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    GLI ARTICOLI DI ERIDANOSCHOOL
- Astrologia e dintorni

PADRE PIO: UN SANTO PLUTONICO
     a cura di Fabio Cassani
 
PADRE PIO: Un Santo Plutonico
“M’è accaduto qualcosa, non posso più dubitarne.
E’ sorta in me come una malattia..”
Jean-Paul Sartre, “La nausea”


La recente uscita del libro dello storico Sergio Luzzatto su “Padre Pio: miracoli e politica nell’Italia del Novecento” apre anche per un astrologo nuove porte verso l’esame psicologico di una figura così controversa. Il libro di Luzzatto infatti è il primo che utilizza strumenti storici e scientifici per ricostruire la figura del frate di Pietrelcina. Seguendo alcuni passi del suo libro, si potrà procedere finalmente- forse- ad una analisi astrologica della figura di Padre Pio, che non sia offuscata da pretese agiografiche o al contrario da rifiuti precostituiti; al tempo stesso, la figura di Padre Pio potrà illuminarci su alcuni aspetti di un pianeta altrettanto controverso, il pianeta Plutone.

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Padre Pio nasce il 25 maggio 1887 a Benevento, alle 17.00 ora locale. Il suo tema natale è privo di angolarità. In questa situazione, credo non ci possano essere dubbi sul fatto che Plutone sia la dominante del tema. L’ex-pianeta infatti governa l’Ascendente Scorpione ed è strettamente congiunto al Sole, oltre che a Mercurio e a Marte. Sono di rilievo peraltro gli aspetti “sublimanti” di Saturno (congiunto a Venere) e Nettuno (congiunto a Marte) nonché di Urano, quadrato alla Luna e trigono al Sole. Nettuno, oltre che a Marte, è anche congiunto a Mercurio e al Sole. Questi aspetti sono stati certamente essenziali nell’orientare la dominante plutonica, usualmente più in odore di zolfo che di santità, verso uno stile di vita che usualmente non le compete. Un Santo plutonico dunque. E’ questo possibile? Pare proprio di sì.
Le cronache riportano la figura di una persona piccola, gli occhi e i capelli neri, il naso aquilino, lo sguardo penetrante. La corporatura era magra, la postura leggermente curva. Pienamente in linea con l’ascendente Scorpione. Il carattere era semplice, in parte buono (Luna e Venere in Cancro, Nettuno congiunto al Sole), in parte ombroso e burbero (Asc. Scorpione), a tratti giocoso (Gemelli). La preparazione teologica del frate era modesta, ma era pienamente compensata da altre doti, tipicamente “plutoniche”. Tra il 1911 e il 1913 il giovane Francesco Forgione (questo era il suo nome di battesimo), appena ordinato sacerdote, scrive varie dozzine di lettere ai suoi padri spirituali, lettere in cui descrive in maniera appassionata il suo trasporto mistico, l’intenso dolore, l’identificazione con Cristo, la lotta con il Diavolo che gli appare nelle più varie forme. Peccato che queste lettere fossero copiate pari pari dal diario di una famosa mistica, Gemma Galgani. Pochi anni più tardi, Padre Pio riesce ad evitare di essere spedito sul fronte della Grande Guerra grazie a una raffica non di mitra, bensì di certificati medici e raccomandazioni. Un imboscato, dunque. Del resto sulle doti di astuzia e opportunismo di un Plutone sostenuto per di più da valori Gemelli non dovrebbero esserci dubbi.
Quanto alle stigmate, esse comparirono sul corpo di Padre Pio il 20 settembre del 1918. Verso le 9 di mattina di quel giorno, mentre è raccolto da solo in preghiera, egli vede davanti a lui un “misterioso personaggio1”, che perde sangue dalle mani, dai piedi e dal costato. Poco dopo il personaggio scompare, ma nel frattempo le piaghe si sono trasferite sul corpo del frate. Anche qui è Plutone il maestro d’opera, dato che l’unico transito di rilievo del frate in quel momento è il passaggio del nostro astro sulla Luna di nascita. Come ricorda Luzzatto, è un momento storico molto particolare: la Grande Guerra, in realtà una terribile carneficina, va avanti da 4 anni e non è ancora terminata; ad essa si era da poco aggiunta l’epidemia di spagnola, che in pochi mesi avrebbe mietuto più vittime di tutti i cinque anni di guerra mondiale. Le attese, il bisogno di santità e di redenzione erano enormi; la ricettività collettiva verso fenomeni quali quelli di Padre Pio erano tese all’estremo. “Sono giunta a credere”, scrive Liz Greene, “che, quando nel tema natale vi sia un Plutone molto forte, l’individuo si trovi di fronte al compito di redimere, o di sopportare, un qualcosa a beneficio di una più vasta collettività, cosa che soltanto lui è capace di fare o attrezzato a fare2”. “Qui il destino collettivo si impone alla vita del singolo, e può richiedere grande sforzo e sacrificio3”. Dire di più e di meglio sarebbe impossibile.


Ma facciamo un passo indietro: è dunque la vita mistica uno sbocco possibile per un carattere plutoniano?
Padre Pio nasce nel 1887, l’anno di pubblicazione della “Genealogia della morale” di Friedrich Nietzsche. In questo saggio il filosofo tedesco affronta in maniera abbastanza estesa vari aspetti della psicologia cristiana, e tra questi anche l’ascesi e in particolare la psicologia dell’ascesi. “Tutti gli istinti che non si scaricano all’esterno, si rivolgono all’interno4”_ questo è il punto di partenza del filosofo tedesco. “L’uomo […] dilaniava impaziente sé stesso, si perseguitava, si torturava, si punzecchiava, si maltrattava5”: quest’uomo poteva essere un plutonico? Sicuramente sì, se consideriamo quanto grande possa essere l’ebbrezza dell’autocontrollo, del totale dominio di sé: e per un plutonico il dominio e il controllo sono tutto. Secondo Nietzsche anzi la vita ascetica sarebbe una delle espressioni più pure della “volontà di potenza”, concetto prettamente plutonico, che Nietzsche pone a fondamento della sua filosofia: “Perché una vita ascetica è una autocontraddizione”, quella “di una volontà di potenza che vorrebbe dominare, non su qualcosa della vita, ma sulla vita stessa, sulle sue più profonde, più forti e più sotterranee condizioni; qui si tenta di usare la forza per ostruire le sorgenti della forza; qui lo sguardo si rivolge, bilioso e infido, contro il benessere fisiologico […] mentre si cerca e si gode dell’insuccesso, dell’inaridimento, del dolore, della sventura, del brutto, del danneggiarsi volontariamente, della rinuncia a sé stessi, dell’autoflagellazione, del sacrificio di sé6”. Qui dunque la volontà di potenza giunge ad uno dei suoi livelli massimi. E più contorti. A questa ebbrezza del dominio di sé l’uomo ascetico ne aggiunge un’altra: è “il dominio su chi soffre7”. “Deve essere malato lui stesso, deve essere profondamente affine a chi è malato o sventurato, per comprenderlo […] ma deve essere anche forte, ancora più padrone di sé che di altri […] per poter essere per lui sostegno, resistenza, appoggio.8” E’ un tipo di espressione facilitato, nel tema di Padre Pio, dalle tendenze mistiche e spirituali di Nettuno, congiunto a Sole, Marte e Mercurio.
Bisogna anche considerare che gli istinti plutonici sono per natura particolarmente soggetti alla rimozione. “Si tratta di desideri troppo violenti, troppo vendicativi, troppo sanguinari, troppo primitivi e troppo impulsivi perché l’individuo medio possa sentirsi a suo agio o sicuro al momento in cui essi affiorano.9” Tenendo conto di questo, possiamo dire che una dominante plutonica non è affatto ostile ad uno stile di vita mistico, anzi.


Liz Greene, nella citazione riguardante l’evento delle stigmate, descrive invece Plutone come l’espressione di un destino collettivo. Questo ci porta sulle tracce di un altro filosofo, che ha parlato di Plutone a sua insaputa, dato che quando egli morì_ nel 1860_ Plutone non era ancora stato scoperto. Mi riferisco ad Arthur Schopenhauer. Nel gergo di questo filosofo, la Volontà è il concetto principale. La Volontà è volontà di vivere, di perpetuare la propria esistenza; i suoi mezzi sono principalmente la sessualità_ senza la quale non vi sarebbe riproduzione_ e l’inconsapevolezza, senza il quale la vita di ognuno sarebbe impossibile. Questa Volontà è unica e indivisibile: Schopenhauer infatti considera il tempo e lo spazio come illusioni, semplici strumenti conoscitivi degli individui privi di una loro consistenza e realtà. “I diversi gradi di oggettivazione della Volontà […] non rientrano nel tempo e nello spazio, medium proprio degli individui, ma restano sempre fissi, invariabili10”; essi partono dalla pietra, attraversano le piante, gli animali e infine l’uomo, che oggettiva la Volontà nel modo più ampio e sfaccettato; tuttavia la Volontà sempre una rimane. “la pluralità delle cose nel tempo e nello spazio […] non la tocca punto: nonostante il tempo e lo spazio, la volontà resta indivisibile.11” Questa sorta di forza istintiva, inconscia, cieca e in perenne contrasto con sé stessa è secondo il mio punto di vista un’ottima rappresentazione di ciò che in astrologia intendiamo con “Plutone”. La Volontà inoltre è unica, e questo è molto importante, perché ci permette di collegarci al pensiero di Liz Greene. L’astrologa e psicoterapeuta inglese scrive che Plutone è “un ordine impersonale, una Moira che ci rammenta incessantemente quei limiti della natura che noi abbiamo trasgredito a nostro rischio12”, “il grande e divino equilibratore dell’hybris”. “Senza di esso l’uomo crederebbe di essere lui stesso Dio, e finirebbe con l’autodistruggersi13”. L’hybris è dunque l’arroganza dell’individuo che dimentica di essere parte di un ordine più vasto, di una Volontà unica e indivisa, e pretende di innalzarsi al di sopra di essa. Ne è stato il portavoce di nuovo Nietzsche, vero e proprio speaker plutonico, con la sua pretesa di “sacrificare Dio per il nulla14”, di promuovere “l’ideale dell’uomo più arrogante15”, seguendo la massima: “Veder soffrire fa bene, far soffrire fa ancora meglio16”. Plutone al tempo stesso suscita quest’arroganza e concorre a distruggerla; c’è in questo astro una contraddizione terribile, perché gli istinti da esso rappresentati da un lato stimolano la volontà di potenza individuale, dall’altro obbediscono a un ordine collettivo e non personale. Plutone diventa così “una rappresentazione della nostra schiavitù, della nostra umiliazione17”, i suoi transiti un occasione per suscitare la nostra hybris e poi spezzarla, per rammentarci il rapporto con l’ordine più vasto di cui facciamo parte.


Ma torniamo al nostro frate. Nel 1920 la fama di Padre Pio esplode. “Centinaia di persone al giorno, di ogni ceto e paese, si recano a visitare Padre Pio il Santo”, “a qualunque ora il convento era in subbuglio per l’enorme affluenza dei fedeli18”. Del resto i suoi poteri erano straordinari. Il frate poteva prevedere lettera per lettera quello che l’interlocutore stava per dirgli. Aveva il dono dell’ubiquità. E soprattutto, poteva compiere miracoli. Era inevitabile che intere orde di ammalati, feriti, reduci dalla Grande Guerra provenienti da tutta Italia andassero a San Giovanni Rotondo per chiedergli guarigioni e favori di ogni tipo.
Non ci si accuserà di eresia se, da un punto di vista prettamente psicologico, noi scorgiamo nella straordinaria capacità “predittiva” di padre Pio soprattutto la capacità plutonica di leggere, di intuire e di investigare nelle menti altrui, di sondarne la profondità, conoscere le persone meglio di quanto si conoscano loro stesse. E nella presunta capacità guaritrice vediamo prima di tutto il charisma, la capacità suggestiva, questo potere tipicamente plutonico che va ben oltre le qualità personali del soggetto singolo, le supera, le sovrasta in maniera quasi soprannaturale. Con questo non vogliamo negare che Plutone non possa indicare anche facoltà genuinamente guaritrici. Visto in quest’ottica anzi il simbolo di Plutone riacquista quell’unità che altrimenti rischia di perdere: esso è il distruttore e il rigeneratore, colui che provoca la malattia e colui che dona la guarigione, l’autore delle più importanti e profonde trasformazioni. Il suo simbolismo non è poi lontano da quello di Chirone (nel tema di Padre Pio congiunto al punto Vertex), sorta di piccolo Plutone in missione speciale al centro del sistema solare.


In ogni caso la faccenda delle stigmate e l’enorme notorietà che questa procurò a Padre Pio iniziò ad attirare non soltanto pellegrini e devoti, ma anche una robusta dose di diffidenza. Iniziarono a giungere al Vaticano lettere in cui si segnalava l’enorme montatura che si andava creando intorno a Padre Pio, con l’invenzione di miracoli inesistenti e l’avvio di un vero e proprio business intorno alla figura del frate cappuccino. Questa diffidenza si materializzò a San Giovanni Rotondo il 19 aprile 1920 nella persona di Padre Agostino Gemelli, sacerdote e scienziato, personaggio di alto calibro morale e intellettuale, da sempre interessato al rapporto tra misticismo e psicopatologia e futuro fondatore dell’Università Cattolica di Milano. Padre Gemelli si reca a fare visita a Padre Pio, attratto dalla crescente fama del frate. Il loro incontro però si tramuta molto rapidamente in una sorta di visita psichiatrica, del cui esito Padre Gemelli riferirà ben presto al Sant’Uffizio. Padre Gemelli si scagliò soprattutto contro l’atmosfera di suggestione creata intorno a Padre Pio da altre persone più o meno losche, interessate a sfruttare e a lucrare sulla popolarità del frate. Quanto al frate stesso, l’impressione che trasse di lui Agostino Gemelli era impietosa. Egli venne descritto come “un uomo a ristretto campo della coscienza”, soggetto ad “abbassamento della tensione psichica, ideazione monotona, abulia”; un “soggetto malato” a “struttura isterica”; un “mistico da clinica psichiatrica19”; infine, nel 1926, “uno psicopatico20” dedito all’autolesionismo.
Queste sono definizioni in apparenza più adatte ad un Saturniano o ad un Nettuniano che ad un Plutonico. Plutone però indica anche una introversione dell’energia psichica che può dare luogo anche per lunghi periodi ad abulia e ad abbassamento della tensione mentale, con conseguente scarsa energia. L’ideazione monotona e più o meno fissa è parte integrante della tipologia caratteriale plutonica. Non nascondiamoci però che Plutone può anche connotare, in alcuni casi, disturbi mentali veri e propri. Plutone molto forte nell’oroscopo può dar luogo a istinti aggressivi e sessuali incontrollati, carattere antisociale, disturbi della personalità; in forte contrasto con altri elementi del tema, Plutone può indicare la struttura isterica (come appunto Padre Pio), la nevrosi ossessiva (oggi disturbo ossessivo-compulsivo), l’ansia, gli attacchi di panico; ancora, Plutone può predisporre alla depressione, la lentissima e fosca traversata in barca a vela sugli stagni maleodoranti dell’Ade. Secondo Liz Greene, Plutone indica “il lato psicopatico della personalità”, “ciò che non migliorerà mai21”. In particolare, uno dei disturbi della personalità più diffusi, il disturbo borderline, (caratterizzato da impulsività estrema, comportamenti autolesivi, abuso di sostanze, relazioni tempestose e instabili, scarso senso di identità, scissione del mondo in oggetti buoni e oggetti cattivi, senso di vuoto e depressione) è gravato da pesanti ipoteche plutoniane. Del resto Plutone stesso è un borderline, a metà strada tra pianeta e pianetino, tra pianeta singolo e pianeta doppio, ai bordi estremi del sistema solare.


Alla visita di Gemelli seguì, di lì a poco, una vera e propria indagine inquisitoriale nei confronti di Padre Pio. Tutto partì dalla testimonianza di un farmacista e di sua cugina, farmacista anch’essa, a cui il frate di Pietrelcina fece in gran segreto richiesta di una grande quantità di acido fenico e di veratrina. L’acido fenico è una sostanza caustica in grado di provocare ferite e bruciature. La veratrina era addirittura un veleno, che va usato in piccolissime dosi: Padre Pio ne richiese una quantità enorme. Fu impossibile per i due farmacisti non pensare che il frate usasse queste sostanze per provocarsi le famose stigmate. Secondo lo stesso Padre Gemelli, “chi ha pratica della medicina legale […] non può sottrarsi al giudizio che si tratti di piaghe dovute all’erosione praticata mediante caustici.22”L’inchiesta del Sant’Uffizio termina alla fine del 1921 con risultati invece positivi per Padre Pio: viene riconosciuto per la prima volta il carattere divino delle sue piaghe; viene però negato qualsiasi miracolo. Il frate era dunque riuscito a convincere il visitatore apostolico di non aver fatto un uso fraudolento delle sostanze chimiche da lui richieste. Noi, vedendo la sua dominante plutonica appoggiata dai forti valori Gemelli, possiamo avanzare qualche legittimo dubbio. E’ noto come il carattere plutonico, pur essendo molto istintivo e diretto, sia al tempo stesso predisposto all’occultamento e all’inganno tanto verso gli altri quanto verso sé stesso. “Dal punto di vista di Plutone, le argomentazioni della moralità sono irrilevanti23” sentenzia elegantemente Liz Greene. Con questo non si vuole avanzare nessuna certezza riguardo alla verità storica delle stigmate di Padre Pio, ma il fatto psicologico rimane.
Ancora nel 1931 una lettera anonima aveva denunciato quella che altro non era se non una “truffa paesana”: era bastato versare sulle mani e sui piedi di un frate dalla “torbida ambizione” uno specifico estratto vegetale, aggiungere qualche pennellata di tintura di iodio ed organizzare un paio di finti miracoli per mettere in piedi un business di dimensioni epocali. Padre Pio veniva descritto come “il capo di una banda di veri delinquenti24”, che approfittava tra l’altro della disponibilità, da parte di numerose pie donne, a soddisfare i suoi impulsi sessuali_ accusa questa che ritroveremo nell’inchiesta del Sant’Uffizio del 1960. In questa lettera inoltre Padre Pio veniva paragonato a Rasputin, altro santone carismatico con Plutone_ guarda caso_ all’Ascendente. La natura di queste accuse è caratteristica della “presenza” di Plutone.


Nei quarant’anni successivi Padre Pio vede aumentare sempre di più la sua popolarità; intorno a lui fiorisce un business di dimensioni colossali, che gli consentirà tra l’altro di costruire l’ospedale denominato Casa Sollievo della Sofferenza, una vera cattedrale nel deserto. I miracoli a lui attribuiti si moltiplicano, e ogni giorno il frate riceve migliaia di lettere e confessa centinaia di persone, in maniera instancabile. La posizione del Vaticano nei suoi confronti oscilla, pur permanendo una certa diffidenza verso un tipo di spiritualità così teatrale; tuttavia nel 1933 verranno tolte al frate tutte le limitazioni che gli erano state imposte in precedenza, anche per la mancanza di appoggio politico da parte del fascismo. Nella sua analisi Luzzatto fa spesso riferimento alla collusione ideologica del Santo Vivo con il fascismo, nell’ambito di una cultura complessivamente definibile come “clerico-fascista”. Quel che mi ha più colpito però è la descrizione dei rapporti del frate con il nazismo, al quale Padre Pio deve, in pratica, buona parte della sua fortuna. Tramite tra Padre Pio e il nazismo era un tale Emanuele Brunatto, losco faccendiere ma anche strenuo sostenitore della causa del frate plutonico. Il buon Brunatto era stato, negli anni ’20, uno dei primi agiografi del frate; dopo varie condanne per truffa, bancarotta e falso in atto pubblico si era poi trasferito a Parigi, da dove aveva orchestrato una speculazione azionaria atta a spellare alcuni ricchi e devoti gonzi. Ma è nei primi anni ’40, nella Parigi occupata dai nazisti, che Brunatto si arricchì in maniera davvero consistente, organizzando il vettovagliamento delle truppe occupanti attraverso il controllo del mercato nero. Parte di questi soldi poi Brunatto li spedì a Padre Pio, che poté così porre le basi per la costruzione del grande ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. Questo rapporto, seppur indiretto, del cappuccino con il nazismo è ancora una volta importante per valutare la natura plutonica del frate, poiché il nazismo fu fenomeno quanto mai plutonico, una vera e propria irruzione di Plutone su scala globale.


Ci si può chiedere da dove traesse Padre Pio questa forza, questa energia che gli permetteva di compiere le stesse azioni, le stesse preghiere, le stesse benedizioni, per centinaia di volte, ogni giorno, nello stesso luogo, per sempre.. Nel tema del frate non c’è quasi traccia dell’elemento-Terra, che di solito predispone all’abitudinarietà. Per fortuna, un autore viene in nostro aiuto, per farci superare questa impasse: è Sigmund Freud, con il suo breve ma importantissimo saggio scritto nel 1920, “Al di là del principio del piacere”. In questo saggio Freud supera la concezione monistica della libido per approdare ad una concezione dualistica: qui, infatti, agli istinti sessuali o di vita si affiancano per la prima volta gli istinti di morte. Gli istinti di morte sono in sostanza la tendenza pulsionale a ripristinare uno stato precedente, ossia il ritorno allo stato inanimato; da questo punto di vista “l’organismo desidera solo morire a modo suo25”. Questi istinti sono in gran parte nascosti, oppure mescolati agli istinti_ o pulsioni_ di vita, per cui di solito passano inosservati; ma vi sono situazioni nelle quali invece possiamo osservarli con chiarezza. Si tratta di abitudini, desideri, situazioni che ripetiamo in maniera ossessiva, sempre uguali a loro stesse, e a nostro danno. Questa tendenza immarcescibile di elementi inconsci a ripresentarsi sempre nello stesso modo viene chiamata da Freud coazione a ripetere, ed è uno dei pochi indizi che ci porta alla scoperta dell’esistenza degli istinti di morte.
La validità scientifica e biologica della speculazione di Freud è molto dubbia; il suo significato psicologico è invece molto importante. Freud, Toro Asc. Scorpione con Plutone al Dsc., ci sta qui parlando di Plutone. E ci sta dicendo che una delle sue manifestazioni più importanti, più pure, è la ripetizione, la riproposizione di situazioni che non si spiegano con la ricerca “del piacere”, ossia della felicità. Anche per la Greene, Plutone indica “lo schema ripetitivo e impossibile di lottare contro qualcosa solo per ritrovarcela sempre di fronte”; questo dio “governa ciò che non può o non vuole cambiare26”. Le pulsioni che indica sono immutabili e non si preoccupano della conservazione della vita individuale, ma piuttosto di quella universale, e possono senz’altro manifestarsi nell’individuo singolo come pulsioni di morte piuttosto che di vita. La ripetizione che Plutone ci indica non è motivata dal bisogno di sicurezza, come accade per i segni di Terra; le sue origini sono ben altre.


Nel 1960 ritroviamo un Padre Pio ormai trasformato in Santo da rotocalco, in icona pop al pari quasi della Marilyn di Andy Warhol: è questo punto che esplode un nuovo scontro, durissimo, con il Vaticano. Succede che alcuni suoi nemici delle alte sfere _ non direttamente il Sant’Uffizio a quanto pare_ collocano dei registratori nella cella e nel confessionale di Padre Pio, per rovistare nei segreti più intimi della vita dell’alter Christus. Dopo alcuni mesi le bobine finiscono nelle mani del nuovo Papa, Angelo Roncalli ossia Giovanni XXIII, da sempre freddo, se non addirittura ostile, verso le strombazzate prodezze del santo garganico. Gli appunti che egli verga nel suo diario personale, la sera del 25 giugno 1960, erano rimasti finora inediti e rivelano un giudizio durissimo verso Padre Pio e ciò che ruota intorno a lui. “L’accaduto […] fa pensare ad un vastissimo disastro di anime, diabolicamente preparato, a discredito della S.Chiesa nel mondo, e qui in Italia specialmente”; un “immenso inganno”, una “contaminazione che da ben quarant’anni circa ha intaccato centinaia di migliaia di anime istupidite e sconvolte in proporzioni inverosimili27”. Il Papa si riferisce soprattutto ai rapporti sessuali che Padre Pio intratterrebbe, a giudicare dalle registrazioni, con alcune delle “pie donne”. Del resto ci troviamo di fronte non a un Santo qualsiasi, bensì a un Santo plutonico, e Plutone ha inequivocabilmente a che fare con una forte carica sessuale, per quanto contorta e_ spesso_ rimossa. E se anche Padre Pio non avesse mai avuto rapporti intimi con le donne che lo circondavano, l’atmosfera doveva essere così carica di sessualità da provocare comunque la ridda di voci, dicerie, venerazione pseudo-mistica e infine l’esplosione dello scandalo. Quanto all’immane “disastro di anime”, ci troviamo di nuovo davanti a una situazione-tipo, nell’ambito di una forza che, come il Mefistofele del Faust di Goethe, “vuole sempre il Male ed opera sempre il Bene”28.


Proprio il Mefistofele di Goethe è una delle rappresentazioni letterarie più perfette di Plutone. Quando incontra Faust, Mefistofele si presenta subito come “lo spirito che sempre nega”, “perché tutto ciò che nasce è degno di andare in rovina”: una sorta di rappresentazione dell’istinto di morte di Freud si direbbe. Ma Mefistofele è anche il “Figlio del Caos”, “una parte delle tenebre che generarono da sé la luce”: dunque è anche una forza che racchiude enormi potenziali creativi. E lo dimostra subito, poiché Faust a contatto con Mefistofele ringiovanisce, riacquista vigore fisico e sessuale e si dimostra capace di insperate conquiste. Faust così conosce Margherita ed Elena, compie viaggi verso il regno delle Madri e delle Streghe, combatte al servizio dell’Imperatore e diventa un ricco feudatario; si consacra “al tumulto, al doloroso godimento, all’odio pieno di amore.29” Plutone-Mefistofele ha dato a Faust l’energia e il coraggio necessari per compiere tutte le sue imprese. Ma insieme a questa energia è arrivata anche la sua compagna naturale, l’arroganza, la hybris; ed ecco così Faust che uccide la madre e il fratello di Margherita e provoca la morte di Margherita stessa; uccide inoltre, tramite Mefistofele, i due vecchietti innocenti, Filemone e Bauci. Naturalmente, Faust pagherà questo con la sua stessa morte, provocata ancora una volta da Plutone-Mefistofele.
Questo Mefistofele riassume anche altre qualità di Plutone: la furbizia, l’intelligenza, l’umorismo. E’una forza gigantesca che può condurre chi la possiede lontanissimo; ma chi la usa deve rispettare i limiti dell’ordine naturale, altrimenti si ritorcerà contro di lui.


Avevamo lasciato Padre Pio alle prese con l’ira di Papa Giovanni XXIII. Alla scoperta delle bobine farà seguito una nuova indagine del Sant’Uffizio, condotta questa volta da monsignor Maccari, e i cui esiti sono alquanto interessanti. Gli incontri, nove in tutto, tra i due sono segnati da una reciproca diffidenza, trasformandosi presto in “un vero tormento”. Quando il Maccari lamenta il fanatismo delle donne nella chiesa e nel parlatoio, Padre Pio lo implora “che almeno non fosse proibito il bacio dopo la confessione30”. E quando gli si rimprovera la spettacolarizzazione della sua vita e del suo rapporto con i fedeli, Padre Pio risponde che trova questo, in sostanza, del tutto normale. Di nuovo, nulla di strano per un pianeta da Lisa Morpurgo messo chiaramente in connessione con il teatro. “Ciò a cui si riferisce la mia percezione d’altri nel mondo, […] è la mia possibilità permanente di essere-visto-da-lui. […] altri è, essenzialmente, quello che mi guarda31” scrive Sartre, altro carattere plutonico. Sembra che i Plutoniani abbiano una coscienza particolare del modo in cui sono visti, il che tra l’altro conferisce loro ottime capacità persuasive. Anche il creatore della propaganda di massa, Goebbels, era un plutonico, mentre Lumiere, inventore del cinematografo, aveva l’Ascendente in Scorpione. Dal punto di vista astronomico Plutone è in realtà un pianeta doppio, dal momento che il suo satellite Caronte è appena tre volte meno grande di lui, ed orbita molto vicino al pianeta nel cielo del quale appare sei volte più grande della nostra Luna. Come dire che Plutone è abituato ad essere osservato da vicino!


Ritornando ora a Maccari, dobbiamo dire che il visitatore apostolico respinse anche lo stereotipo di un Padre Pio mistico, indifferente all’industria commerciale e mediatica costruita intorno a lui. Secondo Maccari, “il celebre Cappuccino vive nel mondo d’oggi, soprattutto nel suo mondo, e ci vive con i piedi per terra”, in un eccesso di “contaminazioni tra il sacro e il troppo umano32”. Una industria fatta di fotografie, di santini, perfino di dischi che riproducevano la voce del religioso. Padre Pio non era per nulla estraneo all’organizzazione di questa macchina, che avrebbe potuto fermare facilmente se avesse voluto. Ma nel Plutonico è la Volontà di Vita stessa che preme e che mena le danze: e questa Volontà vuole affermarsi, vuole il potere. Come avrebbe potuto il Santo plutonico rimanere indifferente, o addirittura rifiutare un gigantesco fenomeno di massa che lo aveva elevato a star planetaria? Chiedergli questo sarebbe stato veramente troppo. Come pensare che avrebbe allontanato le cosiddette pie donne, che alla fine di ogni messa si avventavano su di lui, baciandolo “sul petto, sulle braccia”, “carezzandolo, palpandolo33”; come avrebbe potuto allontanare una tale forma di venerazione?


E ancora colpisce l’ambiguità di Padre Pio e di tutta la sua vicenda, il profondo dualismo in cui tutta la sua vita si è dibattuta. Un dualismo che però non può stupire, dato che riflette perfettamente la sua segnatura di nascita. E’ lo scontro tra il sacro e il profano, tra povertà e ricchezza, debolezza e potere, castità e sesso; ed è lo scontro tra venerazione e ostilità, una ostilità che soltanto un Plutonico può provocare. Il Plutonico infatti fa paura: la sua intuizione, la sua aggressività, la sua mancanza di scrupoli morali non può che spaventare chi ha le sue stesse ambizioni. Un Plutonico è una minaccia concreta, un avversario vero, forte, capace. Ma e’ancora di questa ambiguità che Maccari parla, quando scrive: “Perché un uomo non eccezionale per le sue qualità naturali e tutt’altro che esente da ombre e difetti, è riuscito a crearsi una popolarità che ha pochi riscontri nella storia religiosa dei nostri tempi? Come si spiega il fascino irresistibile che esercita questo religioso dall’aria stanca, dai modi rozzi, dalla voce sgradevole? Come dare una ragione adeguata al crescente fanatismo per la sua persona, alla cieca fiducia di umili e di grandi nei suoi poteri considerati quasi sovrumani?34” Perché, si chiede ancora Maccari, il Signore ha affidato una missione di Amore e di Misericordia così grandi a una persona così piccola?


Tutto il tema si regge in definitiva su questa dualità (Gemelli) tra vita mistica (Nettuno) e atteggiamento carismatico (Plutone): nell’ambito di questa dualità, la dominante plutonica ha finito decisamente col prevalere.


1 S. Luzzatto, “Padre Pio: miracoli e politica nell’Italia del Novecento”, Einaudi, pag. 5.
2 L. Greene, “Astrologia e destino”, Armenia, pag. 67.
3 Ibid.
4 F. Nietzsche, “Genealogia della morale”, Adelphi, parte seconda, par. 16.
5 ibid.
6 ibid., parte terza, par. 11.
7 ibid., par. 15.
8 ibid.
9 L. Greene, ibid., pag. 54.
10 A. Schopenhauer, “Il mondo come volontà e rappresentazione”, Adelphi, Libro secondo, par. 25.
11 ibid.
12 L. Greene, ibid., pag. 61.
13 ibid., pag. 56.
14 F. Nietzsche, “Al di là del bene e del male”, Adelphi, parte terza, par. 55
15 ibid. par. 56.
16 F. Nietzsche, “Genealogia della morale”, parte seconda, par. 6.
17 L. Greene, ibid., pag. 57.
18 S. Luzzatto, ibid., pag.
19 ibid., pag. 81.
20 ibid., pag. 187.
21 L. Greene, ibid., pag. 56.
22 S. Luzzatto, ibid., pag. 187.
23 L. Greene, ibid., pag. 83.
24 S. Luzzatto, ibid., pag. 254-255.
25 S. Freud, “Al di là del principio del piacere”, Boringhieri, par. 5.
26 L. Greene, ibid., pag. 56-57.
27 S. Luzzatto, ibid., pag. 369-370.
28 W.J.Goethe, “Faust”, Utet, Parte Prima, Studio.
29 ibid.
30 S. Luzzatto, ibid., pag. 372.
31 J.P.Sartre, “L’essere e il nulla”, Saggiatore, pag. 326-327.
32 S.Luzzatto, ibid., pag. 374.
33 ibid., pag. 375.
34 ibid., pag. 376.
 

 
 
 
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