Nella stanza l'aria è intrisa di profumi, fiori e incenso. Le donne si tengono per mano, mentre i loro corpi ondeggiano e danzano in un cerchio sempre più veloce. All'improvviso il cerchio si ferma. Le partecipanti alzano le braccia al cielo, il potere si avverte e fluisce verso le dita in direzione delle finestre. Fuori splende la luna piena.
La sacerdotessa vestita di rosso recita: “[...] ogni volta che avete bisogno di me, una volta al mese, meglio se con la luna piena, vi riunirete in un posto segreto per rendermi onore,[...]
[...] io sono la casta dea della luna [...]
Io sono la madre donatrice di vita, meravigliosamente fertile. Io sono l'anziana portatrice dell'eterno ciclo della morte e della rinascita che non avrà mai fine.
[...] sono tua sorella, tua madre, la saggia”.
Finita la preghiera le mani tornano a ricongiungersi lungo il cerchio. “Tu sei la dea” è la benedizione che si scambiano l'una con l'altra. La magia è compiuta.
La stregoneria, meglio oggi stregheria, è una spiritualità che celebra la magia della vita. Conosciuta e praticata tutt'oggi come Wicca o antica religione, rappresenta la rinascita di un culto pre-ebraico, pre-cristiano e pre-islamico legato alla dea. Strega deriva dal termine anglosassone Wicce che significa donna saggia. Veggenti, sacerdotesse, sciamane in contatto con forze divine ed invisibili, queste donne erano ostetriche e guaritrici che curavano con le erbe seguendo i cicli della natura ed i ritmi della terra. Il loro universo magico comprende cerimonie, invocazioni, incantesimi dove la luna ha un ruolo importante.
Nelle sue tre fasi o aspetti, questi culti lunari caratterizzano i Sabba e si sono perpetuati nel silenzio delle campagne, nel segreto di boschi incantati, nonostante le persecuzioni e le accuse di satanismo. Proprio da queste accuse ebbe inizio la crociata della Chiesa contro le streghe, che doveva stabilire una nuova egemonia religiosa in Europa. Decine di migliaia di persone furono uccise, gran parte delle quali erano donne. Molta dell'antica conoscenza andò perduta. Nonostante ciò la vecchia religione è tuttora viva e la luna è sempre presente nei suoi riti, fonte d'ispirazione, forza magica che rafforza e rallegra. E' il simbolo che, meglio d'ogni altro rappresenta la magnificenza visibile della grande madre o dea. Viene adorata e ammirata per quello che evoca simbolicamente nei cuori di coloro che sanno. Chi si affida alla luna non se ne va mai a mani vuote, torna sempre positivamente alla vita, sicuramente ricaricato.
La Luna è da sempre il simbolo della dea, della spiritualità femminile e dell'inconscio, le fasi lunari sono molto importanti per i rituali. Durante la luna crescente o piena, si possono fare magie per stimolare, accrescere ed attrarre, evocando le dee della fertilità. Il cerchio della luna piena viene chiamato Esbat. Invece in luna calante si eseguono rituali di purificazione ed allontanamento. Durante la luna nuova, nei Sabba, è propiziatorio fare magie ed incantesimi con cristalli e specchi per conoscere il futuro e per avere contatti con altri mondi.
Tre sono le fasi della Luna, come triplice è la Dea. E' la fanciulla nella fase di luna crescente, madre nella fase di luna piena e anziana o vecchia nella fase calante. Tre dee in cui sono polarizzati i tre momenti della vita della donna. Simbolo del tempo che passa e misura dei ritmi biologici, la luna, nei suoi perenni cicli è la rassicurante certezza di continuità.
Artemide
Artemide è la fanciulla, giovane vergine dea lunare, che vaga per i boschi accompagnata da un corteo di ninfe armate di arco e frecce. Fa fatica a relazionarsi col mondo maschile e col maschile interiore. Per questo motivo evita gli uomini arrivando ad uccidere chi è talmente temerario da guardarla. Dea vergine ed indipendente, segue i propri interessi senza bisogno di sostegno ed approvazioni poiché basta a sé stessa. Non ha bisogno di un uomo per sentirsi realizzata, sono sufficienti un lavoro e degli interessi che la appassionano. Il valore per lei non è dato da chi ha vicino, ma da quello che è e che riesce a fare. Molto importante è anche il sapersi accudire da sola. Questa dea luminosa, in contrapposizione ad Ecate l'oscura, è l'archetipo del femminismo, difatti è la protettrice delle donne, specialmente di quelle in giovane età. Assiste le partorienti durante il travaglio, nel mito aiuta la madre a far nascere il fratello gemello Apollo. Artemide è forza creatrice, istinto primordiale, femminile che si mette in discussione. E' la magia della libertà, del divenire, energia nuova ed attiva. Sa vedere oltre, come la cacciatrice che è in lei e che non sbaglia mai il bersaglio.
Nei riti magici viene presa in considerazione per propiziare nuovi progetti, per ampliare e rendere più forti attività o relazioni già esistenti. Il colore che la contraddistingue è il bianco. Sarà questo il colore dominante nella preparazione dell'altare della dea, nelle candele, nella frutta e nella verdura che lo orneranno.
Astrologicamente Artemide è la luna nei segni d'aria e negli aspetti con il pianeta Urano. In questo elemento prevale il bisogno di libertà, di comunicazione, di cambiamenti e scambio. Grandi sono gli ideali, le emozioni invece, vanno tenute sotto controllo poiché si sentono e si vivono, ma non si possono capire. L'ombra è il difficile rapporto col maschile.
Demetra
Nella fase di luna piena, la madre è rappresentata da Demetra, dea vulnerata. Qui il femminile ha già fatto un grande lavoro su di sé ed ora può vivere gli stadi più maturi e può realizzarsi come madre e come moglie, il rapporto con l'altro è l'aspetto più importante. Demetra è la dea della terra e delle messi. Vive con la propria figlia Persefone un rapporto simbiotico. Un triste giorno però, mentre raccoglie fiori in un prato, Persefone è attratta da un narciso, ma all'atto di raccoglierlo viene rapita da Ade, dio degli inferi. Demetra la cerca inutilmente dappertutto, la giovane figlia è introvabile. Per nove giorni e nove notti Demetra vaga per tutta la terra e tutti i mari senza mangiare e senza dormire. All'alba del decimo giorno viene a conoscenza del rapimento da Ecate ed Elio, ma non attenendo l'aiuto richiesto da Zeus, per la depressione lascia morire tutte le piante, che di conseguenza non danno più frutti. Dopo mille peripezie Persefone le viene restituita, anche grazie all'aiuto di Ermes che si offre di andarla a prendere negli inferi. Persefone però, prima di lasciare Ade, mangia del melograno e questo la costringerà a trascorrere solo due terzi dell'anno con la madre ed il rimanente nel regno degli inferi con Ade.
Quando Persefone è lontana dalla madre la terra avvizzisce e le piante non possono più dar frutto. Demetra è la madre che non può fare a meno della figlia che è il suo doppio, la sua infanzia, la sua giovinezza felice. La vita non è possibile senza la risposta dell'altro, soffre e sprofonda nella depressione. In queste donne la parte ombra è la dipendenza dal rapporto. Devono imparare ad accompagnare, senza trattenere, essere l'arco che scaglia la freccia.
Accettando i cambiamenti e anche le possibili perdite Demetra acquista saggezza e comprensione spirituale. Con la figlia a Eleusi istituisce una nuova religione chiamata “I Misteri Eleusini”. Questa dottrina misterica spiega l'origine del mondo, le vicissitudini della natura e le cause del bene e del male, però è una religione segreta, si conosce ben poco di ciò che insegna.
Alla luna piena, nella tradizione celtica, è attribuito il colore rosso, è associata alla magia della creatività, della fertilità e della sessualità. E' una fase di grande potere che può essere incanalato in ogni progetto creativo come creare un'opera d'arte e dare alla luce qualsiasi cosa. Regno della divinità femminile interiore, del subconscio, degli istinti, dell'intuito, è anche lo specchio che riflette la verità sacra dell'eterno femminino.
Astrologicamente troviamo l'archetipo Demetra con luna in toro ed aspetti luna-Giove. Nella prima fase del mito Giove è sempre sotto l'orizzonte. Demetra passa dalla seconda casa all'ottava con la depressione per la perdita di Persefone, per arrivare alla nona, il rinnovamento, con i Misteri Eleusini dove si celebra la morte come passaggio e trasformazione, non come fine.
Ecate
Nella fase calante o luna nera, Ecate è la dea più oscura, simbolo di morte, di paura e di tenebre. Con la luna nuova all'ululare dei cani, Ecate testimonia la sua presenza, invitando l'uomo a riflettere nell'oscurità il senso della morte, alla quale però, segue sempre la rinascita, la luna crescente.
Ecate è saggia ed introspettiva. Ha fatto propri i poteri della fanciulla e della madre, quindi oltre ad essere indipendente è anche creativa e lungimirante. E' il potere della donna nella menopausa, acquisito con la saggezza di una vita piena. Anche se anziana è sensuale e affascinante. Ha il dono della trasformazione e la capacità d'abbandonarsi nell'oscurità. Ecate è la dea più complessa, la più sacra. La vecchia saggia ha il potere della conoscenza, della guarigione. Trasmette potere magico e sciamanico, governa nell'aldilà e accompagna nel viaggio della morte. Ha la facoltà di muoversi nei tre mondi, quello degli spiriti, dei mortali e degli dei. Col patriarcato è la strega, immagine negativa dei miti greci. Legata ai Sabba delle streghe si dice che possa indurre alla pazzia, ma soltanto chi abusa dei suoi poteri. E' anche immagine di fine vita, perché aveva il compito d'accompagnare nell'aldilà.
Il colore attribuitole dalla tradizione celtica è il nero. Il contatto magico è quello della veggenza, del sentire. E' l'agente del cambiamento e della trasformazione. Nulla è impossibile ad Ecate, momento sconvolgente di trasformazione e metamorfosi è importante se vogliamo lasciare andare qualcosa o chiedere all'oscura signora di liberare la nostra mente e regalarci nuove idee e nuovi progetti da far crescere poi assieme a lei. In questa fase dimorano sogni, misteri, incantesimi, morte e rinascita.
Astrologicamente troviamo quest'archetipo con luna in capricorno, luna in aspetto a Saturno, ma anche aspetti luna-Nettuno, o luna in dodicesima per la capacità sciamanica di sentire, guarire o di andare oltre.
Nel 1888 una misteriosa donna conosciuta con lo pseudonimo di Maddalena iniziò ad un culto stregonesco un sessantenne americano, C.G. Leland, famoso per le sue ricerche sul patrimonio sapienziale degli zingari. Il primo gennaio 1897 gli consegna un testo che diventa il principale punto di riferimento Wicca, intitolato “Aradia” o il “Vangelo delle Streghe”, che Leland fa pubblicare due anni dopo. L'opera consiste in una raccolta di riti, credenze, invocazioni e anche scongiuri.
Nel 1938 un'adepta della stregoneria conosciuta come vecchia Doroty consegna a Gerald Gardner, in Inghilterra, il libro delle ombre compendio di rituali che Gardner diffonde dopo il 1951, anno in cui è depenalizzato quello che era il reato di stregoneria.
Nel 1952 Doreen Valiente diventa Gran Sacerdotessa Gardneriana nella quale credenza il potere delle streghe viene concepito come dominio della mente sulla materia e si basa su saperi esoterici e culturali quali lo sciamanesimo e la magia cerimoniale.
Di recente ha fatto parlare di sé Phyliss Currot, Gran Sacerdotessa Wicca che ha saputo conciliare una carriera di avvocato con l'impegno nei culti stregonici. La Currot, come altre streghe del resto, si sta adoperando per legalizzare la Wicca quale Chiesa e religione.
Molte donne in questi ultimi venti anni hanno cercato di ricostruire un modello funzionale ispirato alle culture egualitarie e pacifiche che veneravano la dea e che avevano previsto l'assalto del patriarcato circa cinquemila anni fa. Quello che è mancato è sicuramente la comprensione del sistema di difesa e di guarigione sciamanico. Se noi donne ritrovassimo la capacità di curarci con le erbe, di essere unite fra noi potremmo essere come Artemide, femmine e libere, come Demetra, nutrenti e accoglienti e come Ecate, sagge e magiche.