ogni transizione da una fase psicologica all’altra. E’ un dio liminale (dalla parola limen, soglia). Spesso lo psicoterapeuta, nei momenti di transizione importante, svolge il ruolo di Ermes come guida delle anime. In questo senso, il terapeuta ci accompagna nel cammino, come faceva Ermes con i viaggiatori. Il modello Ermes guida anche chi ricerca il senso del regno dello spirito(Olimpo), della vita umana (la terra) e dell’anima (il mondo sotterraneo) e ne cerca l’integrazione. Poiché si muove liberamente da un livello all’altro, Ermes cerca di comprendere, di integrare e di stabilire una comunicazione tra il mondo cosciente della mente e dell’intelletto (l’Olimpo), il mondo dove l’io decide e agisce (la terra) e l’inconscio (il mondo sotterraneo)” (Bolen)
Naturalmente, tutti i pianeti devono essere al servizio del progetto solare, proprio perché lo scopo della vita di ogni essere umano è quello di essere in linea con lo stesso, ma poiché Mercurio nella simbologia astrologica è soprattutto elaborazione io me lo immagino come emissario dell’io. In altre parole il Sole ci da una certa concezione del mondo mentre Mercurio la rappresentazione di essa.
Insomma me lo immagino come se mettesse a fuoco la propria prospettiva definitiva:
“Mercurio è l’intermediario tra la psiche e il mondo; è al tempo stesso cassa di risonanza e amplificatore, è una sorta di mascherina su cui si imprimono delle immagini. Tutto deve passare attraverso di essa per convogliarsi altrove.
Nel momento in cui ci muoviamo o parliamo, prendiamo posizione verso noi stessi e verso il mondo in un rapporto reciproco. Mercurio porta in luce ogni piccola sfumatura della psiche, ogni tendenza dell’inconscio; esso si manifesta nel tic, indizio fisiologico del fatto che il corpo, come si suol dire, parla per far dispetto a se stesso. In fondo, mercurio è il simbolo dal quale scaturisce il linguaggio, agente della fertilità mentale e latore dei discorsi forbiti” (Pamela Tyler)
Per i motivi sopra esposti e soprattutto in qualità di messaggero dovremmo interpretarlo alla luce del progetto solare ma anche alla luce di tutta la struttura del tema.
Il mio Mercurio, a mio avviso, non serve solo il progetto solare della dodicesima casa, ma racchiude in se anche l’emanazione delle energie planetarie di tutto il mio tema di nascita, insomma attraverso l’elaborazione di Mercurio si respira anche la struttura della carta del cielo.
Nel mio specifico caso il tema natale è:
“una terra bruciata dal fuoco, alimentato dal pensiero dell’aria e dalle sensazioni della terra, alla ricerca disperata delle emozioni dell’acqua”.
Ho, infatti, cinque pianeti tra Ariete e Sagittario, 4 pianeti in Aria tra Bilancia e Acquario (considero anche il Nodo nord) e 3 pianeti in Terra tra Toro e Vergine. Il tutto concentrato soprattutto in alto e a sinistra, quindi un sradicamento dall’ambiente famigliare e un desiderio di indipendenza e libertà molto accentuati.
La funzione psicologica che predomina in me è l’intuito, il pensiero e le sensazioni anche se queste ultime non sempre le riconosco nei miei atteggiamenti quotidiani in quanto tendo ad affidarmi al mio intuito a alla cerebralizzazione di ogni evento. Do il significato di questa predominanza dell’aria rispetto alla terra in quanto, a mio avviso, ci sono due pianeti personali (la luna e venere) tra la decima casa e l’undicesima, mentre nei segni di terra trovo i pianeti transpersonali. Credo di sentire di più ed immediatamente la luna e venere, proprio perché sono più vicini a me, senza considerare poi che sono due pianeti femminili.
Ho cercato, quindi, di osservarmi secondo le funzioni psicologiche che metto in atto: analizzo una situazione, un’esperienza ma anche una relazione (di qualsiasi natura essa sia) anticipando giudizi, considerazioni, parole o addirittura la conclusione di fatti che devono ancora verificarsi. Ho come dei flash intuitivi che arrivano automaticamente al mio cervello, come se mi trovassi in un vicolo e sapessi già cosa mi aspetta quando giro l’angolo anche se non l’ho ancora fatto. Un fuoco mi invade e quindi mi esprimo in anticipo e quando ero più giovane con un impeto, un’aggressività e una mancanza di diplomazia molto intensi. In questo senso il mio Ariete è veramente impetuoso, veramente arrabbiato e veramente inarrestabile.
Certo non posso dire di “avvertire” sempre, ci sono sfumature che non colgo prima, oppure mi sono trovata ad esprimere opinioni anche completamente sbagliate perché, a primo impatto, di una personalità non si può certo percepire tutto e poi giocano un ruolo molto importante anche le mie valutazioni soggettive oppure le mie stesse proiezioni.
Una volta avuto il flash intuitivo, incomincio a cerebralizzare ciò che ho ottenuto con una sorta di maniacalità. Osservo chi mi sta vicino soprattutto soppesando le parole che dice, con quale tono e se magari vuole darmi un significato diverso da quello che sta esprimendo e se mi accorgo che la persona con la quale mi sto rapportando fa fatica a comunicare, oppure secondo il mio personale giudizio, non lo sta facendo nella maniera adeguata, scavo fino in fondo con molta intransigenza finché non ottengo ciò che voglio. Si perché vorrei arrivare all’intuizione che ho avuto all’inizio.
A vent’anni questo processo lo attuavo soprattutto con Marte che quadra al mio Sole e al mio Urano, quindi ero quasi sempre arrabbiata ed eliminavo qualsiasi relazione con quelle persone che non erano in linea con me.
Oggi, a 43 anni, utilizzo soprattutto la mia opposizione Sole/Plutone che sa essere molto più profonda, il mio Marte in Capricorno che riesce ad avere una direzione meno furiosa ed irruenta e i miei pianeti femminili in acquario. Ho imparato ad accettare le opinioni diverse dalle mie perché cerco di capirne le motivazioni. Amo le relazioni vere e cerco sempre l’affinità elettiva, ciò che è unico ma soprattutto autentico.
Ma soprattutto oggi che posso dare un sostegno agli altri e capisco quali dinamiche scorrono dentro di loro, mi sembra naturale la diversità.
Con il mio insegnamento al lavoro orientato alla comunicazione, con l’astrologia e con il reiki ho smesso di dare giudizi, perché spesso non affiorano nemmeno più nella mia mente, so solo di trovarmi di fronte ad anime che come me devono fare un percorso che meglio si adatti alle loro esigenze, ognuno il suo.
Nel cuore rimango pur sempre un Ariete ma molto più consapevole anche delle altre me e so anche che il cambiamento non è finito e che non finirà mai vita dopo vita.
La mia terra, intesa in senso pratico e pragmatico oggi la sento meno. Ho vissuto con il mio saturno in Toro e la mia vergine in sesta casa per 35 anni in modo molto pacato, maturo e responsabile. Volevo la tangibilità sulla vita, volevo vedere, toccare, annusare e assaggiare ogni situazione. Desideravo la routine e i cambiamenti li affrontavo sempre con molta cautela e buon senso. Ricordo che le mie sorelle (che hanno un solo anno di differenza da me) quando ero adolescente mi chiamavano “la vecchia” oppure mi dicevano che ero troppo seria. Niente di più vero, mi rendevo conto che ero più matura dei miei coetanei e quindi mi rifugiavo nella mia solitudine oppure mi circondavo solo di persone molto assennate. E’ stata dura trovare persone accorte a 16 anni …
Lo stesso facevo nelle relazioni sentimentali nelle quali vivevo un contrasto che gli uomini non riuscivano a comprendere fino in fondo. Esprimevo tutta la sensualità del Toro amante del piacere fisico intenso, per poi irrigidirmi con la mia bella Luna e Venere quadrati a Saturno.
La mia amata terra, come ho detto qualche pagina fa, la metto al servizio di qualcosa di più elevato.
Il suo tempo da protagonista è terminato, mi sono creata una famiglia e dopo che ho avuto un figlio mi sono detta, attraverso una crisi esistenziale molto profonda, che era giunta la fine del mio pragmatismo perché le energie acquariane, il mio transito di Saturno e poi quello di Urano li ho sentiti in modo molto forte. Dovevo onorare il mio progetto di Sole in dodicesima o per lo meno iniziare a farlo.
Infatti non è finita qua perché la funzione del sentimento manca completamente nel mio tema. Dentro al mio cuore c’è ma non la esprimo nella vita. Questo è l’ostacolo e per me, la montagna più difficile da scalare, da oltrepassare e da vivere.
Dal punto di vista emozionale non so chi sono, mi sento troppe cose. A volte confondo ciò che provo per qualcuno con sentimenti contrastanti: odio e amore, attaccamento e rifiuto.
Corrado, un giorno a lezione, mi disse che tutto il mio tema ha una dinamica di relazione ma anche di isolamento quindi ho dei contrasti molto forti. Ho condiviso la sua considerazione, mi sento cosi infatti, ma se parliamo di quello che provo esattamente in una relazione che sia di amicizia oppure di amore posso dire tutto e anche il suo contrario.
Un ruolo fondamentale, in questo gioco crudele e indefinito è dato sicuramente da Plutone che è il governatore della mia settima casa in scorpione e dal mio Nettuno in Sagittario sempre in settima.
Da un lato, sento forte e chiaro che voglio scavare in profondità e che tendo a trasformare la mia essenza in qualcosa che non è vero pur di non farmi scoprire mentre, dall’altro, vorrei perdermi, fondermi e aggrapparmi a ciò che amo per poi staccarmi e andare a cercare la mia indipendenza e libertà.
Se a questo aggiungiamo che mi manca l’acqua è come se mi mancasse una direzione.
Le persone che mi stanno accanto e che hanno deciso di amarmi quindi, mi vivono alla giornata perché da me non si aspettano un sentimento sempre costante ma fortemente contrastante.
Naturalmente sono attratta dall’acqua, sempre. Le persone che sono legate a me hanno elementi d’acqua importanti: mio marito ha la Luna in pesci, il mio maestro reiki Sole in cancro e l’ascendente in Scorpione, alcune mie amiche molto vicine a me sono pesci oppure hanno Nettuno in prima casa ecc ..
Ho notato che nel rapporto con la triade d’acqua ho, naturalmente, delle reazioni molto diverse: ho attratto molte donne cancro stucchevoli, sdolcinate, dipendenti e quasi al limite dell’isterismo. Ho attratto anche donne molto timide, chiuse ed empatiche. Con le prime accetto di creare la dipendenza nel rapporto e poi ad un certo punto, non potendone più, lo chiudo, anzi fuggo nel vero senso della parola. Mi è anche capitato di non dare spiegazioni, proprio perché a mio avviso le motivazioni erano cosi evidenti. Mai dare per scontata l’evidenza.
Con le seconde tendo ad annoiarmi dopo aver tentato di scardinare la corazza che hanno.
Si perché io cerco un dialogo sempre molto intenso, la parola per me è vita; di conseguenza la donna cancro timida si sofferma a ciò che prova ma tendenzialmente non lo esprime con lunghe chiacchierate o elucubrazioni mentali.
Spetta capire a me ciò che loro non dicono e quindi una volta che ho capito da sola il significato delle loro azioni cosa faccio? Continuo a parlare solo con me stessa?
Con lo Scorpione è attrazione mentale istantanea. Sento passionalità e morbosità. E’ come fosse uno scontro ad armi pari: ci si scruta a vicenda, si fa un’analisi di ciò che si prova e si incomincia a giocare.
Il pericolo è sempre in agguato, non si sa mai dove si va a finire. Si è sempre in continua trasformazione e se subentra anche la possessività, la manipolazione psicologica è quasi spontanea anche se ben architettata.
Chi ha elementi scorpionici importanti o un Plutone significativo non è detto che giochi con la parola in modo eloquente (come piacerebbe a me), tuttavia ha un modo di guardare che a volte sostituisce in modo efficace la verbalizzazione. In ogni caso, è più facile far parlare uno Scorpione che un Cancro timido, in quanto il primo, se proprio non vuole farsi scoprire deciderà di mentire e quindi di dare un’immagine di se che non corrisponde alla realtà.
Ma anche in questo caso, dopo qualche tempo, tendo a ridimensionare il rapporto. Si perché, alla fine, mi rendo conto che è troppo stancante e che non è cosi vero e autentico come vogliono la mia Luna e Venere in Acquario.
Con i Pesci il sentimento e la relazione si focalizzano soprattutto su interessi olistici in comune. Il mio Sole in dodicesima si sente appagato. Nascono amicizie profonde e durature e i Pesci sono gli unici che riescono ad accettare le mie innumerevoli sfaccettature, si perché anche loro si sentono un insieme di emozioni diverse e contraddittorie. Il rapporto con le donne pesci è anche molto “irreale” dove la frequentazione e il tempo che non ci si vede non conta.
Quindi può capitare di parlare per ore o per giorni ma anche di stare in silenzio per mesi.
Lo so, Lidia, l’ha detto tante volte a lezione: proiettiamo. Quindi tutte le caratteristiche da me descritte nella triade d’acqua sono presenti in me, le dovrei solo integrare ..
Ho notato, infatti, che in tutti e tre i casi della triade d’acqua, innanzitutto attraggo e vengo attratta solo da donne. Mi sento alla ricerca della mia Luna e della mia Venere. Per questo mi avvicino alle donne e non agli uomini.
Dunque, per capire chi sono instauro relazioni di amicizia oppure di amore con le donne e le scruto dal punto di vista emozionale. La mia diventa, a volte, quasi ostinazione e quindi se mi trovo di fronte ad una donna che ha difficoltà emozionali, mi irrigidisco, divento aggressiva e mi sento come fossi in una prigione dalla quale non posso uscire: la mia.
Oggi ho capito che non posso nutrirmi delle emozioni degli altri per farle diventare mie, per illuminarmi. Il viaggio che devo intraprendere è personale e interiore.
Adesso sorrido, a pensare che per molti anni mi sono sempre considerata una donna con una quantità emozionale anche superiore alla media, peccato che stavo e sto usando quella di altre persone.
Si perché non mi sento ancora di avere introiettato in me i sentimenti, di aver capito si, ma non si sono ancora uniti con me. Non li sento ancora miei.
Sommiamo poi la mia Luna e la mia Venere quadrate entrambe a Saturno in una carta del cielo dove manca l’acqua e dove c’è un predominio delle energie maschili e possiamo capire la mia immane fatica.
Ma cosa c’entra Mercurio in tutto questo?
Come nel mito Mercurio aveva una funzione di aiuto e poteva entrare ed uscire dal mondo dell’inconscio rappresentato da Ade, cosi mi traghetta in un'altra dimensione e mi fa vivere le emozioni in una realtà che non esiste ma che è presente solo nei miei pensieri.
Mercurio, congiunto al mio Sole, focalizza le energie planetarie della mia carta del cielo e mi crea solo con il pensiero un mondo del tutto personale ma solamente immaginato.
Sarà una coincidenza che Ermes mi aiuta nel campo delle emozioni? Dove io mi sento più bloccata ed estranea? Non credo.
Perché lo fa in questo modo? Perché è in dodicesima casa. Io dico che non ha altro modo e nell’ultimo capito illustrerò il suo viaggio dentro la mia mente
“LA SIMBOLOGIA DI MERCURIO NELLA DODICESIMA CASA”
Quando lessi nel libro di Sasportas. “Più che entrare nella dodicesima casa, Mercurio ci casca dentro e come Alice si ritrova in uno strano mondo dove incontra cose meravigliose, utili e affascinanti” mi ci sono identificata alla perfezione.
E ancora “ tenderà di gettare un ponte tra la mente conscia e quella inconscia per integrare nella consapevolezza ciò che opera nella profondità della psiche. A tale scopo, occorre avviare un duplice processo. In primo luogo gli individui con Mercurio nella dodicesima casa devono avventurarsi nel regno immaginativo dell’inconscio; tuttavia se preferiscono non compiere questo passo iniziale, non importa, perché presto o tardi le cose nascoste laggiù verranno in superficie e si impossesseranno di loro. In secondo luogo, una volta entrati in quella sfera, dovranno guardarsi attorno, prendere nota e tornare indietro. Se vi rimangono, dimentichi o incapaci di uscirne, sarà necessario chiamare qualcun altro in loro soccorso”.
Questo significa che è necessaria l’introspezione per capire le ragioni di alcuni comportamenti.
In altre parole, tutto ciò che è racchiuso nella menta inconscia si rivela importante e merita di essere portato alla superficie. Per questo, affermo, che non è un caso che il mio Mercurio mi traghetti nel mare delle mie emozioni che rappresentano ciò che è più inconscio e nascosto in me.
Naturalmente non è sufficiente inventarmi un mondo fantastico nel quale tutto si sistema. Prima o poi dovrò riuscire a viverle anche nella dimensione terrena reale. Finché rimarranno allo stato di pensiero immaginato, non risolvo, ma tutt’al più ho solo la sensazione di alleviare le mie difficoltà.
Un salto nel passato, alla mia infanzia, sarebbe utile per eliminare o spazzare via vecchi modelli al fine di giungere ad una migliore consapevolezza di me stessa, si perché il passato può offuscare il modo di interpretare le informazioni del presente.
In dodicesima casa non ci sono limiti, non ci sono confini, quindi nel caso specifico di mercurio, la mente è l’aspetto più labile. La mia paura è infatti quella di perdere la mia mente. La malattia mentale, la follia è ciò che temo di più proprio perché sento che non riesco a tenerla sotto controllo in modo logico ma lei vaga autonomamente fluttuando dove più gli aggrada.
A volte dico “mi sento annacquata, indefinita, disgregata”.
Come ogni faccia della medaglia ci sono anche degli aspetti positivi: mi sento di avere buone capacità psichiche, una viva immaginazione, una predisposizione ad aiutare e servire gli altri e la scrittura.
Mercurio non solo mi porta in un cosmo fatto solo di pensiero, ma mi guida a scrivere brevi racconti o frammenti di poesie dove tutto ha un sapore magico e fantastico e dove tutto viene spiritualizzato.
Sto cercando di condurre alla realtà ciò che io sento e vivo da un’altra parte.
Ho capito, con lo studio dell’astrologia, che è necessario sfruttare gli aspetti positivi di un pianeta per il proprio vantaggio e nel mio caso per raggiungere una migliore consapevolezza di me stessa e per sostenere gli altri.
La dodicesima casa è un ambito molto difficile da sentire fino in fondo, proprio perché rappresenta le acque infinite del mare. Il governatore è Nettuno che erode, confonde ed elimina qualsiasi barriera.
La dodicesima casa è una casa di eccezioni, non è una casa di regole.
Questa casa può corrispondere ad una frase di Krisnamurti “la verità è un sentiero senza tracce. Un terreno senza sentieri”.
In questo ambito si parla anche di solitudine. Io che ho anche il Sole la sento molto, nel senso che ho bisogno, isolandomi, di una rigenerazione personale per poi immergermi nuovamente nella dimensione terrena.
Come si diceva a lezione, la dodicesima intende la solitudine anche come diversità nei confronti della collettività intesa come sistema.
E’ come se l’individuo avesse raggiunto un livello evolutivo e di conoscenza della vita che è al di sopra di quello della massa e quindi si sente solo proprio perché non viene compreso sentendo addirittura l’astio altrui “non c’è peggior solitudine di colui che sa cose che gli altri non sanno e che non può condividere”.
Se, quindi, parliamo di Mercurio dobbiamo convenire che ha bisogno di comunicare.
In questo ambito lo farà, dunque, in modo molto insolito, acquisendo una sensibilità acquea molto forte, e sarà sicuramente contro corrente.
E’ cosi che quindi inizia il mio “Viaggio fantastico” …
IL VIAGGIO FANTASTICO DI MERCURIO
Quando Mercurio trasferisce al mio pensiero un frammento “poetico” devo prendere all’istante una matita e trascriverlo su un foglio, altrimenti ho il timore di perdere ciò che è affiorato alla mia coscienza. Mi sembra, infatti, che alcune parti del mio pensiero agiscano autonomamente.
E’ difficile spiegare in modo tangibile quello che mi succede, perché da un lato si verifica ad una velocità tale da non poter capire in modo logico il motivo di alcuni pensieri, dall’altro ho la sensazione che non sia io in quanto tale, ma una parte nella mia ombra che affiora all’improvviso dandomi delle informazioni di natura inconscia o spirituale.
Ho tentato, molte volte, quindi di scrivere racconti oppure brevi poesie ma non ci riesco in un modo “accademico” perché se manca l’ispirazione appena descritta, mi blocco.
L’unico aspetto che sono riuscita a concretizzare nella mia mente è che questi flash mentali sono sollecitati da forti emozioni che posso avere nella vita quotidiana che non riesco a vivere in trasparenza oppure la musica che ascolto che ogni tanto mi porta altrove, e anche in questo caso sono sempre coinvolte le emozioni della mia acqua nascosta dentro me chissà dove.
Quindi, quando a Milano ci fu la lezione su Mercurio, la domenica al mio rientro in treno, mi misi ad ascoltare una canzone “Sail” (che in inglese vuol dire “navigare”, ma anche “librarsi in volo” e ancora“condurre”), il mio Mercurio si attivò all’istante e solo in quel preciso momento. Si perché quella canzone l’ho ascoltata più volte.
Molto probabilmente, l’energia mercuriale percepita in due giorni di lezione e poi la canzone che ho ascoltato hanno azionato il messaggio di Ermes …
E cosi fu, dovetti prendere una penna e trascrivere queste parole mentre la musica risuonava nelle mie orecchie. Ero io ma allo stesso tempo no, qualcos’altro mi stava accompagnando da un'altra parte:
“La coscienza si tuffò nel mare infinito,
l’intelletto si dissolse,
volai altrove.
Finalmente non sentii più la terra sotto il mio corpo,
l’anima si liberò dalle mura,
solo perdita di me,
finalmente a casa fatta solo di luce
Solo qui in questa dimensione inventata le emozioni sperano di vivere …
Nell’attesa di scendere sulla terra.”
Io sono convinta che Mercurio mi porti in un’altra dimensione per farmi vivere quell’acqua che nel mio tema manca completamente. Mi aiuta a sentire l’energia delle emozioni in un’altra dimensione.
Come ho trascritto in precedenza, Mercurio quando si trova in dodicesima casa, fa da ponte tra conscio e inconscio e quindi può essere considerato il messaggero di tutto ciò che è in ombra nell’animo umano.
Il frammento che ho trascritto in treno è stata semplicemente un’illuminazione, una consapevolezza del perché ho bisogno di essere trasportata al di fuori della dimensione terrena e della vita di ogni giorno per poter vivere l’aspetto del sentimento in modo libero e non bloccato.
Si perché io vengo condotta altrove dal mio Ermes, fin da quando ero piccola. I miei ricordi risalgono all’età di circa 6 anni quando, per la prima volta, in riva al mare, il mio pensiero incominciò a costruire una vita parallela, in un mondo parallelo a quello ordinario.
Non si tratta di un viaggio astrale, di tranche o di uno stato ipnotico, no è la mia coscienza, il mio pensiero allo stato puro che mi trasporta in un’altra dimensione che si è trasformata, sviluppata ed evoluta nel corso dei miei anni.
In modo razionale, trasformo la mia vita emozionale a seconda di ciò di cui ho bisogno in un determinato periodo.
Mi sono resa conto, che vado “di là” quando nella vita quotidiana ho qualche difficoltà emozionale dal punto di vista relazionale. Per compensare, Ermes mi prende per mano e mi fa vedere come potrei gestire i miei sentimenti in una vita dove lo so fare.
Dire che sono riuscita, oggi, a portare qualche lezione del mio mondo fantastico qui, direi una menzogna. Non ce l’ho ancora fatta o per lo meno non completamente.
La mia dimensione parallela, dunque, è molto mutevole ma ha un elemento che non è mai cambiato in tutti questi anni: il mare. Vivo in una casa in riva al mare fatta di pietre colorate e ricoperte di salsedine. Da l’effetto di una casetta delle fiabe ..
La mia dodicesima casa inizia con il segno dei Pesci, dove poi si dipana in Ariete, dove trovo il mio Mercurio che serve il mio Sole congiunto e Chirone.
Ho bisogno di sentire la fluidità dell’acqua entrare nel mio corpo e nella mia mente per provare leggerezza. Sento la necessità di sentire solo ciò che provo:
“priva di una sua forma predeterminata, l’acqua è in continuo movimento, mai diversa e tuttavia mai la stessa” (Arianna Stassinopoulos)
Inoltre, fin da bimba ho sempre pensato di provenire dal pianeta Venere e di essermi trasferita in quella dimensione terrena ma contemporaneamente concomitante a quella reale per un destino prestabilito.
Anche il mio aspetto fisico è stato diverso per molti anni, sono arrivata ad inventarmi un’altra immagine di me (anche in questo senso Nettuno, come governatore della dodicesima casa, influisce con la sua potente energia. Ricordiamo, infatti, che veniva chiamato “colui che cambiava forma”).
Per questo motivo, Mercurio nel suo viaggio fantastico, mi fa vivere da tanto tempo solo storie d’amore.
Ho vissuto, quindi, con diversi uomini immaginari rapporti da colpo di fulmine, passioni travolgenti che culminavano sempre in relazioni durature con tutte le dinamiche dello Scorpione e dei Pesci. Il Cancro non è dentro di me “in nessuna forma”, lo rifiuto quando invece dovrei integrarlo.
Dunque, i miei sentimenti, venivano messi in gioco allo stato puro.
E quando passavo da una relazione ad un’altra, non c’era la fine di quella precedente con un abbandono o un distacco emotivo, NO. Ne iniziavo un’altra come se la precedente non fosse mai esistita con dinamiche più affinate proprio per poter percorrere, come fosse sempre la prima volta, tutte le tappe di una relazione d’amore: dall’innamoramento fino alla costruzione di un vero rapporto. Insomma mi piaceva vivere in modo molto intenso le tappe che vanno dalla quinta all’ottava casa, correggendo, perfezionando e intensificando di volta in volta ogni nuovo inizio.
Non descriverò le storie passate del mio mondo fantastico che hanno avuto, più o meno, le medesime caratteristiche da quando ero una bambina fino ai 35 anni circa.
Vorrei, invece, soffermarmi sull’evoluzione o trasformazione che è avvenuta dopo perché descrive meglio non solo l’enfasi della dodicesima ma anche il rapporto che io ho con la mia Anima e il mio Animus.
Come ho già detto pocanzi, la casa in riva al mare c’è sempre, non mi sento più un extraterrestre e la mia immagine fisica è quella reale.
Solo che la relazione d’amore non si svolge più con un uomo inventato, ma con me stessa.
Si mi sdoppio: il mio Animus è rappresentato de me stessa con tutte le energie maschili racchiuse nel mio tema, mentre l’altra è la mia Anima ossia l’acqua che mi manca, si chiama Eli ed è tutta sentimento: una donna di una dolcezza infinita e avvolgente (Cancro), con un’intensità passionale, morbosa e profonda (Scorpione) e con due occhi di un blu cosi intenso che ci si può solo perdere (Pesci).
Non ci siamo incontrate solo in questa vita che io ho creato simultaneamente a quella reale, ma la nostra è una rincorsa nelle vite passate per poter riuscire a vivere, finalmente insieme, fondendoci l’una nell’altra.
Mi rendo conto, solo scrivendo, che è difficile per me spiegare nel dettaglio cosa mi succede, anche perché è la prima volta che mi cimento.
Daniela nella sua dimensione irreale è innamorata di Eli. Io ho ricevuto il dono di ricordare tutte le mie vite precedenti con lei e il nostro aspetto fisico fu sempre femminile, quindi sempre due donne che si incontravano.
In tutte le nostre esistenze, ho vissuto con la mia Anima solo storie d’amore drammatiche che si concludevano sempre con la nostra difficoltà a stare insieme: siamo state nel lontano Egitto, nel Medioevo, nell’Inghilterra degli anni ’20 e tutte le volte l’epilogo era la nostra morte naturale quando l’Animus decideva di abbandonare l’Anima per ragioni diverse e complicate.
La morte dell’Anima, infelice di essere stata rifiutata, portava anche la fine dell’Animus.
Ero sempre io, ossia il mio Animus a cercarla, a corteggiarla e farla innamorare perdutamente di me. Si l’enfasi del nostro amore era cosi infinitamente grande che il nostro distacco portava sempre alla nostra morte per potere almeno trovare pace nella luce divina.
L’incarnazione, poi, in una nuova vita, consentiva ad entrambe di entrare nuovamente in contatto per cercare quell’unione imprescindibile, inevitabile e vincolante.
“Insomma un mondo immaginario
cha a sua volta ne immagina altri,
in un vortice di vite,
in un cerchio continuo ed infinito,
solo per rincorrere l’amore”
Nella vita di oggi, cioè quella dimensione nella quale Mercurio mi traghetta è stata la mia Anima a cercarmi e non il contrario come è avvenuto nelle esistenze precedenti.
Sto quindi, vivendo un cambiamento evolutivo. Finalmente sono disposta a farmi avvicinare da tutta quella sfera emozionale che tendo a ripudiare.
L’ho aspettata per 43 anni finché un giorno lei mi raggiunse al mare, in una scuola di Psicologia speciale, che approfondisce le facoltà telepatiche e medianiche di psicologi che possiedono attitudini particolari e dove io insegno, faccio terapia a me stessa e anche agli altri, attraverso tecniche che si basano anche sulla musica, sul canto e sulla danza.
Ovviamente, avendo, il dono di ricordare le mie vite precedenti, quando la vidi la riconobbi immediatamente. Lo sguardo e il colore dei nostri occhi sono rimasti immutati per secoli.
Ma questa volta, però, non volevo assolutamente entrare nella sua vita in modo impetuoso, come se non avesse via di scampo, come se dovesse per forza cedere al mio furore e alla mia passione, perché so che mi avrebbe accontentata come era sempre accaduto, decisi di non buttarmi (Eli era cosi, si faceva travolgere da tutta me stessa anche se non era pronta a concedere tutte le parti di se).
Non desideravo perderla ancora e morire nell’angoscia più buia. Volevo, con tutta me stessa, farla vivere in modo spontaneo e naturale, bramavo che esprimesse la sua vera natura con i suoi tempi e con i suoi bisogni, solo cosi se si fosse innamorata di me, avrei avuto la certezza che non solo non l’avrei abbandonata, ma che lei non avrebbe accettato il mio eventuale distacco passivamente.
Dovevamo diventare (come Lidia disse spesso a lezione) “due interi” per poter stare vicine, fonderci ma preservare le nostre individualità.
Insomma, avevo pur imparato qualcosa da una reincarnazione all’altra.
La fatica fu immane, lo sconforto anche, perché io sono una donna che non ama aspettare, avendo, poi, un temperamento arietino quando punto un obiettivo devo caricare e sfondare. L’energia che si attiva durante la conquista è talmente forte e repentina che mi muovo anche se non voglio: è come se la mia mente e il mio corpo agissero in anticipo rispetto a tutta una struttura logica e razionale che magari tento di costruire a monte.
Ma per fortuna, il mio tema, mi ha insegnato che non sono solo cosi e quindi sia nella mia vita terrena che in quella dove Mercurio mi guida, mi viene spontaneo sfruttare anche le mie energie d’aria e di terra non solo per sentirmi più completa ma anche per far avvicinare Eli, la mia Anima e la mia acqua, in modo libero.
E’ cosi è stato: fu subito colpo di fulmine tra noi due, solo che prima che lei decidesse di avvicinarsi a me, dal punto di vista sentimentale, fu un processo molto più lungo e più sofferto, perché da un lato eravamo due donne e quindi dovette accettare dentro di se che provava attrazione per una persona dello stesso sesso. Lei non vide subito il mio Animus perché era racchiuso in un corpo femminile. E dall’altro, subentrarono tutti quei modelli che caratterizzano i segni d’acqua (Cancro, Scorpione e Pesci) che le facevano esprimere anche sentimenti contrastanti.
Ricordiamo che i segni d’acqua hanno come elemento in comune l’empatia: sentono, assorbono e percepiscono i sentimenti altrui. Questo fa di loro delle persone assolutamente speciali, ma allo stesso tempo, si trovano a dover gestire non solo le loro emozioni ma anche quelle degli altri perché ne sono coinvolti e, talvolta, anche travolti –
Quindi, Eli, si avvicinava con estrema dolcezza e quando vedeva troppa passione in me o una determinazione che non le si addiceva, si spaventava di quello che provava e si allontanava bruscamente. Per poi riavvicinarsi, in modo molto cauto, per scrutarmi, per capire non solo la mia personalità, ma soprattutto per cercare di non essere sconvolta, per non avere paura.
Naturalmente, come in qualsiasi relazione, si è in due. Quindi, anch’io feci la mia parte per non spaventarla e per rispettare i suoi, a mio avviso, lunghissimi tempi.
Piano piano, sia alla scuola ma anche fuori ci incontravamo per fare lunghe chiacchierate, per guardarci a fondo e profondamente e per capire che eravamo l’una dentro l’altra.
Nonostante, i suoi timori, me la trovavo sempre nei paraggi e questo mi fece capire che dovevo accontentarmi, che già il fatto che non riusciva a stare lontana da me aveva un significato importante per le nostre vite, per il nostro destino che non doveva avere la fine di allora.
Mi fece capire le sue diversità e che il suo modo di sentire veniva dal cuore e non dalla mente come invece accadeva a me: il suo attaccamento cancerino mi fece comprendere che lei provava ciò che provavo io, il suo modo penetrante e scorpionico, mi fece intendere che lei sapeva esattamente quali erano le mie dinamiche interiori, mentre i suoi silenzi pescini e i suoi allontanamenti repentini, mi fecero afferrare che non potevo conoscere tutto di lei, che la mia ostinazione a volere a tutti i costi sapere cosa provava o come la pensava su ogni piccola sfaccettatura era umanamente sbagliata, perché i lati ombra di ogni essere umano sono personali ed interiori e non spetta a me ostinarmi a scrutare la mente altrui, ma soprattutto la sua.
Fu l’affinità che sentiva con me e le tecniche utilizzate presso la Scuola a farle ricordare qualche frammento delle sue vite precedenti attraverso sogni che faceva durante la notte oppure déjà-vu che aveva durante il giorno e all’improvviso, si perché le nostre esistenze passate si svolsero tutte vicino al mare e quindi l’acqua giocò un ruolo fondamentale per far affiorare ricordi che appartenevano solo alla nostra anima.
Il rumore di un’onda in riva al mare, secondo me, si infrange sul nostro cuore. Non si tratta, semplicemente, di ascoltare quel dondolio con le nostre orecchie, non si tratta di concentrarci solo sul suo suono avvolgente e a volte tumultuoso, ma lui arriva in mezzo al nostro petto facendoci scivolare o sprofondare al nostro interno. Il mare è rumore ma anche silenzio divino, è quella solitudine che tutti bramiamo per navigare in noi stessi:
“solo nell’acqua perdiamo la nostra coscienza,
solo nell’acqua troviamo la nostra essenza”
Tutto fu molto travagliato e in continuo movimento: quando incominciò a ricordare il passato che oltrepassava il tempo, si spaventò ma soprattutto capì che ogni nostra vita aveva avuto una fine mesta.
Questo fu il motivo principale per il quale faceva un immane fatica a rimanermi accanto, pensava in cuor suo che, nonostante l’amore che incominciava per l’ennesima volta ad affiorare nei nostri cuori, la nostra storia avrebbe avuto un epilogo di dolore.
Mi armai di una pazienza infinita, perché questa volta ero io, il mio Animus, ad essere diverso e a volerla finalmente, non solo per soddisfare il mio desiderio di corteggiamento, ma anche per instaurare una relazione che tenesse conto anche della sua esistenza e non solo della mia.
Le due sfere, quella femminile e quella maschile dovevano danzare insieme.
Le stetti accanto, la corteggiai dolcemente, la tranquillizzai sussurrandole parole persuasive, ascoltai per ore e per giorni le sue preoccupazioni e la lasciavo andare ogni volta che non se la sentiva più di stare con me.
Invece che tenerla con la forza psicologica dipendente a me, con enorme impegno e con grande strazio accettavo che lei ogni tanto fuggisse.
Ho vissuto tutto con grande sforzo, tanto che quando Ermes mi riportava alla vita reale per i consueti impegni quotidiani, non vedevo l’ora che mi riportasse di là. Più i giorni passavano e più io sognavo il ricongiungimento con lei.–
Questa fu la differenza principale rispetto alle nostre esistenze di un tempo: lasciare che lei vivesse e che si esprimesse con la sua vera e unica entità, senza reprimerla, senza sopprimerla.
Riuscimmo, quindi ad amarci e oggi nel mio viaggio con Mercurio l’amo ancora e tanto: viviamo una quotidianità speciale, siamo amiche, amanti e sorelle. Ci sosteniamo reciprocamente e nonostante i naturali conflitti, dati dalla diversità delle nostre sfere emotive, ci basta uno sguardo o una parola per congiungerci.
Eli è dentro me, se pur in modo immaginario, e quando i nostri corpi si fondono non esistiamo più. Diventiamo solo un unico essere che porta dentro di se l’Animus e l’Anima …
E Daniela sulla terra? La mia consapevolezza è molto diversa rispetto ad un tempo. Le mie relazioni sono migliorate perché sto tentando di entrare in contatto con le mie emozioni e non con quelle delle altre donne. Non voglio più assorbire e nutrirmi di loro.
Le mie energie maschili del tema mi portano ad una forte attrazione verso l’energia femminile che mi appaga in modo molto intenso, ma il mio percorso è quello di trasformare la relazione, in qualsiasi forma essa sia, in qualcosa di costruttivo che rispetti me e l’altro.
Il viaggio è ancora lungo, non sono giunta, sto solo percorrendo una via..
E quando avrò finalmente integrato il mio lato ombra, non avrò più bisogno di Eli nel mio mondo immaginario …
Attenderò, quindi,
che Ermes mi conduca in una nuova dimensione
ancora oscura alla mia mente oggi.
Un grazie speciale a Lidia e Corrado