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    GLI ARTICOLI DI ERIDANOSCHOOL
- Astrologia e dintorni

GEMELLI SI NASCE
     a cura di Sandra Zagatti
 
GEMELLI SI NASCE
Riflessioni non solo astrologiche sulle nascite gemellari
Premessa

L'uomo ha sempre avvertito particolare interesse e curiosità per il fenomeno dei gemelli; ne sono testimonianza i miti di tutte le epoche e culture. L'immaginario mitologico li descrive spesso come complementari od opposti (uno umano e l'altro divino, uno buono e l'altro cattivo, diurno e notturno, bianco e nero, maschio e femmina...), ma in ogni caso, in qualsiasi modo o forma si presentino, sembrano esprimere il simbolo della dualità dell'uomo stesso: realtà intrinseca o necessità evolutiva che sia. A volte tale dualità si manifesta come conflitto, risolvibile solo attraverso una "scelta", laddove una parte si sacrifica, o viene sacrificata, a favore dell'altra; oppure lo scontro diviene incontro, e le parti finiscono per fondersi, ricongiungendosi in quell'Unità da cui erano partiti.

Anche la scienza ha dedicato grande attenzione ai gemelli. In seguito all'influenza delle teorie di Darwin e a partire da suo cugino Francis Galton fino ai giorni nostri, i gemelli sono stati infatti oggetto di studio da parte di medici, fisici, biologi, psichiatri e psicologi di tutto il mondo. Il metodo galtoniano, alla fine del secolo scorso, confrontò coppie di gemelli monozigoti ed eterozigoti, cresciuti insieme o separatamente, cercando di determinare la causa delle differenze individuali nell'eredità genetica (nature) o, viceversa, nell'ambiente culturale ed educativo (nurture); il primo paradosso emerso da tali studi, inizialmente attribuito ad un errore, portò a riscontrare "differenze inattese in gemelli che, avendo la stessa ereditarietà ed essendo cresciuti nello stesso ambiente, avrebbero dovuto essere simili"1. Un secondo metodo, ideato da Arnold Gesell negli anni '30, confrontò coppie di gemelli allo stesso livello di maturità, controllandone poi la diversa reazione all'apprendimento, spontaneo e guidato (co-twin control); in seguito Luigi Gedda, con un'intuizione tanto geniale quanto elegante, estese tale metodo utilizzando la malattia come elemento di paragone.2 Nel frattempo altri studiosi proseguirono in diverse rielaborazioni del metodo galtoniano, paragonando esclusivamente gemelli monozigoti ed arrivando alla conclusione che quelli cresciuti separati risultavano sorprendentemente più simili rispetto a quelli cresciuti insieme.

Questo fu l'ulteriore paradosso di cui René Zazzo in particolare si interessò, ideando un terzo metodo di studio che valutasse l'effetto della vita di coppia (è sua la definizione dei gemelli come di una "coppia eccessiva") nel ridurre o modificare i poteri dell'ereditarietà.

Prima parte [*]

Tempo fa, un caro amico mi fece notare che quando parlavo delle mie sorelle (due gemelle monozigoti) lo facevo sempre al plurale; dicevo appunto "le mie sorelle", mai Paola e Lucia, raramente solo Paola o solo Lucia. Dovetti ammettere che aveva ragione, e che il fatto fosse più che curioso: mi riferisco al fatto di considerare istintivamente le mie sorelle come una coppia indissolubile, se non quasi come un unico organismo; e questo nonostante abbiano esistenze, residenze, professioni, interessi differenti, differente fisionomia fisica e caratteriale, e da molti anni non camminino più tenendosi per la manina.

Al di là delle questioni psicologiche inerenti tale "curiosità" ma relative alla sottoscritta sorella minore, questa semplice considerazione mi suggerì l'idea, e la voglia, di osservare meglio o con occhi diversi il tema natale delle mie sorelle, nella speranza che la lente astrologica potesse aiutarmi ad identificarne, e soprattutto a comprenderne, non tanto le somiglianze a me già note quanto, appunto, le differenze.

Non è stato un lapsus: ho scritto "il tema natale" consapevolmente, per chiarire subito il mio intento: i temi sono ovviamente due, seppur alquanto simili, visto lo scarto di dieci minuti tra una nascita e l'altra, ma ciò che mi interessa non è tanto trovare una qualche specifica differenza tra i temi stessi, con cui giustificare almeno alcune delle differenze tra i soggetti (eureka! un bisettile tutto per Lucia!), ma cercare di capire come mai, con una dotazione complessiva di strumenti pressoché identica, la costruzione dei gemelli possa essere così diversa; e se di tale motivazione restino, nel caso, tracce astrologiche.

Storia vecchia, non c'è dubbio, vedasi il famoso esempio del re e del contadino inglesi... Ma il re ed il contadino erano soltanto "gemelli astrali", verosimilmente nati e cresciuti in ambienti e culture diverse, e questo spiegherebbe di per sé già molto del motivo per cui vissero anche diversamente. Non dobbiamo dimenticare che la "materia" con cui un tema natale si confronta ed in cui si esprime, diciamo pure si incarna, conta quanto il tema stesso (chissà quanti insetti o fili d'erba sono nati assieme a noi!): così, seppur per gioco, si potrebbe ad esempio ipotizzare che durante un brutto transito il re si sia ritrovato di fronte il popolo in rivolta, e il contadino abbia perso metà della vendemmia sotto la grandine; oppure, chissà, proprio mentre il contadino era occupato a salvare la metà superstite del vigneto, il re avrebbe potuto "mirare" inconsapevolmente una Rivoluzione Solare solo per presenziare all'abbandono di Hong Kong (cosa che è avvenuta un po' più tardi ma si fa per dire)...

Ma due gemelli? due veri gemelli?

I gemelli in condizioni normali, come appunto le mie sorelle, hanno la stessa famiglia, vivono nella stessa casa, si cibano degli stessi alimenti; di solito, almeno nell'infanzia, fanno le stesse cose e le fanno insieme, e quando cominciano a farne di diverse o separatamente, a quel punto tale autonomia è già una conseguenza più che una causa - o è comunque solo una causa ulteriore - della loro diversità!

È vero che su tale mistero, come ho detto, più che l'astrologia hanno già lavorato a fondo altre scienze e discipline, dalla biologia alla psicologia; ma il mistero resiste e rimane. Né serve molto continuare ad invocare la cultura o la natura per spiegare rispettivamente e contemporaneamente differenze e somiglianze: che dire ad esempio di certi gemellini, quando a mezz'ora dalla nascita uno è sotto monitoraggio nell'incubatrice e l'altro ciuccia sereno al seno materno?

Se l'eredità genetica è la stessa, e l'educazione non ha ancora cominciato la sua opera, dobbiamo per forza spostare più indietro, o comunque "altrove", le cause della diversità.3

È indubbio che già la nascita sia un'esperienza individuale, nonché forse, a sua volta, individualizzante: di fatto, c'è sempre un gemello che nasce per primo. Bene, ma perché lui e non l'altro?

Stranamente, è ancora molto diffusa l'idea per cui anche tra due gemelli monozigoti il primogenito sia il secondo nato, perché sarebbe lui, appunto, quello "concepito per primo": cosa ovviamente priva di senso, visto che il concepimento è lo stesso ed è unico, e solo in seguito lo zigote darà origine a due embrioni. La questione, in sé, non è particolarmente importante, e solo le famiglie reali si sono infatti preoccupate di legalizzarla, ma forse sarebbe il caso di riconoscere una volta per tutte che il primogenito sia, letteralmente, quello che nasce per primo (come Giacobbe aveva in fondo capito benissimo!). È tuttavia interessante notare quanto certe credenze abbiano radici solide, intrecciate ad antichi tabù, a storie lontane di dei e di demoni, echi di morali primitive e di culture confuse e spaventate per cui l'eccezionale era quasi sempre sinonimo di innaturale ed inquietante,4 se non addirittura pericoloso.5 Si legge di tribù in cui, "per ristabilire l'ordine infranto" da una nascita gemellare, non si esitava ad uccidere uno dei due bimbi (nel caso di gemelli di sesso diverso la femmina, nel caso di gemelli dello stesso sesso il secondo nato, considerato una "non persona"); e in molti casi la madre veniva ripudiata, allontanata o sottoposta a riti purificatori, perché considerata impura ed adultera.6

A proposito, sembra effettivamente possibile, per quanto assai improbabile, che il concepimento dei gemelli (eterozigoti!) possa anche non essere un evento unico: la realtà scientifica dei fenomeni della superfetazione (in cui il secondo ovulo è fecondato durante lo stesso ciclo mestruale) e della superfecondazione (in cui nonostante la gravidanza vi è un secondo ciclo ovulatorio) è alquanto controversa, ma i miti ne parlano da tempo. In essi, una doppia fecondazione è intesa quasi sempre come doppia paternità: "una violazione naturale ha cioè come interpretazione una violazione coniugale"7. Ed anche quando il "violatore" era un Dio nelle vesti del marito, solo la purezza delle intenzioni della moglie si salvava, mentre ciò di cui era stata strumento rimaneva nella dimensione sovrumana o disumana dell'adulterio: ad-alterum...

Tornando a noi, ci sono anche credenze più moderne sulle nascite gemellari. Per esempio, si pensa che il primo nato, avendo subìto per minor tempo lo stress delle contrazioni uterine, sia anche il più sano o comunque il più grazioso, e che questo fatto possa già influire sui rapporti di dominanza intergemellare; ancor più, aggiungerei, se aggravato dagli immediati ed incauti apprezzamenti dei nonni ("Guarda com'è bello Marchino!") o, in seguito, dalle memorie sempre più romanzate della madre ("La Francesca, poverina, mi ha fatto fare una fatica!!!"). Può sembrare in fondo un'ipotesi sensata. Nel caso delle mie sorelle, ad esempio, è andata più o meno così, e Paola, nata per seconda, è in effetti uscita un po' "accartocciata", mentre Lucia era senz'altro meno provata dal travaglio: la sua nuca e la sua fronte avevano (hanno) quella aggraziata forma che porta i parenti a dire "Che bella testina!" e che mia madre, pur non completamente convinta, ha sempre considerato una conseguenza del ruolo di "apripista" nel canale uterino... Ma andiamo! Conosco altri gemelli con o senza "bella testina" entrambi, e allora? Allora mettiamo questa spiegazione assieme a quella del primogenito ed accettiamo quella più credibile secondo cui anche il cranio si sviluppa dimensionalmente e morfologicamente nel periodo prenatale.

Ho raccontato queste cosette familiari per fare alcuni esempi e proporre alcuni argomenti, forse solo alcuni interrogativi. Tutti, in un modo o nell'altro e con strumenti più o meno raffinati od affilati sembrano avere risposte; tutti anzi manifestano un viscerale desiderio di risposte in merito, perché ancora, evidentemente, il fenomeno dei gemelli turba.

Ricordo che, da bambina, un'amica mi fece una domanda strana ed inattesa: "Cosa si prova ad essere la sorella di due gemelle?". Oh bella! Io non sapevo e non so cosa si provi a non esserlo, né ad essere figli unici, ad avere fratelli maschi o capelli biondi... come rispondere senza un termine di paragone? Risposi, comunque, giusto per darmi un po' di importanza: "Ah, è bello, ma è anche faticoso: loro sono sempre in due ed io da sola!". Ripensandoci, fu una risposta interessante: i gemelli sono effettivamente l'espressione più sintetica e diretta della nostra fatica terrena in quanto confronto-scontro con la dualità; e forse era il desiderio inconsapevole di ritrovare l'Unità che spingeva certi popoli a rifiutarli, persino ad averne paura...

Ma i gemelli, i "due", cosa ne pensano, come si vivono? Si amano, si odiano... Certo nemmeno loro sanno cosa si prova a non essere gemelli, e probabilmente nemmeno si sognano di tirar fuori complessità simboliche con cui descriversi; eppure, quando sento certi discorsi pur scherzosi tra loro, a proposito di chi sia davvero il primogenito, mi chiedo quanto della paura di essere ucciso, o di essere una "non persona", sopravviva nei recessi dell'inconscio..

Ma a proposito di persona: anch'io, come (quasi) tutti gli astrologi, considero come "punto zero" di un'esistenza il momento del taglio del cordone ombelicale, perché è in quel momento che nasce l'individuo, come entità unica ed autonoma. Ma qui il punto non è il legame con la madre, che verosimilmente e sostanzialmente si modifica con la nascita (e con l'inserimento successivo del padre o dell'ambiente familiare e sociale), bensì quello tra i gemelli, che con la nascita continua ma che è cominciato nove mesi prima.

Insomma, in condizioni normali (ma sono tanti i casi clinici di coppie gemellari che hanno prolungato le dinamiche prenatali, con l'esclusione del mondo esterno...), seppur diversa dalla vita seguente anche la vita intrauterina è già, per i gemelli, un'"esperienza condivisa"; eppure anche allora, già allora, è diversamente vissuta. Grazie alle moderne tecniche di indagine, come ad esempio l'ecografia, è infatti ormai evidente che anche nel periodo prenatale i gemelli si comportino in modi diversi, e c'è quello che scalcia mentre l'altro è più tranquillo e così via; tanto da autorizzare l'ipotesi che davvero la "testina" si sviluppi a quel tempo, così come, forse, una pur abbozzata personalità. Ma quanto indietro possiamo andare, ancora, per cercarne il motivo?

Parlando di personalità, in fondo, non posso non pensare a certi aspetti di quella delle mie sorelle che ben si adattano alle modalità della loro nascita. Da piccola Lucia, in famiglia, era scherzosamente chiamata "raffa-raffa" (sta per "arraffona", più o meno), alludendo con ciò a certe sue tendenze serenamente egoistiche, paragonate al carattere più timido e sottomesso di Paola; tra le due, sembra proprio essere lei la gemella dominante, e non ci troverei nulla di strano se persino nell'utero avesse "arraffato" più spazio possibile, e al momento decisivo avesse deciso di andare avanti per prima, giusto per togliersi il pensiero.

Naturalmente queste sono immagini fiabesche ancor prima che ipotesi intellettuali, ma l'interrogativo che le alimenta riguarda appunto la corrispondenza, o meglio l'analogia, tra certi comportamenti intrauterini, le condizioni o situazioni di nascita e la successiva vita dei gemelli: individuale, diversa, unica. Penso insomma a quelle che Arnold Gesell definì "differenze profetiche" e mi chiedo se siano solo la causa di un esistere differente o non già un effetto di un differente essere...

Seconda parte

Veniamo dunque alla "lente astrologica" che ho voluto assumere come testimone e strumento della mia ricerca, senza dimenticare che una lente di per sé è cieca, non vede, e semplicemente permette di vedere: forse meglio, forse solo più in dettaglio. Tuttavia ci sono sempre due occhi, dietro, ad interpretare le immagini che propone; nella fattispecie i miei, con tutte le riserve che un tale sguardo può esigere o giustificare.


Ma andiamo per gradi.

Sia gli astrologi (molti, se non tutti), nel tentativo di convincere i non astrologi della validità della loro scienza, che questi nel tentativo contrario, hanno sempre tirato in ballo i cosiddetti "influssi". I primi per dire che la questione sarebbe un po' più complessa ma comunque esistono e determinano, anzi no, magari inclinano soltanto; i secondi per dire che ovviamente esistono ma la questione è molto più semplice: intanto Plutone, per dirne uno, è troppo piccolo e lontano per farsi sentire, e comunque i pianeti di un tema non sono più lì dov'erano alla nascita per cui la loro presunta influenza non stando in cielo non sta nemmeno in terra (tutto ciò che è simbolico non è misurabile e quindi non vale...).

Il caso dei gemelli, poi, è sempre stato un cruciale campo di battaglia, in cui i detrattori dell'astrologia, ammettiamolo, hanno spesso avuto la meglio: "Ma come? Stesso tema natale, stessa eredità, famiglia, educazione... e guardate come sono diversi!!!". La difesa degli astrologi, se non una vera e propria ritirata, è stata spesso poco convincente, e comunque tesa a dimostrare che i gemelli non hanno affatto lo stesso tema: è ovvio che persino le nascite più veloci non possano essere contemporanee, e pochi minuti bastano a cambiare dettagli astrologici anche sostanziali. Questo è vero (anche se lo sanno solo gli astrologi), ed è altrettanto vero che tali "dettagli", nel corso della vita, vanno sempre più amplificandosi, perché una piccola differenza di esperienza infantile, o di reazione alla stessa, può diventare grande assieme all'individuo che l'ha vissuta.

Ciò che convince poco, almeno me, è il fatto che da questo punto di vista la "questione" non sarebbe né più semplice né più complessa, e semplicemente non esisterebbe: se i temi sono davvero diversi, perché tanto stupore di fronte alla diversità degli individui?


Vediamo tuttavia in cosa si possono differenziare i temi gemellari.

Non è raro che gli assi cardinali si trovino su segni differenti, per esempio agli ultimi gradi di un segno e ai primi di quello successivo. Sementovski-Kurilo, nel suo Trattato, parlando di "momento cosmico", cita a proposito dei gemelli un paio di casi del genere, giustamente sottolineando come certe differenze particolari non siano da considerare importanti soltanto relativamente ai settori specifici coinvolti, ma in generale, per l'insieme del tema stesso, che colorano in modo assolutamente diverso; quasi ad esprimere, più che influenzare, le differenze tra i soggetti. Purtroppo non si è spinto oltre, né ho trovato (ma può essere carenza mia) altri autori che affrontassero direttamente l'argomento.

Per spiegare le differenze di carattere o di destino dei gemelli, secondo una certa logica "obiettiva", possiamo comunque riassumere alcune possibilità, che dipendono prevalentemente, come è ovvio, dalla domificazione.

Se infatti l'asse Asc/Disc cambia di segno, cambia la "Persona", se non proprio la "personalità"; cambia comunque il modo di mostrarsi agli altri, nonché le reazioni degli altri di fronte all'individuo (cosa che a sua volta influenza le reazioni dell'individuo di fronte agli altri e così via); e cambia anche il rapporto con il corpo, con tutto ciò che può sottintendere e significare. Se è l'asse MC/IC a cambiare di segno, cambiano le ambizioni dell'individuo, o i valori che le alimentano o bloccano; cambia il concetto di autonomia e di responsabilità, e probabilmente l'interpretazione del rapporto con i genitori. Relativamente a fattori più sottili o particolari, lo stesso discorso vale se le cuspidi di alcune case cadono in segni diversi o formano aspetti più precisi con i pianeti personali: si tratta di "sfumature di colore", che l'eventuale diverso governatore può amplificare e che comunque possono avere un certo peso, anche in sede di Rivoluzione Solare.

C'è poi tutta una serie di ulteriori e minuziose sfumature su cui, volendo, si potrebbe perdere un bel po' di tempo, magari trovando qualcosa di interessante: mi riferisco alle Parti Arabe, agli aspetti con le Stelle Fisse o gli Asteroidi e così via... ma a mio parere si tratterebbe, nel caso, di informazioni troppo vaghe e contemporaneamente troppo dettagliate per essere utili. Anche l'interpretazione dei Gradi può aiutare poco, non solo perché in merito c'è poca conoscenza,8 ma perché anche qui si tratterebbe solo di differenze a livello di cuspidi, e non di posizioni planetarie, così che la confusione tra le diverse interpretazioni dei gradi si sommerebbe a quella dei diversi sistemi di domificazione, per approdare a risultati di dubbia utilità.

Tuttavia, a proposito di gradi, ammetto volentieri che l'interpretazione, o meglio la "reinterpretazione dei simboli sabiani" fatta da Dane Rudhyar mi è sembrata particolarmente illuminante in generale, per quanto relativa al particolare caso delle mie sorelle. Il grado zodiacale del loro Sole - 29° Toro - è infatti così descritto: "Due ciabattini lavorano ad un tavolo (il duplice carattere della comprensione matura l'uomo)".

Ripeto allora ciò che ho già detto. Senz'altro, a guardare bene, si possono identificare piccole ma numerose differenze nei temi dei gemelli; tuttavia la struttura del tema (il "tavolo") rimane la stessa, spesso in modo disarmante. Perciò, più che lavorare sui dettagli, è necessario a mio parere capire il carattere individuale che ha diversamente orientato, fin dalla vita intrauterina, la direzione esistenziale dei gemelli (i "due ciabattini").



Nel caso delle mie sorelle il Nodo Lunare cade tra la 4a e la 5a casa. Proprio così: tra l'una e l'altra, quasi fosse una soglia che Lucia e Paola hanno varcato in direzioni diverse, per pochi ma sostanziali gradi. Già forse la maggiore vicinanza di Marte al MC e la quadratura precisissima della Venere arietina all'Ascendente fanno pensare per Lucia ad una più spiccata volontà o aggressività marziale... Comunque, nel tema di Lucia l'asse nodale è sulle case 5a/11a: valori Leone/Acquario, Sole/Urano; nel tema di Paola è sulle case 4a/10a: valori Cancro/Capricorno, Luna/Saturno. Lucia, insomma, pare essersi "scelta" la parte solare-maschile-attiva del tema, e Paola quella lunare-femminile-passiva.

Ciò può spiegare molte cose o avere comunque molti significati, a partire dai più evidenti.

TEMA DI LUCIA E PAOLA

Nel loro tema, vediamo i luminari rispettivamente in Toro e in Gemelli: accostamento non proprio armonioso e direi persino contraddittorio, laddove il Sole tende alla stabilità e la Luna al dinamismo, anche a livello affettivo. Ed è Lucia, guarda caso, ad essersi sposata; Paola è rimasta nubile, pur cambiando diversi compagni.

Lucia, inoltre, è diventata mamma, Paola no. Il valore del Nodo echeggia anche a questo livello, ma non solo, ed è infatti interessante notare come la sua congiunzione con Nettuno (il MC è in Pesci) si sia diversamente espressa: Lucia (Nodo in 5a) nel suo lavoro insegna ai bambini la danza, organizza spettacoli, recite, giochi; Paola (Nodo in 4a) lavora invece in un centro di supporto per le famiglie di handicappati psichici, e sono questi i ragazzi che lei segue ed educa, e che in un certo senso ha "adottato".

Entrambe sono dirigenti, grandi lavoratrici, stimate nella loro professione. L'impegno che il loro lavoro richiede, in termini di tempo e responsabilità, è analogo. Ma di quel Saturno in 6a è Paola che si è addossata, come "competente" dei valori lunari, il peso maggiore: l'opposizione appunto con la Luna in 12a, con diversi problemi di salute ed un rapporto più travagliato con nostra madre.

Naturalmente non dobbiamo confondere i valori di un'immagine materna e paterna con il padre e la madre reali, ma a certi livelli possono anche coincidere: ed è comunque un fatto che tra le mie sorelle, che sono senz'altro molto simili, sia Paola a somigliare almeno un po' di più a nostra madre, mentre Lucia, come si dice, è "il ritratto sputato" di nostro padre. È lei che manifesta di più i valori Toro (anche nostro padre ha il Sole in Toro), con sembianze fisiche più "matronesche" ed una grande resistenza fisica e psichica; mentre Paola, che rappresenta la parte lunare del tema, manifesta maggiormente, con un'emotività più delicata ed una struttura fisica più fragile, i valori dell'Ascendente in Cancro.

Ho accennato, parlando di Paola, a certe problematiche di salute. Tenendo a mente le "differenze profetiche" di Arnold Gesell e gli studi di Gedda, vorrei a questo proposito fare una parentesi un po' meno discorsiva.

Come già detto, Paola anche nella vita intrauterina e in seguito al parto subì maggiori disagi e sofferenze. Le normali malattie infantili non hanno ovviamente risparmiato nessuna di noi, ma lei manifestò subito una certa tendenza a viverle con maggiore gravità. Ad esempio, mia madre ricorda che, dopo la vaccinazione antivaiolosa, Lucia ebbe solo una lieve alterazione mentre Paola raggiunse quasi i 40° di febbre; e fu l'unica tra noi a contrarre una forma di infezione para-tifica dal nostro gattino. È curioso anche il fatto che, quando Lucia ha partorito, con taglio cesareo e quindi in anestesia, è stata Paola ad avere mal di pancia prima e durante l'intervento...

Da ragazza, comunque, Paola ha avuto problemi di salute un po' più seri: fortunatamente non tanto per intensità o durata quanto per tipo di malattia. In particolare contrasse, verso i 13 anni, una forma infettiva simile alla tubercolosi; e a 18 anni manifestò i sintomi di una leggera epilessia, anche questa poi risoltasi, seppur con più tempo.

Relativamente alla tubercolosi, possiamo osservare con maggiore attenzione i valori Mercurio/Saturno. Nel tema delle mie sorelle c'è l'opposizione tra Saturno in 6a e Luna (in Gemelli) in 12a; con la Luna di Paola congiunta alla cuspide.

Consideriamo la data della prima radiografia che rilevò il principio di malattia.

TEMA DI LUCIA E PAOLA

La R.S. di quell'anno era a dir poco "parlante": l'Asc. di R.S. in Gemelli, congiunto a Marte, cadeva in 12a radix; il Sole di R.S. era pure in 12a di Rivoluzione e si opponeva a Nettuno in 6a; sempre nella 12a di Rivoluzione una strettissima congiunzione tra Mercurio e Saturno si opponeva alla Luna in 6a. L'unica differenza nella R.S. di Lucia era nell'orbita più ampia di Marte sull'Ascendente, e nella maggiore vicinanza di Giove alla cuspide della 6a casa.

La Rivoluzione Lunare in corso evidenziava un Ascendente in 11a radix, con Saturno in 1a di Rivoluzione (congiunto all'Ascendente di Paola), e la Luna opposta al Sole sull'asse 2a/8a. Nella Rivoluzione Lunare successiva (4 giorni dopo), i valori Mercurio/Saturno erano senz'altro protagonisti: l'Ascendente era in 3a radix, mentre in 3a di Rivoluzione c'era un nutrito stellium; la Luna era in 10a e il Sole, in Capricorno, strettamente congiunto al Discendente di Paola.

Relativamente all'epilessia guardiamo invece ai valori Mercurio/Urano. Nel tema natale c'è proprio una quadratura tra i pianeti, con Mercurio in 11a.

Consideriamo la data della prima crisi di Paola.

TEMA DI LUCIA E PAOLA

In quel periodo Sole e Mercurio transitavano in 8a casa; Saturno in 12a; Urano in 5a si opponeva a Mercurio.

La Rivoluzione Solare dell'anno segnalava un Ascendente in 11a radix con tre pianeti, Sole compreso, in 12a di Rivoluzione; Urano in 6a; Marte in 3a. Nella Rivoluzione Lunare in corso l'Ascendente era in 6a radix e la Luna sulla cuspide del Discendente (per quel che conta, quella di Paola per un solo grado già in 6a, quella di Lucia per un grado ancora in 7a); in quella successiva (anch'essa 4 giorni dopo) l'Ascendente cadeva sull'Ascendente natale e la Luna in 12a.

Terza parte

Diversi anni fa, non ricordo più quando e purtroppo nemmeno in quale occasione, lessi o ascoltai il parziale racconto di due gemelle: una paralizzata dalla pancia in giù, non so se in seguito ad un incidente o ad una malattia, l'altra ballerina. A quel tempo non mi interessavo di astrologia, ma sapevo riconoscere un'analogia simbolica, o mi dilettavo nel tentativo di farlo. Relativamente a queste gemelle, comunque, pensai subito: accidenti, quanto sono state importanti nella loro vita le gambe... le gambe e il movimento in generale, seppur in modo così diverso, anzi opposto! E mi venne in mente che i gemelli potessero essere diversi a livello di "come" più che di "cosa"; e che la loro diversità potesse essere soltanto o soprattutto una questione qualitativa: questione di vivere, sperimentare, manifestare, esprimere la stessa "vita"... ma appunto in modo diverso, o su diversi livelli.

Ma qualità e quantità non si escludono a vicenda, tutt'altro. Il paradosso emerso dagli studi che ho citato in premessa, per cui i gemelli cresciuti separatamente risultano statisticamente più simili di quelli cresciuti insieme, è spiegato forse dal fatto che, separati, i gemelli possono vivere autonomamente e liberamente tutto il loro tema natale, mentre viceversa tendono a "spartirselo". Se si deve dormire in due nello stesso letto singolo, se si deve mangiare dalla stessa unica porzione di cibo, è naturale, è inevitabile che ci si organizzi, distribuendosi le parti, per quanto non sempre in modo equo.

Anche in condizioni normali, infatti, i gemelli si identificano spontaneamente in due categorie, che chiamerei, mutuando una definizione patrimoniale, di "separazione" e di "comunione"... e ci sono quelli che dividono le cose da fare a livello quantitativo, così da farne, da soli, ognuno la metà (a volte in modo talmente radicale da differenziarsi anche fisicamente), e quelli invece che fanno tutto contemporaneamente, ognuno metà di ogni cosa, e che magari anche da adulti vivono insieme, lavorano insieme o vestono allo stesso modo. Questi ultimi sono forse corrispondenti psichici, più o meno gravi, dei gemelli siamesi, per cui la separazione è spesso fatale.

A tal proposito devo dire che mi dispiace non poter studiare il tema di una coppia di gemelli siamesi, ma ricordo che una trasmissione televisiva di un paio di anni fa trattò il caso di due gemelline (tedesche, mi pare) nate quasi completamente unite e successivamente separate, con un intervento tanto complesso chirurgicamente quanto umanamente coraggioso e drammatico. I filmati della loro primissima infanzia mostravano due bimbe unite dal collo in giù: apparentemente, un unico corpo a due teste... Quella loro straziante e "mostruosa" condizione rendeva difficile alla ragione considerarle due individui, eppure erano due i cuoricini che battevano, due i cervelli, due i volti da accarezzare, e le bocche che balbettavano, si aprivano al sorriso o si piegavano in un cruccio. Due, pure, erano le personalità, a sentire i genitori: una delle due bimbe era infatti molto più vivace, chiacchierona ed allegra, mentre l'altra era spesso taciturna, dormiva meno e peggio, aveva il viso più magro e sembrava in generale più sofferente.

Queste due gemelline, come ho detto, furono poi separate, e non starò a dilungarmi nei dettagli dell'immane compito che i genitori, i chirurghi e gli psicologi di supporto dovettero affrontare prima, durante e dopo l'intervento. Dirò solo che nonostante tutti i loro sforzi una delle due bimbe non ce la fece, e non era quella più fragile: era l'altra. Già tanto provati dal dolore, i genitori erano ancor più preoccupati delle conseguenze che la loro figlioletta sopravvissuta avrebbe potuto subire in seguito allo choc di quella violenta separazione, fisica ed affettiva, ma con felice stupore nel giro di poco tempo poterono constatare che era tranquilla e in salute, e le riprese televisive la mostravano infatti mentre gironzolava su e giù per casa trascinandosi sull'unica gambina o sforzandosi sulla protesi, ma sempre chiacchierando e ridendo. Loro stessi ammisero che sembrava aver acquisito la forza e la personalità della sorellina morta, ma naturalmente non persero tempo in speculazioni filosofiche, perché ciò che importava era che lei stesse bene.

A questo punto credo sia necessario non farsi confondere dall'emotività e chiarire un fatto importante. Entrare nel merito di storie così estreme per filosofeggiare sul senso della vita è un'impresa ardua e al limite del buon gusto, ed io ne ho parlato solo per stimolare alcune riflessioni. Ritorno comunque a parlare delle mie sorelle, come rappresentanti di una "vita gemellare" più normale e comune.

Abbiamo visto che Paola ha vissuto esperienze che Lucia si è risparmiate: sembra quasi che Paola sia stata la sua controfigura, o meglio il suo parafulmine, almeno per ciò che riguarda la salute. Ma sarebbe a mio parere assai sbagliato valutare questa realtà alla luce della partecipazione affettiva o del giudizio morale, scivolando così in un ennesimo paragone classificatorio (Paola è più buona, Lucia più cattiva, quindi è meglio Paola; oppure Paola è più fragile, Lucia è più forte, quindi è meglio Lucia... tanto per semplificare).

Il concetto di "gemello dominante" è tutto fuorché assoluto, nonché, a volte, ingannevole; non solo perché ci possono essere casi di "apparente dominanza", ma soprattutto perché tale concetto viene annullato da quello, alternativo, di semplice diversità individuale. Per questo la divisione in ruoli non è una resa (di un gemello a favore dell'altro o addirittura reciproca) ma è viceversa una strategia di difesa ed affermazione della rispettiva individualità.

Insomma è vero che, come dice René Zazzo, "non esiste coppia che non produca un effetto di coppia"9, ma la causa di questo effetto è a mio parere da ricercare nel singolo, non nella coppia, essendo legata ad un naturale istinto di differenziazione e quindi di individuazione.10 Autoaffermarsi significa in un certo senso trovare una propria ed appropriata collocazione, una sorta di "nicchia ecologica" all'interno della collettività di cui si fa parte; e questo vale prima di tutto e soprattutto all'interno della collettività familiare. Le dinamiche familiari sono infatti spesso più complici che competitive, anche se a livelli sottili...

Pensiamo a questo: Lucia era la primogenita e la più bella delle due; Paola la più piccola, meno bella ma più dolce e delicata. Poteva funzionare. Ma quando, sedici mesi dopo, nacqui io, prendendo naturalmente ed immediatamente per me il ruolo della vera "piccolina", cosa poteva fare Paola per dichiarare il suo (anche il suo) esserci? il suo dominio sulla società-famiglia? Non dimentichiamo quel Saturno in 6a... lei diventò la "malata".11

Ma quando è stato scelto questo ruolo? Come mai fu così agevolato dalla natura, ben prima che io nascessi e in fondo anche prima che nascessero le mie sorelle? Serve investigare freudianamente su un'ora o un evento "zero" di cui tutto il resto è stato conseguenza, se l'ora e l'evento si spostano inesorabilmente sempre più indietro, dall'infanzia alla nascita all'esistenza intrauterina? E siamo poi tanto sicuri che 18 ore di travaglio, con Lucia in "pole position" siano state per lei più piacevoli che per Paola?


L'errore, quando si parla dei gemelli, è quello di paragonarli, istintivamente e continuamente. Se prestiamo attenzione a certi commenti anche banali da parte di familiari o amici, sentiremo spesso frasi del tipo: "X è un dormiglione, mentre Y starebbe sempre sveglio", "X è un vero dongiovanni, mentre Y è più timido con le donne"... e così via. L'errore sta in quel "mentre", che è appunto usato come valore avversativo ("invece"), piuttosto che come valore temporale ("contemporaneamente").

Viceversa, io vorrei difendere l'unicità e la legittimità di ogni percorso esistenziale ed evolutivo, eliminando il giudizio di merito o di preferenza tra quelli degli individui-gemelli ed ipotizzandone la complicità, o quanto meno la reciproca utilità strumentale: avrebbe potuto, Lucia, vivere un'esperienza di maternità, con alle spalle la storia di salute di Paola? e Paola avrebbe potuto provare la necessaria compassione per chi sta assai peggio di lei, se fosse stata sempre sanissima come Lucia?

Quarta parte

Nel tema delle mie sorelle ho "usato" la diversa posizione dei Nodi Lunari per fare un'ipotesi, o semplicemente una riflessione, in merito alle loro differenze; non è comunque detto che questo valga per ogni tema gemellare, in cui i Nodi possono senz'altro trovarsi nelle medesime case, e possono essere invece altri gli elementi da considerare. Ciò che intendo ipotizzare è infatti che i gemelli operano una diversa elaborazione degli stessi simboli perché questa è filtrata da valori individuali, che vengono indicati da una sottile enfasi su certe case ma che poi si "propagano" per analogia ai segni o pianeti a queste corrispondenti, nonché ai loro rapporti (per presenza, per governo, per aspetti e così via) con il resto del tema.

Non si tratta - mi ripeto - di diversità astrologiche particolari ed oggettive, ma di diversità generali e soggettive: precedenti o forse indipendenti sia dall'eredità genetica che dalle influenze culturali. In ogni caso, si dovrebbe riuscire ad identificare l'asse direttivo su cui tutto il tema tende a "ruotare" e a cui ogni gemello tende a riferirsi, nel proprio modo di vivere quel tema.

A semplice titolo di esempio ulteriore, propongo sinteticamente altri due casi gemellari.

Manuela e Michela:

Si tratta di due mie care amiche dai tempi dell'adolescenza, donne simpatiche ed intelligenti; molto carine. Nessuna delle due è sposata o ha figli.

TEMA DI LUCIA E PAOLA

Anche qui abbiamo nascite alquanto ravvicinate. Pochi gradi di differenza bastano però a far cadere l'asse Asc/Disc su segni diversi.

I valori personali evidenziati vengono quindi ad essere, rispettivamente:

per Manuela, Gemelli/Sagittario - Mercurio/Giove - 3a/9a;

per Michela, Cancro/Capricorno - Luna/Saturno - 4a/10a.

È Manuela, dunque, la "titolare" dei valori maschili, essendo il Sole nella "sua" 9a casa. Vorrei però fare una puntualizzazione, per quanto ovvia: i termini "maschile" e "femminile" (così come "attivo" e "passivo", "positivo" e "negativo") non vanno presi alla lettera, e più che un vero e proprio atteggiamento definiscono un valore simbolico, o meglio ancora un approccio interiore e non necessariamente consapevole alle esperienze e alla loro elaborazione, che tuttavia viene reciprocamente comunicato ed avvertito. In questo caso, noto per esempio che, a prescindere dalle apparenze comportamentali, Manuela ha sempre espresso una certa autorevolezza nella coppia gemellare (Giove), per cui il suo parere e il suo giudizio - ed anche la sua salute e la sua serenità - sono sempre stati di primaria importanza per Michela.

Ma proseguiamo. Al loro Sole acquariano in 9a casa entrambe devono una forte predisposizione alle amicizie, la passione per i viaggi e la conoscenza delle principali lingue straniere. Solo Manuela, però, si è trasferita all'estero: lavora infatti come consulente in una società inglese, nell'ambito della Commissione Europea a Bruxelles (Mercurio in 10a e Giove sagittariano in 7a). Michela, invece, abita ancora con la famiglia, con cui (forse per i valori 4a/10a "più sentiti" e per quel Plutone "più congiunto" al Fondo Cielo) ha un legame maggiore, nel bene e nel male; lei lavora invece in uno studio legale (Luna in Bilancia e Saturno in 7a).

Conoscendole, posso dire che una certa problematica genitoriale esiste per entrambe, e a diversi livelli: pare evidente, però, che Manuela, "prendendo per sé" i valori Gemelli/Sagittario, più mobili (con il Sole in 9a, più libero), abbia lasciato le competenze e le responsabilità di questa problematica a Michela e ai suoi valori Cancro/Capricorno e 4a/10a. La diversità di Ascendente si è per altro evidenziata nel tempo, probabilmente grazie anche a questo vissuto, e Manuela è diventata più espansiva, mentre Michela è diventata più taciturna ed introversa; anche da ragazzine, comunque, Michela aveva un carattere più delicato e insieme più caparbio (Cancro/Capricorno, appunto). Ma è Manuela che, in questo modo, vive più direttamente ed intensamente l'opposizione tra Sole e Urano: sembreranno sfumature, ma è diventata più ansiosa e negli ultimi tempi (a differenza di Michela) ho saputo che soffre pure di pressione alta!

Claudio e Fabio:

Si tratta del mio ex marito e di suo fratello. Sono uomini dal carattere complesso, non facile, ma dotati di un indubbio fascino, che combinano in modo diverso dolcezza ed aggressività. Claudio ha una figlia.

TEMA DI LUCIA E PAOLA

Qui la differenza nell'orario di nascita è maggiore, ma l'asse Asc/Disc cade comunque negli stessi segni. Cade invece in segni diversi l'asse FC/MC.

Possiamo dunque identificare i seguenti valori personali:

per Claudio, Bilancia/Ariete - Venere/Marte - 7a/1a;

per Fabio, Scorpione/Toro - Plutone/Venere - 8a/2a.

Dato il loro Sole in Scorpione, sembra essere Fabio a vivere i valori maschili-attivi del tema, ancor più considerando che la Luna cade proprio sull'Ascendente di Claudio. Oggi è senz'altro così, ma non lo è stato sempre, soprattutto nell'adolescenza. Forse per via della Luna "solarizzata" dal Leone e del Sole "lunarizzato" dalla 4a casa, il ruolo di gemello dominante è stato sempre un po' difficile da riconoscere ed impersonare, tra loro. Con questi valori astrologici, d'altra parte, Claudio e Fabio hanno in comune almeno un governatore planetario (Venere per Bilancia e Toro), e tradizionalmente anche l'altro (Marte per Ariete e Scorpione), ma il senso di queste "direzioni" individuali è invertito, tanto da far pensare di avere davvero un significato coscienziale e non solo esistenziale...

Ma consideriamo ad esempio Venere, che come ho detto ha a che fare sia con i valori Bilancia di Claudio che con quelli Toro di Fabio. Essendo, per Claudio, in analogia con la 7a casa, non posso non pensare ai suoi due matrimoni (il Discendente è in Acquario), entrambi con donne di altre regioni, che almeno nelle fasi iniziali della relazione l'hanno costretto a frequenti spostamenti (è proprio la Bilancia ad ospitare la 3a casa). Sembra in pratica che Claudio abbia vissuto più di Fabio il valore sagittariano di questa Venere, e in fondo, poiché ha generato una bella bimba, anche di uno tra i significati della sua presenza in 5a casa.

Considerando il MC anche come indicatore degli aneliti di autonomia (ho notato che spesso tali aneliti, laddove altrimenti più difficile, si evidenziano nei cosiddetti hobby), c'è da dire che Fabio è un appassionato studioso della natura (MC in Toro), ed esprime i propri valori plutoniani (FC in Scorpione) anche nella passione per le "immersioni negli abissi": è infatti un esperto subacqueo. Claudio è sempre stato più "sportivo" (MC in Ariete) di Fabio, con una preferenza tuttavia per gli sport maggiormente "di moda" (FC in Bilancia): il tennis, poi lo squash, ed oggi il golf...

Insomma, almeno all'apparenza o nelle intenzioni, è Claudio il gemello che, come dire, "si fa notare" di più. Questo in fondo conferma i valori già descritti: la Bilancia è un po' vanitosetta e l'Ariete tende a primeggiare, o comunque ad iniziare e proporre, mentre lo Scorpione lavora in modo più invisibile e il Toro in modo più lento, tendendo piuttosto a consolidare. Nell'azienda familiare in cui entrambi lavorano, non a caso Claudio ha sempre curato il settore commerciale (un'altra risonanza: 7a casa in Acquario ed 11a in Gemelli... "mercurialità" che si aggiunge a quella della 3a casa in Bilancia) e Fabio quello amministrativo; inoltre, dopo la morte del padre, si può dire che sia Fabio ad avere in un certo senso "ereditato" su di sé il ruolo di capofamiglia (a conferma dei valori 2a/8a).

Ecco. L'analisi di temi gemellari potrebbe e dovrebbe forse continuare, ma se mi fermo qui non è per scarsa voglia o capacità di trovare altri esempi. Essendo il mio un ragionamento "a ritroso", che parte dal motivo conduttore delle singole esistenze per cercarne le motivazioni nel tema, era necessaria una conoscenza dei soggetti in esame; per spiegare e descrivere la mia ipotesi, tuttavia, non credo sia altrettanto necessario dilungarmi.

Conclusione

Effettivamente, ho una discreta "esperienza" di gemelli. Ne ho avuti sempre intorno: non solo le mie sorelle, mio marito, le mie amiche... ma anche mio nonno, il mio primo ragazzo ed altri conoscenti e persino compagni di scuola. Grazie a questa mia situazione, non eccezionale ma abbastanza peculiare, ho potuto riflettere su gemelli "viventi" (oltre che conosciuti), e non solo su esempi storici, casi clinici o teorici.

Ciò nonostante, al termine di queste mie riflessioni mi rendo conto di aver manifestato più dubbi che certezze; a me stessa prima di tutto. Forse definirli dubbi è riduttivo, trattandosi in realtà di "sospetti", ma come potrei avere certezze su un argomento che più di altri, anche astrologicamente, contiene il mistero della vita (di una vita) e del suo senso?

Sono tante le domande, altrettante le risposte che la scienza tradizionale ha fornito o comunque cercato; in particolare la psicologia, che estendendo l'oggetto dell'indagine conoscitiva dal corpo alla psiche ha fatto fare un enorme passo avanti sia alla scienza medica che alla cultura. Ma manca ancora, sempre, qualcosa. Forse manca solo a livello di postulati, e sono le domande ad essere carenti, se non errate, non gli strumenti di ricerca di risposte. Per un comprensione totale, tuttavia, diciamo per una vera comprensione, credo sia necessario almeno ipotizzare un trasferimento della sede coscienziale dell'individuo dalla propria ragione alla propria Anima.12

Così, io penso (ammetto) che l'eredità genetica, il contesto culturale, l'educazione familiare e scolastica e l'ambiente in genere abbiano una grandissima influenza sulla formazione dell'individuo; diciamo pure che collaborano affinché la sua vita sia una "determinata" vita. Viceversa non penso che gli "astri" (quelli che transitano sulla famosa testina del neonato al momento della sua nascita) determinino alcunché, per lo meno non nel senso di una causa che produca un effetto e finita lì. Penso piuttosto che siano essi, nella loro configurazione e nel loro significato nel tema natale, l'effetto di una causa precedente: di un'intenzione originale, di un progetto dell'Anima.

La prima parola pronunciata da mia sorella Paola non fu "mamma" o "papà", né "tata" né "bumba" o deliziosi balbettii di sorta. Fu "NO"; e lo disse in modo chiaro, serio e sibillino. Nostra madre lo ricorda bene, e mi ha sempre raccontato che Paola in quel momento era sola e tranquilla a pochi passi da lei, mi pare in attesa della minestrina; nessuno le stava parlando o sollecitandola a parlare, non c'era alcun gioco in corso e insomma quella bimba sul seggiolone non stava apparentemente facendo nulla.

Chissà, forse stava pensando... Ma di quale pensiero poteva essere conclusione quel suo "no"? Perché sentì il bisogno di comunicarlo, e cos'era ciò che comunicò: un rifiuto, un dissenso, una protesta?

Cominciare a parlare significa in fondo desiderare od accettare l'inserimento nel mondo. Ed io ho sempre pensato, affascinata, che quella di Paola possa non essere stata una semplice ripetizione di una parola sentita da altri (rimarrebbe comunque da chiedersi come mai memorizzò quella, tra le tante), ma una vera e propria dichiarazione, per quanto sintetica o persino simbolica. La dichiarazione - al mondo, alla vita - di una scelta.

Come in una fotografia, l'"istantanea" celeste rappresentata dal tema natale ha anch'essa una parte ricettiva ed una parte espressiva, una che viene "fecondata" dalla luce ma che poi rimane nell'ombra della camera oscura, per "creare" l'altra parte, quella che si mostrerà, si vedrà e si noterà. Una parte femminile ed una maschile, insomma, una negativa ed una positiva, manifestamente diverse ma necessarie l'una all'altra.

Ecco, forse Paola scelse (o capì di aver scelto) di essere il "negativo" dell'immagine in comune con Lucia: e così diede vita alla propria realtà... o realtà alla propria vita.

Anche l'Anima dei gemelli è individuale. Ed anche nel caso di gemelli - in particolare in quel caso - più che di determinismo parlerei quindi di determinazione... quasi l'Anima avesse bisogno, per evolvere e ricongiungersi all'Unità, di un confronto ancor più diretto con la dualità: un confronto dall'interno, che permetta o pretenda di esperire il ruolo di "parte" scoprendone il valore di partecipazione nascosto dietro al senso di privazione, e di cui il fratello gemello è costante testimone esterno.

La natura gemellare è forse più ermetica (da capire) e più delicata o difficile (da vivere), ma è sempre, appunto, Natura: come disse Montaigne, "una dolce guida, ma non più dolce che prudente e giusta".

NOTE

[*] Tutti i nomi di persona usati in questo lavoro sono inventati.

1 F. Barbieri, C. Fischietti: Crescere Gemelli, Ed. Phoenix, Roma 1997, p. 33.

2 "Il desiderio di noi medici di sapere quali sarebbero le caratteristiche di un soggetto se non fosse malato è pienamente soddisfatto". Citato in F. Barbieri - C. Fischietti: op.cit., p. 35.

3 "Oltre la natura e la cultura, sembrerebbe esserci qualcos'altro...". James Hillman: Il codice dell'anima, Adelphi Edizioni, Milano 1997, p. 167.

4 "Nel tentativo di spiegare i parti plurimi, gli antichi si sono davvero sbizzarriti. Secondo Aristotele il concepimento di gemelli è la conseguenza di un rapporto sessuale accompagnato da un surplus di materia seminale: "Si ha in un colpo solo l'emissione da parte del maschio di una quantità di sperma in grado di formare più esseri", scrive nella Generazione degli animali. (...) Infine, un trattato ippocratico attribuisce la nascita di due gemelli di sesso diverso a una variazione della qualità dello sperma al momento del concepimento: il seme più umido e più debole genererà una femmina, quello più denso e più forte produrrà un maschio. Un seme della stessa natura darà origine a gemelli dello stesso sesso." ("Tempo medico" - http://www.essai.it/tempomedico/news).

5 Secondo l'interpretazione divinatoria dei sacerdoti caldei, "se una donna partorisce due bimbi: vi saranno tempi difficili nel Paese; il Paese sperimenterà l'infelicità; vi saranno tempi cattivi per la causa del loro padre...". Giovanni Pettinato: La scrittura celeste, Ed. Mondadori 1998, p. 51.

6 F. Barbieri, C. Fischietti: op.cit., p. 14.

7 René Zazzo: Il paradosso dei gemelli, Ed. La Nuova Italia, Firenze 1987, p. 59.

8 "Siamo certi che soprattutto per quanto riguarda i gemelli genetici possano essere i singoli gradi zodiacali a darci delle risposte attendibili. Il guaio è che se ne sa pochissimo.". Ciro Discepolo: Nuovo dizionario di astrologia, Ed. Armenia, Milano 1996, p. 220.

9 René Zazzo: op.cit., p. 25.

10 "Il legame intracoppia viene aggravato da parenti ed estranei che considerano simpatica l'esistenza di due fanciulli apparentemente identici. (...) L'individualità del singolo gemello che, malgrado le apparenze, esiste fin dalla giovane età, deve essere incrementata mediante un vestiario differente, una frequenza scolastica in classi differenti, (...) una partecipazione ad occasioni ricreative differenti che servano a promuovere amicizie diverse.". Dal decalogo per genitori di gemelli a cura del Prof. Luigi Gedda, Direttore dell'Istituto Gregorio Mendel ("Gemelli on line" - http://www.marconinet.it/depi/gemelli).

11 "Se un gemello diventa schizofrenico, l'altro ha maggiori probabilità di non diventarlo, che di diventarlo a sua volta.". James Hillman: op.cit., p. 171.

12 "Questa lettura dei dati confermerebbe il mito platonico, secondo il quale ciascuna persona nasce con un innato paradigma, che non coincide con la dotazione genetica e che recede gradualmente negli anni centrali dell'infanzia (...). Alla fine dell'età adulta, quando la vocazione, il carattere e il destino sono diventati più ineludibili, ecco che anche allora l'intelligenza, e tutto ciò a cui essa si dedica, torna ad appartenere di più al codice dell'anima che non a quello genetico.". James Hillman: op.cit., p. 175.



BIBLIOGRAFIA

F. Barbieri, C. Fischietti: CRESCERE GEMELLI; Ed. Phoenix, Roma 1997
René Zazzo: IL PARADOSSO DEI GEMELLI; Ed La Nuova Italia, Firenze 1987
J. Dunn, R. Plomin: VITE SEPARATE; Ed. Giunti, Firenze 1997
James Hillman: IL CODICE DELL'ANIMA; Adelphi Edizioni, Milano 1997
Ciro Discepolo: NUOVO DIZIONARIO DI ASTROLOGIA; Ed. Armenia, Milano 1996
Nicola Sementovsky-Kurilo: ASTROLOGIA - TRATTATO TEORICO PRATICO; Ed. Hoepli, Milano 1991
Dane Rudhyar: IL CICLO DELLE TRASFORMAZIONI; Ed. Astrolabio-Ubaldini, Roma 1988
 

 
 
 
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